
Macerata: pensionato ricoverato in ospedale, denuncia la malasanità. Identificato dalla polizia
Osservatorio Repressione - Wednesday, May 28, 2025Kafka a Macerata, la vicenda di Francesco Migliorelli. Fotografato dopo una settimana su un letto di pronto soccorso: la polizia interviene e lo identifica. Cose che succedono, nel Paese delle liste d’attesa infinite e del dl sicurezza che fa entrare in azione i manganelli prima ancora di diventare legge
di Andrea Capocci da il manifesto
Si allunga la lista delle categorie sociali da tenere sott’occhio. Dopo gli organizzatori di rave, i loggionisti della Scala e le panettiere antifasciste anche i pazienti in lista d’attesa finiscono nel mirino delle forze dell’ordine. Come se sopravvivere al girone infernale della sanità pubblica non fosse già abbastanza difficile.
Difficile spiegare altrimenti quanto accaduto a Francesco Migliorelli, pensionato ed ex-sindacalista Cgil, al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. La vicenda risale al 28 aprile ma solo nei giorni scorsi è diventata pubblica. Quando Migliorelli arriva in pronto soccorso e viene visitato, i medici decidono per approfondire gli accertamenti. Solo che il ricovero va per le lunghe e il paziente rimane in pronto soccorso in attesa su una barella. Al sesto giorno, quando ormai sono i primi di maggio, Migliorelli comprensibilmente si spazientisce. Non infierisce sugli infermieri, come capita spesso in ospedale: espone un cartello che documenta la sua attesa e recita «mentre gli operatori di pronto soccorso si fanno una mazza così (sic) sono al sesto giorno di sosta perché Lei, signora A.s.t. (Azienda sanitaria territoriale, ndr) non ha posto in reparto».
Qualcuno scatta una foto e l’immagine di Migliorelli parcheggiato in pronto soccorso gira tra gli infermieri e finisce sui social. Tra i medici qualcuno non gradisce e chiede spiegazioni sull’iniziativa e sull’autore dello scatto. Migliorelli rifiuta di rispondere a domande che non riguardano la sua salute perché in fondo è un paziente, non un delinquente. «Sì paziente, ma mica tanto» ironizza lui adesso dal letto di ospedale dov’è tuttora ricoverato, finalmente in reparto. E così si arriva al punto in cui i sanitari chiamano la polizia per identificarlo, colpevole di aver esposto un cartello dopo una settimana in pronto soccorso. «Hanno anche tentato di perquisire i miei effetti personali senza autorizzazione» racconta lui al manifesto «ma sono riuscito a impedirglielo». Gianmarco Mereu, referente di Rifondazione Comunista a Macerata, lo sta aiutando a dare risonanza all’episodio inquietante e annuncia interrogazioni in arrivo a livello locale e nazionale, oltre che manifestazioni di solidarietà per il malcapitato.
La versione dell’ospedale conferma i fatti ma nega che mancasse posto in ospedale. «Il periodo trascorso in Pronto Soccorso è il tempo necessario alla stabilizzazione clinica del paziente e al suo inquadramento diagnostico, grazie al quale lo stesso può in seguito giovarsi delle migliori cure nel reparto più adatto alla sua patologia» fa sapere l’Ast. «Durante la degenza in Pronto Soccorso il paziente si è fatto fotografare al volto con un cartello con frasi palesemente diffamatorie e non veritiere nei confronti dell’Ast di Macerata e in seguito a questo riscontro il Primario del pronto soccorso ha chiesto l’intervento della pubblica autorità per l’identificazione formale del paziente al fine di consentire all’Ast di tutelare la propria immagine, se ritenuto necessario, nelle sedi più idonee».
Cose che succedono, nel Paese delle liste d’attesa infinite e del dl sicurezza che fa entrare in azione i manganelli prima ancora di diventare legge. Ma forse non è un caso che l’episodio sia accaduto nelle Marche governate dalla destra, anche se il problema della Regione non è la mancanza di ospedali ma il suo contrario. Un paradosso? Non tanto ma qualche spiegazione serve.
La sanità è stato uno dei temi su cui l’attuale presidente regionale Francesco Acquaroli (Fdi) ha costruito la sua campagna elettorale vittoriosa del 2020, trasformandola in un cavallo di battaglia del populismo. Proprio mentre il Covid mostrava il fallimento di un sistema sanitario troppo sbilanciato sugli ospedali e poco presente sul territorio, Acquaroli ha promesso un pronto soccorso a chiunque fosse disposto a votarlo. «Secondo il dm 70 del 2015 che fissa il rapporto tra Dipartimenti ospedalieri di Emergenza e Urgenza e popolazione, nelle Marche dovrebbero bastarne dieci» spiega Claudio Maria Maffei, ex-direttore sanitario in Asl e ospedali della Regione e oggi attentissimo critico della sanità marchigiana. «La giunta però punta a arrivare fino a quattordici, facendo ampio ricorso ai medici gettonisti per riempire i buchi di un personale insufficiente». La loro distribuzione risponde più a logiche clientelari che sanitarie. Uno dei nuovi pronto soccorsi nascerà a Cingoli, base elettorale dell’attuale assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, l’ex-poliziotto che del comune del maceratese è stato sindaco per un decennio. Un altro sarà realizzato a Pergola (PU), dove il primo cittadino dal 2009 al 2019 era l’attuale assessore regionale ai lavori pubblici Francesco Baldelli.
«La giunta ha vinto le elezioni promettendo di mantenere la rete ospedaliera precedente al dm 70» prosegue Maffei. «Per farlo ha dovuto però svuotare la sanità territoriale: medici di base, pediatri e infermieri in grado di garantire cure primarie evitando il ricorso agli ospedali. Il risultato è che oggi troppe persone si rivolgono al pronto soccorso. E una volta ricoverate diventa difficile dimetterle, perché mancano le strutture residenziali e l’assistenza domiciliare in grado di prenderli in carico». È un dato confermato dalla Società scientifica di medicina interna Fadoi, secondo i cui dati due terzi dei pazienti rimangono in ospedale oltre cinque giorni in più del previsto per mancanza di infermieri domiciliari e di Rsa. Se troppi pazienti entrano in ospedale e troppo pochi riescono a uscirne, l’ingolfamento dei reparti è fisiologico. Ma per la classe politica locale il consenso è assicurato. E se qualcuno, dopo una settimana in barella, osa protestare si può sempre inviare una pattuglia. Aver affidato la sanità regionale a un poliziotto almeno a qualcosa è servito.
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