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Operazione Sibilla: non luogo a procedere. Fuori Alfredo dal 41 bis! Giù le mani dalla stampa anarchica!
Riceviamo e diffondiamo: DOPO IL NON LUOGO A PROCEDERE PER L’OPERAZIONE SIBILLA, GRIDIAMO ANCORA PIU’ FORTE: FUORI ALFREDO DAL 41 BIS! GIU’ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA! L’udienza preliminare dell’operazione Sibilla si è conclusa con la dichiarazione di non luogo a procedere per tutti gli imputati in merito a tutte le accuse. Durante l’udienza sono state lette dichiarazioni spontanee da parte di Alfredo Cospito e di altri quattro compagni e una compagna imputati. Torneremo in maniera più approfondita sul commento a quanto è avvenuto oggi, a partire dalla diffusione, nelle prossime ore, delle dichiarazioni degli imputati. Sensazione di chi sta redigendo queste brevi note è che lo Stato abbia avuto in qualche modo “paura” di un processo durante il quale – come ha dimostrato la giornata odierna – sarebbe stato possibile rompere l’isolamento del 41 bis, dialogando, per quanto a distanza, con Alfredo. D’altro canto, questa decisione, oltre a essere un importante precedente nei riguardi di altri processi (a partire da quello di Massa contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny”), fa certamente venire meno un tassello fondamentale per giustificare l’internamento del nostro compagno in 41 bis. È dunque fondamentale riaprire con forza la mobilitazione per tirare fuori il nostro compagno da questo infame regime carcerario di tortura. Da oggi questa infamità risultata ancora più ingiustificabile anche nell’odioso terreno della giurisprudenza borghese. Significativo, inoltre, che nonostante le minacce di foglio di via notificate dalla questura perugina dopo la precedente presenza solidale del 10 ottobre, il numero di compagne e compagni all’esterno del tribunale è stato più consistente e determinato. FUORI ALFREDO DAL 41 BIS! CHIUDERE IL 41 BIS! GIU’ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA! Alcuni imputati e solidali 15/01/2025
January 16, 2025 / il Rovescio
San Pietro in Cariano (VR), 19 gennaio: presidio contro i nuovi OGM davanti al Dipartimento di biotecnologie
Riceviamo e diffondiamo questo volantino, distribuito il 14 gennaio nei paesi della Valpolicella (VR) limitrofi a un campo sperimentale di nuovi OGM. Il volantinaggio aveva anche lo scopo di pubblicizzare l’iniziativa che si terrà domenica 19 gennaio davanti al Dipartimento di biotecnologie di San Pietro in Cariano: APPELLO A CHI AMA LA TERRA E LA COLTIVA
January 15, 2025 / il Rovescio
Milano: Sui fatti del 7 dicembre
Riceviamo e diffondiamo. Nel frattempo gli scontri a Torino, a Roma e a Bologna hanno portato in strada ben altra rabbia, dando una certa consistenza alle parole “Vendetta per Ramy”. Sui fatti del 7 dicembre Milano, 7 dicembre. Il corteo cittadino contro guerra e DDL 1660 è appena finito: scendendo in metro a Cairoli, ci troviamo di fronte ad una scena sconcertante. Dopo un breve inseguimento cinematografico da parte di individui in borghese, alcune persone sono state fermate sulle scale in malo modo tra urla e minacce. Non potendo intervenire in alcun modo sul momento – a causa di una ventina di brutti ceffi atti ad imbruttire chiunque osasse avvicinarsi – nei giorni successivi abbiamo chiesto notizie: a 4 persone è stato contestato il reato di imbrattamento, riguardo una scritta “Ramy vive” sulla base del monumento a Garibaldi di Largo Cairoli. Sono state aperte delle indagini preliminari a riguardo, con la promessa/minaccia di denunce in arrivo. Per una denuncia di questo tipo, che rientra nell’ambito penale, la pena prevista va dai 6 mesi ai 3 anni, mentre a livello di denaro si parla di cifre tra i 1500 e i 10000 euro, senza contare le spese legali. Tutto questo per una scritta. Tutto questo in un corteo contro un decreto sicurezza che, come ormai chiunque sa, trasforma definitivamente l’italia in uno stato di polizia. Ci viene da pensare che forse il problema non è la scritta in sé, bensì il fatto che, poche settimane dopo che un ragazzo è stato ucciso dalla polizia, nel mezzo dell’esplicitazione più palese del fascismo di stato, la cosa più grave che succeda è una scritta. In un corteo dove il movimento si è rivendicato, a posteriori, le contestazioni del ‘68 e l’assalto alla prima della Scala del ‘76, in piazza la cosa più briosa – la vicenda che la stessa