https://www.lindipendente.online/2025/06/05/centomila-droni-allucraina-e-armi-nucleari-il-regno-unito-si-prepara-alla-guerra/
Source - il Rovescio
cronache dallo stato di emergenza
https://www.lindipendente.online/2025/06/06/dalla-francia-allitalia-i-portuali-contro-lo-scalo-del-cargo-che-porta-armi-a-israele/
Riceviamo e diffondiamo:
Domenica 8 giugno ore 16:
Discussione pubblica di presentazione del corteo contro gli OGM di Parma: nel
quasi totale silenzio generale sono partite le sperimentazioni in campo aperto
in Italia degli OGM di nuova generazione anche chiamati TEA (Tecniche di
Evoluzione Assistita). Cosa rimane delle lotte contro gli OGM avvenute tempo
addietro? Da dove ripartire? Con l’idea di condividere un ragionamento sulla
agricoltura 4.0, le vecchie e nuove nocività e come si ripercuotono sulle nostre
vite e sui territori da noi abitati ed in vista del corteo del 14 giugno a
Parma, centro di una delle sperimentazioni di OGM in campo, ci vediamo in piazza
a Pisa per parlarne insieme!
Riceviamo e diffondiamo questi manifesti per Paolo Todde, il compagno in
sciopero della fame nel carcere di Uta:
Riceviamo e diffondiamo:
PRESIDIO AL TRIBUNALE PER LA SENTENZA DEL PROCESSO PER IL CORTEO DELL’11
FEBBRAIO CONTRO IL 41 BIS
Martedì 10 giugno ci sarà la sentenza del processo per il corteo dell’11
febbraio. Le richieste di pena per imputati e imputate vanno dai 6 mesi a 6
anni, con le accuse di resistenza aggravata (anche in concorso morale),
travisamento, lancio di oggetti e concorso morale in danneggiamento.
Per un anno lo sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41 bis e
l’ergastolo ostativo ha dato luogo a centinaia di iniziative e mobilitazioni e
quel corteo è avvenuto contestualmente al ricovero in ospedale di Alfredo. La
determinazione e la forza di chi per mesi ha lottato contro il 41 bis ora è
sotto processo, qua come altrove, con richieste di pena allucinanti, nel
tentativo di reprimere la forza che quelle mobilitazioni hanno espresso.
Martedì abbiamo deciso di trovarci alle h.11 in presidio davanti al tribunale di
Milano (ingresso di corso Porta Vittoria), in solidarietà ai nostri compagni e
compagne!
Per un mondo senza galere
Libertà per tutti/e!
Riceviamo e diffondiamo:
Qui la chiamata in pdf: Volantino Parma con testo Retro
https://www.lindipendente.online/2025/06/04/a-pescara-un-uomo-e-morto-dopo-essere-stato-colpito-con-un-taser-dalla-polizia/
Riceviamo e diffondiamo, tutta la nostra solidarietà al compagno:
COME È MISERA LA VITA NEGLI ABUSI DI POTERE
Venerdì 30 maggio, finita l’assemblea antimilitarista in campo san Giacomo, la
situazione si è trasformata in un momento di socialità dal basso, andando avanti
fino alle 23.30(!), quando due agenti in borghese della polizia locale sono
arrivati per fare spegnere la musica. Hanno poi iniziato a seguire un gruppo di
compagne e compagni, per poi chiamare i rinforzi.
Al loro arrivo, in 8 poliziotti hanno preso, sbattuto a terra, immobilizzato,
ammanettato e menato un compagno mentre lo portavano via verso la sede della
polizia locale al Tronchetto. Qua dentro, è stato tenuto svestito al freddo per
più di un’ora. Una volta uscito verso le 2.30, il compagno aveva la schiena
piena di lividi per le botte ricevute, ed è stato indagato per reati di
resistenza, minacce, oltraggio e aggressione, scelti “a tavolino”.
