
Le navi di JP Morgan che portano i Caterpillar a Israele
The Weapon Watch | 6a puntata: Intermediari e clienti per i droni killer israeliani - Monday, September 15, 2025Quando boicottaggio e disinvestimento lasciano il segno
La decisione del fondo sovrano norvegese NBIM di disinvestire da Caterpillar Inc. e da cinque banche israeliane ha una portata storica.
Il Fondo governativo della Norvegia è il più grande fondo d’investimento al mondo, gestisce circa 2.000 miliardi di dollari. Il suo comitato etico ha valutato come «rischio inaccettabile che [Caterpillar e le banche israeliane, NdR] contribuiscano a gravi violazioni dei diritti degli individui in situazioni di guerra e conflitto».
La decisione, che accomuna Caterpillar e le banche israeliane che finanziano gli insediamenti illegali in Cisgiordania, indica per la prima volta la corresponsabilità di un’azienda simbolo dell’industria americana con i crimini che si stanno commettendo in Palestina.
Caterpillar Inc. è una mega azienda globale, oggi al 65° posto della classifica di Fortune 500, con 113.000 dipendenti e 64,8 miliardi di dollari di fatturato. È una public company inserita nel prestigioso Indice Dow Jones alla Borsa di New York, i cui principali azionisti sono grandi fondi d’investimento come Vanguard, State Streets e BlackRock, ma anche Melinda & Bill Gates ecc.
L’impiego militare dei grandi bulldozers americani iniziò con la Prima guerra mondiale, per il traino dei pezzi d’artiglieria mediante trattori cingolati. Il modello pesante D9, introdotto da Caterpillar nel 1954, ha fatto le sue prove nella guerra del Vietnam ed è stato poi adottato dall’esercito israeliano nella guerra di Suez (1956). Dagli anni Ottanta le IDF utilizzano sulla linea del fronte i Caterpillar D9, modificati mediante un kit di blindatura e armamento progettato dal Centro di recupero e manutenzione dell’esercito e da IAI Israeli Aerospace Industries, installato sulle macchine con la collaborazione di ITE, la società importatrice in esclusiva di Caterpillar in Israele appartenente al gruppo Zoko.
Come abbiamo scritto in un precedente articolo, una filiale americana di Leonardo (DRS Sustainment Systems) sta fornendo i triler a due assi che trasportano i carri armati e i bulldozer utilizzati a Gaza dai militari israeliani.
Caterpillar non può ignorare l’utilizzazione che ne fa l’esercito israeliano per demolire illegalmente abitazioni e coltivazioni palestinesi, distruggere strade e infrastrutture urbane. Nel 1989, questi reati vennero pubblicamente denunciati da alcune ong, le stesse che nel 2001 spedirono oltre 50.000 lettere di protesta a Caterpillar. Nel 2004 l’Alto commissario ai Diritti umani dell’ONU inviò una lettera ufficiale alla società, anche in seguito alla vasta risonanza della morte della ventitreenne attivista americana Rachel Corrie, schiacciata da un bulldozer Caterpillar mentre tentava di impedire la demolizione di un’abitazione palestinese. Quel tragico episodio ebbe anche conseguenze legali, poiché dopo aver inutilmente intentato una causa in Israele contro l’esercito israeliano – subito archiviata per «grave responsabilità» della stessa vittima – la famiglia Corrie ne sollevò un’altra negli Stati Uniti contro il governo americano, accusato di aver favorito crimini di guerra e la violazione dei diritti umani, dal momento che i macchinari di Caterpillar erano e sono tuttora forniti a Israele mediante il programma Foreign Military Sales, sovvenzionato con i soldi dei contribuenti americani. Da decenni Caterpillar è inserita negli elenchi delle aziende che traggono profitti dall’occupazione illegale israeliana dei Territori palestinesi, stilati dalla Coalition of Women for Peace (vedi Who Profits?) e dall’American Friends Service Committee.
Nel novembre 2024 la stessa amministrazione Biden in scadenza aveva deciso una temporanea sospensione della consegna di 134 Caterpillar D9 ordinati “con urgenza” da Israele nel 2023, compresi pezzi di ricambio, manutenzione e addestramento. Una misura che per quanto assai timida è stata immediatamente abolita dal presidente Trump appena insediatosi, nel gennaio 2025.
I CAT D9 sono stati consegnati nel porto di Haifa in 9 luglio scorso, con un’operazione di logistica marittima curata dal Ministero della difesa israeliano e dalla rappresentanza israeliana per il procurement militare di stanza a Washington, che includeva anche la consegna di alcuni mezzi militari leggeri. Il Ministero stesso ha diffuso le immagini dello scaricamento a Haifa, e i media israeliani hanno ampiamente ripreso l’evento come prova della ristabilita alleanza di ferro con gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump.


