
Manganello nelle piazze, clava nei palazzi
Osservatorio Repressione - Tuesday, May 27, 2025 Fin dal suo esordio il governo della destra più destra ha inanellato provvedimenti fortemente ideologici e identitari certo coerenti con la cultura politica di appartenenza, a volte dal sapore solo propagandistico ma che hanno prodotto anche pesanti conseguenze
di Micaela Bongi da il manifesto
Una manganellata in testa al portavoce della rete No dl sicurezza e assessore municipale Luca Blasi mentre cerca di mediare tra manifestanti e poliziotti è la rappresentazione plastica, suggello e insieme sintesi della “visione” che ispira l’attuale governo. L’iniziale ddl è stato infilato nel tritatutto insieme a mesi e mesi di lavori parlamentari, sostituito da un decreto che sarà approvato con la fiducia. Manganello nelle piazze, clava nei palazzi. Prevaricazione insieme al tentativo incessante di delegittimare l’opposizione (la «sinistra che va a trovare i mafiosi»…), repressione del dissenso e anche del banale buon senso.
Del resto a spiegare quale sia l’urgenza che ha giustificato l’adozione di un decreto sostituendo in corsa il disegno di legge è il capogruppo di Fratelli d’Italia alla camera, Galeazzo Bignami, quello che – va sempre ricordato – si vestiva da nazista: il decreto serve precisamente per reprimere manifestazioni come quella di ieri, cioè chi contesta il governo.
E serve a riempire le carceri di ecoattivisti, lavoratori in difficoltà, senza casa, poveri e migranti, donne preferibilmente rom con i loro bambini e bambine, perché evidentemente per la Madre d’Italia Giorgia Meloni i diritti dei più piccoli vengono per primi ma dipende da chi sono i genitori. E siccome secondo un modo di dire da bulli che si addice perfettamente a questo governo «chi mena per primo mena due volte», gli stessi “criminali” che andranno a inzeppare le carceri saranno ulteriormente puniti se oseranno protestare anche passivamente per le insopportabili condizioni detentive.
Cattiveria al quadrato. È il mood del momento non solo da questa parte del civile occidente e spiega le affinità elettive tra Giorgia Meloni e altri leader mondiali. Distinguere tra la premier che gioca in casa e quella in trasferta è un esercizio sempre più vuoto.
Forse è invece il caso di domandarsi fino a che punto, da questa parte del civile occidente, può spingersi senza incontrare troppi ostacoli la forzatura istituzionale e costituzionale (quella denunciata da tanti giuristi a proposito di questo ennesimo decreto).
Fin dal suo esordio il governo della destra più destra ha inanellato provvedimenti fortemente ideologici e identitari certo coerenti con la cultura politica di appartenenza, a volte dal sapore solo propagandistico ma che hanno prodotto anche pesanti conseguenze. Dal ridicolo decreto rave al decreto Caivano che ha moltiplicato la presenza di minori in carcere, passando per i vari decreti Cutro e Albania. Una trama che disegna un progetto di futuro mortifero, dove mentre ci si stracciano le vesti per il crollo della natalità si mettono nel mirino i più giovani e i potenziali nuovi cittadini.
Il ministro della giustizia Carlo Nordio sostiene che il sovraffollamento carcerario non è provocato dalle leggi approvate dall’attuale maggioranza ma dai giudici che mandano le persone in carcere. È un’affermazione surreale, ma Nordio è pur sempre il ministro e va preso sul serio. Moltiplicazione dei reati, carceri sempre più piene, sistema giudiziario sovraccaricato e nello stesso tempo magistratura tenuta sotto scacco. È la perversa quadratura del cerchio che va spezzata.
Il decreto sicurezza approda alla Camera. La polizia carica la manifestazione a Roma
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