Oltre che esprimere la più totale solidarietà e vicinanza al compagno, è
evidente l’accanimento, il controllo e la repressione nei confronti di compagni
attivi nelle lotte e contro tutte quelle situazioni che vogliono interrompere la
normalità. Il clima di strapotere della polizia locale si è costruito negli anni
e oggi posiziona le forze dell’ordine come padroni della città, la cui violenza
è normale e giustificata. Questo visto il loro ruolo di gestione della smart
control room e del ticket d’accesso, che li ha fatti diventare il braccio armato
del sindaco. Sono proprio smart control room e ticket d’accesso – gestiti
principlamente dalla polizia locale – quei dispositivi utilizzati per creare una
retorica di difesa della città contro degrado e comportamenti antisociali (tanto
che nella smart control room ci sono sei celle di detenzione) che tradotti nella
pratica significano brutalità e violenza poliziesca, come quanto successo
venerdì sera al compagno.
Non importa quanto ci provino: ingiustizie come queste non fanno altro che
accendere ulteriormente i nostri animi. Siamo pronti a tornare in piazza e
lottare perché siamo sempre stati e sempre resteremo dalla parte giusta della
storia. Quella degli oppressi.
Riceviamo e diffondiamo. Fraterna e complice solidarietà a Paolo!
Anche su
https://rifiuti.noblogs.org/post/2025/05/30/con-paolo-in-sciopero-della-fame-contro-tutte-le-galere/
CON PAOLO IN SCIOPERO DELLA FAME CONTRO TUTTE LE GALERE
Il nostro compagno Paolo, prigioniero, in custodia cautelare con l’accusa di
rapina dal 23 ottobre scorso, il 25 aprile ha iniziato uno sciopero della fame
insieme ad altri prigionieri per protesta contro le condizioni di vita del
carcere di Uta, tra le peggiori d’Italia secondo i dati del rapporto periodico
del garante nazionale dei detenuti. Ma i numeri non possono rappresentare lo
stato di sottile, vera e propria tortura a cui sono sottoposti i prigionieri.
L’intervento dei garanti, con le loro vuote ed inutili promesse, ha fatto sì che
lo sciopero venisse interrotto dopo meno di una settimana e Paolo lo riprendesse
da solo l’8 maggio con il chiaro intento di portarlo sino alla fine.
Paolo condivide con noi l’odio per le galere e la società che le produce e di
cui sono l’immagine e non è mai indifferente di fronte alle continue violenze e
prevaricazioni degli sbirri. Per lo Stato farlo tacere o eliminarlo serve da
monito per chi combatte contro il sistema e per tutti i prigionieri che si
ribellano alla galera. Per questo è sottoposto a continue provocazioni e infamie
da parte degli sbirri come bloccargli la corrispondenza, l’ingresso di denaro,
non permettergli di effettuare le videochiamate con la scusa che non c’è linea,
portarlo con grande ritardo ai colloqui, fare cadere, nei secchi in cui lava la
roba, libri, corrispondenza e tutto ciò che può rovinarsi, etc.
Tutte queste violenze si aggiungono alla situazione che Paolo denuncia da mesi.
Infatti, a Uta, l’acqua non è potabile, non può essere utilizzata neppure per
cucinare, dopo che l’amministrazione l’ha mescolata al cloro per eliminare il
grave inquinamento da colibatteri fecali che la rende inadatta anche per
l’igiene personale. Le celle sovraffollate (sono rinchiusi 140 prigionieri in
più della capienza massima) sono chiuse 22 ore al giorno, l’accesso alla
biblioteca e al campo di calcetto sono contingentati, le temperature estive
raggiungono i 43 gradi, l’assistenza sanitaria è inesistente, le provocazioni
degli sbirri sono continue tanto sui prigionieri che sui loro familiari e spesso
si traducono in pestaggi.
Una vita di questo genere è insopportabile, per qualunque essere umano, e ancora
di più per chi in tutta la sua vita non ha mai piegato la testa ed è sempre
stato solidale con i nemici del sistema. Paolo, come Alfredo, ha iniziato, a
rischio della vita, una lotta immensa che potrà conseguire risultati solo se
siamo in grado di condurre, con la stessa determinazione, una battaglia di
solidarietà.
Ribadendo la nostra solidarietà ed il nostro impegno ad estendere la lotta
perché l’amministrazione non possa avere pace, ricordiamo ai funzionari, agli
sbirri e ai vari garanti, tutti corresponsabili della situazione attuale, che
gli oppress* hanno una lunga memoria e che se a Paolo dovesse accadere qualcosa,
dovranno assumersene tutte le conseguenze.
