
Sardegna: arrestato un compagno a seguito di una manifestazione antimiltarista
il Rovescio - Tuesday, June 17, 2025Riceviamo e diffondiamo, mandando un abbraccio solidale a Luca:
CUNCORDANT SA GHERRA
SI SPANTANT PO UNU GUETU
Poche ore fa un nostro compagno è stato posto agli arresti domiciliari.
La DIGOS lo ha fermato in macchina e dopo le pratiche di rito tra questura
e scientifica lo ha accompagnato nel suo domicilio, con le consuete
restrizioni.
Come al solito grande coordinazione tra questura e “Unione sarda”, che ancora
prima che l’avvocato potesse raggiungerlo già pubblicava un articolo
on-line.
L’ accusa è quella di aver esploso un petardo in una manifestazione
svoltasi al porto di Cagliari qualche settimana fa, per protestare contro
la presenza di navi militari in città, navi presenti nelle acque sarde per
l’esercitazione Joint stars, navi che esportano la guerra nel mondo.
Il petardo avrebbe ferito lievemente un agente della Digos, che –
probabilmente piagnucolando – è riuscito a farsi refertare ben due
settimane di prognosi, peccato che tre giorni dopo il corteo sgambettasse
in città per effettuare le perquisizioni.
L’esito di quella perquisizione è risultato negativo.
Lo stesso giorno è stata perquisita anche l’Officina Autogestita Kasteddu,
dove invece sono stati rinvenuti 7 petardi che oggi pare siano diventati il
motivo per cui il GIP ha firmato le misure cautelari.
Nasce spontaneo chiedersi come abbia fatto un GIP ad attribuire proprio a
Luca il possesso di quei 7 petardi trovati in un luogo collettivo
attraversato da molte persone.
Nasce spontaneo anche chiedersi se sia casuale che il giorno dell’arresto
sia oggi, cioè alla vigilia del corteo di Decimomannu previsto per domani
alle 15.
In uno Stato in cui la guerra e il riarmo diventano un’economia fiorente
suona bizzarro condannare una persona per aver forse esploso un petardo
davanti a delle navi piene di missili.
Ma ormai siamo abituati alle tortuosità della legge dello Stato italiano e
alle interpretazioni che giudici e magistrati ne danno. Le forzature sono
ormai un’abitudine, e il processo Lince è la forzatura più evidente fra i
processi a noi vicini: 40 persone imputate, alcune con accuse di
terrorismo, per aver bloccato delle esercitazioni e tagliato delle reti.
Pochi giorni fa è diventato legge il nuovo Decreto sicurezza che sancisce
un altro evidente passo verso la repressione e la criminalizzazione di
qualunque tipo di dissenso.
Come tante altre volte, non ci interessa sapere se un compagno abbia
lanciato o meno un petardo, chiunque lotti per la liberazione della nostra
terra dall’oppressione ha il nostro pieno sostegno e complicità.
Nello scenario di guerra attuale, che ha visto oggi l’ennesima prova di
forza di Israele, mentre continua il genocidio in Palestina e il dissenso
preoccupa più della guerra stessa, la migliore risposta a questo attacco
repressivo la possiamo già dare domani, al corteo di Decimomannu. Andiamoci
in tanti e tante, con più determinazione che mai, mostrando a polizia e
giudici che le lotte non si fermano.
ND’ ACAPIANTA UNU SI FURRIANTA IN MILLI
SEMPRE DALLA PARTE DI CHI LOTTA.
LUCA LIBERO
CASSA ANTIREPRESSIONE SARDA
I COMPAGNI E LE COMPAGNE DELL’OFFICINA AUTOGESTITA KASTEDDU
[ricevuto il 15 giugno 2025]