polizia ha trovato più interessante seguire – è stata una scritta. Forse perché oramai l’unico livello di conflittualità che si riesce ad esprimere è quello all’interno delle regole, un po’ opache e un po’ mafiose, che il movimento e gli sbirri hanno concordato di seguire, anche solo inconsciamente. Certo che potete imbrattare gli edifici, basta che la vernice sia lavabile. Certo che potete scuotere le transenne, basta che non le buttiate veramente giù. Certo che potete protestare per l’uccisione di un diciannovenne a causa della polizia, basta che non facciate casino, che non vi facciate vedere, che sia una cosa pacifica. Certo che potete pensare alla rivolta, basta che non pensiate veramente di iniziare, pur sbagliando, pur facendo passi falsi, ma iniziando. E soprattutto non osate pensare che si possano oltrepassare dei limiti, che la vostra rabbia si possa esprimere anche nelle le azioni, che a volte si possa veramente alzare l’asticella ed essere quella goccia che fa traboccare il vaso. Sono ormai troppi anni che le lotte si sono incagliate nelle manette di cui esse stesse hanno le chiavi. Troppi anni che si trovano scuse assurde per le dinamiche di potere, per i personalismi, per il patriarcato e il razzismo latenti. Le uniche forme di conflittualità e di rabbia permesse da questo teatrino sono sceniche e rituali, legittimando così il fatto che lo stato sia l’unico detentore della violenza. Con questa lettera, vogliamo mandare la nostra solidarietà a chi questi schemi, che sembrano ormai cementificati e intoccabili, cerca di romperli ogni giorno, nelle parole e nei fatti. La resistenza è vita, libertà per le imputate. Ramy vive. Delle zecche arrabbiate
January 13, 2025 / il Rovescio
Aggiornamento sull’Operazione City
Riceviamo e diffondiamo. Sulla “Operazione City” si veda anche qui: https://ilrovescio.info/2024/04/24/aggiornamento-sulloperazione-city-del-22-aprile-2024/ Anche su https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/01/10/aggiornamento-operazione-city-29-settembre/ Dicembre 2024 – Gennaio 2025 A fine Dicembre 2024 e a seguito di istanze di revoca delle misure cautelari (applicate il 22 aprile 2024, in relazione al corteo del 4 Marzo 2023) queste sono state di fatto: – revocate per 12 compagnx; – mantenute nella loro totalità (rigettando le istanze) per 3 compagnx: ancora sottopostx a obbligo di dimora, divieto di dimora e presentazione quotidiana alla p.g.; -riformulate per un compagno tutt’ora sottoposto a obbligo di firma quotidiana.   Ricordiamo che a Maggio 2025 inizierà il processo per i 19 imputatx di devastazione e saccheggio in merito a quella giornata di lotta al fianco di Alfredo e contro la tortura del 41bis e dell’ergastolo ostativo. Inoltre, all’alba del 30 Dicembre sono state notificate ulteriori misure cautelari (stabilite in sede di appello cautelare ed eseguibili solo per coloro che non hanno fatto ricorso in Cassazione): – per 3 compagnx l’obbligo di presentazione quotidiano e di dimora – per un compagno di sole firme quotidiane Paradossalmente, le stesse misure erano già state notificate e applicate a 3 di queste persone decorso il termine di 10gg dalla pronuncia d’appello per la presentazione del ricorso in Cassazione. Poi, ad una di queste tre, l’obbligo è stato sospeso “in attesa di atto esecutivo”, alle altre due le misure erano state revocate insieme alle cautelari dello stesso tipo relative al precedente troncone primaverile. La confusione derivante dalla doppia notifica e applicazione delle misure per tre degli indagati, si presume sia stata determinata dalle istanze della DIGOS che in data 25 Ottobre 2024 richiedeva con atto interno di notificare ed applicare le misure cautelari a sole 3 persone sul totale di 5, che – non promuovendo ricorso per Cassazione – avrebbero dovuto iniziare a essere sottopostx alle misure. La data dell’udienza di Cassazione dell’ordinanza di appello richiesto dal PM per i e le restantx indagatx per le fasi preliminari del corteo (aka “carrellistx”) sarà il 30 Gennaio. Tante sono state le persone che si sono mobilitate al fianco di Alfredo e contro la tortura di Stato in quei mesi di sciopero della fame, altrettante con il cuore e con la rabbia o con il proprio corpo e la propria determinazione sono scese in piazza il 4 Marzo e non solo. Oggi, quei legami e quelle lotte continuano. Contro ogni galera. Contro il 41bis e l’ergastolo ostativo. Libertà per tuttx!
