Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Osservatorio Repressione - Friday, April 4, 2025

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di stasera. Nel dl ci sono norme che puniscono maggiormente le proteste e manifestazioni, tutelano le forze di polizia, vietano la cannabis light, tra le altre cose. Caricata la manifestazione a Roma mentre il Governo approva il Disegno di legge. Feriti anche parlamentari


Dal Consiglio dei ministri è arrivato il via libera al decreto Sicurezza, il dl con cui il governo Meloni ha deciso di aggirare lo stallo del ddl Sicurezza in Parlamento e passare direttamente allo strumento del decreto-legge, varato direttamente dall’esecutivo.

Il decreto legge che assorbe il ddl Sicurezza. dei 38 articoli in discussione solo 6 sono stati “limati” perché a rischio incostituzionalità, ma l’impianto rimane sostanzialmente invariato.

Il testo dopo la pubblicazione entrerà subito in vigore, e passerà al Parlamento, che avrà sessanta giorni di tempo per convertirlo in legge.

Nel dl nuove norme che aumentano le possibili pene per chi manifesta e potenziano le forze di polizia e i servizi segreti. Ma ci sono anche provvedimenti contro la cannabis light.

Il testo ha subito alcune modifiche rispetto a quello che si trovava bloccato al Senato, probabilmente per venire incontro alle richieste di modifica arrivate dal Quirinale e evitare alcuni aspetti che sarebbero risultati incostituzionali. Le opposizioni sono scese in piazza a Roma per protestare.

Secondo retroscena da fonti di stampa, sarebbero sei le norme che sono state cambiate anche su richiesta del Colle. Una era quella che obbligava gli enti pubblici (incluse le università e la Rai) a collaborare con i servizi segreti e fornire loro informazioni, anche ignorando le norme sulla privacy e sulla riservatezza. Nel testo del decreto, questa collaborazione è diventata non più obbligatoria ma facoltativa, e deve seguire la normativa sulla riservatezza dei dati.

Altra norma problematica era quella che prevedeva che anche la resistenza passiva, in carcere, fosse considerata pari al reato di rivolta. In questo caso, il (leggero) cambiamento è che potrà essere condannato solo chi non obbedisce a degli ordini impartiti per “il mantenimento dell’ordine e della sicurezza” nel carcere. Resta comunque possibile condannare chi non segue gli ordini, anche se non fa alcun danno materiale a persone o cose. La stessa regola si applica per le rivolte nei Cpr, mentre nei centri di accoglienza non può esistere il reato di rivolta.

Cambiato solo in parte anche il punto del ddl che puniva chi protesta contro la realizzazione di opere pubbliche – un passaggio che sembrava scritto appositamente per le contestazioni no Tav e in previsione di manifestazioni contro il ponte sullo Stretto di Messina. La precisazione in questo caso è che il reato non si applica per tutte le opere pubbliche, ma solo a quelle che servono per il trasporto, le telecomunicazioni, l’energia o altri servizi pubblici. La sostanza, comunque, non cambia.

C’era poi la controversa norma sulle schede sim vendute ai migranti: il ddl Sicurezza vietava di farlo a chi non avesse un permesso di soggiorno. La novità emersa nel decreto, anche in questo caso per andare incontro al Quirinale, è che ‘basterà’ un passaporto o un documento di riconoscimento come la carta d’identità.

Ancora i reati di aggressione o resistenza a pubblico ufficiale. Prima, la legge prevedeva che nelle sentenze su questi illeciti non si dovessero più considerare le attenuanti generiche. L’idea è stata eliminata, perché non rispettava il principio che il diritto penale si deve applicare a tutti allo stesso modo.

Infine, le donne incinte e con figli di meno di un anno: il ddl prevedeva che per loro non fosse più facoltativa la detenzione in carcere, ma obbligatoria. Il decreto mantiene questo obbligo, ma sposta la detenzione dal carcere agli Istituti di custodia attenuata per le madri incinte.

Caricata la manifestazione a Roma mentre il Governo approva il Disegno di legge. Feriti anche parlamentari

 

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