
“Se non trova ostacoli il capitale si prende tutto”: rilancio e progettualità dal convegno di Livorno. A metà settembre il prossimo appuntamento.
InfoAut: Informazione di parte - Tuesday, April 22, 2025Di seguito una sintesi di quanto uscito dalle due ricche giornate di convegno nazionale No alla Servitù energetica tenutosi a Livorno il 29 e 30 marzo scorsi. Prossimo appuntamento a metà settembre!

INTRODUZIONE & OBIETTIVI DEL CONVEGNO
Il momento di incontro nazionale è nato cogliendo la necessità trasversale di smascherare le false narrazioni sulla cosiddetta transizione verde e svelare gli inganni utilizzati dalla controparte che, sulla base della necessità di contrastare il cambiamento climatico, legittima l’aggressione sui territori. In particolare, individuiamo due inganni principali: la transizione verde è promessa disattesa per il risparmio in bolletta dei consumatori ; la transizione verde avverrà con l’abbandono delle fonti fossili ricorrendo a energie come il nucleare in quanto energia considerata sostenibile.
Ci siamo dunque posti alcuni obiettivi:
- CONTRASTARE UNA RETORICA figlia della sinistra, paternalista e fintamente progressista – che ben viene espressa dalla logica del tav ma che oggi vediamo espandersi su tutti i territori e relativamente a ogni genere di progetto – e la strumentalizzazione delle destre sovraniste che, appropriandosi delle istanze popolari, cercano di cavalcarle senza trovare reali soluzioni. Ciò che deve essere rimesso al centro è la volontà popolare di decidere e riprendere potere sui propri territori, sulla gestione stessa delle risorse, in tutte le dimensioni dell’esistente ma, prima fra tutte, le sfere che riguardano la possibilità stessa della riproduzione sociale: quindi l’energia e il cibo. Dietro tutti i nostri no ci sono tanti si, il punto è collocarsi sul terreno della contesa ed essere in grado di conquistare un orizzonte di sovranità energetica e alimentare che sia il prodotto di un’altra visione dell’esistente, definita dai principi dell’equità, della giustizia sociale e climatica e della sostenibilità;
- CONTRAPPORSI E BLOCCARE materialmente l’aggressione sui territori, tenendo in conto la dinamica di frammentazione sui territori dei progetti e degli impianti energetici: questi molto spesso coinvolgono territori rurali, spesso poco vissuti e con pochi spazi di aggregazione. La necessità è quella di stimolare aggregazioni sub-territoriali e di organizzarsi collettivamente per interrompere i flussi del capitale sui nostri territori, supportandoci per avere un ruolo di blocco nella circolazione delle merci interrompendo la catena del profitto;
- COSTRUIRE UNA FORZA COMUNICATIVA che sia in grado di restituire la complessità dei ragionamenti che portano a maturare l’opposizione sui territori, perché la necessità è quella di uscire dal giogo dell’informazione mainstream che si pone in maniera infantilizzante e che dipinge in maniera grottesca le attivazioni sui territori ma anzi, dare valore ai saperi tecnici, scientifici, sociali, ambientali che provengono dalle attivazioni dal basso.
La proposta di Confluenza si basa su questi tre principi cardine: il sapere, l’iniziativa e l’aggregazione. Questa è la proposta che in occasione del convegno è stata messa sul piatto, affinché, se fatta propria, si possa lavorare in un’unica direzione riproducendola sui territori e accumulare una forza.
UNA SCOMMESSA RIUSCITA
Qualche parola va spesa in merito alla partecipazione che possiamo definire importante e che ha visto coinvolti territori da nord a sud alle isole. E’ molto difficile citare tutti ma ci proviamo, a partire dalla traccia dei contatti che sono stati lasciati: partendo dalla Toscana, terra che ci ha ospitato, quindi Livorno e la Val di Cornia ma anche Arezzo, Firenze, dal Mugello, Valmarecchia, Calci, Pisa, ma anche dalla Calabria, da Scilla a Torino, passando da Roma, sino a Brindisi, dalle Marche, dalla Sardegna passando per Isili, Selargius, Oristano, Orgosolo e Nulvi, da Pesaro a Massarosa, da Messina a Pratomagno, da Pizzone a Collesalvetti, da Palermo a Vada, da San Lorenzo in provincia di Reggio Calabria a Bologna, a Prato a Cosenza sino alla Val Susa. Vorremmo anche sottolineare la qualità del ragionamento e la tensione e l’ambizione a guardare il quadro complessivo, non solo alla propria istanza, come elementi preziosi per un ragionamento che è stato aperto con ottime premesse.
