
#H5Poland crescente criminalizzazione della solidarietà in Europa
Osservatorio Repressione - Tuesday, April 15, 2025Oggi, 15 aprile 2025, si terrà la seconda udienza del processo contro cinque persone accusate di aver fornito aiuto umanitario a migranti al confine tra Polonia e Bielorussia.
Il caso, noto come #H5Poland, è emblematico della crescente criminalizzazione della solidarietà in Europa. Le persone imputate rischiano fino a cinque anni di carcere per aver svolto azioni essenziali come consegnare cibo, vestiti e trasportare famiglie in difficoltà per pochi chilometri, da una foresta al paese più vicino.
La crisi umanitaria al confine orientale polacco è iniziata nel 2021 e coinvolge migliaia di persone in fuga da Paesi come Afghanistan, Siria, Iraq e Somalia. Di fronte alla militarizzazione del confine e ai respingimenti illegali attuati dalle autorità polacche, solo i residenti locali, le reti civiche e le persone solidali si sono attivate per fornire soccorso umanitario.
Il 22 marzo 2022, quattro volontari sono stati arrestati mentre cercavano di aiutare una famiglia irachena e un cittadino egiziano. Uno di loro, cittadino italiano, è stato espulso e bandito dalla Polonia per cinque anni. A dicembre 2023, anche una quinta persona è stata inclusa nel procedimento per aver offerto ospitalità temporanea a migranti.
La prima udienza si è svolta il 28 gennaio 2025 presso il tribunale di Hajnówka. Tutti gli imputati hanno dichiarato la propria innocenza. Il giudice ha accolto parzialmente la richiesta della procura di svolgere il processo a porte chiuse, limitando l’accesso di pubblico e media. Ci si attende che anche la seconda udienza, prevista per domani, si svolga in modo simile.
Il caso dei cinque imputati non è un episodio isolato. In tutta Europa, attivisti, volontari e persone solidali sono sempre più spesso perseguitati per il solo fatto di salvare vite umane. In Italia, Lettonia, Belgio e altri Paesi, la solidarietà viene trasformata in un reato. L’uso del diritto penale come strumento politico di repressione colpisce chi agisce per il rispetto dei diritti umani.
Aiutare non è un crimine. I pushback lo sono. Nessun essere umano è illegale. Per questo chiediamo solidarietà e attenzione. È importante diffondere le informazioni su questo processo, partecipare a iniziative pubbliche e, se possibile, organizzare incontri per far conoscere questa vicenda. Chiunque voglia approfondire o invitare gli imputati o il gruppo di supporto a intervenire, può scrivere a h5support@riseup.net.
Questo processo riguarda tuttə. Difendere la solidarietà è un dovere collettivo.
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