Source - InfoAut: Informazione di parte

Informazione di parte

La scuola dei sogni di Valditara: nazionalista, reazionaria, militarista. Annunciati i futuri programmi scolastici
La scuola di Valditara è fatta di programmi che ricordano altri periodi storici: le poesie imparate a memoria, la Bibbia in classe, la storia “italica” nel programma scolastico. Sono alcune delle indicazioni anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito del governo Meloni, previste per l’anno scolastico 2026/27. Le nuove indicazioni redatte in commissione ministeriale per la futura riforma scolastica, tra le altre cose, ridurrebbero lo studio della storia fino a qui insegnata, sostituendola con la sola storia “italica” e occidentale. “Già da tempo registriamo un intervento di stampo nazionalista all’interno della scuola”, fa sapere Serena Tusini, insegnante di latino e dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, ai microfoni di Radio Onda d’Urto. “Ormai non c’è scuola d’Italia che non sia visitata dai militari. Vediamo allestite nelle palestre l’alzabandiera con il canto dell’inno e tutto questo si collega perfettamente con questa proposta che trasuda proprio di nazionalismo”. Il Consiglio dei Ministri ha intanto approvato un decreto legge che introduce nuove misure per il ridimensionamento scolastico, in linea con quanto previsto dal Pnrr. “Mentre la scuola sono già molti molti anni che è piegata e anche violentata da un paradigma centrale che era quello – ed è quello – della formazione del capitale umano”, fa sapere di nuovo Tusini, cioè “una scuola che serve a produrre futuri lavoratori precari”, dall’altro lato “non si abbandona il ruolo fondamentale della scuola che è quello trasmissione di un’ideologia dominante“. Oggi un’ideologia dominante “è proprio quella del nazionalismo che a che fare con la fase storica in cui siamo”. L’intervista all’insegnante Serena Tusini, dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e università. Ascolta o scarica. Un commento anche dal punto di vista delle famiglie di studenti e studentesse con Miria Pericolosi, anch’essa dell’Osservatorio. Ascolta o scarica. da Radio Onda d’Urto
January 17, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
In ricordo di Franco Piperno: una voce che continua a risuonare
Oggi, 17 gennaio, alle ore 18, Radio Ciroma aprirà i suoi microfoni per un momento speciale, dedicato alla memoria di Franco Piperno, uno dei suoi fondatori e figura ispiratrice per generazioni. da Radio Ciroma Sarà una trasmissione intessuta di ricordi, testimonianze e contributi di chi ha avuto il privilegio di condividere un tratto del cammino con lui. Franco è stato molto più di una voce per la radio: è stato un punto di riferimento culturale, umano e politico. La sua passione per la comunicazione, la libertà d’espressione e l’impegno sociale hanno segnato la storia di Radio Ciroma e hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità. Vi invitiamo a partecipare con il cuore e la memoria, portando le vostre parole, i vostri ricordi e le vostre emozioni. Che siate stati compagni di viaggio, amici o semplici ascoltatori, ogni contributo sarà un tassello prezioso per raccontare la storia di Franco e l’eredità che ci lascia. Collegatevi alle 18 per essere parte di questa trasmissione speciale. Insieme, daremo voce a ciò che Franco ha rappresentato e continuerà a rappresentare per tutti noi. Radio Ciroma: una comunità che resiste, una storia che vive. Sintonizzati sui 105.700 streaming  ciroma.org per intervenire 098428250 oppure messaggi vocali al 3664185972 (What app- Telegram ) Ascolta la diretta:
January 17, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva
“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas. da Radio Blackout Prima di approfondire in che cosa consista effettivamente, occorre partire dal dato che alle 11 del 16 gennaio Netanyahu avrebbe dovuto incontrare il gabinetto di guerra, ma si è tirato indietro dano la colpa a mancate osservanze dell’accordo da parte di Hamas che non risultano, non un buon presagio. La prima fase dovrebbe prevedere un cessate il fuoco di 42 giorni in cui è previsto il rilascio degli ostaggi vivi in cambio del rilascio di mille prigionieri politici palestinesi che dipenderà sia dal numero che dalle condizioni degli ostaggi israeliani, considerato che Netanyahu ha già espresso che su determinati prigionieri palestinesi potrebbe avvalersi sul diritto di veto. Prevale dunque, sin dalle prime fasi di questo accordo, la morsa israeliana che vuole dettar legge in una dinamica non alla pari. A seguire, dovrebbe esserci il ritiro delle truppe israeliane e un aumento degli aiuti umanitari, non è chiaro il criterio dello stop ai bombardamenti. La tendenza di Israele, riprodotta nella storia a più riprese come per gli accordi di Oslo, è quella di accogliere accordi resi mai definitivi, frazionati e parcellizzati con la possibilità di mantenere ad interim la propria occupazione. Inoltre, questo accordo nei termini generali è simile a quello proposto in primavera da Biden, accettato da Hamas e mai accettato da Israele. E’ chiaro che la notizia del cessate il fuoco, per quanto i bombardamenti anche dopo la diffusione della decisione non si sono fermati e nella notte ci sono stati altri decine di morti ad opera di Israele, ha scatenato una reazione di gioia popolare nella Striscia di Gaza. Gaza, definita dalle Nazioni Unite “paesaggio lunare” per il suo essere completamente devastata, dovrà affrontare il tema della ricostruzione, ma al momento la certezza è che Trump nella sua opera di convincimento nei confronti di Netanyahu ad accettare l’accordo avrà dovuto promettere qualcosa in cambio, che soltanto nei prossimi giorni potremo approfondire, oltre a riuscire nella sua rappresentazione del Presidente in grado di risolvere i conflitti a livello globale, sulla quale ha costruito la sua propaganda elettorale. Qui l’intervista a Eliana Riva, di Pagine Esteri
January 16, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