Non lasciamo solo Paolo in questa sua battaglia. Chi volesse scrivergli può
farlo all’indirizzo:
Paolo Todde
C.C. “E. Scalas”; 09068 Uta (CA)
CONTRO LO STATO ASSASSINO, CHIUDERE UTA, CHIUDERE TUTTE LE GALERE, PAOLO LIBERO,
TUTTX LIBERX
Anarchicx contro carcere e repressione
In occasione dello sciopero generale contro la guerra e in solidarietà con gli
oppressi palestinesi, proclamato da alcuni sindacati di base in tutta la
Provincia di Trento per lo scorso venerdì 30 maggio, nella mattinata dello
stesso venerdì si è svolta a Trento una partecipata e vivace manifestazione,
conclusasi sotto il Rettorato di via Calepina con numerosi interventi (anche da
parte di studenti medi e universitari e di una ricercatrice) che esigevano, in
particolare, l’immediata interruzione delle collaborazioni tra l’Università di
Trento e gli atenei israeliani, e la fine di ogni ricerca bellica o funzionale
alla guerra. Che a esprimersi contro le complicità di UniTn e Fondazione Bruno
Kessler con guerra, colonialismo e genocidio non siano state solo delle presunte
“frange minoritarie”, deve aver molto infastidito la dirigenza universitaria,
tant’è che dopo 20 mesi di contestazioni anche interne all’ateneo e di silenzio
quasi ininterrotto da parte dei contestati, il “magnifico rettore” Flavio
Deflorian prende finalmente la parola (e coglie l’occasione per dare di
“fascisti” ai suoi contestatori). Di seguito l’intervento del cosiddetto
Magnifico e la puntuale replica dei sindacati di base che hanno chiamato lo
sciopero, e che adesso sfidano il rettore a un confronto pubblico.
https://mag.unitn.it/editoriali/121400/per-la-palestina-e-l-antifascismo
https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/opinionews-tn-aa/cub-e-sbm-trento-replica-al-rettore-unit-deflorian-noi-la-riteniamo-moralmente-complice-del-primo-genocidio-automatizzato-della-storia-dellumanita/#google_vignette
Ringraziando chi l’ha fatta e ce l’ha inviata, diffondiamo la traduzione di
questo interessante comunicato di “due bande anarchiche” passate all’azione.
Qui il testo originale:
https://attaque.noblogs.org/post/2025/05/25/communique-du-sabotage-contre-des-installations-electriques-sur-la-cote-dazur/
Questa la traduzione:
TAGLIO_!_Comunicato_del_sabotaggio_contro_gli_impianti_elettrici
Riceviamo e diffondiamo:
Arriva anche a Busto Arsizio l’iniziativa già svolta a Bologna, Ravenna, Cesena
e Mantova:
https://antifascistecontroilpass.noblogs.org/palestina-e-smart-city-a-busto-arsizio/
[1]
Mentre qui da noi ci presentano le smart city come oasi di progresso, sicurezza
e sostenibilità, in Palestina il loro vero volto si manifesta nella vita di
tutti i giorni: controllo sociale e militarizzazione sono le parole d’ordine che
si celano dietro questi progetti che stanno tentando in ogni modo di esportare
anche qui da noi.
Sì perché, a differenza di quanto qualcuno possa pensare, l’utilizzo delle
telecamere con tecnologia avanzata non è finalizzato alla nostra sicurezza, ma
al totale controllo H24 su ognuno di noi.
Incontro pubblico per fare collettivamente il punto sul progetto smart city a
Busto Arsizio: installazione delle telecamere con intelligenza artificiale,
delle antenne 5g e cosiddetta riqualificazione di alcune aree in città “.
Proiezione di video estratti da tre documentari sulle smart city Palestinesi
realizzati da Al Jazeera e doppiati in lingua italiana.
Interventi da Bologna, Milano e da esponenti della comunità palestinese in
Italia.
L’appuntamento è fissato per il 7 giugno alle ore 15,30, presso PIME, via Lega
Lombarda 20, a Busto Arsizio.