ANALISI DEL TERRITORIO DAL PUNTO DI VISTA OGGETTIVO
I numerosi interventi che si sono succeduti nella giornata di sabato hanno sottolineato diversi e importanti aspetti che proviamo a riassumere qui di seguito.
Innanzitutto si evince la volontà di una resistenza che superi il livello locale, perché se i territori si trovano da soli la battaglia è impari. E’ necessario tenere in conto dei fenomeni di colonizzazione interna e creazione di aree di sacrificio che molto spesso vengono individuate “fuori” affinché vi sia una canalizzazione delle esternalità negative; viene evocata dunque l’esigenza di una battaglia per un ritorno dell‘energia all’interno dei beni comuni. Allo stesso tempo è importante tener conto dei tentativi di repressione messi in atto (sanzioni pecuniarie spropositate, come viene riportato dai comitati che lottano contro il progetto del ponte sullo Stretto di Messina ma che è il modus operandi messo in campo da anni in Val Susa, senza dimenticare il recente Decreto sicurezza) e approfondire le conseguenze e gli impatti dei progetti sui territori. Per nominarne alcuni, ricorrenti e diffusi su tutti i territori riportiamo qui un elenco: impatti sulla salute, sugli ecosistemi, sulla biodiversità, sul consumo di suolo, sull’economia locale, sui legami sociali, sul turismo, sui rischi idrogeologici, sul paesaggio, la privatizzazione, la deforestazione, gli aumenti sulle bollette.
L’agricoltura è un tema centrale in quasi tutti gli interventi, abbandonata a livello politico nazionale ed europeo, viene percepita come una categoria in via di estinzione. In alcuni contesti quindi l’abbandono delle aree interne sommata alla crisi agricola agevola dinamiche speculative per l’acquisto dei terreni che, in aggiunta al poco ricambio generazionale e alla non redditività del settore, incoraggia fortemente la vendita dei terreni e il conseguente esponenziale allontanamento delle nuove generazioni. E’ pertanto indispensabile tener conto delle esigenze economiche di chi è proprietario della terra, ma anche delle pressioni esterne a cui sono soggette certe aree del Paese, in questo senso è fondamentale tenere in considerazione gli intrecci tra politica e mafie.
Di seguito gli interventi introduttivi che hanno aperto le sessioni di discussione:
ALCUNI CONCETTI CARDINE
- Il processo di trasformazione dei territori è irreversibile, non sarà più possibile ripristinare ecosostenibilità in un territorio devastato: questo significa che non ci sono compensazioni possibili;
- La controparte per agire sui territori mette in competizione interessi diversi: occorre ingaggiare una riflessione sul rapporto uomo-natura e sul rapporto metropoli-ruralità;
- La terra è fonte di reddito ed è fonte di identità, in questa fase storica è la terra ad essere messa sotto ricatto;
- Impatti ecologici e sociali a causa degli impianti energetici coinvolgono diversi fattori, in particolare ne vogliamo sottolineare alcuni particolarmente allarmanti, come la perdita di terreni fertili, l’aumento rischi idrogeologici, l’approfondirsi della crisi agricola, moltiplicazione di parchi naturali a rischio;
- Povertà energetica: costruire una transizione democratica possibile dal basso in una fase di guerra è fondamentale, per questo facciamo nostro lo slogan “Tenetevi la guerra, ridateci la terra”
- Ci sono diverse controparti: le multinazionali private, le Regioni e il Governo, su un livello ancora successivo vanno messe in discussione la PAC e le direttive dell’UE
DI COSA ABBIAMO BISOGNO COLLETTIVAMENTE
- Costruire e alimentare un ambito di ragionamento complessivo che superi le istanze singole per andare nella direzione di solidificare un’analisi politica organica all’altezza della fase che ci permetta di strutturare dei rapporti di forza: deve essere un discorso di SENSO COMUNE;
- Approfondire l’articolazione e il radicamento sui singoli territori per avviare un processo di ricomposizione affinché la nostra proposta sui territori sia quella credibile perché di buon senso e perché ancorata ai bisogni e alle esigenze reali: ciascuno deve alimentare il PROCESSO SOCIALE;
- “Il movimento non solo parla, ma fa” abbiamo bisogno di essere gli ostacoli che il capitale trova sul suo cammino, altrimenti si può prendere tutto: occorre SCARDINARE L’INGRANAGGIO se possiamo essere sabbia per rallentare ora dobbiamo, insieme, essere ghiaia per sradicare il meccanismo di estrazione del valore per il profitto.
