Comunicato Stampa di Rete spezzina Pace e Disarmo e The Weapon Watch

The Weapon Watch | 6a puntata: Intermediari e clienti per i droni killer israeliani - Monday, July 28, 2025


A La Spezia incrocio di possibili traffici di armamenti destinazione Israele

Sabato 26 luglio – ore 17.50

Il porto spezzino rimane sotto i riflettori per la sua vocazione come scalo di carico e transito marittimo di armamenti.

Mentre scriviamo, attirano l’attenzione due navi.


La prima, «Cosco Pisces», una grande porta container che avrebbe dovuto far scalo ieri mattina (25 luglio) alla Spezia, e invece da quasi un giorno è ferma al largo, a trenta miglia dalla costa ligure. L’attenzione sulla nave è stata richiamata dai portuali del Pireo. Infatti – secondo i portuali greci – avrebbe in stiva cinque container carichi di componenti militari in acciaio che stanno compiendo un lungo viaggio: partiti dal porto di Mumbai (India) a fine giugno per Singapore, sono stati qui caricati sulla «Cosco Pisces», grande porta container da 20.000 TEU che Cosco gestisce sulla rotta Asia-Mediterraneo. Individuati al Pireo perché destinati a IMI Systems, uno dei grandi contractors dell’industria militare israeliana, i cinque container sono con tutta probabilità in procinto di essere re-imbarcati su una nave feeder diretta in Israele in uno dei prossimi porti che la «Pisces» dovrebbe toccare, appunto La Spezia, poi Genova, Marsiglia-Fos, Valencia, prima di ripartire per il Far East. I portuali greci e italiani hanno chiamato alla mobilitazione anche i colleghi francesi e spagnoli.

Una seconda nave è al momento in porto a La Spezia. Si tratta della «Aal Gunsan», bandiera cipriota, una nave che solitamente opera in charter. Secondo fonti locali, che non abbiamo potuto verificare, avrebbe imbarcato al molo Garibaldi due container contenenti due cannoni e munizioni diretti in Indonesia.

Le nostre associazioni si fanno interpreti del pericolo che città e porto possano divenire il crocevia di traffici destinati ad alimentare guerre, in particolare quella in corso a Gaza, in cui Israele sta violando i più elementari diritti umani e compiendo azioni genocidarie che sono sotto indagine da parte di tribunali internazionali.

In proposito ricordiamo un recente caso a Ravenna che ha visto il coinvolgimento di rinomate aziende lombarde in un tentativo di esportare in Israele come “fucinati di acciaio” 14 tonnellate di componenti di cannoni, nonostante il divieto governativo.

Chiediamo all’AdSP del Mar Ligure orientale di esercitare tutti i controlli richiesti dalla legge 185/1990 e maggior trasparenza e dati certi circa il passaggio di armi dai porti della Spezia e di Marina di Carrara, i rispettivi quantitativi in esportazione, importazione e transito e le relative destinazioni, dati che sono a conoscenza delle medesime autorità.

Chiediamo inoltre ai rappresentanti eletti nel Comune di La Spezia di prendere posizione pubblicamente circa eventuali legami del tessuto economico spezzino con l’economia di guerra di Israele, di cui è prova l’annunciata presenza alla prossima edizione di SeaFuture di una delegazione ufficiale della Marina israeliana.

Rete spezzina Pace e Disarmo e The Weapon Watch