Francia: Rexhino “Gino” Abazaj non sarà estradato in Ungheria

Osservatorio Repressione - Wednesday, April 9, 2025

I giudici Corte d’appello di Parigi non hanno concesso l’estradizione di Rexhino “Gino” Abazaj all’Ungheria, riconoscendo di fatto che il regime di Orbán non garantisce le condizioni per un giusto processo. 

La sezione della Corte d’appello di Parigi che si occupa di estradizioni ha rifiutato di consegnare all’Ungheria Rexhino “Gino” Abazaj, l’attivista antifascista italo-albanese accusato di aver aggredito due neonazisti nel febbraio del 2023 a Budapest, e detenuto in Francia su mandato d’arresto dell’Ungheria.

Le accuse contro Gino erano le stesse rivolte all’europarlamentare italiana Ilaria Salis e a un’altra decina di persone, che in quei giorni si trovavano nella capitale ungherese per partecipare ad alcune contromanifestazioni in occasione del “Giorno dell’onore”, una commemorazione che riunisce ogni anno migliaia di militanti di neonazisti.

La Corte d’appello ha citato come motivazione i «rischi di violazioni dei diritti» stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), riconoscendo che l’Ungheria non rispetterebbe il diritto di Abazaj a un giusto processo. La Corte ha anche revocato le misure cautelari nei suoi confronti.

Abazaj è cresciuto in Italia, dove era arrivato quando aveva tre anni e dove tuttora vive la sua famiglia. Era detenuto in Francia dallo scorso 12 novembre, quando era stato fermato nella periferia di Parigi: ha sempre negato le accuse. Già a gennaio la Corte d’appello di Parigi aveva messo in dubbio la capacità e la volontà dell’Ungheria di garantire un processo equo per Abazaj, e aveva quindi chiesto all’Ungheria di dare «garanzie effettive» e precise sulle sue eventuali modalità di detenzione. Abazaj era stato rilasciato a fine marzo, ma in attesa di una decisione sull’estradizione era rimasto sotto controllo giudiziario (che ora è stato rimosso).

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