Per fare tutto questo bisogna partire dalle possibilità che vediamo per rendere la “speranza possibile”, il quadro analitico ci serve per inquadrare come si muove la controparte, non ci serve per rimanere nell’immobilismo, e per anticipare le sue mosse.
3 PIANI DI FALSITA’ DA SVELARE CHE STANNO SOTTO LA DOMANDA INFINITA DI ENERGIA CHE IMPLICANO 3 AMBITI DI INIZIATIVA POSSIBILE:
- In questa fase storica a chi serve e per cosa serve tutta questa energia: il piano Rearm Eu indica la strada scelta dai governi, il riarmo e la militarizzazione della società;
- La fame di energia deriva dalla necessità di affinare il livello di sofisticatezza della ricerca tecnologica e digitale: la transizione digitale ha bisogno di enormi quantità di energia;
- La risposta neoliberista alle emissioni climalteranti è da un lato la compensazione che va a beneficiare i profitti delle aziende e, dall’altro, la privatizzazione dei rischi favorendo un approccio dell’emergenzialità a scapito di interventi strutturali.
Gli ambiti su cui dobbiamo agire sono 3:
- SPECULAZIONE ENERGETICA DA GRANDI RINNOVABILI
- MILITARIZZAZIONE E COLONIALISMO
- CONSUMO DI SUOLO
LA PROPOSTA ASSUNTA DALL’ASSEMBLEA PREVEDE ALCUNE TAPPE, ANCHE MOLTO CONCRETE :
- Approfondire il punto di vista comune attraverso l’allargamento degli strumenti di cui Confluenza si è dotata: la rubrica CONFLUENZA sul sito infoaut.org è lo strumento da usare per produrre e sistematizzare sapere di qualità che derivi da un’inchiesta sul territorio a partire dalle conoscenze, i rapporti, la messa a servizio di sapere tecnico e scientifico in modo da sviluppare un ambito in cui si ragioni collettivamente e si possa agire a partire da ciò che si sa e si conosce, per anticipare fenomeni e per porre le condizioni di una posizione di forza. Inoltre, poniamo l’ambizione di costruire un linguaggio e un immaginario che sia patrimonio delle lotte;
- Alimentare i processi sui territori e tenersi in contatto attraverso una MAILING LIST sulla quale è possibile segnalare i contributi da fare circolare e/o pubblicare. Di pari passo avverrà la costruzione di una MAPPATURA che individui i nodi centrali sui territori sui 3 ambiti di cui sopra (a partire dalla mappa che segnala i presidi militari già esistente messa a disposizione dal Movimento No Base) oltre a assumere il MANIFESTO DI CONFLUENZA come un programma politico da riportare sui territori e praticare;
- Essere incisivi e interferire con l’aggressione sui territori: organizzare un momento di INIZIATIVA e MOBILITAZIONE COLLETTIVA tenendo conto di tre aspetti usciti dalla discussione: il rapporto città-campagna (dunque privilegiare territori rurali dove sorgono impianti energetici o sorgeranno); non vogliamo essere perimetrabili e vogliamo dimostrare che la contrapposizione a questa aggressione non è un caso isolato (privilegiare territori sul continente per evitare di contribuire alla narrazione che vorrebbe la Sardegna “il caso”); organizzare e esserci in occasione di una mobilitazione su un territorio specifico implica il rafforzamento di tutte le lotte.
Abbiamo concluso lasciandoci con il PROSSIMO APPUNTAMENTO NAZIONALE DI CONFLUENZA che sarà a metà settembre su un territorio ancora da definire insieme. Sarà compito collettivo organizzare una due giorni di discussione e di iniziativa su un territorio che si renderà disponibile in questo senso, laddove c’è la necessità di dare un segnale che possa essere da esempio per altri.
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