
Ccu mancia fa muddichi: aggiornamenti sulla repressione contro il movimento no muos
Osservatorio Repressione - Saturday, May 10, 2025Nel corso degli ultimi mesi, alcun* nomuos sono stat* raggiunt* da diversi provvedimenti repressivi (fogli di via, daspo, avviso orale). Scriviamo queste righe nella piena consapevolezza del momento storico in cui viviamo, in cui sappiamo di non essere sol* contro la guerra, l’imperialismo americano, il sionismo, e la militarizzazione dei territori. Se scriviamo queste righe è per generare una delle reazioni a noi più cara: la solidarietà. In un contesto europeo di riarmo rilanciamo con la necessità di costruire reti di lotte, a partire dalle proprie comunità e dai propri territori.
Mentre la guerra sul fronte esterno continua, con accelerazioni continue tra il costosissimo piano per il riarmo europeo (costosissimo non solo a livello economico ma anche sociale), vani cessate il fuoco davanti a un genocidio le cui radici hanno più di 70 anni e crimini di guerra commessi ormai giornalmente sia in Palestina che in Ucraina, anche la guerra sul fronte interno non si arresta. Anzi, corre anch’essa velocissima, affilando le sue armi con nuove leggi e diventando sempre più aggressiva.
Scriviamo queste righe a pochi giorni dalla firma di Mattarella sull’ex DDL 1660, diventato decreto, e approvato recentemente con un colpo di coda dell’attuale governo; scriviamo queste righe a pochi giorni dalla notifica a venti persone di denunce per il blocco del porto di Genova del 25 giugno 2024, una giornata in cui per la prima volta tutti e tre i varchi del porto sono stati bloccati contemporaneamente da una mobilitazione molto grande contro la guerra e il genocidio; scriviamo queste righe a pochissimi giorni dall’ultima manifestazione nazionale per la Palestina che si è svolta a Milano il 12 aprile 2025, in cui un corteo di 50 mila persone è stato brutalmente caricato e spezzato dalla polizia e per cui, al momento, sei persone sono state denunciate.
È oramai chiaro che il fronte interno ed esterno della guerra sono intrecciati, e in questo intreccio la nostra lotta, le nostre biografie, non sono esentate. Prima dell’inizio del campeggio invernale (a fine dicembre 2024 e inizio gennaio 2025), ci sono giunte le notifiche di 6 fogli di via dal territorio di Niscemi, il centro della nostra azione politica da ormai più dieci anni per via della presenza del MUOS, una infrastruttura bellica della marina militare americana che permette le comunicazioni globali della difesa americana, molto utilizzata sia sul fronte palestinese che su quello ucraino ai nostri giorni. Fogli di via che questa volta (nel corso di questi anni di lotta ne erano stati notificati vari altri) arrivavano dopo il campeggio estivo, quando abbiamo accolto l’appello del popolo palestinese attaccando quella base di morte con più di cinquanta tagli rete, e arrivavano poco prima dell’inizio del campeggio invernale, col chiaro tentativo di intimidire la partecipazione da un lato, e di spezzare la resistenza contro il MUOS, l’occupazione militare statunitense e la guerra imperialista dall’altro.
Il risultato di questa operazione è stato un campeggio molto ben riuscito – con un centinaio di presenze fisse in presidio, giunte da diverse città della Sicilia e da tantissime città d’Italia – durante il quale abbiamo mantenuto nonostante tutto un programma e delle attività, allacciando rapporti e ragionamenti anche con molte persone arrivate a Niscemi per la prima volta. Un campeggio seguito in maniera molto marcata da forze armate e forze di polizia in borghese e non, sia nelle iniziative attorno alla base, sia nelle iniziative organizzate in paese, con un dispiegamento crescente seppure, purtroppo, non nuovo. Questo non ci ha precluso in nessun modo di muoverci attorno alla base militare, denunciando il furto sistematico di acqua da parte dell’esercito nei confronti di un territorio che soffre di una carenza costante nell’approvvigionamento idrico; che soffre dell’impatto ambientale della base sulla riserva naturale in cui si trova come una metastasi che la appesta; della subalternità della marina militare statunitense nei confronti dei padroncini mafiosi della zona (quando risparmiano dalla recinzione della base i terreni dei malavitosi) e della presunzione nei confronti della popolazione di Niscemi (quando invece includono dentro le reti della base un pozzo d’acqua); della centralità di quella base di morte nei sistemi di comunicazioni militari, ribadendo che la guerra si fa da casa nostra, con tutto il portato di distruzione che semina in vari punti del mondo, e con tutta la brutalità che manifesta nei territori che usa per farla questa guerra. Abbiamo fatto quello che ritenevamo giusto, ribadendo uno degli slogan che ci piace tanto urlare alle nostre manifestazioni: “la carta è solo è carta, la carta brucerà!”.