January 13, 2025 / il Rovescio
[it, en] Perugia, 15 gennaio: Fuori Alfredo dal 41bis! Giù le mani dalla stampa anarchica!
Riceviamo e diffondiamo Qui il pdf in italiano: fuori alfredo dal 41 bis giu le mani dalla stampa anarchica 15 gennaio Here the appeal in english: get alfredo out of 41 bis hands off the anarchist publications january 15 [it] Fuori Alfredo dal 41 bis. Giù le mani dalla stampa anarchica (Perugia, 15 gennaio 2025) FUORI ALFREDO DAL 41 BIS GIÙ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA Dopo il rinvio di quella prevista per il 10 ottobre, è fissata per il 15 gennaio l’udienza preliminare del procedimento Sibilla, che nel novembre 2021 portò a un’operazione repressiva mirata principalmente contro il giornale anarchico “Vetriolo”. La procura di Perugia sta chiedendo il rinvio a giudizio per 12 anarchici e anarchiche imputati per 19 capi d’accusa, quasi tutti aggravati dalla finalità di terrorismo. Nel corso degli ultimi mesi sono stati notificati degli atti riguardanti l’avvio di un procedimento con cui la questura di Perugia intende emettere una serie di fogli di via dalla città, motivandoli con la presenza solidale tenutasi il 10 ottobre davanti al tribunale. Predisporsi a emettere dei provvedimenti del genere per un momento come quello, in cui senza particolari turbolenze è accaduto ciò che solitamente avviene in tutte le circostanze di questo tipo (affissione di striscioni, un volantinaggio, qualche intervento, ecc.), assume un significato palese: allontanare i solidali, impedire qualsiasi manifestazione di solidarietà in occasione delle udienze nei confronti degli inquisiti e particolarmente di Alfredo Cospito, recluso in regime di 41 bis nel carcere di Bancali in Sardegna e tra i 12 imputati di questo procedimento. Mentre gli Stati si attrezzano per la guerra e i profitti per gli armamenti crescono a dismisura, mentre si sprecano le parole a giustificazione del genocidio a Gaza – il primo genocidio automatizzato della storia, dove l’intelligenza artificiale gioca un ruolo determinante –, mentre assistiamo alle consuete chiacchiere sulle stragi sul lavoro a difesa degli interessi dei padroni, mentre è in esame al senato un decreto sicurezza con cui viene preparato un ulteriore attacco contro il conflitto sociale… questi signori si affrettano nuovamente a processare gli anarchici, un “nemico interno” da debellare perché da sempre in lotta contro lo Stato e il capitale. Pur di attaccare gli anarchici e i percorsi rivoluzionari, lo Stato farnetica di capacità “istigatorie” e “orientative” in un ambito come quello del movimento anarchico, da sempre fautore di un’ostinata e radicale autonomia di pensiero e di azione. Un’affermazione che fa il paio con l’aver sostenuto nel processo Scripta Manent delle condanne per “strage politica” nel paese in cui le stragi, quelle vere, le hanno perpetrate sempre gli apparati statali. Assieme a quel processo, l’operazione Sibilla è stata determinante nel trasferimento in 41 bis di Alfredo Cospito. Con l’intensa mobilitazione contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo del 2022-‘23 abbiamo impedito che da Scripta Manent – per via dell’imputazione di “strage politica” – derivassero condanne fino all’ergastolo. Oggi come ieri, con l’approssimarsi di un potenziale processo Sibilla, non è quindi un mero esercizio retorico esprimere solidarietà con gli inquisiti e specialmente con Alfredo, recluso in uno tra i più afflittivi regimi detentivi esistenti in Europa. CI