Ugo e gli altri. Un dipinto animato di Blu

NapoliMONiTOR - Tuesday, December 17, 2024

Pubblichiamo oggi un dipinto-animato di Blu, frutto del suo lavoro ai Quartieri Spagnoli di Napoli, in memoria di Ugo Russo e di tutti i ragazzi ammazzati dalla polizia negli ultimi anni. È un modo per noi, come altri, per continuare a raccontare le loro storie. Le musiche sono di Antonio Raia, Sergio Naddei, Walter Forestiere.

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Nella notte tra il 29 febbraio e l’1 marzo del 2020 Ugo Russo, quindicenne dei Quartieri Spagnoli, è stato ucciso da un carabiniere fuori servizio dopo un tentativo di rapina di un Rolex, con una pistola giocattolo. Contro di lui sono stati esplosi quattro colpi di pistola, colpendolo prima al petto e alla spalla e poi alla nuca. Il corpo di Ugo è stato ritrovato a diversi metri dall’auto. Più di tre anni di indagini e perizie sono stati necessari solo per arrivare al rinvio a giudizio del carabiniere (con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato) e all’inizio del processo. Un processo in cui più volte le perizie hanno confermato che Ugo è stato ucciso mentre era ormai ferito e in fuga.

Non è la prima volta che un minorenne viene ucciso a Napoli dalle forze dell’ordine. Come altre volte, le narrazioni diffuse dai media sono state meramente criminalizzanti: gli sforzi di gran parte dei mezzi di informazione si sono concentrati sulla famiglia di Ugo e sul suo quartiere, riproducendo i noti discorsi sull’abitudine all’illegalità diffusa, la responsabilità delle famiglie, la presunta vocazione criminale dei ragazzi e delle ragazze che abitano i quartieri popolari. Una campagna diffamatoria che non ha risparmiato nemmeno il murale realizzato per Ugo in piazza Parrocchiella, non molto lontano da casa sua, accusato di mitizzare il crimine e i criminali. Una campagna che ha contribuito alla scellerata decisione dell’amministrazione comunale di cancellare l’opera sfruttando ambiguamente alcuni provvedimenti giudiziari. L’enorme scritta “Verità e giustizia” sul murale, sotto il volto di Ugo, una rivendicazione chiara e senza ambiguità portata avanti dalla famiglia e da un intero quartiere, è scomparsa nel racconto distorto di un territorio che sarebbe tappezzato di murales dedicati alla camorra e di altarini per giovani criminali. […]

Poche domande sono state sollevate invece sulla dinamica dei fatti di quella notte in cui Ugo è stato ucciso, sulla possibilità che quegli spari siano stati una condanna a morte senza appello, e ancora meno sulle vite dei ragazzi che crescono in questi territori: per molti è stato sufficiente schierarsi acriticamente dalla parte di una legalità e una giustizia del tutto astratte. Parole che risultano vuote se non vengono analizzati il privilegio, da un lato, e l’assenza di diritti, dall’altro. 

Durante questi anni la famiglia di Ugo e il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo non hanno smesso di lottare organizzando presidi, iniziative di approfondimento e dibattiti, manifestazioni, trovando supporto e solidarietà da diversi fronti. […] La giustizia che la famiglia e il comitato rivendicano non si misura semplicemente nel numero di anni di carcere da assegnare – nessuna pena potrà mai restituire Ugo ai suoi affetti – ma significa prima di tutto fare luce su quanto accaduto quella notte, riconoscere che Ugo è stato ucciso e che la sua morte è stata un omicidio. (estratti da: la storia di ugo russo, 9 dicembre 2024)