Comune di Torino: un Bilancio 2024 – 2026 senza idee apre alla vendita della città

DebiTO - Friday, December 8, 2023

I Consigli comunali stanno discutendo il Bilancio di previsione 2024-2026. Quello del Comune di Torino testimonia il progressivo svuotamento del ruolo e delle funzioni dell’istituzione democratica più vicina ai cittadini.

L’enorme debito comunale che a fine 2010 ammontava a 3.454 milioni di euro, quest’anno è sceso a euro 2.956 milioni: una riduzione in tredici anni di circa 500 milioni, vale a dire 38 milioni all’anno. Di questo passo per azzerare il debito restante occorreranno circa 78 anni. La capacità di indebitamento autonoma è ridotta ad appena 10 milioni di euro all’anno, con i quali non si finanzia neanche un sottopasso. Anche se la cassa si è riempita di 1.994 milioni di euro portati da aiuti statali a fondo perduto, PNRR e altri progetti europei, questi si esauriranno nel 2026. Ma i documenti di bilancio non affrontano alcun problema di prospettiva, limitandosi a gestire l’ordinaria amministrazione.

Finora il Comune ha risparmiato ferocemente sul personale, sostituendo solo un pensionato su quattro, ridicole poi sono state anche le misure per far fronte all’emergenza abitativa e degli sfratti: 110 alloggi comunali in costruzione, a fronte di 6.000 sfratti; il fondo statale per il sostegno alle locazioni, che aveva garantito circa 4 milioni/anno non è stato rifinanziato. Nessuna misura concreta per recuperare circa 350 milioni di entrate, dando per scontata l’incapacità della SORIS e del Comune di riscuotere 100 milioni l’anno di crediti difficili da incassare (tributi, sanzioni, multe) e per la rinuncia a contestare alle banche 248 milioni di euro per oneri finanziari speculativi sui mutui, i derivati, le anticipazioni di liquidità, la restituzione delle quote di capitale degli stessi mutui e delle anticipazioni.

Il bilancio di previsione continua invece a dilapidare il patrimonio edilizio pubblico:

  • vendita di complessi edilizi di valore storico-architettonico come l’ex Corte d’Appello, o via  Bazzi 4-6, via S. Chiara 58, Ex CIR, Mercato Ittico, Mercato Coperto di Corso Racconigi
  • altri 16 immobili di proprietà del Comune messi all’asta proprio in questi giorni
  • “Progetti pubblico-privato” per quasi tutti gli impianti sportivi, il Borgo Medioevale, Teatro Nuovo, Ex Buon Pastore, Ex Zoo-Parco Michelotti e altri.

Senza dimenticare la promessa vendita di circa 60.000 mq del Parco della Pellerina all’INAIL per il nuovo Ospedale Maria Vittoria.

Dal Bilancio preventivo 2024-2026 non traspare alcuna idea di come far uscire il Comune di Torino dallo stato comatoso in cui è caduto. E in cui ripiomberà a partire dal 2026/27. Una scelta che si rivela coerente con le affabulazioni del Sindaco e dell’Assessore all’Urbanistica sulle “magnifiche sorti e progressive” promesse dal Nuovo Piano Regolatore, e cioè la definitiva vendita della nostra città ai grandi gruppi immobiliari e finanziari.

Contrasteremo questo disegno con tutte le nostre forze.

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