La parola del mese. Fumo

NapoliMONiTOR - Wednesday, August 28, 2024
(disegno di ottoeffe)

A Napoli per parlare di fumo e premiare l’azienda più virtuosa (liltmilano.it, 31 maggio) 

Napoli, scoperto con diciotto stecche di hashish e banconote, arrestato per spaccio (il mattino, 16 agosto)

Circumvesuviana, viaggiatori sui binari: “Spaventati dal fumo” (repubblica napoli, 24 agosto)

Pesiamo le parole, per favore, prima di aprir bocca. E non solo quelle.

“Una volta Raleigh scommise con la regina che era capace di pesare il fumo”.

“Vuoi dire proprio pesare il fumo?”.

“Esatto, pesare il fumo”.

“Impossibile, è come pesare l’aria”.

“Ammetto che è strano, è un po’ come pesare l’anima. Ma Sir Walter, che era un tipo astuto, prese un sigaro intero e lo pesò, poi lo accese e lo fumò scuotendo meticolosamente la cenere nel piatto della bilancia, infine mise il mozzicone spento insieme alla cenere e pesò il tutto. A questo punto sottrasse la cifra ottenuta dal peso del sigaro intero: la differenza era il peso del fumo”. (paul e auggie in: smokedi p. auster e w. wang)

Vulcano è una delle più aspre tra le Eolie. Un terzo della sua superficie si è sviluppato intorno al porto di Levante, alla spiaggia “delle acque calde” e a quella “delle sabbie nere”. Un altro terzo si inerpica fino alle frazioni di Piano e Gelso, attraversando alternativamente natura incontaminata o arsa dal sole, macchie, boschi, poggi brulli e sassosi, fiancheggiando ville sul mare e vertiginose discese alle spiagge di sassi e scogli. L’ultimo terzo, il più affascinante, è occupato dal Gran Cratere fumante e dalla valle cosiddetta “dei mostri”.

Per i greci, sull’isola avevano dimora le fucine del dio del fuoco Efesto (Vulcano per i romani), che fabbricava con l’aiuto dei ciclopi i fulmini a Zeus. Virgilio racconta che Vulcano fu convinto da Venere a scendere alle Eolie per fabbricare armi a suo figlio Enea, tra cui il glorioso scudo decorato su cui erano raffigurati i momenti più importanti della futura storia di Roma.

Sembra che anche Shakespeare – che conosceva bene Virgilio – abbia pensato mille e cinquecento anni dopo a Vulcano, descrivendo l’isola de La Tempesta: la barca che conduce Antonio, usurpatore del ducato di Milano, Alonso, re di Napoli, e suo figlio Ferdinando, alla misteriosa isola senza nome nel Mediterraneo, percorre una rotta molto simile a quella di Enea, fino a raggiungere un lembo di terra impuzzolentito dai miasmi dello zolfo, pieno di gelsi e perennemente avvolto nel fumo.

Li gioche so’ fernute.
Te l’aggio ditto: l’artiste
erano tutte spirite,
e so’ svanite… So’ svanite pe’ ll’aria,
int’a lu niente…
[…] Tutto chello ca nce sta, fore e ddinto,
sparisce comm’a lu spettacolo ch’ ’e visto,
ca è sparito e ca nun lascia tracce.
Nuje simmo fatte cu la stoffa de li
suonne, e chesta vita piccerella nosta
da suonno è circondata, suonno eterno.
(eduardo de filippo, la tempesta)

Mentre in tanti eravamo in vacanza, tra Ferragosto e i giorni a seguire, agli abitanti della Vela Celeste veniva concesso di rientrare nei loro appartamenti per poche ore a impacchettare mobili ed effetti personali, e a portar via l’indispensabile. È passato poco più di un mese dal crollo di luglio e tra gli illustri opinionisti cittadini, i politici, i commentatori di professione il tema sembra avere già meno appeal (negli editoriali agostani sono andati fortissimo la rimozione della Venere degli stracci da piazza Municipio, la disfatta del Napoli a Verona e l’Autonomia differenziata). Da registrare comunque qualche alzata di testa dei professionisti più infaticabili dell’aria fritta.

La procura farà luce sulle eventuali responsabilità (istituzionali, ndr) e colpevoli omissioni, ma è subito emerso una sorta di “segreto di Pulcinella”: che il cinquanta per cento dei residenti negli immobili popolari del Comune a Scampia sono occupati “sine titulo”. […] L’incredibile percentuale di abusivi nelle Vele emerse già nel 2012 in una ricognizione disposta dall’assessore alla legalità Narducci. […] Più volte il nostro giornale ha sottolineato l’esigenza di una nuova stagione di impegno contro le camorre e per l’affermazione dei principi della legalità. […] Crediamo sia un piccolo ma prezioso segnale anche l’apertura di un nuovo store da mille metri quadri della Mondadori nella Galleria Umberto. (bernardino tuccillo, il mattino)

Quest’estate ho ascoltato molto il nuovo pezzo dei Co’Sang, senza mai riuscire a non pensare al concerto-reunion del 17 settembre prossimo a piazza Plebiscito. L’idea di dover pagare dei soldi per poter assistere a un evento in uno spazio pubblico, anzi nella piazza simbolo della città, mi ripugna. Eppure non ho saputo resistere, consapevole del fatto che questo concerto potrebbe essere un’occasione più che rara. Così il biglietto l’ho fatto, a esattamente quindici anni (i conti me li sono fatti dopo) dall’ultimo loro live a cui avevo partecipato.

Quando ho saputo del concerto, in realtà, e dell’uscita dell’album, avevo un po’ paura della capacità di Luché e Nto, a distanza di così tanto tempo, di poter ritrovare la simbiosi, la capacità di pensare, scrivere, performare come un solo cervello-mano-voce, e soprattutto di completarsi uno con l’altro, caratteristiche che avevano reso i Co’Sang una delle cose più importanti successe a Napoli negli ultimi vent’anni. ‘O primm’ post invece è un bel pezzo che parla di amicizia, relazioni, spazio vitale, successo personale, ego, e che lascia ben sperare anche per il concerto, mandando in fumo dubbi e scetticismi. Nonostante il Plebiscito a pagamento.

O’ tiempo sta passanno
mamma ra culonna ‘cca chi è che accummanna?
L’omme ca venne solo fummo,
chi tiene semp’ chiù fans,
chi tocca semp’ ‘o funno cu ‘e mmane?
Cresceno ‘e nummero, stu clan ‘e cane
vocche comme tana e buscie cacciano
chiù fummo e nu vulcano.
E chiano chiano comme a nu salame
c’hanno affummecato
cu strunzate c’hanno abbindulato,
circundato ‘e chiacchere abbuffato
spesso ‘e promesse pe’ l’interesse loro,
ma tutto ciò che luccica, saccio ca nun è oro.
(neffa ft. deda, la famiglia, mc mello, dj gruff, solo fumo)

(riccardo rosa)