L’oro tra le macerie. Oroscopo di Foucault 2025

NapoliMONiTOR - Monday, January 6, 2025
(disegno di ginevra naviglio)

L’ORO TRA LE MACERIE | OROSCOPO DI FOUCAULT 2025
Ora che ci penso, ora che provo a ricordare, ora che metto in fila le immagini di questi anni, ora che traccio una linea che mi separa dal prima e che voglio mi allontani dal dopo, ora che tutto quello che è successo è un materiale che riesco a maneggiare, che comprendo che non mi fa paura, ora vedo l’oro che ho trovato in queste macerie. (Giovanna Ferrara, L’innocenza dei dinosauri)

ARIETE
La combattività che Marte regala al vostro segno è l’origine della forza e della vitalità che vi caratterizza. L’entusiasmo di chi supera ogni difficoltà con determinazione e temperamento da battaglia è il vostro tratto distintivo. Allo stesso tempo può essere la causa di mancanza di tatto e di riflessione, di errori di valutazione che compromettono anche le relazioni più vicine fino a farne macerie. Così mi chiedevo se fosse questo l’anno in cui provare a dosare le nostre forze per un equilibrio differente che imprima delicatezza ai vostri slanci.
In un libro piccolo e intenso, la scrittrice afroamericana bell hooks (con le iniziali minuscole per precisa scelta dell’autrice) riflette sul tema dell’amore e del filo che lega l’adulto che siamo al bambino che eravamo. Scrive questa frase che è fatta apposta per voi: “Può essere utile cominciare a considerare l’amore come un’azione piuttosto come un sentimento”. Sappiamo che questa frase vi corrisponde: l’amore si esprime in gesti e comportamenti (prendersi cura, essere reciproci, ascoltare, proteggere, dare fiducia) senza i quali resta una parola priva di significati. Però, aggiungiamo noi a vostro beneficio, l’azione, senza la cura di parole che l’accompagnino, rischia di smarrirsi nelle abitudini.  In amore la parola è il reciproco del gesto, tenetelo a mente. 

TORO
Il principio fondamentale di chi scrive questo povero oroscopo è di essere “impermeabile” alle richieste popolari. Però, nel mentre della scrittura, ho ricevuto questo messaggio: “Scrivi al Toro di muoversi”, che sentivo essere in sintonia con quanto andava scritto. Il tema però non è solo il movimento, ma la direzione. Perché il Toro è segno di una sedentarietà che non è affine alla pigrizia fisica ma all’abitudine mentale. Abitudine agli affetti prima di tutto, che portate addosso come una seconda pelle (e del resto abitudine deriva dal latino habitus), poi ai luoghi (sareste capace di camminare per ore per le strade che trovate familiari), infine alla gioventù. Perché senza tanta fatica si distingue in voi lo sguardo dell’adolescente che attende il suono della campanella dell’ultima ora di lezione. Lo sguardo limpido e impaziente di chi assiste un po’ stupito al mondo degli adulti e al ritmo delle incombenze quotidiane di cui fa fatica ad afferrare il senso.
Ci sono, a questo punto, due possibilità di movimento. La prima è muoversi alzando le spalle al mondo verso i luoghi segreti che abitano i nostri sogni d’infanzia, difendendosi dalle pretese degli adulti. Il secondo, più complesso, è prendere per mano il nostro io bambino e uscire allo scoperto in direzione del sole. Usare sogni e ricordi come bussola che orienta il futuro, e non per nostalgia. Sul cuore, come scrive Ingeborg Bachmann, appuntate come medaglia la stella della speranza: “Viene conferita per la diserzione dalle bandiere, per il valore di fronte all’amico, per il tradimento di segreti obbrobriosi e l’inosservanza di tutti gli ordini”. 

