Ayoub è stato rilasciato, ma il razzismo istituzionale in Italia resta una realtà strutturale

Osservatorio Repressione - Saturday, April 19, 2025

Dopo il fermo nella giornata di ieri e il presidio serale solidale sotto la Questura nella mattinata di oggi si è svolto il processo presso l’Ufficio Immigrazione nei confronti di Ayoub, un attivista del centro sociale Lambretta che è stato rilasciato.

Qui il comunicato.

Il nostro compagno è stato rilasciato, ma il razzismo istituzionale in Italia resta una realtà strutturale.

Dopo una notte di fermo, il nostro compagno Ayoub è stato finalmente rilasciato. La mobilitazione è stata immediata e trasversale: la lotta e la solidarietà pagano. Siamo sollevat* ma non possiamo che ribadire quanto l’Italia continui a essere attraversata da dinamiche sistemiche di razzismo istituzionale. Quanto accaduto nelle ultime 24 ore non rappresenta un’eccezione, bensì una prassi consolidata, espressione di un dispositivo giuridico e politico che criminalizza sistematicamente le persone migranti.

Non si tratta di semplici slogan o di accuse infondate. L’arresto arbitrario e il trattamento riservato ad Ayoub sono sintomatici di un regime di controllo e repressione che si alimenta della condizione di irregolarità giuridica di centinaia di migliaia di persone. Per circa un milione di persone migranti che vivono in Italia senza documenti, l’arbitrarietà dell’azione delle forze dell’ordine non è un’eccezione: è la regola.

Questo regime produce una condizione esistenziale sospesa: l’impossibilità di accedere a un lavoro regolare, di stipulare un contratto di affitto, di denunciare abusi subiti, di vivere una quotidianità dignitosa. In tale contesto, la detenzione amministrativa e i rimpatri forzati appaiono come l’estrema conseguenza di un meccanismo di esclusione che opera ben prima del carcere.

Ogni regime autoritario si fonda anche su forme di consenso sociale e normalizzazione. Ed è proprio attraverso episodi come quello di Ayoub – apparentemente marginali ma emblematici – che possiamo cogliere la misura della violenza sistemica, della prepotenza istituzionale, dell’erosione dello stato di diritto. Per oltre un milione di persone, l’inferno può cominciare con un semplice controllo dei documenti, in un giorno qualsiasi.

Ayoub per adesso è libero anche grazie alla lotta e alla solidarietà. In vista del prossimo 25 Aprile, non possiamo che rilanciare, dunque, una riflessione profonda sul significato dell’antifascismo oggi. Se vogliamo costruire una società antirazzista, transfemminista e antifascista, è necessario smantellare – dalle fondamenta – le strutture di oppressione e discriminazione integrate nei sistemi democratici occidentali. La lotta contro i neofascismi e contro la stretta securitaria è la lotta per un’alternativa allo status quo, non un ritorno a ciò che era prima.

Se voi fate il fascismo, noi facciamo la Resistenza.

 

(da Milano in Movimento)

 

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