VEDIAMO MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2025 ALLE ORE 09:30 DAVANTI AL TRIBUNALE DI PERUGIA IN PIAZZA MATTEOTTI. * * * [en] Get Alfredo out of 41 bis. Hands off the anarchist publications (Perugia, Italy, January 15, 2025) GET ALFREDO OUT OF 41 BIS HANDS OFF THE ANARCHIST PUBLICATIONS The preliminary hearing in the Sibilla case, which led to a repressive operation in November 2021 mainly targeting the anarchist newspaper ‘Vetriolo’, is scheduled for 15th January, after the one dated 10th October was postponed. The Public Prosecutor’s Office of Perugia is demanding the indictment of 12 anarchists accused of 19 charges, almost all of which aggravated by the purpose of terrorism. Over the last few months, there have been notifications of the opening of a procedure by which the Perugia Police Headquarters intends to issue a series of ‘expulsion orders’, justifying them on the grounds of the solidarity presence that took place in front of the court on 10th October. The preparation of such preventive measures – imposing the obligation to stay out of a given municipality for a minimum of six months and a maximum of four years – for a moment like that one, where what happened was what usually happens in all circumstances of this type without any particular turbulence (the hanging of banners, a leaflet, a few interventions, etc.), assumes a clear meaning: to drive away comrades, to prevent any manifestation of solidarity during the hearings against the accused and in particular Alfredo Cospito, who is imprisoned under the 41 bis regime in the Bancali prison in Sardinia and is one of the 12 accused in this case. While states are gearing up for war and armament profits are growing out of all proportion, while words are being wasted to justify the genocide in Gaza – the first automated genocide in history in which artificial intelligence plays a decisive role –, while we are all witnessing the usual chatter about massacres at work in defence of the interests of masters, while a security decree (Ddl 1660) being examined in the Senate prepares a further attack against social conflicts… these gentlemen are once again in hurry to put on trial the anarchists, an ‘internal enemy’ that must be eradicated because of their long struggle against the state and capital. In order to attack anarchists and revolutionary paths, the state rants about ‘inciting’ and ‘orienting’ capabilities in such an area as the anarchist movement, which has always defended an obstinate and radical autonomy of thought and action. A statement that goes hand in hand with having supported, in the Scripta Manent trial, convictions for ‘political massacre’ in a country where the massacres, the real ones, have always been perpetrated by the state apparatus. Together with that trial, operation Sibilla was decisive in the transfer of Alfredo Cospito into 41 bis prison regime. With the intense mobilisation of 2022-‘23 against 41 bis and life imprisonment without the possibility of parole, we prevented the sentences of up to life imprisonment resulting from Scripta Manent charge of ‘political massacre’. Today, as yesterday, as a possible trial of Sibilla looms, it is therefore not a mere rhetorical exercise to express solidarity with the accused and in particular with Alfredo, who is imprisoned in one of the most afflictive prison regimes in Europe. WE WILL MEET ON WEDNESDAY 15TH JANUARY 2025 AT 9.30 IN FRONT OF THE COURTHOUSE IN PERUGIA, IN PIAZZA MATTEOTTI.
