Il Ponte sullo Stretto "opera strategica per il trasferimento delle forze armate NATO". Lo dice il governo. Ma è l'ennesima minkiata

Antonio Mazzeo Blog - Friday, April 18, 2025

"La disponibilità di un’infrastruttura strategica come quella del Ponte sullo Stretto, una volta posta nella sua piena funzionalità, potrebbe contribuire ad elevare notevolmente i livelli di efficienza ed efficacia dei processi organizzativi e funzionali di safety e security". Ad affermarlo il Consiglio dei ministri guidato dal duo Meloni-Salvini, nella recentissima delibera "IROPI" sulle “motivazioni imperative di rilevante interesse pubblico” che giustificherebbero la Mega Opera.
"L’Unione Europea ha sviluppato il Military Mobility Action Plan per rafforzare la capacità di spostamento rapido delle truppe all’interno del continente", aggiunge il governo. "Il Ponte sullo Stretto si inserirebbe perfettamente in questa strategia, fornendo un’infrastruttura chiave per il trasferimento delle forze NATO dal Nord Europa verso il Mediterraneo".

Inutile dire che si tratta dell'ennesima bufala governativa per accreditare di fronte all'opinione pubblica e tra qualche disattento Commissario europeo la "sostenibilità" militare del Mostro sullo Stretto.

Ad oggi però non esiste nessuno straccio di documento NATO e/o UE che ritenga il Ponte utile per la mobilità di uomini, mezzi ed armamenti. Di contro tra gli oltre 500 progetti finanziati dalla Commissione europea nell'ambito del Military Mobility Action Plan (per rendere compatibile - dual use - la rete trasportistica esistente al transito militare) solo tre hanno riguardato l'Italia: un piccolo ponte sull’autostrada A7 che collega Milano con Genova (Serravalle); una breve tratta dell'asse ferroviario che dalla valle Scrivia arriva al porto di Genova; un altro breve nodo ferroviario di collegamento al porto di La Spezia.

La NATO e il Comando delle forze armate USA in Europa pensano invece di potenziare il trasporto militare sul cosiddetto "fianco sud" per via aerea e marittima: è per questo che sono stati avviati i dispendiosissimi progetti di potenziamento delle grandi basi navali di Taranto, Brindisi e Augusta (Siracusa) e dello scalo aeroportuale di Sigonella, dove sono in corso i lavori di estensione delle piste per consentire l'atterraggio e il decollo dei grandi aerei cargo e dei velivoli tanker per il rifornimento in volo.

Vogliamo inoltre ricordare che da oltre 15 anni chiediamo inutilmente che la Stretto di Messina SpA e il governo forniscano tutti i documenti in possesso sui rilievi (dovuti per legge) sulla reale sostenibilità e "difendibilità" del Ponte in caso di conflitto o attentati terroristici, a firma delle forze armate e dello Stato Maggiore della Difesa.

A noi risulta - e non siamo mai stati smentiti in nessuna sede - che tali rilievi sarebbero tutt'altro che positivi e benevoli.

Il Ponte non è dunque militarmente strategico. Di contro l'avvio dei lavori di costruzione accelererà i dirompenti processi di militarizzazione in atto in Sicilia e nel sud Italia, contribuendo all'affermazione dello Stato di guerra e alla cancellazione delle libertà individuali e dei diritti di espressione e opposizione.