Cosco: non sbarcheremo alla Spezia i container di armi per Israele

The Weapon Watch | 6a puntata: Intermediari e clienti per i droni killer israeliani - Monday, July 28, 2025

28 luglio 2025, ore 10:30. La nave porta container «Cosco Shipping Pisces», giunta davanti al porto della Spezia venerdì 25 luglio e tuttora in attesa al largo, si appresta all’attracco al molo spezzino di Fornelli al terminal LSCT, ma l’agenzia italiana della compagnia di navigazione cinese assicura che «non verranno sbarcati i tre container di Evergreen» con armamenti destinati a Israele. Non solo, sembra intenzionata a «far tornare i tre box incriminati direttamente in estremo Oriente da dov’erano partiti».

Lo afferma un lancio di Shipping Italy, che riportiamo in forma integrale e che indirettamente attribuisce la decisione della compagnia alla campagna di boicottaggio indetta dal sindacato USB. La notizia dei container carichi di componenti in acciaio per armamenti è stata diffusa dai portuali del Pireo e dal sindacato greco ENEDEP, sulla base del destinatario finale, IMI Systems, uno dei grandi contractors dell’industria militare israeliana.

L’articolo di Shipping Italy si può leggere qui.
Il comunicato di USB Genova, che dichiara 24 ore di sciopero contro il trasporto di armi.

Weapon Watch ha ricostruito il percorso dei container segnalati, che sono cinque (tre di Evergreen, uno di Triton e uno di una compagnia sino-panamense). Partiti a fine giugno dal porto di Mumbai, India, per Singapore, sono stati qui caricati sulla «Cosco Shipping Pisces», grande porta container da 20.000 TEU che opera sulla rotta Asia-Mediterraneo. Dal Pireo, la «Pisces» doveva toccare secondo programma i porti di La Spezia, Genova, Marsiglia-Fos e Valencia, prima di ripartire per il Far East.

La rete di osservazione internazionale, che segue da settimane i movimenti della nave, vigilerà per verificare che i container effettivamente non vengano sbarcati e re-imbarcati su navi feeder dirette in Israele.

Il caso della «Pisces» indica che la protesta organizzata nonviolenta e soprattutto il ruolo dei lavoratori dei trasporti stanno dando un importante contributo alla trasparenza di un mercato delle armi sempre più intenso e ampio. Indica anche che l’orrore per ciò che da quasi due anni sta accadendo in Palestina ha raggiunto una dimensione insopportabile, e che il rifornimento di armi, tecnologia e capitali a Israele si sta ormai configurando come complicità nel genocidio dei palestinesi.