January 8, 2025 / il Rovescio
SANITALIA COMPLICE DEI LAGER DI STATO
Riceviamo e diffondiamo: SANITALIA COMPLICE DEI LAGER DI STATO Sanitalia si è aggiudicata il bando da 8,4 milioni di euro per la gestione del CPR di Torino, chiuso dalle rivolte nel marzo 2023. Dalla partnership con la squadra del TORO, alle cliniche per persone affette da alzheimer, Sanitalia punta anche al business dell’accoglienza. Da 27 mila euro di fatturato nel 2013, passa a 14 milioni nel 2023, soprattutto grazie ai ricchi bandi di gestione di parte della macchina del razzismo di Stato: gestisce CAS nell’astigiano e a Chiaves in val di Susa e nel 2024 tenta la scalata per la gestione dei centri di espulsione in Albania, a Milano e anche a Torino. La retorica dell’accoglienza dello Stato italiano maschera un sistema razzista che funziona e opera a più livelli: dallo sfruttamento lavorativo, al controllo dei corpi, dei documenti e del movimento. Il CPR non è che una delle parti di questo meccanismo e Sanitalia come tutte le altre aziende, enti e cooperative che collaborano per farlo funzionare ne sono complici dirette. CONTRO IL RAZZISMO DI STATO, OGNI GABBIA E CHI NE E’ COMPLICE. [IN ALLEGATO QUALCHE ESTRATTO DA UNA VISITA AD UNA DELLE SEDI DI SANITALIA A TORINO]
January 7, 2025 / il Rovescio
Al tempo del genocidio. Tafferugli al termine dell’universo. 19 dicembre 2024, Tessera (VE).
Riceviamo e diffondiamo questo comunicato sulla giornata del 19 dicembre contro lo stabilimento di Leonardo Spa a Tessera: Scarica il file in formato pdf: 19 dicembre Tessera   Al tempo del genocidio. Tafferugli al termine dell’universo. 19 dicembre 2024, Tessera, Venezia. Loro in un centinaio, il doppio di noi, armati di tutto punto, e ciononostante due finiscono in ospedale. Noi in una cinquantina, armatx di complicità e determinazione; un compagno, a cui siamo vicinx e solidali, è stato preso durante le cariche e portato in questura per poi essere denunciato. Ci hanno dovuto caricare per 3 volte di seguito, per conquistarsi 30 metri di strada, che noi abbiamo difeso con coraggio e determinazione. Loro avevano imposto un divieto negando il corteo, autorizzando solo il presidio statico, a cui si è risposto bloccando la strada. Dobbiamo fin da subito rivendicarci questa scelta, quella di essere parte che agisce e non solo che subisce; abbiamo alzato noi il livello del conflitto, e le cariche ricevute e le probabili conseguenze per questa giornata sono la risposta più diretta della controparte. Ma per reggere l’urto e significare quello che facciamo, noi, chi ha preso parte a quella giornata, ci dobbiamo percepire come potenza contro il potere: con le leggi e con gli sbirri il potere impone il proprio volere (in questo caso negando il corteo), noi grazie alle complicità e alle amicizie diventiamo potenza contro il potere, definendo noi la piazza. L’avevamo detto fin da subito che lo scopo di questa mobilitazione contro lo stabilimento della Leonardo SPA a Tessera era quella di bloccare; anche se non siamo riuscitx ad avvicinarci allo stabilimento per bloccarne la produzione, abbiamo bloccato le strade limitrofe, creando disagi e disturbi. Un bilancio positivo, per essersi trovatx in 50 in una giornata di pioggia al termine dell’universo, circondatx da sbirri, due per ognunx di noi. Parafrasando qualcuno, “eppur si muove”… Certo, quello che abbiamo fatto a Tessera il 19 dicembre è nulla in confronto al tempo del genocidio e della guerra globale. Dal 7 ottobre 2023 la mobilitazione per la Palestina ha animato tutto il mondo, e qua a