Bagnoli-Budapest: un gruppo di adolescenti, una partita di calcio, un audiodoc
NapoliMONiTOR - Tuesday, June 18, 2024Bagnoli Street Soccer è un gruppo informale di educatori e giovani ragazzi e ragazze del quartiere flegreo, nato durante la pandemia del 2020 per permettere ai giovani di non interrompere troppo a lungo l’attività sportiva. Il gruppo è eterogeneo e in continua trasformazione. Il suo nucleo centrale è costituito da educatori, bambini, bambine e adolescenti che hanno fatto parte della Lokomotiv Flegrea, squadra di calcio popolare che per quasi dieci anni ha diffuso nella periferia ovest della città un’idea di sport accessibile a tutti e tutte, senza esclusioni e discriminazioni, fondata su valori come il rispetto reciproco, la condivisione, l’antirazzismo e l’antifascismo.
STREET SOCCER
Da quasi quattro anni Bagnoli Street Soccer partecipa al progetto europeo DIALECT (finanziato in questa seconda edizione dal fondo Erasmus+ Sport), come unica realtà italiana, con il supporto e il coordinamento della Ong ActionAid e di altre realtà internazionali.
Circa due volte al mese, fin dalla sua nascita, Bagnoli Street Soccer organizza dei tornei di calcio di strada che vanno al di là della gara e che si mescolano con spazi di convivialità, musica, aggregazione. In quest’ottica, sempre grazie all’esperienza maturata in DIALECT, il gruppo ha iniziato a lavorare sulla metodologia del Football3, una modalità di calcio di strada autogestita, dove le regole sono individuate ascoltando l’opinione di tutti, e anche la “penalità” per chi non le rispetta è gestita attraverso un terzo tempo di riflessione collettiva.
IL METROPARK STADIUM
Nel 2021 Bagnoli Street Soccer ha dipinto un campo di calcio in un piazzale antistante la metro del quartiere e lo ha ribattezzato MetroPark Stadium con lo slogan: “Se i campi per giocare gratis non ce li date, ce li facciamo da soli!”.
Nonostante nel corso di questi ultimi anni al MetroPark si siano svolti tornei di calcio e di Football3, attività di un progetto europeo, laboratori, jam session hip hop e altre iniziative, la manutenzione ordinaria dello spazio è esclusivamente a carico di chi lo utilizza, dal momento che né il comune di Napoli né la municipalità (Fuorigrotta-Bagnoli) si interessano di pulire l’asfalto, potare le aiuole con continuità, installare i contenitori per la raccolta differenziata.
IL TORNEO
Dalle pagine del loro sito, gli educatori del gruppo spiegano: “Due anni fa, grazie a DIALECT, abbiamo partecipato a un torneo internazionale di Football3 ad Atene, che ci ha permesso di entrare in contatto con differenti realtà europee che operano nel mondo dello sport popolare, sociale e solidale, dando continuità all’idea di scambio e confronto che già era stata parte del progetto Lokomotiv. Abbiamo sviluppato un rapporto con l’associazione ungherese Oltalom, che fa dell’impegno calcistico con i ragazzi in condizioni di estrema povertà, con i giovani che vivono in istituti penali e con i rifugiati una delle proprie aree di lavoro.
Da qualche mese stiamo provando a recuperare le risorse economiche necessarie per partecipare il prossimo agosto a una serie di amichevoli internazionali organizzate da Oltalom, portando a Budapest dodici ragazzi e ragazze tra i quattordici e i diciott’anni, accompagnati dagli educatori e le educatrici della nostra realtà”.
Sempre sul sito di Bagnoli Street Soccer è possibile fare una piccola (o anche grande) donazione a supporto della trasferta del gruppo a Budapest. Per saperne un po’ di più dei partecipanti, che nel corso del viaggio lavoreranno alla costruzione di un audiodocumentario collettivo, gli abbiamo chiesto di condividere con i lettori di Monitor qualcosa delle loro vite e delle loro esperienze.
«Mi chiamo Carlo, ma a Bagnoli tutti mi chiamano Carletto, anche perché mio cugino ha il mio nome e cognome uguale e lo chiamano Carlone. Ho quindici anni, vado a scuola, anche se non è che mi piace troppo, e gioco a pallone. Gioco da quando avevo cinque anni, per molti anni con la Lokomotiv e poi da quando ha chiuso con la Puteolana. Ho fatto centinaia di gol, ma non li ho mai contati. Sono troppi. Gioco col numero nove o col dieci, che mi sono anche tatuato sul polpaccio. Sono mancino, mi piace dribblare e calciare da lontano.
«Nel tempo libero mi piace stare per strada e andare al mare. Con i miei amici andiamo su un vecchio pontile che sta a Bagnoli, si chiama Pontile Ferdi. Ci sta una palazzina abbandonata dove ci stavano dei macchinari della fabbrica, ci arrampichiamo e ci tuffiamo. Saranno dieci-quindici metri di altezza, non lo so. E niente, uno si fa il segno della croce, trattiene il respiro e si tuffa.
«Nelle scorse settimane sono uscito sui giornali per un fatto poco piacevole che è successo in una discoteca a Bagnoli. Sono stato in ospedale ma ora sto bene, anche se ho una cicatrice che si deve ricomporre e devo tenere dei cerotti enormi pure quando vado a mare. Siccome sono molto devoto alla Madonna dell’Arco, faccio sempre le processioni e le uscite, appena mi hanno portato fuori dall’ospedale sono andato al Santuario.