GEMELLI
Secondo il filosofo Salvatore Natoli, l’“opposto della felicità non è il dolore ma la noia” (so che state pensando alla canzone di Franco Califano, vi inviterei però a un po’ di serietà). In virtù di questa tesi, la noia nasce quando il mondo intorno a noi perde significato e rischiamo di ridurre tutto ciò che ci circonda a un riflesso di noi stessi, dimenticando la sua reale ricchezza e varietà. La noia può derivare da questa visione o dal fatto che lo spazio di mondo che abitiamo si restringe, e i paesaggi quotidiani diventano abitudine. Al contrario della noia, la felicità è nell’apertura verso il mondo, nel riconoscere e apprezzare la novità che ogni cosa porta con sé. Quando siamo capaci di guardare al mondo con uno sguardo fresco, senza giudicarlo o ridurlo ai nostri desideri e bisogni (e senza brontolare, aggiungiamo noi) possiamo riscoprire il significato e la bellezza anche nelle esperienze quotidiane.
Fino a qui, mi direte, Natoli non ha aggiunto a quanto già sapete. Non siate impazienti, leggete ancora questo: “L’educazione alla felicità è l’educazione alla relazione giusta con le cose, che vuol dire rispettare le cose. La parola chiave è delibare: chi ama il vino lo deliba, non si ubriaca mai, mai da ogni goccia di vino riesce a stillare il suo sapore, e per questo deve avere una competenza. La felicità esige competenza e sapienza, un’educazione alle giuste relazioni con gli altri”. Apertura, capacità di essere curiosi e di guardare nelle cose la loro novità. E, mi raccomando, la giusta misura nelle cose e nelle relazioni. 

CANCRO
Che anno è stato questo trascorso? Un anno pieno di momenti importanti, in uno scenario complesso intorno a voi. Si fa fatica a trovare nel mondo qualcosa che ci somigli in questo brulicare di conflitti e di ambizioni mediocri. E voi che siete il segno della (iper)sensibilità e dell’intuizione, e che potete stare bene solo quando lo sono anche i vostri affetti intorno, rischiate a volte di scoraggiarvi. Così Mahmud Darwish, poeta e scrittore palestinese, rispondeva a un giornalista statunitense che lo intervistava: “Cosa scrivi, poeta, durante questa guerra?”. “Scrivo il mio silenzio”. “E quando ricomincerai a poetare?”. “Quando i cannoni taceranno per un po’, quando farò esplodere questo mio silenzio carico di voci, quando troverò una lingua adeguata”.
Cosa fare allora quando il rumore aggressivo del mondo vi impedisce di prendere parola? Come si trova una lingua adeguata quando intorno il mondo sembra offrire solo macerie per il futuro? La prima cosa da fare è stringersi a chi condivide i nostri pensieri; la seconda è non aver timore a uscire e ad andare in esplorazione nel mondo. Affamati di parole ma mai in silenzio, perché quello che il mondo non ci dà ce lo andremo a prendere, sogno per sogno, casa per casa.  Per questo anno che viene, dunque, vi invitiamo a fare un passo in avanti: portate allo scoperto le vostre parole e abbracciatele forte affinché il vento non le disperda.

LEONE
Scrive Giovanna Ferrara: “Abitare le proprie possibilità di vivente è una bussola sicura, sicura la direzione d’orientamento”. Che vuol dire? Vuol dire che la felicità interiore nasce dalla consapevolezza della propria potenza di agire. È nell’atto di esplorare questa forza che ci realizziamo, come ha insegnato Spinoza. La comprensione della nostra capacità di trasformarci e di trasformare il mondo ci dà senso e direzione, e ci connette alla nostra essenza più profonda. Una capacità trasformativa non solo personale ma anche politica, nel senso più alto e collettivo della parola. Una capacità non solo personale, ma che ha una dimensione collettiva, nel senso di un impegno per il bene comune, per la costruzione di una società più consapevole e giusta. Ma cosa innesca questa forza e consapevolezza? Per voi, Leone, è piuttosto chiaro: è l’amore che muove il vostro spirito (oltre al Sole e alle altre stelle). Quanto amore, allora, è necessario per alimentare il vostro motore? Ecco la formula segreta, svelata per voi da Mariangela Gualtieri: “Innamorarci ogni giorno, ogni giorno un amore, che sia albero o luce del mattino, che sia nuvola o bambino, un colore, un canto, che sia il gesto di qualcuno, una faccia, una pietra, una collina, una parola, un boccone. Innamorarci.
Allora forse la pace viene, viene da sé e rimane”. Agire, amare e trasformare, gli ingredienti di quest’anno sono questi, sta a voi scegliere le proporzioni. 