Venezia ha assunto caratteristiche interessanti. Ma la situazione internazionale non ha fatto che peggiorare; il conflitto in Asia Occidentale è in continua espansione, mentre quello tra NATO e Russia in Ucraina sembra essere in una fase di “caldo” congelamento, se non per la pratica della diserzione, che si diffonde sempre più, essendo l’unico modo per provare ad uscire vivi dalla carneficina capitalistica. Proprio per questo pensiamo che l’obiettivo della Leonardo SPA a Tessera sia organico e coerente con i tempi storici che viviamo, e perciò abbiamo costruito la mobilitazione di questi mesi che è culminata nella giornata del 19 dicembre. Un segnale minimo, ma necessario. Abbiamo trovato nuove amicizie e complicità, che sono quelle con cui ci piacerebbe proseguire, se decideremo di andare avanti, ma ne abbiamo perse anche. Le indicazioni della resistenza palestinese sono state molto chiare: colpire i responsabili del genocidio “a casa nostra”: università, aziende, enti che hanno accordi con l’entità sionista. Lascia sicuramente un po’ di amarezza avere incontrato persone e gruppi che si sono riempiti bocca e comunicati di parole di solidarietà al popolo palestinese, e che poi su questa mobilitazione e sulla giornata del 19 non hanno impiegato nemmeno un minimo della loro energia. E ancora peggio, dal momento che il paradigma di questa mobilitazione è stato quello del blocco, da costruire con pratiche e modalità diverse, e che avrebbe funzionato ancora di più, se ci fosse stata una partecipazione più ampia; un paradigma per il quale o si è a favore del blocco e ci si impegna in questa direzione, oppure si è contrarx e, consequenzialmente si accetta il normale funzionamento di uno stabilimento che produce morte. Non abbiamo molto altro da dire; un cerchio si chiude. Questa mobilitazione di Tessera è nata anche grazie ad un opuscolo che abbiamo pubblicato con il titolo “o la guerra o la vita”. Il 7 ottobre 2023 la resistenza palestinese ha compiuto il più alto gesto della vita, quello della liberazione dall’oppressione, dando vita ad un movimento di solidarietà internazionale. Per vendicarsi, l’entità sionista usa la guerra per eliminare intere popolazioni. Noi stiamo vivendo il primo genocidio in diretta, e abbiamo un ruolo, data la complicità dell’Occidente. Questo radicalizza: o ci si abitua alla morte, rendendoci anestetizzatx a quanto ci circonda, o ci si assume la responsabilità del tempo che viviamo, seguendo la strada che la resistenza palestinese ha indicato, quella della vita. In un sito sperduto dell’internet si legge “Life finds a way. Vitalism does not mean enhancing one’s experiences, but rather choosing to align oneself with the creative forces captured by the present organization of the world. Vitalists are commonly found in the woods, at punk shows, at the beach, in dance parties, in the black bloc, wherever screens do not loom so large.” Il vitalismo, ovvero l’energia vitale, è un qualcosa di cui si può fare esperienza. Il 5 ottobre 2024, a Roma, per esempio, la vita si è data una forma, quella dell’irriducibilità nel conflitto. Lì abbiamo trovato vitalità: è stato un momento vitalista. Nel nostro piccolo, trovarsi in 50 persone, al termine dell’universo -geografico e letterale-, in una giornata di pioggia, ad opporre la vita alla guerra e alla morte, pensiamo sia stato un gesto vitalista. Non abbiamo la minima idea di come fare, ma pensiamo che un modo per non farci anestetizzare dalla morte che ci circonda, sia quello di cercare di alimentare il vitalismo del conflitto.