Palantir comincia la guerra civile nella difesa americana
Nei racconti di Tolkien i Palantir sono le pietre veggenti e vedenti presenti nel Signore degli Anelli il cui nome significa “coloro che vedono lontano”. di Nlp da Codice Rosso In linea con il testo “Magical Capitalism”, di Moeran e De Waal Malefyt, che vede il magico delle narrazioni come un potente strumento di valorizzazione del brand delle piattaforme, a inizio anni 2000 i Palantir hanno dato il nome all’omonima azienda.  Palantir Technologies si occupa di analisi dei big data e di piattaforme di gestione dell’intelligenza artificiale. Palantir opera su diverse piattaforme di gestione della AI di cui qui ne segnaliamo tre per capire il tipo di azienda di cui stiamo parlando: Gotham, Foundry e MetaConstellation. Gotham è utilizzata principalmente da  agenzie governative, forze dell’ordine e intelligence ed è progettata per integrare, gestire, proteggere e analizzare enormi quantità di dati eterogenei provenienti da diverse fonti (come database, fogli di calcolo, e-mail, immagini, dati geospaziali). Permette agli utenti di identificare schemi, collegamenti nascosti e trend all’interno dei dati, facilitando indagini complesse e l’analisi di intelligence i suoi casi tipici di uso sono contrasto alla Jihad, prevenzione di frodi finanziarie, cybersecurity, gestione di emergenze e catastrofi naturali, intelligence militare. Foundry è  utilizzata da imprese commerciali e organizzazioni di vario tipo, in diversi settori (finanza, sanità, produzione, logistica, ecc.) . Si tratta di una piattaforma più versatile, progettata per aiutare le organizzazioni a integrare dati da diverse fonti, trasformarli, analizzarli e costruire applicazioni operative basate su di essi. Permette di creare un “digital twin” dell’organizzazione, facilitando l’ottimizzazione dei processi, la presa di decisioni basate sui dati e l’innovazione. Ha come  uso principale la ottimizzazione della supply chain, gestione del rischio, manutenzione predittiva, ricerca e sviluppo, customer relationship management, compliance. In breve, si tratta di una potente piattaforma per la gestione e l’analisi di dati aziendali, per migliorare l’efficienza e la presa di decisioni. Altra piattaforma rilevante per le attività di difesa che è importante menzionare, anche se è più recente ma in grande fase di espansione è MetaConstellation. Mentre Gotham è stata tradizionalmente la piattaforma principale di Palantir per il settore della difesa, focalizzata sull’integrazione e l’analisi di dati, MetaConstellation rappresenta un’evoluzione significativa, soprattutto nel contesto dell’AI e della guerra moderna basata sui dati. Ecco le caratteristiche principali di MetaConstellation: -Focus: Gestione e orchestrazione di sistemi autonomi e basati su AI a livello edge (cioè direttamente sul campo), con particolare attenzione ai dati provenienti da sensori, soprattutto satellitari. -Funzionalità: MetaConstellation permette di collegare diversi sistemi di sensori (come satelliti, droni, e altri sistemi di sorveglianza) e di gestire il flusso di dati verso sistemi di intelligenza artificiale per l’analisi e l’azione rapida. L’obiettivo è di fornire una consapevolezza situazionale in tempo reale e di automatizzare compiti come l’individuazione di bersagli e la risposta alle minacce. -Importanza strategica: In un contesto di guerra moderna, dove la velocità di decisione e l’automazione sono cruciali, MetaConstellation mira a fornire un vantaggio informativo significativo, permettendo di agire più velocemente e con maggiore precisione. -Relazione con Gotham e Foundry: MetaConstellation non sostituisce Gotham o Foundry, ma si integra con essi. I dati elaborati da MetaConstellation possono essere ulteriormente analizzati in Gotham per l’intelligence di lungo termine, mentre Foundry può essere utilizzato per gestire gli aspetti logistici e operativi delle missioni di difesa. In sostanza, MetaConstellation è la risposta di Palantir alla crescente necessità, sul campo di battaglia, frutto delle rivoluzioni della guerra sul terreno, di: -Edge AI: Elaborazione dei dati direttamente sul campo per una reattività immediata. -Sensor Fusion: Integrazione di dati da una moltitudine di sensori, in particolare quelli spaziali. -Automazione: Delega di compiti di analisi e, potenzialmente, di azione a sistemi AI. In conclusione, sebbene Gotham rimanga una piattaforma chiave per il settore della difesa, MetaConstellation rappresenta l’avanguardia dell’approccio di Palantir alla guerra basata sui dati, puntando sull’intelligenza artificiale, l’edge computing e l’integrazione dei dati da sensori per fornire un vantaggio strategico sul campo. È un settore in rapida evoluzione, e Palantir sta investendo significativamente nello sviluppo di queste capacità. Le piattaforme di Palantir sono considerate all’avanguardia -sia per la guerra che per la sorveglianza e il management (facendo dialogare questi settori)- per diversi motivi, che riguardano sia la loro tecnologia sia il loro impatto operativo in settori critici. Ecco, in sintesi, i principali punti di forza: 1. Integrazione di Dati Eterogenei: * Superamento dei silos di dati: Palantir eccelle nell’integrare dati provenienti da fonti disparate e formati diversi (database, fogli di calcolo, email, immagini, video, sensori, etc.), cosa che la maggior parte dei concorrenti fatica a fare. Questo crea una visione olistica e unificata delle informazioni, fondamentale per analisi complesse. * Tecnologia proprietaria di “data fusion”: Palantir ha sviluppato tecnologie avanzate per collegare e armonizzare dati, anche in assenza di identificatori comuni, creando una “base di conoscenza” coesa. 