Focene 27 agosto 2006 – I fascisti uccidono Renato Biagetti
Osservatorio Repressione - Tuesday, August 27, 2024Renato Biagetti, giovane attivista del centro sociale Acrobax di Roma, viene ucciso in un agguato fascista. Ha appena 26 anni ed è appena uscito da una festa reggae sul litorale romano di Focene.
Chi lo ha ucciso lo ha aggredito con un coltello, ferendo anche altre due persone. “Una banale rissa tra balordi” diranno alcuni. Un’aggressione in cui, invece, l’ideologia fascista sembra permeare quelle 8 coltellate, stando al profilo degli aggressori. Il processo ha evidenziato gravi lacune nelle indagini.
“Chi ha ucciso Renato è sceso da una macchina grigia con il coltello in mano. E ha mirato direttamente al petto. Poi ha ferito chi era con lui. La sua ragazza e l’amico di sempre. Erano le cinque del mattino di domenica. Renato Biagetti aveva 26 anni ed era stato a un concerto reggae sul litorale romano, a Focene, una frazione di Fiumicino…Renato era un compagno, dei tanti che si riconoscono nelle attività del Laboratorio occupato che una volta era il Cinodromo di Ponte Marconi.
Renato era diventato da poco ingegnere faceva il tecnico del suono, la musica era la sua passione. Insieme a Laura la sua ragazza e l’amico Paolo era andato ad ascoltare un concerto di musica reggae a Focene, sul litorale romano.
I tre frequentavano attivamente il centro sociale Acrobax di Roma. Parole come intolleranza e razzismo, non sono nel loro vocabolario. Loro hanno altri valori, ma per questo sono stati puniti. Finito il concerto i tre si avviano verso casa, Laura va prendere la macchina, Renato e Paolo la aspettano. Una macchina grigia si avvicina e si ferma vicino a loro, a bordo ci sono due ragazzi, 17 e 19 anni, “E’ finita la festa? Allora che cazzo state a fa qui? Andatevene a Roma! ”. Un breve diverbio ed è in quel momento che la vita di Renato finisce. (In realtà morirà in ospedale qualche ora dopo) Nelle intenzioni del suo assassino c’era la volontà di uccidere. I due giovani scendono dalla macchina, uno è Vittorio Emiliani, figlio di un carabiniere, ha in mano ha un coltello, pochi secondi dopo si avventa su Renato: 8 coltellate, una alla coscia, le altre al petto di cui due al cuore.
L’autopsia riporterà che la causa della morte è da attribuirsi alle coltellate al cuore “inflitte con estrema violenza tanto da lasciare il segno dell’elsa del coltello” sul corpo di Renato. Nell’aggressione vengono feriti anche Laura e Paolo che riceve una coltellata alla schiena. Vittorio Emiliani al processo patteggia: 15 anni per omicidio volontario…”
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