
28 maggio: finalmente giornata di ricordo nazionale del genocidio delle popolazioni indigene della Namibia
Osservatorio Repressione - Tuesday, June 3, 2025Su iniziativa della presidente della Namibia il 28 maggio è diventato Giornata del ricordo nazionale del genocidio di Herero e Nama
di Gianni Sartori
Istituendo il 28 maggio come Giorno della memoria, per la prima volta nella sua travagliata storia la Namibia ha voluto commemorare ufficialmente il genocidio dei popoli Herero e Nama.
Due popoli autoctoni annientati circa 120 anni fa dall’esercito coloniale tedesco del Secondo Reich. Tra il 1904 e il 1908 in Namibia furono realizzati vari campi di concentramento (in realtà di sterminio) dove vennero segregati decine di migliaia di indigeni namibiani. Si calcola (ma probabilmente per difetto ) che vi persero la vita almeno 65mila Herero (l’80%) e 10mila Nama (il 50%). Sistematicamente uccisi, torturati e utilizzati per esperimenti pseudoscientifici (con 40 anni di anticipo sulle analoghe pratiche, al tempo dell’Olocausto, nei confronti di ebrei, “zingari”, disabili e prigionieri sovietici, come ricordava The Namibian).
Nel Paese da tempo si tenevano annualmente manifestazioni, marce e altre iniziative indette da varie organizzazioni. Ma quest’anno è intervenuta la presidente stessa Netumbo Nandi-Ndaitwah (recentemente eletta, prima donna a ricoprire tale carica in Namibia) per decretare che il 28 maggio (il giorno in cui la Germania, sotto la pressione internazionale, aveva chiuso i campi) diventava giorno festivo nazionale. Accendendo una lampada nei giardini del Parlamento della capitale Windhoek, non lontano da dove sorgeva l’Alte Feste (Vecchia Fortezza), uno dei famigerati luoghi di detenzione degli indigeni.
Dopo un minuto di silenzio, osservando come ancora oggi la Namibia sia “un vasto paese, ma anche uno dei meno popolati (2,6 milioni nda)”, ha commentato: “Ma cos’altro dovevamo aspettarci visto che all’epoca abbiamo perso un così gran numero di nostri concittadini?”.
Dietro la celebrazione, anni di complesse ricerche storiche e trattative (ancora in corso) con il paese responsabile dello sterminio, considerato il primo genocidio del XX secolo (e conosciuto come “il genocidio dimenticato della Germania”).
Solo nel 2021 la Germania aveva riconosciuto pubblicamente le proprie responsabilità, attraverso la dichiarazione del Ministro tedesco degli affari esteri Heiko Maas “Noi oggi qualifichiamo ufficialmente questi eventi per quello che sono, un genocidio”.
All’epoca potenza coloniale (dal 1884), fin dagli inizi del XX secolo la Germania aveva represso ferocemente le rivolte tribali delle popolazioni di quella che allora era denominata Africa tedesca del Sud-Ovest. Popolazioni a cui venivano sottratti terre e bestiame.
Nel 1904, con la rivolta degli Herero in corso da alcuni mesi, il generale Lothar von Trotha (degno antesignano del nostro Roatta, quello della circolare 3C in Jugoslavia) decretava che “ogni Herero con o senza armi, in battaglia o no, deve essere abbattuto”. Tanto che oggi rappresentano solo il 7% della popolazione namibiana, mentre agli inizi del XX secolo costituivano il 40%. Stesso trattamento venne poi inflitto ai Nama quando si ribellarono un anno dopo.
Per ulteriori informazioni vedi: https://www.labottegadelbarbieri.org/genocidio-di-herero-e-nama-i-tedeschi-chiedono-scusa/
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