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Perché no meta XXX
NON RISPETTA LA TUA PRIVACY Il modello di business di Meta, soprattutto con i suoi social media (Facebook, Instagram e Threads), si basa sullo spingerti a pubblicare continuamente. Il risultato è un flusso enorme di dati personali verso Meta. Non stiamo ad elencarli, perché questa pagina lo fa già molto bene (purtroppo ferma al 2019), ma il punto è che è inevitabile che un soggetto che raccoglie tutti questi dati non può che usarli contro lə utenti. Alcuni esempi di cosa vuol dire usare i dati contro di voi: * Tramite profilazione commerciale, aumentano le possibilità di manipolazione (vedi anche la sezione sul rapporto con la democrazia). * La polizia usa le interazioni sui social media di Meta come prova * Persone che hanno abortito vengono accusate usando Facebook come prova * Questa mole di dati viene usata anche per preparare le varie intelligenze artificiali che poi possono essere utilizzate per riconoscimento facciale ma non solo. Queste tecnologie amplificano le disuguaglianze già presenti nella società. Dal 2009, Facebook ha cooperato con la NSA nell'ambito del programma PRISM. Facebook mandava all'NSA tutti i messaggi, a prescindere dalla persona che li scriveva, dal luogo in cui si trovava, e senza nemmeno richiedere che ci fosse un'indagine. Il programma è stato rivelato da Edward Snowden nel 2013. FOMENTA SVOLTE AUTORITARIE E POPULISTE Se pure Meta non produce in prima persona i contenuti che circolano sulle proprie piattaforme può veicolarli attraverso le policy di moderazione degli stessi. Recentemente infatti ha annunciato la chiusura del proprio programma di fact-checking sostituendolo con un sistema basato sui contributi degli utenti, di fatto rimuovendo definizioni chiare e limiti espliciti contro insulti, slur omofobi, razzisti, misogini o xenofobi. Oltre a questo; * L'hate speech contro le persone palestinesi è ampiamente tollerato su Facebook e Instagram. Report di 7amleh mostrano che i contenuti in lingua ebraica sono ricchi di contenuti di odio. Viceversa, Meta adotta una definizione di antisemitismo basata su quella dell'IHRA; questa definizione è stata criticata da molti gruppi ebrei in quanto schiacciata sul sionismo, e impedisce ogni critica di Israele. Questo risulta sia in moderazione esplicita, sia in un forte uso dello shadow ban contro gruppi pro-Palestina. * Dopo la seconda elezione di Trump, Mark Zuckerberg ha annunciato che avrebbe annullato i programmi di Diversità (DEI) interni; avrebbe inoltre tolto la protezione dall'hatespeech alle persone migranti e alle identità di genere. * È ampiamente riconosciuto che le azioni e le inazioni di Facebook hanno contribuito al crescere della violenza contro i Rohyngia in Myanmar. Questa violenza si è poi tramutata in un vero e proprio genocidio. In particolare, Facebook non ha bloccato gli incitamenti alla violenza in base ad una supposta mancanza di moderatori in lingua Burma. Una scusa che conferma l'accusa di uno sguardo coloniale. * Aderendo alla campagna Trump, Meta ha rimosso i contenuti riguardanti le pillole abortive, nascosto nelle ricerche e nelle raccomandazioni i fornitori. Account sospesi e contenuti sono stati poi ripristinati dopo che Meta è stata contattata dal New York Times. * Cambridge Analytica: nel 2018 viene scoperto che una compagnia inglese, Cambridge Analytica appunto, utilizzava grandi quantità di dati personali da Facebook per costruire dei profili dettagliati delle persone. In base a questi profili poteva fare quello che chiamava micro-targeting, ossia dare ad ogni minuscolo segmento elettorale i contenuti che voleva sentirsi dire. In questo modo ha potuto incidere in modo significativo sulla Brexit e sulla prima elezione di