La vendetta di stato non si è fatta attendere ed oggi torniamo a scrivere di repressione: finito il campeggio invernale infatti sono state notificate delle denunce per i fatti dell’agosto 2024, manifestazione non autorizzata e danneggiamento delle reti nei confronti di una base militare che – continuano a sostenere i signori della guerra – opera un servizio pubblico. Inoltre, ad una compagna sono state notificate delle violazioni del foglio di via dal comune di Niscemi, perseguitandola fino davanti casa mentre era intenta a pacciamare gli alberi e le piante del terreno circostante l’abitazione e seguendola anche in altre città – con una arroganza e prepotenza che non si sono permessi di avere quando, in cento, eravamo in accampamento nel presidio accanto alla base militare; le è stato notificato un avviso orale, un provvedimento che il questore può emettere nei confronti di persone ritenute “socialmente pericolose”, una possibile anticamera prima della richiesta di sorveglianza speciale. Infine, il 3 maggio, a una compagna è stato notificato l’avvio del procedimento amministrativo per il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive in relazione agli eventi verificatesi a Niscemi il 3 gennaio. Viene accusata di aver partecipato ad un corteo no muos a volto coperto, con danneggiamento della rete, quando in tale data non c’è stato nessun corteo, nessuna manifestazione sportiva, semmai una passeggiata, e non coi volti coperti ma appositamente riconoscibili. Palesemente riconoscibile anche la compagnx che ha partecipato alla passeggiata cantando e ballando per tutta la durata.
Scriviamo queste righe nella piena consapevolezza del momento storico in cui viviamo, un momento chiaramente difficile, in cui sappiamo di non essere le uniche e gli unici in prima linea contro la guerra, l’imperialismo americano, il sionismo, e la militarizzazione dei territori. Se lo facciamo non è per suscitare pietà o generare un dibattito, più simile a un piagnisteo, sulla repressione: dalle parti nostre diciamo che “cu mancia fa muddichi” (chi mangia fa le briciole), e abbiamo già abbastanza strada fatta insieme dietro le nostre spalle per sapere che ad ogni nostra azione corrisponde una reazione repressiva da parte dello stato. Se scriviamo queste righe è per generare un’altra delle reazioni, a noi più cara, ovvero la solidarietà.
Ci rivolgiamo a compagne, compagni e compagn* che abitano in Sicilia, che abbiamo conosciuto a Niscemi nel corso degli anni e che continuiamo a incontrare alle manifestazioni davanti alla fabbrica di morte Leonardo di Palermo, alle assemblee regionali contro la repressione, alle manifestazioni contro il Ponte sullo Stretto, e in molte altre occasioni: ci sono strade che si dividono, nella consapevolezza che il terreno della solidarietà è uno di quelli dove ci si può sempre incontrare di nuovo. Ci rivolgiamo a quelle persone che, anche solo una volta sono arrivate a Niscemi ad un nostro campeggio, o che prendono parte ad una lotta simile alla nostra in luoghi diversi della Sicilia o altrove: anche se geograficamente distanti, camminiamo al fianco di quei movimenti che si oppongono al genocidio, alla logistica di guerra, alle basi militari, alla cementificazione e alla militarizzazione da sud a nord; siamo certe che questa vicinanza e solidarietà non è a senso unico.
In un contesto europeo di riarmo rilanciamo con la necessità di costruire reti di lotte, ogni realtà a partire dalle proprie comunità e dai propri territori, attraverso una potente solidarietà diffusa che si faccia sentire nei modi e nei tempi necessari ma con tutto il calore che genera.
Per questo saremo in piazza a Catania, il 17 maggio, alle ore 17, contro il ddl sicurezza, e saremo anche a Messina, il 17 e il 18 maggio, alla due giorni organizzata dal movimento no ponte contro il mito delle grandi opere e della devastazione dei territori.
Saremo in queste piazze con la voglia di condividere percorsi di lotta comuni, e anche per rilanciare un nuovo appuntamento a Niscemi, il 2 giugno, per una manifestazione contro la guerra.
Contro la militarizzazione, il MUOS, l’imperialismo yankee e la guerra del capitale. Per la liberazione della terra fino alla vittoria.
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