Mi piace sentire la musica. Il mio cantante preferito è Geolier, perché è bravo, è umile ed è napoletano». (carlo a.)
«Mi chiamo Asia, e sono una diciassettenne di Bagnoli, il quartiere in cui sono nata e in cui vivo. Mi piace passare il tempo con le amiche, d’estate andare al mare, ma anche al bowling, o a fare un giro, o andare a ballare. Però capitano pure sere che non ho voglia e mi piace stare su una panchina a parlare con le amiche per ore. Il pomeriggio faccio attività con l’educativa territoriale, alcune molto belle, tipo il laboratorio di informatica, quello di educazione sessuale, poi ci hanno insegnato a portare la canoa; e soprattutto il ballo, avevamo un gruppo, abbiamo fatto anche la pole dance.
«Con il calcio non c’entro molto, non so nemmeno la maggior parte delle regole, però è capitato che con mio fratello o con i miei amici abbiamo visto delle partite insieme e sono diventata tifosa del Napoli.
«Ho un tatuaggio, la data di nascita di mio fratello scritta con i numeri romani. Ho tante passioni, per esempio quando ero più piccola mi piaceva disegnare i vestiti. Mi piace la musica, ora sono in fissa con l’album di Geolier, l’altra sera l’abbiamo cantato tutto con le mie amiche in macchina e infatti sto senza voce.
Non so bene quali sono i miei sogni e le mie aspirazioni per il futuro, diciamo che ci devo pensare. Una cosa che sicuramente mi piacerebbe fare è un corso di make-up artist». (asia a.)
«Mi chiamo Angelo, ho sedici anni, vengo da Bagnoli, un quartiere alla periferia ovest di Napoli. Sono fidanzato da due anni con Martina, più piccola di me di due anni. La mia passione principale in questo momento è la cucina. Studio in un istituto alberghiero, sempre a Bagnoli, e il laboratorio di cucina è la materia che mi piace più delle altre. Ho fatto un corso di Primo Livello in un’accademia di cucina nel quartiere Chiaia. Ho lavorato in diversi bar, ma la paga era sempre troppo bassa e alla fine me ne sono andato. L’ultimo lavoro l’ho fatto in cucina, in un ristorante della zona, come aiuto cuoco. Mi piacerebbe diventare un grande chef in futuro.
«Da quando avevo una decina d’anni fino ai quattordici ho giocato a pallone nella Lokomotiv Flegrea. Ci sono arrivato perché mio cugino era uno dei fondatori, poi ho legato con il mister e con gli altri ragazzi. All’inizio eravamo pochi, poi sono venuti praticamente tutti i ragazzi di Bagnoli. Anche ora che è finita continuo a frequentare quegli ambienti, spesso con i miei amici andiamo a Villa Medusa e con alcuni ragazzi della Villa vado pure allo stadio, vedo la partita vicino a uno dei gruppi ultras della Curva B, un’altra cosa che mi piace molto.
«Mi piace molto anche la boxe. Andavo in palestra in un centro sociale a Soccavo, ma un po’ perché era lontano, un po’ perché non ho mai avuto molta pazienza di allenarmi, ho lasciato.
«Questo non è il primo viaggio che faccio. Con il progetto DIALECT di ActionAid siamo stati in Grecia, ad Atene. Ho visto il Partenone, uno dei monumenti archeologici più importanti della storia, con una vista mozzafiato. Unica pecca, i costi dei biglietti metro troppo alti. Poi sono stato a Paola, in Calabria: cucina eccezionale, mare e posto stupendi, però è un po’ morta, c’è poca movida». (angelo g.)
«Mi chiamo Hafiza Mahdiyar, sono una ragazza hazara proveniente dall’Afghanistan. Ho diciannove anni e studio all’università Federico II. Sono al primo anno di economia aziendale. Sono arrivata insieme a mia sorella in Italia nell’agosto del 2021. Prima vivevo a Kabul, la capitale, un posto molto bello con gente sempre gentile.
«Mi piace molto lo sport, da un anno e mezzo frequento una palestra dove pratico il karate, ma in generale amo tutti gli sport e ogni volta che posso partecipo a progetti sportivi. Ho conosciuto il gruppo di ragazzi di Bagnoli grazie a DIALECT. Sia io che mia sorella Fatima, anche lei studentessa, abbiamo partecipato al progetto ed entrambe andremo a Budapest, saremo le più grandi del gruppo dei “giovani”. Io e lei abbiamo avuto il ruolo di mediatrici, che nel Football3 è molto importante e stimolante, perché lo svolgono ragazzi e ragazze un po’ più grandi di quelli che giocano, e quindi i calciatori e le calciatrici ti riconoscono come qualcuno che può supportarli a prendere delle decisioni, ma non imporgliele. E infatti il mediatore è una cosa diversa sia dall’arbitro che dall’allenatore.
«Ho molti sogni e obiettivi, per esempio essere una brava economista, studiare, stare bene in questo paese in cui mi trovo. E anche continuare sempre a fare sport, non lasciarlo mai». (hafiza m.)