Trump. * Meta collabora attivamente al genocidio in Palestina. In particolare, il programma Lavender automatizza l'uccisione di intere famiglie da parte dell'esercito israeliano basandosi sui metadati di Whatsapp. Ad esempio una persona può essere considerata appartenente ad Hamas solo sulla base di avere tra i propri contatti delle persone che Israele ritiene essere di Hamas. NON È EFFICACE COME CREDI È opinione comune che i social di Meta siano indispensabili per rimanere conness3 a persone e gruppi. La realtà è però che Meta ha sviluppato un monopolio dove qualunque aggiornamento, che sia o meno a favore dell'utente, nella politica di WhatsApp ad esempio, debba essere accettato per non rimanere tagliatə fuori. La percezione che per comunicare efficacemente sia necessario essere su queste piattaforme, che per vendere i propri prodotti e servizi sia obbligatorio passare per questi canali è smentita dalla realtà. * L'algoritmo che decide chi vede i tuoi post è opaco: anche se delle persone volessero vedere tutto quello che pubblichi, non c'è modo per loro di farlo, né per te di poterle raggiungere. * Le statistiche di visualizzazione sono un sistema gamificato; questo sistema è sostanzialmente intrattenimento. È facile pensare che un contenuto sia "girato molto" in base a quelle statistiche, ma questo è impossibile da verificare e raramente corrisponde con una ricaduta reale. * È molto facile finire in shadow ban; lo shadow ban è una forma "soft" di censura, in cui i tuoi contenuti non sono bloccati ma vengono mostrati ad un numero limitatissimo di persone. A volte trovare il profilo è difficilissimo: diventa necessario scrivere lo username in maniera esatta, o non funzionerà. Sostanzialmente, i contenuti sono ancora visibili alle persone che già vi conoscono, ma non riuscirete a raggiungere persone nuove. Lo shadow ban, o anche il ban completo, dipendono dalle volontà di Meta ma si identificano in massima parte con la politica USA, con tutto ciò che ne consegue. È UN AMBIENTE TOSSICO Ti è mai capitato di ritrovarti a scrollare senza ricordarti quando hai aperto l'app di Instagram e perché? È diventato l'equivalente dell'aprire il frigorifero per trovare la risposta alla vita l'universo e tutto quanto. Ma mentre il frigorifero dopo qualche secondo torna chiuso, lo scrolling può continuare anche per ore. Questo perché il meccanismo è studiato per creare dipendenza; la percezione è quella di comunicare e far parte di un comunità mentre nella realtà è una pratica alienante e iperindividualizzante, che fa perno sulle emozioni più viscerali. * Instagram privilegia una forma di comunicazione meno analitica e più emotiva - quindi più incline ai populismi. * Ti tiene dentro perché crea dipendenza. I meccanismi che usa per farlo sono analoghi a quelli usati dall'industria del gioco d'azzardo. Sono basati sul meccanismo della ricompensa che induce la produzione di Dopamina, la molecola che regola le sensazioni di piacere, motivazione e dipendenza. * Espone a pubblicità mirata; questa forma di pubblicità - che Meta chiama "personalizzata", ha maggiori capacità di influenzarti. Questo non riguarda solamente gli acquisti ma anche, come ci dimostra il caso Cambridge Analytica, le tue convinzioni politiche. * I contenuti carichi di rabbia e di insulti sono favoriti. Infatti queste interazioni sono economicamente vantaggiose per Meta. Alcuni modi in cui sono favoriti: * le "discussioni" hanno strumenti estremamente limitati per capirsi a vicenda * vengono enfatizzati aspetti performativi come i like; o la semplificazione delle opinioni con le "reaction" * È un ambiente ostile alle persone con difficoltà psicologiche. Spingere le persone all'autolesionismo è una pratica economicamente conveniente per Instagram.
Boicotta Meta!
