Rewind # 14 – 20 settembre. È successo a Napoli
NapoliMONiTOR - Saturday, September 21, 2024Sabato 14 settembre Il Mattino inizia una (ennesima) campagna contro i parcheggiatori abusivi. Tra i vari, soliti, sottili incitamenti a carcere duro e legge del taglione, spicca un’intervista di Paolo Barbuto ad Antonio Coppola, presidente dell’Automobile Club di Napoli, ritratto in una fotografia con la faccia cattiva che sembra uno sceriffo pronto a sbattere in cella la banda di Butch Cassidy (Coppola è fotografato davanti a una bandiera del Comune, con tanto di messaggio subliminale rispetto alla possibilità che stia parlando un personaggio istituzionale). I toni, sia del giornalista che dell’intervistato (che secondo Barbuto “ha fatto della lotta ai parcheggiatori abusivi una ragione di vita”), sono da guerra civile. Si parla di “mano severa su questo mondo di illegalità che stritola Napoli”, “piaga inestirpabile”, punizioni e sequestro delle auto anche per i clienti. Le soluzioni di Coppola, per la cronaca, sono: arresti dei parcheggiatori e costruzione di parcheggi sotterranei “nelle cavità della città”.
Lunedì 16 vengono resi pubblici i risultati di una nuova indagine effettuata dall’Istituto nazionale geofisica e vulcanologia, l’università Roma Tre e quella di Ginevra. Dallo studio emerge che l’accumulo di magma nel complesso vulcanico dei Campi Flegrei starebbe raggiungendo profondità sempre più superficiali, in particolare salendo da sei a quattro chilometri sotto il livello del terreno. Lo studio fa riferimento all’ultima fase bradisismica, iniziata nel 2007 e ancora in corso, ed evidenzia come questa risalita di magma sia all’origine dei movimenti più recenti. “Non ci sono segnali imminenti di eruzione – spiega il direttore dell’Ingv – ma il rischio non deve essere ignorato”.
Il 17 muore Chiara Jaconis, giovane turista padovana che nel pomeriggio di domenica era stata colpita da un pesante oggetto (forse un vaso) caduto da un balcone mentre visitava i Quartieri Spagnoli. Il padre della ragazza ringrazia i medici e gli altri operatori dell’Ospedale del Mare che hanno provato a salvare la vita di sua figlia per due giorni “per la professionalità, la disponibilità e l’umanità dimostrata”.
Sempre martedì la Corte dei Conti chiede una condanna per il presidente della Regione De Luca e per altri cinque componenti della fu “unità di crisi” anti Covid. Il procedimento in corso è relativo all’emissione delle Covid card, tessere che segnalavano l’avvenuta vaccinazione. Per “bruciare un’iniziativa del governo nazionale”, spiegano i giudici, ovvero quella del Green Pass, De Luca avrebbe provocato uno spreco di circa quattro milioni di euro, di cui è chiamato a rispondere per circa un milione, emettendo una carta che non serviva a niente. Le card, tra le altre cose, a dispetto di quanto propagandato dalla Regione, non avrebbero mai attivato le funzionalità di utilizzo per la fruizione dei servizi pubblici, come trasporti e musei.
Mercoledì 18 la Asl Napoli1 chiude, a pochi giorni dalla sua apertura, l’indagine interna partita all’ospedale San Paolo dopo la pubblicazione on-line di un video in cui si vedevano due pazienti molto anziani legati al loro letto (un trattamento tra l’altro non registrato all’interno di nessuna cartella clinica, come sarebbe invece obbligatorio). In una nota, il direttore generale Verdoliva parla di “procedura avvenuta nel rispetto della normativa” e di “assenza di comportamenti censurabili”. La palla passa ora alla Procura, che ha aperto un’inchiesta.
Giovedì 19 il centro di Napoli va in tilt. Centinaia di uomini e donne delle forze dell’ordine, gruppi speciali in borghese, polizia municipale, guardia di finanza… tutti sono in strada per l’avvio del G7 della cultura, contribuendo a creare un caos dovuto a continui posti di blocco e strade chiuse. Nel pomeriggio il neo-ministro per la cultura Giuli accoglie i suoi colleghi stranieri al Museo Nazionale. Proteste di studenti e attivisti contro la privatizzazione della cultura.
Venerdì 20 i giornali danno grande risalto allo scioglimento del sangue di San Gennaro, e in particolare indugiano su due questioni. La prima richiama le parole dell’arcivescovo Battaglia e il suo proverbiale “grido di dolore” per lo spargimento del sangue “di chi è nel dolore, dei poveri, degli ultimi; dei diseredati, degli emarginati, degli innocenti”. Più volte il vescovo fa riferimento alle morti dovute al crollo di luglio nella Vela Celeste a Scampia e a quella della giovane turista padovana di qualche giorno fa. Manfredi e De Luca incassano la benevola e implicita tirata d’orecchie e a fine messa approvano le parole di cordoglio. Il secondo tema in risalto è la presenza contemporanea, per la prima volta, di esponenti delle famiglie Savoia e Borbone nel Duomo, durante lo scioglimento del sangue. I due principi, racconta Anna Paola Merone sul Corriere del Mezzogiorno, “sono seduti vicino, tra le autorità, e si scambiano cordialità. […] Un segno tangibile di distensione”.
Lo stesso giorno viene riportata la notizia del pentimento di Luisa De Stefano, tra i più potenti capi malavitosi dell’area est. La sua ascesa criminale era iniziata negli anni Novanta, quando si era fatta strada nelle fila del clan Sarno e successivamente di quello Rinaldi, sfruttando i rapporti favorevoli con un’altra importante leader, Anna De Luca Bossa, dell’omonimo clan.
Sul Corriere del Mezzogiorno spicca invece un editoriale firmato da Fortunato Cerlino (il Pietro Savastano della serie Gomorra, che da un po’ ci delizia con i suoi scritti sulle colonne del quotidiano di San Nicola alla Dogana). Cerlino ci racconta con vena poetica di un suo prossimo film che parlerà di “vite in apnea, […] schiacciate da un cielo alto quanto il coperchio di una bara”. Considerando “quanto sia ingombrante oggi la rappresentazione di Napoli” la produzione ha scelto non di spostarsi in un’altra città, ma di girare il film tra provincia e periferia, che Cerlino considera cinematograficamente “inconsuete”. Da lì in poi si mette a parlare di tutto: l’overtourism, i napoletani distratti, le “carte ‘nzevate”. Pian piano, per chi ha la forza di resistere, si arriva al punto: la napoletanità esiste ancora, solo che non si trova più al centro della città. Segue descrizione sulla “città verticale, dove si può solo scendere (negli inferi) e salire (nei cieli)” anzi “una circonferenza, dove il punto più alto coincide con quello più basso”. Ancora, richiami ai vermi di Mastriani, le anime del purgatorio, quelle “che puzzano di morte” ma riflettono anche “il candore d’o Paradiso“. L’incitamento finale è “a un turismo vivo” per “una città che non è come tutte le altre”.
Sempre venerdì viene annunciata da una nota stampa la Prima conferenza internazionale sulla mozzarella di bufala e i prodotti lattiero-caseari, che si svolgerà a Napoli a fine settembre con ospiti provenienti da cinque continenti, e durante la quale verranno presentati trenta progetti di ricerca. L’iniziativa rientra nel programma di celebrazioni per gli ottocento anni dell’Università Federico II. (redazione)