2. Analisi Avanzata e Intelligenza Artificiale: * Potenti strumenti di analisi: Le piattaforme offrono strumenti di visualizzazione, scoperta di pattern, modellazione predittiva e analisi geospaziale, che vanno ben oltre le capacità delle tradizionali soluzioni di business intelligence. * Integrazione di AI e Machine Learning: Palantir integra algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale per automatizzare l’analisi, identificare anomalie, prevedere eventi futuri e supportare il processo decisionale. * MetaConstellation e l’AI a livello edge: Con MetaConstellation, Palantir spinge l’AI verso l’edge, permettendo l’analisi in tempo reale di dati provenienti da sensori (come i satelliti) e l’automazione di azioni sul campo, un aspetto cruciale per la difesa e altri settori. 3. Sicurezza e Privacy: * Progettazione orientata alla sicurezza: Fin dall’inizio, le piattaforme sono state progettate con un’enfasi sulla sicurezza e il controllo degli accessi ai dati, essenziale per i settori sensibili in cui opera Palantir. * Gestione granulare dei permessi: Offrono capacità avanzate di gestione dei permessi e di audit trail, permettendo di controllare chi accede a quali dati e per quali scopi. * Esperienza nel settore governativo: La lunga collaborazione con agenzie governative e di intelligence ha permesso a Palantir di sviluppare soluzioni che rispondono ai più alti standard di sicurezza. 4. Impatto Operativo e Decisionale: * Miglioramento della consapevolezza situazionale: Fornendo una visione unificata dei dati e strumenti di analisi avanzati, le piattaforme migliorano la comprensione di situazioni complesse e facilitano la presa di decisioni informate. Si tratta di una tema essenziale all’interno come all’esterno delle organizzazioni che usano le piattaforme di Palantir. * Ottimizzazione dei processi: In ambito aziendale, Foundry aiuta a ottimizzare processi, ridurre costi e migliorare l’efficienza operativa, creando un “gemello digitale” dell’organizzazione. * Velocità di reazione: La capacità di analizzare dati in tempo reale, in particolare con MetaConstellation, permette di reagire rapidamente a eventi critici, sia in ambito militare che in altri settori. 5. Innovazione Continua: * Investimenti in R&D: Palantir investe costantemente in ricerca e sviluppo, spingendo i confini dell’analisi di big data e dell’intelligenza artificiale. * Adattamento alle nuove esigenze: Le piattaforme sono in continua evoluzione per rispondere alle emergenti esigenze dei clienti e ai cambiamenti del panorama tecnologico e geopolitico. Tuttavia, è importante ricordare che il mercato delle piattaforme e della AI è in continua evoluzione e la concorrenza sta crescendo. Il mantenimento di questa posizione di leadership, raggiunta con anni di duro lavoro, dipenderà dalla capacità di Palantir di continuare a innovare e adattarsi alle esigenze di un mondo sempre più data-driven.  Se la feroce concorrenza nel settore, e le esigenze stringenti dei committenti che stanno sui mercati o in conflitto (quando non in tutti e due) spingono Palantir a una vera guerra contro i concorrenti -sia commerciale che finanziaria e tecnologica – va detto che è la stessa base materiale di Palantir, i finanziatori, a spingere per questa dimensione di guerra come occasione di crescita e di profitto. Financial Warfare: gli spiriti animali del capitale che finanzia Palantir Le azioni Palantir  tendono ad attrarre un tipo di investitore con un profilo di rischio medio-alto e un orizzonte temporale di lungo termine, interessato a aziende tecnologiche in forte crescita con un potenziale dirompente, ma anche con una certa dose di incertezza e volatilità. Profilo di rischio medio-alto, potenziale dirompente delle aziende finanziate, capacità di stare sui mercati incerti e volatili (sui quali si distruggono fortune ma si può anche predare): l’investitore tipo di Palantir, la sua concreta base materiale, ha la capacità strategica e tattica del soggetto da grande guerra finanziaria, quella che agita in mercati sia nelle fasi di rialzo che di ribasso. Ecco le caratteristiche principali dell’investitore tipo in Palantir: * Orientato alla crescita : Cerca aziende con un alto potenziale di crescita del fatturato e degli utili, anche a scapito della redditività immediata. Palantir, con la sua espansione nel settore commerciale e il suo ruolo in settori critici come la difesa e l’intelligence, si adatta a questo profilo. * Tollerante al rischio: È consapevole che investire in aziende tecnologiche in fase di espansione comporta un rischio maggiore rispetto ad aziende consolidate e con flussi di cassa stabili. La volatilità del prezzo delle azioni Palantir riflette questa realtà. * Interessato all’innovazione: È attratto da aziende che operano in settori all’avanguardia, come l’analisi di big data, l’intelligenza artificiale e il cloud computing. Palantir è considerata un leader in questi ambiti. * Visione di lungo termine: È disposto ad attendere che gli investimenti di Palantir in ricerca e sviluppo e l’espansione della base clienti si traducano in profitti significativi. Non si aspetta un ritorno immediato sull’investimento. * Attento alle tendenze geopolitiche: Capisce l’importanza del ruolo di Palantir nel settore della difesa e dell’intelligence e come le dinamiche geopolitiche possano influenzare la domanda dei suoi prodotti. * Consapevole delle controversie: È a conoscenza delle controversie che circondano Palantir, relative a questioni di privacy, etica e trasparenza, e le valuta nel contesto delle sue decisioni di investimento. In aggiunta, si possono identificare due categorie principali di investitori: * Investitori istituzionali: Fondi comuni di investimento, hedge fund e fondi pensione che investono in Palantir come parte di un portafoglio diversificato, puntando sulla crescita a lungo termine del settore tecnologico. * Investitori individuali: Investitori retail con una forte convinzione nel potenziale di Palantir e disposti a sopportare la volatilità del titolo, spesso attratti dalla natura “dirompente” dell’azienda e dal suo ruolo in settori strategici. In conclusione, l’investitore tipo in Palantir, che ne determina le strategie di comportamento, è un investitore