Meta collabora al genocidio * Fornisce dati al sistema di sterminio automatizzato "Lavender" * La sua dirigenza ha forti legami con l'esercito israeliano * Censura le voci contro il genocidio * Finanzia e supporta la propaganda e la disinformazione sioniste * Ha già collaborato al genocidio del popolo rohingya in Myanmar nel 2017 Se i nostri dati vengono trasformati in armi BOICOTTIAMO META Se usi Instagram o Facebook, probabilmente è perché tante altre persone sono lì. Rompiamo il circolo vizioso della massa critica! Disertiamo le piattaforme di Meta Campagna BDS No tech for oppression apartheid or genocide Flyer per la stampa
UN DOS TRES: passo passo oltre le Big Tech
Probabilmente avete già visto questa foto. Qualunque cosa pensiate del passato di queste persone, delle aziende che hanno dietro, dei prodotti che creano e dei loro allineamenti politici pensiamo che sul presente non ci sia tanto da discutere: sono un gruppo di miliardari della destra ultraliberista che usa i prodotti che controlla per promuovere la propria agenda politica. Questo, purtroppo, ci riguarda direttamente: le persone che decidono di usare i social media commerciali per mettersi in contatto con le realtà di movimento vengono esposte alla disinformazione e alla violenza fasciste; le nostre mobilitazioni in solidarietà con la Palestina sono catturate all'interno di un sistema che collabora attivamente con il genocidio in corso. Questo è spesso visto come il contraltare di una "grande capacità di comunicazione". Peccato che non sia vero: il meccanismo dei social, tra le altre cose, non permette di raggiungere persone che non siano già nella tua cerchia di relazioni. Per poter invertire la tendenza, è necessario capire come ci troviamo qui. Uno dei meccanisi significativi è sicuramente quello della massa critica: i social media commerciali ci sono apparsi come l'unico luogo possibile in cui fare comunicazione digitale. Se tuttə sono lì, ci sto anche io... è un circolo vizioso. Spezzarlo è possibile: possiamo fare in modo che non sia necessario, per le persone interessate ai nostri contenuti, usare i social media commerciali. Pubblichiamo le nostre iniziative, le nostre riflessioni, ciò che di importante abbiamo da comunicare sul Web, se vogliamo che siano davvero accessibili. Il Web non è un mondo perfetto, ma offre margini di autonomia enormemente più alti: sui nostri siti possiamo offrire i contenuti che vogliamo e sapere che non verranno censurati, che potranno essere ricercati in futuro, che saranno accessibili a chiunque. Parlare è facile, lo sappiamo, e la realtà spesso complicata: sui social media commerciali si è stratificato molto, ed è difficile cambiare; le conoscenze riguardo all'uso di strumenti appropriati si sono via via ridotte. Come AvANa vogliamo dare quindi la disponibilità alle realtà di movimento romane ad un supporto pratico. Se avete deciso che volete portare i vostri contenuti in spazi liberi dalla manipolazione, scriveteci un'email ad avana-prog-forte@autistici.org, così ci possiamo organizzare per vederci un pomeriggio e mettere in piedi quel che serve. Promettiamo che non serve una laurea in ingegneria, ma solo un po' di voglia di conoscere e imparare. > "incominciando a gustare un po’ di libertà si finisce col volerla tutta" avana-prog-forte@autistici.org
Case Popolari e Data Activism: 3 giorni di Workshop al Quarticciolo
3 giorni di Workshop al Quarticciolo dal 20 al 22 settembre Un weekend per sperimentare insieme l’utilizzo dei dati per l’attivismo nei quartieri di case popolari: dove trovare e come utilizzare dati pubblici, come raccogliere dati dal basso e come diffonderli, quali strumenti utilizzare per rafforzare lo scambio tra attivismo e ricerca nei quartieri di edilizia residenziale pubblica. PROGRAMMA VENERDÌ 20 ore 18.30 – Tavola Rotonda Case Popolari, una questione (anche) di dati con OpenPolis, Enrico Puccini - Osservatorio Casa Roma, Costanza Alfieri – UNIPI/UNIVAQ, Barbara/Filippo – Università la Sapienza di Roma SABATO 21 ore 10.00 – I dati che mancano Strumenti per la rilevazione dello stato manutentivo degli alloggi ERP e dell’utilizzo del patrimonio extra residenziale – a cura del collettivo Avana con laboratorio di Quartiere Quarticciolo e Comitato Mammuth ore 14.00 – I dati disponibili Utilizzare i censimenti ISTAT per analizzare le condizioni socio anagrafiche dei quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica DOMENICA 22 ore 10.00 – Raccogliere i dati Sperimentazione del tool di rilevazione dal basso rilevazione dello stato manutentivo degli alloggi ERP e dell’utilizzo del patrimonio extra residenziale ore 14.00 – Visualizzare i dati Strumenti per la visualizzazione dei dati raccolti – a cura di Eleonora Cappuccio UNIPI/CNR Per info e iscrizioni: asd.quarticciolo@gmail.com – il workshop si terrà a via Manfredonia, 23 nella sede della microstamperia APS