VERGINE
Nel 1942 il medico e psicologo viennese Viktor Frankl fu deportato, insieme ai familiari, in un campo di concentramento. Dalla sua esperienza, è venuto fuori un libro (Uno psicologo nei lager) nel quale Frankl ha esaminato le forze psicologiche che consentono di sopportare e superare le esperienze e condizioni più dolorose.
Frankl sostiene che l’essere umano è spinto principalmente dal bisogno di trovare un significato nella propria vita, più che dalla ricerca del piacere (come sosteneva Freud) o dalla ricerca del potere (come suggeriva Adler). Secondo Frankl, anche nelle condizioni più tragiche, le persone possono trovare un senso che dia loro la forza di andare avanti. Sulla base di questa tesi, Frankl sviluppò la “logoterapia” che si basa sull’idea che la ricerca del significato della vita sia il motore principale dell’esistenza umana (in greco logos significa “senso” e anche “parola”). Le difficoltà possono acquisire significato quando la persona riesce a comprenderle come parte di un cammino più ampio. In altri termini, non possiamo determinare quello che ci capita o ci circonda, possiamo però decidere in che modo interpretare gli eventi e consentire loro di formarci. Questa lunga premessa, per arrivare a una breve conclusione: se trovate le parole giuste trova un senso la vita che accade. Ricordatevi però anche di pronunciarle, affinché chi vi sta accanto sappia come è meglio accompagnarvi.
Mi raccomando, rammentate le regole d’oro: non perdere di vista l’insieme per i particolari, chiedere quando è necessario, lasciare andare quando è giusto, pretendere ciò che meritate. 

BILANCIA
Qualche tempo fa un’amica mi raccontava della sua separazione, fatta di silenzi ma soprattutto di una mancata attenzione, che più di tutto pesava. Mentre parlava, mi sono venuti alla mente questi versi di Elisa Ruotolo: “Sbagliavo a trascurare la fretta, | chi ama coltiva giardini di virgole | accudisce sillabe e punti di domanda | non è asciutto come il dispaccio | della resa. | Chi ama rileggerà le parole | una ad una prima di congedarle. | L’incuria è già lontananza | ammissione che si è altrove | a sistemare la propria grammatica”. L’ho rincontrata, mesi dopo, rinata e solare, perché aveva deciso di dedicarsi completamente a sé stessa, smantellando anni di pensieri tristi, riprendendo in mano gli studi, i suoi interessi e qualche vecchia passione. È come se avesse deciso di tornare a casa dentro di sé, ritrovando ciò che aveva messo in disparte per troppo tempo. Questo rinascere era dovuto anche alla sua rete di affetti, intessuta negli anni, che le ha regalato coraggio e attenzione. Ogni passaggio era stato accompagnato da amiche e amici pronti a coltivare giardini di virgole e a offrire cura e vicinanza. E allora, direte? Ancora questa storia della resilienza? No, affatto, il tempo che viene può essere bello senza bisogno di eroismi e resilienze, purché teniate a mente la regola fondamentale di ogni trasformazione: il primo passo si può fare da soli, i successivi vanno fatti in compagnia.
Che siano “cura” e “reciprocità” le parole nell’anno che viene.  

SCORPIONE
“Se solo i nostri occhi non fossero visibili agli altri, pensa. Se solo si potessero nascondere i propri occhi al mondo”. Questa frase, pronunciata da un personaggio nel romanzo della premio Nobel 2024 Han Kang, mi è tornata in mente quando ho pensato a voi scorpioni. Perché? A scorrere i testi sacri dell’astrologia, il segno dello scorpione è descritto come “intenso, passionale, riservato e maestro nell’esplorazione dell’animo umano”. È una descrizione che vi corrisponde, in special modo quando si parla della vostra riservatezza. Possedete un equilibrio raro, tra la tensione delle passioni e dei desideri, e la capacità di proteggerli dall’indiscrezione della vita quotidiana. Come se, in ciascuna di queste passioni, poteste vivere molteplici vite, affidando a ognuna di esse un pensiero, un segreto, un tratto particolare del vostro carattere. Eppure, c’è un punto in cui tutte queste sfaccettature si fondono: è negli occhi.
Per quanto possiate cercare di nascondere, i vostri occhi parlano più di quanto possiate immaginare, e rivelano più di quanto vorreste. Questa tensione tra desiderio di protezione e intensità delle passioni vi accompagnerà anche nel tempo a venire: sarebbe innaturale suggerirvi altro, così come suggerire la prudenza. Non resta, allora, che augurarvi di essere fino in fondo fedeli a voi stessi e, comunque vada, di avere gli occhi aperti al mondo e all’amore. 

