Al tempo del genocidio. Tafferugli al termine dell’universo. 19 dicembre 2024, Tessera (VE).Riceviamo e diffondiamo questo comunicato sulla giornata del 19 dicembre contro
lo stabilimento di Leonardo Spa a Tessera:
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Al tempo del genocidio.
Tafferugli al termine dell’universo.
19 dicembre 2024, Tessera, Venezia.
Loro in un centinaio, il doppio di noi, armati di tutto punto, e ciononostante
due finiscono in ospedale. Noi in una cinquantina, armatx di complicità e
determinazione; un compagno, a cui siamo vicinx e solidali, è stato preso
durante le cariche e portato in questura per poi essere denunciato. Ci hanno
dovuto caricare per 3 volte di seguito, per conquistarsi 30 metri di strada, che
noi abbiamo difeso con coraggio e determinazione.
Loro avevano imposto un divieto negando il corteo, autorizzando solo il presidio
statico, a cui si è risposto bloccando la strada. Dobbiamo fin da subito
rivendicarci questa scelta, quella di essere parte che agisce e non solo che
subisce; abbiamo alzato noi il livello del conflitto, e le cariche ricevute e le
probabili conseguenze per questa giornata sono la risposta più diretta della
controparte. Ma per reggere l’urto e significare quello che facciamo, noi, chi
ha preso parte a quella giornata, ci dobbiamo percepire come potenza contro il
potere: con le leggi e con gli sbirri il potere impone il proprio volere (in
questo caso negando il corteo), noi grazie alle complicità e alle amicizie
diventiamo potenza contro il potere, definendo noi la piazza. L’avevamo detto
fin da subito che lo scopo di questa mobilitazione contro lo stabilimento della
Leonardo SPA a Tessera era quella di bloccare; anche se non siamo riuscitx ad
avvicinarci allo stabilimento per bloccarne la produzione, abbiamo bloccato le
strade limitrofe, creando disagi e disturbi. Un bilancio positivo, per essersi
trovatx in 50 in una giornata di pioggia al termine dell’universo, circondatx da
sbirri, due per ognunx di noi. Parafrasando qualcuno, “eppur si muove”…
Certo, quello che abbiamo fatto a Tessera il 19 dicembre è nulla in confronto al
tempo del genocidio e della guerra globale. Dal 7 ottobre 2023 la mobilitazione
per la Palestina ha animato tutto il mondo, e qua a Venezia ha assunto
caratteristiche interessanti. Ma la situazione internazionale non ha fatto che
peggiorare; il conflitto in Asia Occidentale è in continua espansione, mentre
quello tra NATO e Russia in Ucraina sembra essere in una fase di “caldo”
congelamento, se non per la pratica della diserzione, che si diffonde sempre
più, essendo l’unico modo per provare ad uscire vivi dalla carneficina
capitalistica. Proprio per questo pensiamo che l’obiettivo della Leonardo SPA a
Tessera sia organico e coerente con i tempi storici che viviamo, e perciò
abbiamo costruito la mobilitazione di questi mesi che è culminata nella giornata
del 19 dicembre. Un segnale minimo, ma necessario. Abbiamo trovato nuove
amicizie e complicità, che sono quelle con cui ci piacerebbe proseguire, se
decideremo di andare avanti, ma ne abbiamo perse anche. Le indicazioni della
resistenza palestinese sono state molto chiare: colpire i responsabili del
genocidio “a casa nostra”: università, aziende, enti che hanno accordi con
l’entità sionista. Lascia sicuramente un po’ di amarezza avere incontrato
persone e gruppi che si sono riempiti bocca e comunicati di parole di
solidarietà al popolo palestinese, e che poi su questa mobilitazione e sulla
giornata del 19 non hanno impiegato nemmeno un minimo della loro energia. E
ancora peggio, dal momento che il paradigma di questa mobilitazione è stato
quello del blocco, da costruire con pratiche e modalità diverse, e che avrebbe
funzionato ancora di più, se ci fosse stata una partecipazione più ampia; un
paradigma per il quale o si è a favore del blocco e ci si impegna in questa
direzione, oppure si è contrarx e, consequenzialmente si accetta il normale
funzionamento di uno stabilimento che produce morte.
Non abbiamo molto altro da dire; un cerchio si chiude. Questa mobilitazione di
Tessera è nata anche grazie ad un opuscolo che abbiamo pubblicato con il titolo
“o la guerra o la vita”. Il 7 ottobre 2023 la resistenza palestinese ha compiuto
il più alto gesto della vita, quello della liberazione dall’oppressione, dando
vita ad un movimento di solidarietà internazionale. Per vendicarsi, l’entità
sionista usa la guerra per eliminare intere popolazioni. Noi stiamo vivendo il
primo genocidio in diretta, e abbiamo un ruolo, data la complicità
dell’Occidente. Questo radicalizza: o ci si abitua alla morte, rendendoci
anestetizzatx a quanto ci circonda, o ci si assume la responsabilità del tempo
che viviamo, seguendo la strada che la resistenza palestinese ha indicato,
quella della vita. In un sito sperduto dell’internet si legge “Life finds a way.
Vitalism does not mean enhancing one’s experiences, but rather choosing to align
oneself with the creative forces captured by the present organization of the
world. Vitalists are commonly found in the woods, at punk shows, at the beach,
in dance parties, in the black bloc, wherever screens do not loom so large.” Il
vitalismo, ovvero l’energia vitale, è un qualcosa di cui si può fare esperienza.
Il 5 ottobre 2024, a Roma, per esempio, la vita si è data una forma, quella
dell’irriducibilità nel conflitto. Lì abbiamo trovato vitalità: è stato un
momento vitalista. Nel nostro piccolo, trovarsi in 50 persone, al termine
dell’universo -geografico e letterale-, in una giornata di pioggia, ad opporre
la vita alla guerra e alla morte, pensiamo sia stato un gesto vitalista. Non
abbiamo la minima idea di come fare, ma pensiamo che un modo per non farci
anestetizzare dalla morte che ci circonda, sia quello di cercare di alimentare
il vitalismo del conflitto.