Sopra: la sistemazione dei bulldozer di Caterpillar nella stiva della portarinfuse «SLNC Severn» [fonte: Ministero della difesa di Israele, ripreso dal «Jerusalem Post» del 9.7.2025
L’intento propagandistico è stato però temperato da una serie di “oscuramenti”: le immagini riprendono i mezzi sbarcati ma i militari hanno offuscato il nome della nave e della compagnia marittima dipinto sulle fiancate, nonché le insegne commerciali sulle motrici degli autoarticolati che hanno preso in carico i Caterpillar sulla banchina portuale.
L’osservatorio Weapon Watch è riuscito a ricostruire gran parte della catena logistica che ha rifornito a Israele i Caterpillar D9, macchinari dual use intensamente utilizzati dai militari per compiere una vasta e documentatissima serie di crimini di guerra.
Per il trasporto dagli Stati Uniti, solitamente i grandi bulldozer D9 viaggiano in parte o del tutto disassemblati, in ogni caso privi degli accessori pesanti (pale, bracci oleopneumatici, cabine ecc.), e anche nel caso in esame la consegna è stata effettuata senza accessori, dalla nave al mezzo gommato mediante gru portuale. Invece la nave utilizzata per l’operazione era di tipologia inusuale, una portarinfuse con bandiera USA, nome «SLNC Severn», un tipo di nave solitamente impiegato per trasportare le cosiddette “rinfuse secche” (come minerali, carbone, cereali, cemento, ecc.). Nelle quattro stive coperte della «Severn» – al riparo da sguardi indiscreti – sono state ospitate dozzine di D9. Ciascuna macchina è stata caricata e scaricata mediante le grandi gru a portale.
La «SLNC Severn» è una delle sette navi della compagnia Schuyler Line Navigation Company, con sede a Annapolis, Maryland, tutte battenti bandiera americana per poter operare sotto l’ombrello del Jones Act, la legge fondamentale per la supremazia marittima degli Stati Uniti.
Da fine maggio la «Severn» è noleggiata per trasportare i D9, il 2 giugno viene fotografata mentre carica una ventina di bulldozer al terminal Holt Logistics di Gloucester City, New Jersey, che si trova nel grande comprensorio portuale di Filadelfia, Pennsylvania. A fine giugno ha intrapreso il viaggio senza scali intermedi per arrivare ad Ashdod il 7 luglio e il 9 a Haifa.

Nell’ovale rosso, una ventina di Caterpillar D9 sulla banchina pronti all’imbarco. Fonte: Marine Traffic.
È pressochè certo che la «Severn» sia tuttora al servizio della logistica militare USA a sostegno di Israele, con rotte pendolari tra costa orientale statunitense e Israele. Secondo «The Ditch», il 7 agosto la nave ha caricato nel porto di Paulsboro (sempre nell’area di Filadelfia, dove si trova un altro terminal di Holt) 374 tonnellate di bombe, del tipo da 2000 libbre, anch’esse bloccate in precedenza dall’amministrazione Biden. Da notare che la «Severn» ha recentemente fatto scalo a Souda Bay, Creta, una delle maggiori basi aeronavali americane nel Mediterraneo, dove in passato è stata vista movimentare merci con le gru di bordo.
La compagnia di navigazione Schuyler è stata acquisita nell’agosto 2024 da JP Morgan Chase, una delle quattro più importanti banche americane, con l’intento dichiarato di rafforzare i programmi marittimi governativi e «restore America’s maritime dominance», secondo le parole del presidente Trump. Nell’ultimo anno alla flotta di Schuyler si sono aggiunte anche una petroliera da 50.000 tonnellate e una nave per carichi fuori norma, rafforzando ulteriormente la già notevole presenza di JP Morgan nel settore marittimo.
L’attesa per un aumento dei noli e dei programmi governativi sostenuti dal clima bellico è infatti molto diffusa tra gli operatori. Non a caso la propaganda militare israeliana ha enfatizzato la portata dell’operazione logistica in corso dal 7 ottobre 2023 come la più grande nella storia di Israele, con 100.000 tonnellate di materiale militare movimentato attraverso 870 voli e 144 trasporti marittimi.
La “complicità logistica” di molti governi ed operatori è decisiva per compiere i crimini contro l’umanità e le violazioni degli accordi internazionali in vigore. Per riportare nella legalità gli operatori e spingere i governi verso una ricostruzione dell’ordine internazionale basato sulla diplomazia e il disarmo, le vie principali e più incisive si dimostrano il boicottaggio delle catene logistiche militarizzate e nel disinvestimento finanziario da chi produce strumenti di guerra e distruzione.