che navigato nella guerra finanziaria, che non teme gli effetti collaterali di questa strategia, orientato alla crescita, tollerante al rischio, con una visione di lungo termine e un interesse per l’innovazione tecnologica e le sue capacità distruttive (degli assetti di mercato e sul campo), consapevole delle potenzialità ma anche delle controversie che circondano l’azienda. Quando Palantir si agita lo fa quindi spinto dalla base materiale dei suoi investitori, che richiede guerra e innovazione, oltre che dal mercato e dalle proprie strategie. Ma quali sono le sue strategie? Le 18 tesi di Palantir aprono la guerra civile nella difesa americana Come si prepara una rivoluzione o una guerra? Con tesi rese pubbliche che dichiarano come lo scontro sia necessario e giusto in vista di un cambiamento radicale di situazione. Il 31 ottobre 2024, prima che Trump vinca le elezioni, Palantir, già vicina all’attuale presidente americano,  pubblica le 18 tesi per la “Defense Reformation” . A prima vista, nonostante le analisi puntuali sullo stato delle forniture e del metodo di produzione nella difesa americana,  sembra un manifesto elettorale prima che una analisi strategica o un prospetto utile per far piacere agli investitori. Dopo l’elezione di Trump si capisce che Palantir, la controversa azienda di software fondata da Peter Thiel, con le sue “18 Tesi sulla Difesa” non ha solo lanciato una provocazione, ma una vera e propria dichiarazione di guerra all’establishment militare americano. Dietro questa mossa aggressiva si intravede la pressione del capitale di rischio, che ha investito massicciamente in Palantir e ora esige ritorni. Le Tesi, infatti, non sono solo un atto d’accusa contro l’inefficienza e l’obsolescenza del complesso militare-industriale americano, in linea con le accuse di Trump, ma anche un manifesto politico-economico, e di scenario per gli investimenti finanziari, per le soluzioni tecnologiche di Palantir, presentate come l’innovazione killer per processi e prodotti che riguardano il mondo della difesa. L’azienda promette non solo di essere innovativa ma di portare tutta la difesa in un nuova nuova dimensione : radicalizzazione del ruolo degli algoritmi di intelligenza artificiale in grado di analizzare enormi quantità di dati, della previsione delle mosse del nemico, della ottimizzazione delle operazioni militari e la garanzia della superiorità strategica sulla Cina. Un’offerta quindi politica, economica e tecnologica assieme, sulla spinta di una finanza aggressiva e disruptive, per un Pentagono sempre più affamato di tecnologie innovative,  e di certezze sulla superiorità strategica nei confronti della Cina, ma che nasconde insidie inquietanti. Il Financial Times ha infatti rivelato l’esistenza di un’alleanza tra Palantir, Anduril Industries (specializzata in droni e sistemi autonomi) e SpaceX di Elon Musk, con l’obiettivo di creare un nuovo polo di potere e di contractor nel settore della difesa. Se questa “triade tecnologica” dovesse prevalere, non solo lo scenario tecnologico ma anche lo scenario geopolitico potrebbe cambiare radicalmente. In questo modo Gotham, Foundry e MetaConstellation non solo radicalizzerebbero il loro ruolo nella difesa americana, cambiandola anche brutalmente al suo interno, ma rappresenterebbero, sotto la spinta del capitale finanziario sottostante, il soggetto forte delle mutazioni geopolitiche in atto. Immaginiamo un conflitto futuro, ad esempio nel Mar Cinese Meridionale o in Medio Oriente. Lo spot di Palantir è questo about:blankFai clic per accettare i cookie marketing e abilitare questo contenuto Ma poi c’è la realtà: con il metodo Palantir al comando, la guerra diventa, radicalizzando le tendenze attuali, un’operazione prevalentemente guidata da algoritmi. Droni armati, sistemi di sorveglianza pervasivi e intelligenza artificiale prenderebbero decisioni autonome, con un intervento umano sempre più marginale. Il rischio di escalation incontrollata, di decisioni prese dalla AI che saltano la catena di comando e la politica, e di errori fatali aumenterebbe esponenzialmente. Inoltre, l’enorme quantità di dati raccolti da Palantir, e assieme algoritmi prodotti, potrebbe essere utilizzata per scopi di controllo sociale, con conseguenze preoccupanti per la privacy e le libertà individuali. Perché Palantir non è solo guerra o logistica ma è anche controllo, predictive policing e tende ad esportare, ben oltre gli Usa, i propri prodotti.  Visto anche che l’analisi dei dati e la profilazione degli utenti, col metodo utilizzato negli scenari di guerra, possono essere utilizzate per manipolare l’opinione pubblica, diffondendo globalmente propaganda mirata, disinformazione e fake news è evidente che l’esito della guerra civile nella difesa americana -tecnologica, finanziaria, politica assieme- è destinato ad avere conseguenze globali non solo su guerra e controllo sociale ma anche nel mondo della comunicazione. La guerra civile nella difesa americana è appena iniziata. Da un lato, i colossi tradizionali come Lockheed Martin e Boeing, dall’altro, la “Silicon Valley della guerra” rappresentata da Palantir e i suoi alleati. In gioco non c’è solo il controllo di un mercato multimiliardario, ma il futuro stesso della guerra e delle società per come le conosciamo. E questo senza entrare nella riposta cinese a questi processi che, comunque vada, influirà in questo genere di guerra civile. Il capitalismo delle piattaforme per come era stato pensato negli anni ’10 è profondamente mutato. Non solo per l’evoluzione generativa della AI ma anche per il tentativo delle piattaforme di guerra di stabilire l’egemonia su questo genere di capitalismo. Palantir rappresenta, sempre rispetto agli anni ’10, una novità nell’integrazione tra guerra finanziaria e guerra sul campo già evidente il quel periodo.  Una novità sinistramente magica se vediamo i progressi fatti nel settore AI in pochi anni e il nome dato ad una azienda che, comunque vada, si sta facendo notare.