December 29, 2024 / il Rovescio
Foligno, 4 e 5 gennaio 2025: A CHE PUNTO STIAMO DELLA NOTTE Due giorni di laboratorio teorico su guerra, crisi e rivoluzione
Riceviamo e diffondiamo Scarica l’indizione in pdf: Befana2025n   A CHE PUNTO STIAMO DELLA NOTTE Due giorni di laboratorio teorico su guerra, crisi e rivoluzione SABATO 4 GENNAIO Ore 17 – Deutschland unter alles: chiacchierata su crisi economico-politica del sistema Germania A seguire CENA e TOMBOLATA BENEFIT per operazione Sibilla DOMENICA 5 GENNAIO Ore 17 – Per una critica al vetriolo: la cosiddetta fase nichilista Dalle 21 concerto con BI-FOLK Cena umbra CIRCOLO ANARCHICO “LA FAGLIA”- VIA MONTE BIANCO 23 – FOLIGNO E- MAIL: CIRCOLOANARCHICOLAFAGLIA@INVENTATI.ORG TELEGRAM:T. ME / CIRCOLOANARCHICOLAFAGLIA Deutschland unter alles – sabato 4 gennaio ore 17 Le conseguenze della guerra in Ucraina, e non solo, stanno devastando la Germania. La locomotiva d’Europa non riesce a carburare, rallentata dalla mancanza di materie prime e dall’inflazione. Costretta a rompere i rapporti con il suo principale fornitore energetico (la Russia), l’economia tedesca ha cominciato sin da subito a scricchiolare; ciononostante i governanti hanno continuato ottusamente a perseverare su una china di negazione della realtà fino al punto di rottura: chiusura di decine di fabbriche, centinaia di migliaia di licenziamenti e la crisi che dall’economia travolge la politica. Infine la rottura tra socialdemocratici e liberali sul tema del possibile sfondamento dei vincoli di bilancio, quindi la crisi di governo e le elezioni anticipate che si terranno a febbraio. Un suicidio complessivo della classe dirigente tedesca, con una borghesia nazionale prostrata davanti agli interessi di chi, con ogni probabilità, ha sabotato un’infrastruttura strategica come il gasdotto Nord Stream; una socialdemocrazia che si presta a governare la più grande offensiva anti-operaia degli ultimi decenni; un pot- pourri di sinistra radicale, verdi, vari movimenti antagonisti e femministi, ridottisi a ventriloqui delle ragioni della guerra. E infine il regalo più grande all’estrema destra neonazista, a cui è stato lasciato il monopolio dell’opposizione alla guerra e che ora rischia di passare all’incasso. Un suicidio per molti versi incredibile, finanche ≪antinazionale≫. Una gestione talmente in contrasto con gli interessi tedeschi da rendere evidenti quali e quante catene di sottomissione, non conosciute al grande pubblico, esistano fra Stati. Se le cose stanno così, la guerra tra NATO e Russia può essere letta, allora, anche da un altro punto di osservazione: come una guerra economica degli Stati Uniti all’Europa. Se a tutto ciò aggiungiamo il fallimento della pretesa ristrutturazione green dell’industria tedesca, dovuto in larga parte alla superiorità di un mercato cinese decisamente fuori portata soprattutto se pensiamo a veicoli elettrici, chip, terre rare e superconduttori, ecco che abbiano la rovina in tutto il suo splendore. Ne parliamo con due compagni anarchici che vivono a Berlino. Per una critica al vetriolo: la cosiddetta fase nichilista – domenica 5 gennaio ore 17 In vista dell’imminente udienza preliminare, che si terrà il 15 gennaio, del processo derivato dall’inchiesta Sibilla, cogliamo l’occasione per tornare a rileggere criticamente alcuni dei testi messi sotto accusa. In particolare vorremmo soffermarci sulla categoria di ≪fase nichilista≫ ipotizzata in alcuni articoli del giornale “Vetriolo”. Fase nichilista che veniva definita come l’espressione della rabbia di classe nell’epoca della rimozione di ogni forma di consapevolezza di classe. Una lotta di classe dunque, bandita dalla buona società e dai suoi falsi nemici, che ritornerebbe sotto forma sintomatica, nevrotica, come un rimosso che tormenta le contraddizioni della pace sociale, attraverso forme irrazionali di ribellione. Il nemico principale individuato dagli oppressi in questa fase veniva riconosciuto nelle tecnoscienze e nei suoi ritrovati. Nel contesto di un’ampia critica radicale all’evoluzione del tessuto sociale, del capitalismo, dello sfruttamento e del conflitto che ne deriva, Vetriolo ha propugnato quello che è stato definito “anarchismo rivoluzionario”, un anarchismo che non disprezzasse una qualche forma di pensiero strategico. Passare dunque dall’azione per l’azione, all’azione nella strategia, per illuminare i nostri passi nella notte e riempirla di grandi sogni in grado di permettere il fermento della fase nichilista nella guerra sociale.
December 19, 2024 / il Rovescio