Maja T. in catene a Budapest come Ilaria Salis

Osservatorio Repressione - Saturday, February 22, 2025

L’antifascista tedesca queer Maja T. compare in tribunale in catene per l’udienza preliminare del processo: è accusata di aggressioni ai danni di militanti di estrema destra e rischia fino a 24 anni di carcere

di Michele Gambirasi da il manifesto

È iniziato a Budapest il processo a carico di Maja T., la militante antifascista tedesca accusata dai giudici ungheresi di aver partecipato, come Ilaria Salis, a delle aggressioni nei confronti di estremisti di destra in occasione del Giorno dell’onore di due anni, l’11 febbraio 2023, nella capitale magiara. Maja, persona non binaria, è entrata in aula per l’udienza preliminare di fronte al giudice così come accadde a Salis lo scorso anno: in manette e tenuta al guinzaglio da agenti della polizia ungherese. L’accusa è di essere responsabile di quattro aggressioni con ferite potenzialmente letali a militanti di estrema destra, per cui la pena potrebbe arrivare a 24 anni di carcere.

“HO APPENA VISTO questo video dal Tribunale di Budapest, e il cuore mi esplode di rabbia e dolore. Ma nemmeno di fronte a questo trattamento degradante e indegno la dignità di Maja si piega. Siamo tutte con te. La Germania, dopo averla estradata illegalmente, deve ora riportarla subito a casa” ha scritto su X Ilaria Salis. Maja T. infatti è stata estradata a giugno 2024 dalle autorità tedesche, dopo averla prelevata nel cuore della notte dal carcere di Dresda in cui si trovava, prima ancora che il tribunale costituzionale tedesco potesse pronunciarsi sulla legittimità dell’estradizione. Un atto ritenuto poi fuorilegge dai giudici, come stabilito da una sentenza pronunciata due settimane fa.

NON HA NASCOSTO il proprio livore nei confronti di Salis il governo ungherese, che poco dopo le dichiarazioni dell’eurodeputata ha replicato su X attraverso il proprio portavoce, Zoltan Kovacs. “Che bizzarro, Ilaria Salis, agitarsi contro una procedura giudiziaria equa dal comfort del tuo comodo seggio al Parlamento europeo! Se sei così sicura della tua innocenza, perché non abbandoni l’immunità e affronti la musica? Non lo farai perché sai esattamente che quello che tu e i tuoi compagni delinquenti avete fatto è stato un crimine violento e abominevole” ha scritto.

AD ATTENDERE Maja ieri fuori dal tribunale ieri c’è stato un presidio di militanti antifascisti e della comunità Lgbt+. «Orbàn fuck off. Trans liberation now» hanno scritto su uno striscione: come persona non binaria Maja ha documenti maschili ed è detenuta in un carcere maschile, con i rischi che comporta. «Sono accusata in un paese in cui non esisto come Maja» ha detto in aula la militante. Poi ha rifiutato la proposta dei magistrati ungheresi di patteggiare una pena di 14 anni ammettendo la propria colpevolezza: «Questo processo riguarda molto più di me stessa» ha aggiunto, lamentando le condizioni detentive, fatte di privazione del sonno, scarse condizioni igieniche e mancata traduzione degli atti processuali in tedesco, sua lingua madre. In aula erano presenti anche l’europarlamentare tedesco del gruppo The Left Martin Schirdewan e la deputata della Linke Martina Renner, che avevano fatto visita a Maja in carcere a Budapest in agosto, denunciandone le condizioni. Fino al termine del processo rimarrà in carcere a Budapest, poi potrà scontare la pena in Germania. Processo che, però, potrebbe andare avanti molto a lungo.

Osservatorio Repressione è una Aps-Ets totalmente autofinanziata. Puoi sostenerci donando il tuo 5×1000 

News, aggiornamenti e approfondimenti sul canale telegram e canale WhatsApp