January 15, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
Cessate il fuoco(?) su Gaza
Imminente l’accordo di cessate il fuoco su Gaza e di scambio di prigionieri – con la mediazione di Usa, Qatar, Egitto – che dovrebbe prevedere nei primi 42 giorni il rilascio di una parte degli ostaggi e la liberazione di prigionieri politici palestinesi, mentre Israele terrà il controllo del corridoio Filadelfia tra Gaza ed Egitto e inizierà a ritirarsi dal corridoio Netzarim. Un milione di palestinesi sfollati dal nord potranno rientrare, sotto la supervisione di una forza terza (Egitto e Qatar?) e dai valichi di terra potranno arrivare 600 camion di aiuti al giorno. In seguito, sarà negoziato il rilascio dei restanti ostaggi (a cui è legato il ritiro definitivo delle truppe israeliane) e la liberazione non si sa ancora di quanti prigionieri palestinesi. La ricostruzione di Gaza e di tutte le aree distrutte negli ultimi 400 giorni di attacco. Insomma, sul tavolo c’è una tregua di sei settimane quasi del tutto identica a quella di maggio scorso, ma nel frattempo i civili palestinesi hanno continuato a essere uccisi. Nel frattempo continuano i bombardamenti israeliani e nella città di ieri sono stati uccisi sei ragazzi giovanissimi da un drone a Jenin, che vive una situazione molto difficile. Per quel che riguarda la Cisgiordania, alle conseguenze delle politiche economiche praticate da Israele, come la chiusura dei valichi e i ritiri dei permessi di lavoro a decine di migliaia di palestinesi, si aggiungono quelle della distruzione materiale di moltissime case e servizi commerciali. Abbiamo provato a fare il punto della situazione al telefono con Michele Giorgio, corrispondente pagine esteri del Manifesto: da Radio Blackout
January 15, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
Ciao Franco! Un ricordo di Claudio Dionesalvi
Lunedì notte se n’è andato Franco Piperno. Calabrese, militante, dirigente politico dell’autonomia, fondatore di Potere Operaio, esule, docente di fisica e amante tanto di ciò che si muove in terra quanto di quel che resta fisso in cielo. In diretta con il compagno Claudio Dionesalvi – un ricordo e qualche considerazione, alla luce della idee di Franco, su sapere, violenza, scienza. da Radio Blackout
January 15, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
«Vogliamo uno spazio largo contro l’idea di governo delle città che ha la destra»
Ripubblichiamo questa intervista fatta ai compagni e alle compagne di Quarticciolo Ribelle in vista dell’assemblea cittadina che si terrà sabato 18 gennaio. Articolo di Riccardo Carraro originariamente apparso su Dinamopress Con un decreto legge natalizio il governo vuole imporre la gestione poliziesca in sei periferie del Paese, tra cui il Quarticciolo, sulla scia del modello Caivano. Abbiamo intervistato Quarticciolo Ribelle che promette battaglia contro l’ennesima politica securitaria, chiamando una assemblea pubblica per sabato 18 gennaio. Il modello Caivano, introdotto dal governo Meloni, propone un intervento nelle periferie italiane attraverso misure che includono sgomberi, militarizzazione e l’intensificazione della presenza della polizia, nell’ambito di un piano che si presenta come un tentativo di affrontare l’“emergenza sociale”, ma non contempla nessun tipo di intervento strutturale. Questo approccio, già applicato in altre zone, si concentra su soluzioni superficiali e punitive, ignorando le reali esigenze sociali ed economiche della popolazione. Il quartiere romano del Quarticciolo è uno dei territori nei quali il governo vuole replicare questo modello. A partire da questi temi abbiamo intervistato le attiviste e gli attivisti di Quarticciolo Ribelle. Nel vostro comunicato dite di rifiutare il modello Caivano. Ci puoi spiegare in cosa consiste quel modello? Consiste in una gestione dei problemi delle periferie urbane con un approccio securitario e poliziesco, tramite l’utilizzo di legislazioni d’emergenza e commissariamento. Un intervento spot, utile alla campagna elettorale perenne delle destre di governo e allo spreco di risorse pubbliche. Si contrasta il «disagio giovanile», come si legge nel decreto Caivano, rendendo più semplici e frequenti gli arresti dei ragazzi minorenni: istituendo un Daspo urbano per i ragazzi, arrestando i genitori dei ragazzi che non frequentano la scuola, dando misure cautelari e carcere ai minorenni sopra i 14 anni.  Dall’approvazione del primo DL Caivano, a settembre del 2023, c’è stato un aumento considerevole della presenza dei minori negli IPM così come riporta il rapporto di Antigone. A Caivano si è ristrutturato uno spazio dedicato alle attività sportive, ma anche questo lo si dà in gestione alle forze dell’ordine. Sono state sfrattate 36 famiglie a seguito del decreto, lasciandole in mezzo a una strada senza soluzioni alternative. Sarebbe stato il caso di avviare percorsi nelle scuole di educazione sessuale e affettiva e percorsi contro la violenza di genere potenziando i Cav.  In questi decreti, inoltre, si parla tanto di «contrasto alla povertà educativa», tuttavia a Quarticciolo, dove è stato esteso il decreto, l’unica scuola del territorio è stata colpita dal ridimensionamento scolastico dallo stesso governo che approva questo DL. Inoltre, non si dà protagonismo agli abitanti, ma si sceglie di calare dall’alto gli interventi. Dalla questione abitativa, al taglio dei servizi e del welfare, alla disoccupazione, nelle periferie manca un intervento strutturale della politica, a fronte di almeno 20 anni di abbandono di questi territori da parte delle istituzioni. Siamo felici di avere notizia che finalmente si investe sulle periferie, ma crediamo che questo modello Caivano vada nella direzione opposta di quello che territori come Quarticciolo e Caivano avrebbero bisogno. Perché il quartiere rischia di essere oggetto di una operazione poliziesco-securitaria simile a quella avvenuta contro il quartiere della periferia napoletana? A fine dicembre il governo ha esteso il DL Caivano a sei fra quartieri e piccoli comuni da nord a sud. A Roma è stato individuato il Quarticciolo. Vivere in borgata non è mai stato una passeggiata. Sono territori nati ai margini della città, dove da sempre si è dovuto lottare per ottenere i servizi e i diritti essenziali. Dall’emergenza Covid a oggi la situazione è gradualmente peggiorata anche a causa dell’epidemia di crack. Lo spaccio e il consumo, insieme alla chiusura delle attività commerciali, l’assenza di servizi sanitari ed educativi e l’abbandono sistematico del quartiere con cantieri aperti e mai conclusi e immobili Ater che cadono a pezzi stanno rendendo la situazione sempre più critica. Gli unici presidi esistenti sono quelli costruiti dal basso dagli abitanti, dalla parrocchia e dalla biblioteca e il teatro.  > Questa situazione di disagio viene affrontata con operazioni di polizia “ad > alto impatto”, che appena escono di scena lasciano la situazione come era > prima, o anche peggio andando a sfrattare famiglie in difficoltà e a chiudere > attività del quartiere per la minima irregolarità. Quotidianamente il nostro quartiere è il palcoscenico prescelto dal Brumotti e dal Don Coluccia di turno che non fanno che banalizzare i problemi della borgata a loro uso e consumo. A livello mediatico contribuiscono ad amplificare la narrazione secondo la quale l’unico intervento possibile è con il pugno duro e con le forze dell’ordine, producendo uno stigma sempre più profondo ai danni di chi vive a Quarticciolo. Proprio Don Coluccia ha iniziato una campagna mediatica contro l’ex-Questura, stabile che 25 anni fa è stato sottratto all’abbandono da 40 famiglie che hanno trovato casa al suo interno e che oggi ospita il Doposcuola di quartiere. Oggi sgomberare l’ex-Questura e chiudere il Doposcuola vorrebbe dire andare ad attaccare uno degli spazi del quartiere che ha permesso di organizzare attività di contrasto concreto e quotidiano ai problemi che vivono gli abitanti e, allo stesso tempo, un presidio di resistenza all’abbandono del quartiere e di contrasto alla vendita di crack. Foto Daniele Napolitano Come sta comportandosi il Campidoglio e come immaginate reagirà alle azioni del governo? Le dichiarazioni che stiamo leggendo in questi giorni, che fanno in parte eco al comunicato che come Quarticciolo Ribelle abbiamo pubblicato, sono abbastanza positive. Dopo un iniziale silenzio da parte dell’amministrazione capitolina, sembrerebbe che il Comune non voglia restare in silenzio mentre viene commissariato dall’amministrazione di un quartiere della città. Certo non c’è stata una reazione immediata e non ne capiamo la ragione, mentre tutti i Sindaci degli altri comuni si sono espressi immediatamente. Infatti, le dichiarazioni non bastano, vogliamo garanzie. Abbiamo chiesto un incontro al sindaco Gualtieri e all’assessore Zevi rispetto allo stabile dell’ex-Questura. L’assessore Onorato aveva annunciato un anno fa l’impegno per la riapertura della piscina comunale di via Trani, ma per ora non si vedono passi in avanti sul progetto. Infine, c’è il campo di calcio comunale, per il quale si è aperto un tavolo con il municipio per l’assegnazione e la gestione da parte del Borgata Gordiani, squadra di calcio popolare del territorio. Su questi progetti crediamo che il Comune debba fare passi in avanti al più presto. Le lotte del Comitato di quartiere hanno imposto, prima del DL Emergenze, la costruzione di un tavolo interistituzionale in cui si chiedeva a tutte le istituzioni competenti su Quarticciolo – Municipio, Comune, Regione e ATER – insieme alle realtà sociali del quartiere di collaborare in sinergia per l’applicazione del piano di quartiere elaborato dal basso dagli abitanti. Questo è il momento per dare seguito a queste intenzioni, perché su Quarticciolo devono decidere gli abitanti della borgata, e non un commissario scavalcando anche le amministrazioni locali. Nel vostro appello fate riferimento a mire specifiche che Fratelli d’Italia avrebbe nei confronti del Quarticciolo. Ci potete spiegare cosa si sta muovendo in tal senso? Fratelli d’Italia sta portando avanti, già da tempo, la campagna elettorale per le prossime elezioni comunali. Il tema della sicurezza e delle periferie è una delle questioni che ha individuato come centrali per cercare di conquistare il Campidoglio. Crediamo però che la vita degli abitanti dei quartieri popolari, già trattati come cittadini di serie B, non è una merce di scambio per le mire di potere della destra di governo.   Inoltre, il decreto Caivano bis ha stanziato ben 180 milioni di euro. La gestione passa per aziende partecipate come Invitalia, Protezione civile e Sport e salute e per l’utilizzo massiccio delle forze dell’ordine. Quando parliamo di una mangiatoia per FdI facciamo riferimento alla possibilità che i fondi pubblici possano essere gestiti in maniera clientelare, come spesso succede in questi quartieri, spartendo le risorse tra la filiera politica di FdI sul territorio. Abbiamo visto in passato con eventi tragici come terremoti, alluvioni e altre emergenze dovute a calamità naturali come dispositivi e leggi di emergenza, da un lato, vengono utilizzati senza andare alla radice del problema ma agendo quando il danno è stato già procurato. Dall’altro sono un vero e proprio spreco di soldi pubblici. Pensiamo ai cantieri dell’Aquila e alle altre zone terremotate. Oppure alle recenti alluvioni. Inoltre, la legislazione di emergenza interviene per sospendere gli ordinari iter legislativi che – abbiamo visto in paesi come la Francia – vengono utilizzati per imporre misure senza consenso.   > Questa è la politica delle destre: agire rispondendo a fatti di cronaca, > applicare politiche punitive, distribuire soldi pubblici. Non ci sembra questa > grande differenza con governi passati. Berlusconi in questo senso ha fatto > scuola. Si devono applicare, invece, delle politiche strutturali che vadano ad agire sulla dispersione scolastica, sul contrasto al lavoro povero, sull’ampliamento di servizi sanitari territoriali (il Consultorio presente nel quartiere non ha sufficiente organico per consentirne l’apertura quotidiana) sul sostegno al reddito delle famiglie e dei singoli e delle singole ma si interviene per punire soprattutto chi con la criminalità non c’entra niente: stigmatizzando le condotte e sanzionando quei comportamenti che consentono alle persone di sopravvivere come le occupazioni abitative. Nel mirino di Fdi ci sono soprattutto i giovani e i giovani di seconda generazione. È a loro che pensiamo preoccupati quando realizziamo che tra i possibili “stakeholder” di Fdi ci siano anche le forze dell’ordine che nei nostri quartieri sono capaci di mettere in campo comportamenti come quelli che hanno portato all’omicidio di Ramy, solo per citare l’ultimo. Brucia ancora la ferita lasciata da Stefano Cucchi, Ugo Russo, Davide Bifolco e tutti quelli caduti per mano della polizia. Quali sono le vostre proposte oggi per il futuro di un quartiere fortemente marginalizzato dalle istituzioni? Il nostro piano dal basso ha come obiettivo una trasformazione radicale del quartiere e prevede diversi interventi e stanziamento di risorse. Il piano include la riapertura della piscina comunale, il completamento della sanatoria Ater ancora in stallo dal 2020, il completamento dell’asilo nido in via Locorotondo, la realizzazione del parchetto Modesto di Veglia, il recupero dell’ex-Questura e la regolarizzazione di chi vi abita, la rigenerazione del campo di calcio di via Prenestina, le manutenzioni straordinarie delle case popolari, il completamento delle palazzine di via Ugento, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la riapertura della Fabbrica del Teatro, il sostegno alle attività commerciali aperte e l’individuazione di un meccanismo che porti all’apertura delle troppe serrande abbandonate.  È una progettualità che ha impegnato l’Università, che in questi anni si è fatta carico di tradurre le necessità del territorio in concrete proposte di policy, interventi dettagliati attraverso l’individuazione degli strumenti normativi e delle coperture finanziarie necessarie. È una progettualità che è stata assunta e rilanciata dall’amministrazione municipale che ha chiesto l’istituzione di una cabina di regia ad hoc con un atto ufficiale dello scorso novembre. È un piano che investe diversi ambiti della vita degli abitanti delle periferie come Quarticciolo per troppo tempo trattati come abitanti di serie B. Riguarda il miglioramento delle condizioni materiali e immateriali della borgata attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici, degli appartamenti Erp, degli edifici abbandonati, dell’ampliamento dei servizi. Il piano è stato costruito attraverso la realizzazione di progetti autonomi negli ambiti della salute, dello sport, della casa, dell’educazione. La palestra, il doposcuola e l’ambulatorio popolare, la micro-stamperia, il birrificio, la comunità energetica, il comitato di quartiere ci hanno consentito, a partire dai bisogni espressi, di costruire un’istanza collettiva consapevole.  > Per questo motivo opponiamo al modello Caivano, che ha un’impronta > esclusivamente punitiva aumentando così la stigmatizzazione delle periferie, > il nostro piano, il nostro modello. Non sarà la punizione e il carcere a > contenere la violenza, la dispersione scolastica, la marginalizzazione ma la > valorizzazione e il riscatto di chi vi abita. Le periferie non possono più essere territori da contenere ma devono essere al centro della politica del paese. Per questo è importante non solo contrastare i provvedimenti a noi nemici ma anche immaginarci un piano da imporre all’agenda politica. Il 18 gennaio avete convocato una assemblea cittadina. Che tipo di mobilitazione e di convergenza immaginate potrà seguirne? La stretta securitaria e l’utilizzo dei disegni di legge per governare questo paese da parte del governo Meloni è sotto gli occhi di tuttə. DL Caivano, Cutro, 1660 e ora Emergenze o Caivano bis. Aumentano le spese belliche, si taglia sul welfare, e l’Italia, oltre a impegnarsi nella guerra fuori dai propri confini, porta avanti un paradigma di guerra interna. Si cerca di dare forza a un approccio poliziesco all’emergenza abitativa, mentre le città diventano sempre più preda della rendita e della turistificazione. Gli affitti salgono per il Giubileo, mentre si instaurano zone rosse nel centro della città per migranti e persone con precedenti. Pensiamo che fermare il commissariamento di Quarticciolo con l’applicazione del modello Caivano sia possibile. Proprio perché questo intervento si prova da applicare in un territorio dove da 10 anni si costruiscono esperienze di partecipazione e lotta dal basso, che hanno costruito un piano per cambiare radicalmente la borgata. Perché in questo territorio il mantra che tentano di far passare che «chi si oppone al governo è con la criminalità organizzata» si scontra con la realtà della partecipazione ai percorsi dal basso. Perché si sente il bisogno di uno spazio largo ma con parole d’ordine chiare contro l’idea che la destra sta portando avanti di governo delle città.  La nostra battaglia non è, quindi, del Quarticciolo la dove ci vogliono confinare ma può essere la battaglia di tutti e tutte coloro che non si riconoscono nel modello Caivano. Può essere la battaglia di tutte le periferie e dell’intera città. Speriamo intanto in una partecipazione larga nei numeri e nella composizione per l’assemblea del 18, quello che ne potrà seguire speriamo di costruirlo tutti e tutte insieme. Foto di Daniele Napolitano
January 15, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
L’escalation di Erdogan contro il Rojava
La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde (YPG), che guidano le Forze democratiche siriane (SDF) a predominanza curda, sono collegate al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), che la Turchia considera un’organizzazione terroristica e una minaccia esistenziale alla sicurezza. La recente escalation di attacchi non sorprende, poiché Ankara probabilmente stava aspettando un’opportunità strategica. Mentre tutti gli occhi erano puntati sulle forze guidate da HTS che spazzavano la Siria con Assad in rovina, l’Esercito nazionale siriano (SNA) sostenuto dalla Turchia ha lanciato un attacco alla Siria settentrionale e orientale (NES), sequestrando Shehba e Manbij alle Forze democratiche siriane (SDF). Ora, la Turchia minaccia un’invasione nella città curda di Kobane. Nel frattempo, l’SNA sta tentando di attraversare il fiume Eufrate e di invadere ulteriormente la Siria nord-orientale, con feroci scontri in corso nella campagna di Manbij. Gli islamisti sono avanzati nei territori amministrati attraverso il confederalismo democratico, impegnandosi in feroci scontri con le SDF e hanno preso il controllo di diverse aree sotto il comando dell’SNA. L’amministrazione autonoma del Rojava opera in un quadro che enfatizza la democrazia diretta, l’uguaglianza di genere e l’inclusività etnica, con politiche che prevedono una rappresentanza equa di uomini e donne nelle posizioni amministrative. Le sue strutture politiche sono progettate per includere la rappresentanza di diverse comunità, tra cui curdi, arabi, assiri e turkmeni. Abbiamo raggiunto telefonicamente Eddi Marcucci, che ha combattuto con le Unità di difesa delle donne (YPJ) in Siria, e le abbiamo chiesto di farci un quadro della situazione in Siria. Qui, l’intervista a Rohilat Afrin, Comandante in capo delle YPJ. da Radio Blackout
