La parola della settimana. Prete
NapoliMONiTOR - Saturday, October 5, 2024Cosi andarono a pedagna a Ponte Mammolo, e non s’accontentarono d’ascoltare la predica della seconda messa, ma pure dell’ultima, quella di mezzogiorno. Il prete parlava sempre di loro, de ’sti ladroni, de ’ste anime perse, de ’sti sacrilleghi e de qua e de là… Si fecero una spanzata di messe, che del resto erano dieci anni che non entravano in chiesa, da quando avevano fatto la comunione, e manco si ricordavano più chi aveva creato il mondo. (pier paolo pasolini, una vita violenta)
Qualche giorno fa la Curia di Napoli ha diffuso un comunicato per avvertire i fedeli che ci sono quattro uomini che si fingono sacerdoti, celebrano messe e amministrano sacramenti, tutti nella zona di Torre Annunziata.
CLIP BELLAVISTA
I falsi preti starebbero agendo da mesi sposando persone, dicendo messa e facendo battesimi, ma la Curia ha redarguito i fedeli spiegando che la partecipazione consapevole a questi riti “comporterebbe gravi conseguenze per la vita spirituale dei fedeli e la loro comunione con la Chiesa”. I quattro sarebbero stati espulsi tempo fa dal seminario per motivi disciplinari, ma non avrebbero rinunciato a coltivare il sogno di predicare la loro idea di chiesa.
Altri guai, con altri preti, la chiesa ce li ha in America. In particolare con uno, tale padre Thomas Rosica, un prete importante, portavoce della sala stampa vaticana durante i sinodi dei vescovi tra il 2008 e il 2018, e organizzatore della Giornata mondiale della gioventù di Toronto. Padre Thomas è accusato di molestie sessuali da un giovane prete, per fatti che risalirebbero a una ventina d’anni fa. Rosica nega, il tribunale civile si è attivato, ma lui sostiene che non risponderà, perché di queste cose se ne dovrebbe occupare il diritto canonico. I media statunitensi e canadesi, intanto, seguono con grande attenzione.
Chi vol tegner la casa monda, no tegna né prete né colomba. (proverbio veneto)
A proposito di media: in questi giorni si sta girando a Napoli, tra il Vomero e la Sanità, una fiction sulla vita miracolosa di padre Antonio Loffredo, il vero sindaco se non della città partenopea, quantomeno del rione che di fatto governa da anni. Loffredo da più o meno un decennio è protagonista assoluto di tutto quanto avviene alla Sanità: salva minori, crea orchestre, forma guide turistiche, commissiona murales, redime camorristi, litiga con il Vaticano ma poi ottiene finanziamenti milionari, commissiona documentari, è protagonista di libri e film, sponsorizza grandi opere come stazioni della metropolitana e uscite della tangenziale, ha ottenuto da sindaci e assessori il diritto di veto su ogni singola scelta politica che riguarda il territorio. Partendo dalle catacombe, è diventato forse il più influente tra gli imprenditori della città.
CLIP OPERAZIONE SAN GENNARO
Un’altra bella figuraccia l’ha fatta qualche giorno fa quello che dei preti è il capo: sull’aereo per Roma, il 29 settembre, il papa ha annunciato la beatificazione del re del Belgio che si era opposto alla depenalizzazione dell’aborto. Francesco ne approfitta per ricordare che l’aborto è un omicidio e che i medici che lo praticano sono “sicari”.
Restano nervi tesi e fegato,
La fede che mi tiene ancora in piedi è lo scheletro.
Musica, tu allevia e mantieni l’anima intatta:
di’ la parola che sveglia il golem, dai un cuore all’uomo di latta.
Fa’ del palco la mia chiesa, dei testi il mio testamento,
tieni la mia mano ferma se e quando verrà il momento,
e dammi voce in eterno e cose vere da dire,
sii il mio punto fermo, qualcosa per cui morire.
Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano e ho visto i tetti d’oro. E dopo ho sentito il Papa dire che la chiesa si preoccupava dei bambini poveri… Allora venditi il tetto, amigo! […] Perché esiste il Banco Ambrosiano? Per vendere la droga e contrabbandare armi. […] Lo racconto sempre quell’incontro. Il Papa diede un rosario a mia madre, uno alla Claudia e quando arrivò il mio turno mi disse in italiano: “Questo è speciale, per te”. Io ero nervosissimo, mi venne appena di dirgli grazie. Poi mi avvicinai e dissi: “Perdoni, Santità, qual è la differenza tra il mio e quello di mia mamma?”. Lui non mi rispose nemmeno. Mi guardò, mi batté sulla spalla, mi sorrise e continuammo a gironzolare. […] Diego non rompere le palle e prenditelo, che c’è gente che aspetta. Mi disse questo, con quella toccatina sulla schiena. (diego armando maradona, io sono el diego)