Mottola (Taranto), dieci cittadini identificati per aver cantato “Bella Ciao” il XXV Aprile

Osservatorio Repressione - Monday, May 5, 2025

Dieci cittadini sono stati identificati dai carabinieri per aver intonato i canti della Restistenza, tra i quali Bella Ciao e Fischia il Vento, durante le celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione. I fatti sono avvenuti a Mottola, in provincia di Taranto, lo scorso 25 aprile

Dieci cittadini sono stati identificati dai carabinieri per aver intonato i canti della Restistenza, tra i quali Bella Ciao e Fischia il Vento, durante le celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione. I fatti sono avvenuti a Mottola, in provincia di Taranto, lo scorso 25 aprile, ma hanno avuto una eco più ampia solamente negli scorsi giorni.

Tutto si è consumato in pochi minuti, al termine dell’inno di Mameli suonato dalla banda musicale cittadina. Un gruppo di manifestanti ha chiesto che venissero eseguiti anche i tradizionali inni partigiani, ma la richiesta è stata respinta, sia dalla banda sia dai rappresentanti comunali, per via delle raccomandazioni ricevute. Quando i cittadini hanno comunque iniziato a cantare, un maresciallo dei carabinieri è intervenuto ordinando di smettere e, di fronte al rifiuto dei presenti, ha proceduto con l’identificazione di dieci di loro.

Il carabiniere ha intimato di interrompere il canto per ottemperare all’invito alla “sobrietà” del governo Meloni in occasione di una festa nazionale che per i fascisti è sempre stata un giorno di lutto.

Il carabiniere protagonista della vicenda sfoggia sul suo profilo social una serie di grafiche inneggianti a Mussolini e al fascismo che fanno comprendere lo spirito con cui ha raccolto l’invito del governo.

Quanto accaduto a Mottola è molto grave ed è il frutto del clima creato da questo governo guidato da un partito di (post?)fascisti. L’invito alla “sobrietà” in occasione del 25 aprile ha fatto emergere in molti comuni l’idiosincrasia per la Liberazione di tanti amministratori di destra nonché tanti episodi di censura delle canzoni partigiane.

Il caso ha sollevato una polemica nazionale, coinvolgendo istituzioni, politica e forze dell’ordine. Criminalizzare chi canta o chiede di cantare ‘Bella Ciao’ durante le celebrazioni del 25 aprile è un vero e proprio rovesciamento del senso di quella giornata.

 

 

 

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