January 15, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
Ciao Franco, maestro vero
Franco Piperno ci ha lasciato. Fisico di fama internazionale, intelligenza di rara curiosità, tra i fondatori di Potere Operaio e di Radio Ciroma, con Franco abbiamo un grande debito. Di quelli che si hanno con i maestri. Un termine che non usiamo a caso, perché a dispetto di quanto scritto dai soliti sciacalli anche in questa occasione, ce ne fossero di maestri così. A Franco e al suo ingegno dobbiamo tanto. La sintesi tra teoria e pratica, il continuo interrogarsi sulla società e le sue dinamiche, l’impegno a trasformare radicalmente l’esistente e l’idea di un Meridione diverso, non subalterno ma addirittura protagonista di relazioni sociali completamente diverse. Un sud dove insiste il genius loci, quello spirito pubblico, comunitario, capace di travalicare e rovesciare le istituzioni, che si riproduce quotidianamente nell’autorganizzazione dei luoghi e delle comunità. Per Franco essere comunista, infatti, voleva dire “agire nel luogo dove la sorte ti ha gettato, e rovesciare la sorte in destino”, uscendo da quella subordinazione intellettuale che voleva il mezzogiorno, e i militanti meridionali, ai margini dei processi di trasformazione sociale. E grazie a Franco che abbiamo imparato a farci guidare dalle stelle, ad andare all’assalto del cielo per strappare la gioia al futuro, anche e soprattutto qui, a sud di nessun nord. Le compagne e i compagni autonomi cosentini
January 15, 2025 / InfoAut: Informazione di parte
Palestina: 23 denunce e 17 fogli di via da Brescia per il blocco dell’azienda armiera Leonardo. Denunce di abusi subiti in questura
Si è chiusa con 23 denunce e 17 fogli di vita l’iniziativa di lotta di Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Palestina Libera a Brescia, con il blocco – lunedì 14 gennaio – di Leonardo, azienda armiera italiana controllata al 30% dal Ministero dell’economia e finanza, coinvolta nella vendita di armi in mezzo mondo, compreso Israele, da 15 mesi impegnato nel genocidio del popolo palestinese. da Radio Onda D’Urto Nel tardo pomeriggio di lunedì 14 gennaio, rilasciate – dopo 7 ore in Questura – le persone fermate in mattinata. Su Radio Onda d’Urto l’avvocato Gilberto Pagani, legale di attiviste-i per la giustizia climatica e sociale.  Dopo la liberazione di tutte le persone fermate, le realtà coinvolte hanno denunciato con una nota stampa il trattamento ricevuto, in particolare dalle attiviste: “si è appreso che molte delle persone identificate come donne sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato alle persone di sesso maschile”. La denuncia di un’attivista.  Su questa vicenda il parlamentare e vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Claudio Grimaldi, ha presentato un interrogazione al ministro dell’interno Piantedosi. Il comunicato di Extinction Rebellion: “BRESCIA: ABUSI IN QUESTURA. 23 PERSONE DENUNCIATE, ALCUNE ESPULSE DALLA CITTA’ E DONNE COSTRETTE SPOGLIARSI PER LA PERQUISIZIONE Dopo oltre 7 ore di fermo in Questura, sono state rilasciate le 23 persone di Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione che erano state fermate dopo la manifestazione alla Leonardo spa di Brescia. Tutte le persone sono state denunciate per “radunata sediziosa” (art 655 cp) per la sola partecipazione ad una manifestazione nonviolenta di dissenso, “accensioni ed esplosioni pericolose” (art. 703 cp) per aver acceso un fumogeno, per “imbrattamento” (art. 639 cp) per aver scritto Palestina Libera su un muro, e per “concorso morale” (art. 112 cp) per essere stati semplicemente presenti. Alcuni di loro sono stati denunciati anche per “manifestazione non preavvisata” (art. 18 TULPS) perché hanno mediato con le forze dell’ordine per evitare tensioni e sono state arbitrariamente definite “promotrici della manifestazione”. Altri, invece, sono stati espulsi da Brescia con dei fogli di via obbligatori, una misura di prevenzione del codice antimafia. Nonostante si trattasse di una manifestazione completamente pacifica e tutti i partecipanti avessero fornito i propri documenti identificativi, le forze dell’ordine hanno deciso comunque di condurre le persone in Questura e trattenerle in stato di fermo, in contrasto con quanto previsto dall’articolo 349 del codice di procedura penale. Tale articolo stabilisce che il trasferimento negli uffici di polizia può avvenire solo nel caso in cui non sia possibile identificare le persone sul posto. Il trasferimento in Questura è stato giustificato nel verbale facendo riferimento ai reati di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337), oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341-bis) e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale (art. 651), nonostante fossero stati forniti tutti i documenti (come si può sentire nel video in allegato) e nessuno avesse opposto resistenza. Inoltre, si è appreso che molte delle persone identificate come donne sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato alle persone di sesso maschile. Si conclude cosi una giornata piena di abusi in divisa che apre una nuova ferita nella gestione del pubblico dissenso in questo paese. “Abusi che raccontano, ancora una volta, che contestare le politiche genocide ed ecocide della Leonardo – la principale azienda bellica partecipata dallo stato italiano – non è assolutamente consentito” conclude Extinction Rebellion”.
January 14, 2025 / InfoAut: Informazione di parte