Presentazione di "Tecnologie conviviali"
Le macchine digitali con cui conviviamo dicono molto del modo in cui trattiamo noi stessi e il mondo, mettendoci di fronte alle nostre contraddizioni. Il libro di Carlo Milani, "Tecnologie Conviviali" propone scenari inediti in cui possiamo non solo immaginare ma anche costruire concretamente relazioni diverse, prive delle gigantesche asimmetrie di potere che connotano oggi il rapporto tra umani e macchine. In questo radicale ripensamento del nostro rapporto con la tecnologia, che non a caso riecheggia le tesi di Ivan Illich, adeguandole però al mondo digitale, Milani ci invita a instaurare una diversa relazione con quegli «esseri tecnici» – elettrodomestici, computer, robot industriali… – che ormai vivono con noi, rendendoci apparentemente sempre più potenti (e di fatto sempre più subordinati). E lo fa puntando l'attenzione su quelle gerarchie oppressive, tipiche delle nostre società, che si replicano anche nelle relazioni fra umani e macchine, producendo una tecnoburocrazia che intende comandare e governare le macchine proprio come comanda e governa gli umani. Eppure, ci dice Milani, un'altra evoluzione è ancora possibile. Se infatti l'attuale sistema tecnoburocratico poggia su scelte quotidiane di delega, sottomissione e conformismo, l'attitudine hacker rappresenta lo sguardo curioso di chi è alla ricerca di un uso conviviale delle macchine. Un approccio capace di riconfigurare la nostra visione tecnosociale, affrancandola dal rapporto comando/obbedienza proprio dell'immaginario gerarchico. Carlo Milani è saggista, traduttore e ricercatore associato presso l'ERTIM-INALCO di Parigi. Insegna Genealogia delle fonti digitali in vari licei e università tra Parigi, St. Gallen, Roma, Bologna, Parma e Bergamo, ed è membro del gruppo C.I.R.C.E. (circex.org), per il quale tiene conferenze e corsi di formazione basati sulla pedagogia hacker. All'attività editoriale, di insegnamento e di ricerca affianca quella di informatico con alekos.net. Fino al 2018 ha pubblicato saggi sulla Rete e le tecnologie digitali sotto l'eteronimo collettivo di Ippolita, in particolare: Open non è free (Elèuthera, 2005), Luci e ombre di Google (Feltrinelli, 2007), Nell'acquario di Facebook, l'irresistibile ascesa dell'anarcocapitalismo (Ledizioni, 2012), La rete è libera e democratica… Falso! (Laterza, 2014), Tecnologie del dominio (Meltemi, 2017).
Presentazione di "On not dying: secular immortality in the age of technoscience"
Presentazione del libro "On Not Dying: Secular Immortality in the Age of Technoscience" con l'autore Abou Farman. Il libro è un etnografia sulle ricerche sull'immortalita', l'estensione della vita biologica, l'uploading/informatizzazione della coscienza con molte figure della scena capitalistica della Silicon Valley coinvolte. Oltre a offrire una immersione all'interno di comunità, venture capitalists, conferenzieri e ricercatori, l'autore riflette anche sull'immaginario immortalista della crionica, dei transumanisti, neuroscienziati, ingegneri informatici e in parte delle intelligenze artificiali.
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IN BREVE Avana è un hacklab. Ci vediamo ogni mercoledì al CSOA forte prenestino: la prima stanzetta sulla sinistra, dalle ore 19 molto approssimative. Se vuoi passarci a trovare, scrivici un'email prima, che non ci si sbaglia: avana-prog-forte chiocciolina autistici punto org SI MA CHE FATE? Siamo un gruppo di persone appassionate di tecnologia: dai linguaggi di programmazione esoterici ai tostapane, se si puo' rompere e c'è da imparare, ci piace! Una cosa che facciamo con regolarità è la trasmissione Le dita nella presa su Radio onda rossa. Ogni anno partecipiamo ad hackmeeting, l'incontro annuale delle contro/sotto-culture digitali. UN PO' DI STORIA AvANa BBs nasce ad inizi anni '90. Da li' ha subìto tante trasformazioni. Qui alcuni link utili se vuoi approfondire: * Avana Timeline. Aggiornate al 2012 * intervista su radioblackout
28° compleanno avana
Anche questo solstizio d'inverno, AvANa fa la sua festa di compleanno: siamo a 28 anni di hacking! Li festeggeremo il 16 dicembre al CSOA Forte Prenestino dal tardo pomeriggio, con: * Workshop: * Computer chess: una breve storia * Semplice analisi di un motore di scacchi per ZX81 * Proiezioni di video a tema * Videogiochi vecchi! A seguire: * BIONDE ELETTROMAGNETICHE * "industrial devolution" dei CCC CNC NCN * djset a cura di Elettrodo e In noctibus panis