
USA: Black Lives Matter perde slancio, il trumpismo si scatena
Osservatorio Repressione - Monday, May 26, 2025Gli Stati Uniti commemorano questa domenica la morte dell’afroamericano George Floyd, ucciso cinque anni fa da un poliziotto bianco a Minneapolis. In un contesto in cui il movimento Black Lives Matter sta perdendo vigore e in cui Donald Trump sta cancellando tutte le riforme volte a combattere il razzismo.
di Marine Turchida da mediadart.fr (traduzione di Salvatore Palidda)
La morte di George Floyd durante un arresto da parte della polizia nel 2020 aveva rappresentato negli Stati Uniti un punto di svolta nella consapevolezza nazionale sulla questione razziale. Domenica 25 maggio, il Paese commemora la morte di George Floyd, afroamericano, ucciso cinque anni fa da Derek Chauvin, un poliziotto bianco, a Minneapolis (Minnesota). Chauvin è stato condannato per omicidio a oltre ventuno anni di carcere nel 2022.
La cerimonia commemorativa si terrà in piazza George Floyd, nel luogo dove quest’uomo di 46 anni fu soffocato dal poliziotto, che premette a lungo il ginocchio sul suo collo durante un arresto violento. Quei nove minuti e ventinove secondi ripresi in video fecero il giro del mondo.
Già venerdì pomeriggio, i familiari di George Floyd e una cinquantina di altre persone hanno osservato un minuto di silenzio nella piazza, coperta di opere d’arte di protesta – tra cui un murale viola con la scritta “Hai cambiato il mondo, George” – prima di deporre delle rose gialle.
Quel delitto ha dato una nuova dimensione a Black Lives Matter (BLM), nato nel 2014 dall’assoluzione di George Zimmerman dopo la morte per colpi di arma da fuoco del giovane afroamericano Trayvon Martin, e dai decessi di Michael Brown ed Eric Garner, entrambi uccisi dalla polizia. Il movimento, che mirava a combattere razzismo, violenze della polizia e disuguaglianze sistemiche, divenne in pochi giorni, dopo la morte di Floyd, uno slogan universale: il “MeToo” dell’antirazzismo.
In tre giorni, più di otto milioni di tweet con l’hashtag #BlackLivesMatter furono pubblicati. Mezzo milione di persone si radunarono in circa 550 località in tutti gli Stati Uniti. Nelle settimane seguenti, tra i 15 e i 26 milioni di persone parteciparono a manifestazioni o espressero sostegno, compresi esponenti repubblicani come Mitt Romney, candidato presidenziale nel 2012, e Nikki Haley, prima ambasciatrice di Trump all’ONU.
Le parole “BlackLivesMatter” furono dipinte in enormi lettere gialle davanti alla Casa Bianca a Washington, dove Donald Trump stava terminando il suo primo mandato. La sindaca democratica, Muriel Bowser, ribattezzò il luogo “Black Lives Matter Plaza NW”. In California, a Sacramento davanti al Campidoglio, o a Oakland su tre interi isolati del centro città, le lettere “BLM” furono anch’esse dipinte. Fu probabilmente il più grande movimento sociale nella storia degli Stati Uniti.
Il Washington Post ricorda che la morte di Floyd avvenne mentre gran parte del Paese era ancora in lockdown a causa della pandemia di Covid-19. I neri, gli ispanici e le popolazioni indigene erano colpiti in modo sproporzionato dal virus, e la gente, chiusa in casa, era sommersa da immagini video che mostravano Floyd ucciso in pieno giorno da un poliziotto. «C’erano tutti gli ingredienti: una violenza spettacolare, un pubblico attento e attivisti pronti a mobilitare le persone», analizza Hakeem Jefferson, professore associato di scienze politiche all’università di Stanford.
Ma cinque anni dopo, mentre le violenze della polizia a livello nazionale continuano ad aumentare, il movimento sembra regredire. Come simbolo: a Washington, la piazza Black Lives Matter è scomparsa. Le grandi lettere gialle sono state coperte d’asfalto, a marzo, sotto la pressione dell’amministrazione Trump.
Il contraccolpo del secondo mandato di Trump
Il contesto è cambiato. Tornato alla Casa Bianca da gennaio, Donald Trump sta smantellando tutte le riforme volte a combattere il razzismo. Fin dalle prime ore del suo secondo mandato, il presidente statunitense ha lanciato una campagna di demolizione delle politiche di diversità, equità e inclusione (DEI), comprese quelle attuate in risposta alla morte di Floyd.
Il suo governo ha soppresso le indagini sui diritti civili e ha frenato le iniziative di assunzione per promuovere la diversità, ricorda l’AFP. Il 21 maggio, il Dipartimento di Giustizia ha annunciato l’abbandono delle cause legali contro le polizie di Minneapolis e Louisville, accusate di violenze dopo le morti di afroamericani che avevano scosso il Paese nel 2020. E, come simbolo, gli alleati più estremisti del presidente americano hanno suggerito che conceda la grazia a Derek Chauvin.
«L’attuale regressione appare rapida e brutale», scrive il New York Times: «Cinque anni fa, repubblicani e democratici sfilavano insieme per denunciare le violenze della polizia e affermare che le vite dei neri contano. Oggi, Donald Trump, un presidente che ha a lungo promosso il risentimento bianco, detta il tono del discorso razziale.»
Alcuni osservatori ritengono che la rielezione di Donald Trump sia in parte una reazione all’attivismo di BLM, le cui manifestazioni erano degenerate in rivolte in alcune città. Di fatto, i conservatori americani vedono nella politica del presidente una correzione necessaria di fronte alla violenza urbana che denunciano e alle direttive che considerano paralizzanti per le forze dell’ordine. «L’amministrazione Trump è determinata a fermare la criminalità, far rispettare la legge, proteggere le comunità e sostenere le forze dell’ordine a ogni livello», ha dichiarato Harrison Fields, portavoce della Casa Bianca.
Il declino di Black Lives Matter
Parallelamente, la popolarità di Black Lives Matter è diminuita. Sebbene una leggera maggioranza dell’opinione pubblica continui a sostenerlo, il movimento non gode più del forte appoggio che lo ha sostenuto nel 2020, e il suo bilancio rimane ambiguo.
«La gente credeva davvero che quelle manifestazioni di massa, quelle proteste multiculturali su larga scala, sarebbero state trasformative nella lotta per la giustizia razziale», spiega al Washington Post l’accademico Hakeem Jefferson. «Lo sono state, ma non nel modo che la gente si aspettava», afferma il professore di scienze politiche, raccontando che dopo il culmine delle grandi manifestazioni del 2020 – che Trump minacciava di reprimere con l’esercito – «il sostegno è crollato».
Questo mese, il Pew Research Center ha rivelato che il 72% degli americani ritiene che l’aumentata attenzione alle disuguaglianze razziali dopo la morte di George Floyd non abbia migliorato la vita delle persone nere.
«La rivoluzione antirazzista ha rallentato, ma non è mai stata destinata a progredire senza ostacoli», analizza sul New York Times Ibram X. Kendi, promotore del concetto di “antirazzismo”. Da quando ha fondato, nel 2020, il Centro di ricerca antirazzista presso l’Università di Boston grazie a 55 milioni di dollari in donazioni, ha visto la sua notorietà accademica diminuire. Lo stesso Hakeem Jefferson è finito in una “lista di sorveglianza” dell’estrema destra per aver insegnato e studiato come razza e identità influenzino i comportamenti e le attitudini politiche.
Dopo la morte di Floyd, la Black Lives Matter Foundation Inc. ha raccolto 79,6 milioni di dollari nel 2021. L’anno successivo, l’importo è sceso a circa 8,5 milioni. Nel 2023, i ricavi sono stati circa 4,7 milioni, a fronte di spese pari a 10,8 milioni, secondo ProPublica. Sono circolate accuse di cattiva gestione, danneggiando l’immagine del movimento.
Resistenza politica
Nella stampa americana, storici e politologi sottolineano tuttavia che i movimenti sociali e la politica razziale negli Stati Uniti sono sempre stati ciclici, fatti di avanzamenti e reazioni ostili. Così, il trionfo dell’abolizionismo fu seguito dalla nascita del Ku Klux Klan (KKK), gruppo suprematista bianco, e dalla fine della Ricostruzione (la fase di ricostruzione giuridica, politica e sociale dopo la guerra civile). Le marce per i diritti civili si dispersero mentre il repubblicano Richard Nixon e la sua maggioranza arrivavano al potere.
Ma questi progressi non sono mai stati completamente annullati. Nonostante la violenza e il terrore usati dagli Stati del Sud per reprimere la piena cittadinanza dei neri dopo la Ricostruzione, la schiavitù non fu reintrodotta.
Per Steven Hahn, professore di storia all’Università di New York, l’attivismo nero è parte integrante dell’attivismo americano, anche se oggi alcuni alleati bianchi se ne sono allontanati: «Non ci sarebbe democrazia in questo Paese – o almeno non una democrazia solida – senza i neri e le loro lotte. Sono loro che si sono impegnati di più per una democrazia autentica, non fondata su eccezioni ed esclusioni», analizza sul New York Times.
Un altro elemento è che il movimento di riforma della polizia avviato dopo l’omicidio di George Floyd ha lasciato un impatto duraturo: molti dipartimenti di polizia richiedono ancora l’uso delle bodycam; i mandati di perquisizione senza preavviso sono ora vietati in alcune aree; la raccolta dati sulle violenze della polizia è stata rafforzata.
Infine, gli sforzi di Donald Trump per sradicare le politiche di diversità, equità e inclusione stanno cominciando a suscitare una crescente resistenza popolare, osserva il New York Times.
Anche i familiari di George Floyd hanno dichiarato all’AFP di voler che la gente continui a fare pressione per le riforme, nonostante il clima politico ostile. «Non abbiamo bisogno di un decreto per dirci che le vite dei neri contano», ha affermato sua zia Angela Harrelson, con indosso una maglietta con il volto di Floyd.
Ogni anno dalla morte di George Floyd si organizzano commemorazioni. Il tema di quest’anno (“Il popolo ha parlato”) è stato suggerito dal nipote di Nelson Mandela, Nkosi, in visita sul luogo. Un tema pensato per riflettere cinque anni di proteste, ha spiegato all’AFP la zia di Floyd, aggiungendo: «Anche se è stancante, continuiamo».
Onorare l’eredità di Floyd è una forma di resistenza politica, ha spiegato durante l’omaggio di venerdì Jill Foster, medico a Minneapolis: «Donald Trump e il suo governo stanno cercando di riscrivere tutto e creare una nuova realtà. Dobbiamo mantenere viva la memoria e continuare a diffondere informazioni».
«È meraviglioso vedere tutte queste persone venire a celebrarlo», ha detto commossa Courteney Ross, la compagna di Floyd al momento della sua morte. «Si vede un’unità rara in questo Paese oggi, e la gente celebra un uomo che, sapete, ha dato la vita per noi.»
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