SAGITTARIO
Per l’anno che viene, se volete segnare una qualche discontinuità con quello passato, dovete darvi da fare per lavorare su voi stessi. So che non amate i conflitti che non siano per ragioni etiche o politiche, che se nella vita quotidiana non trovare sfide impossibili sembra tutto noioso, che preferireste una settimana da Che Guevara che una vita da Fidel Castro, che siete in attesa di qualcosa di impossibile di cui lamentarvi subito dopo, e che potreste certamente migliorare in costanza e capacità di esprimere sentimenti ed emozioni.
Ma ciò a cui vogliamo chiamarvi nell’anno è ben riassunto da questo aneddoto che Soffici racconta a proposito del poeta Dino Campana, che vendeva personalmente i suoi Canti orfici a chi volesse acquistarli: “Prima di consegnarglielo, Campana guardava bene in faccia il suo uomo; e secondo la stima che ne faceva strappava dal libro queste o quelle pagine da lui ritenute, per una ragione imperscrutabile, non consone al costui comprendonio. Lo stupore dell’acquirente era grande quanto il suo imbarazzo, ma ormai la cosa era fatta […]. La più bella fu però quando anche Marinetti volle avere il suo libro. Campana, dopo aver meditato alquanto, ne strappò la maggior parte, e non gliene mise in mano che tutt’al più un sedicesimo”.
Per l’anno che viene mettete da parte diplomazia e pazienza, fatene scorta in cambio di un po’ di sana fiducia nelle vostre capacità, a costo di confinare con la presunzione (attenzione però a non varcare la linea) che la felicità non si trova nella prudenza e nella quiete.  Come diceva Pasolini: “Non è la felicità che conta? Non è per la felicità che si fa la rivoluzione?”. 

CAPRICORNO
Quando vi capita di giudicare voi stessi con severità, prima ancora che gli altri, o quando penserete che una piccola imperfezione rischia di fare macerie delle vostre fondamenta, pensate al buon Galileo Galilei. Il nostro coraggioso esploratore dell’universo, la prima volta che osservò Saturno, ingannato dagli anelli che circondano il pianeta e dalla cattiva qualità del suo telescopio, credette di vedere tre oggetti. Fu solo molti anni dopo che un astronomo dotato di un telescopio più potente distinse con precisione gli anelli che circondano il pianeta e gli donano un fascino unico. Parliamo tra l’altro del pianeta che ha il domicilio nel vostro segno, e a cui si associano razionalità e intransigenza. Possiamo dire che questo errore offusca l’importanza che Galilei ebbe nel demolire il sistema tolemaico?
Il primo aspetto, dunque, su cui lavorare, è misurare la severità del giudizio verso sé stessi.  Perché a furia di essere esigenti si diventa critici implacabili, demolitori, e si rischia anche di avere timore di analizzare in profondità, per paura di ciò che di imperfetto potremmo trovare. 
Se non vi fidate di questo povero astrologo foucaultiano, leggete le parole di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, che ha scritto: “L’imperfezione ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo” (Elogio dell’imperfezione). Credetemi, non c’è perfezione nel non voler perdonarsi di essere imperfetti: per l’anno che viene potreste venire a patti con questo aspetto e crescere in uno spazio senza giudizio. Giusti con sé stessi, giusti nel mondo. 

ACQUARIO
Ci sono fasi della vita in cui per costruire qualcosa occorre prima demolire un’altra. Purtroppo, non sempre la vita ci offre la possibilità di non lasciare cesura tra una fase e l’altra, di impedire un’assenza ci ferisca. Capita alle volte che si demolisca per rabbia o per necessità, senza sapere ancora cosa andare a costruire o a fare di ciò che perdiamo, così come può accadere che non sappiamo interrogarci sul ruolo che abbiamo nella tragedia che lamentiamo. Alla fine, però, non conta l’innesco ma il percorso che farà germogliare una persona nuova dal nostro dolore, quando una nuova casa sorgerà dalla vecchia. Scrive Giovanna Ferrara, in un libro (L’innocenza dei dinosauri) elegante, dolcissimo e immortale come l’autrice: “Ora che ci penso, ora che provo a ricordare, ora che metto in fila le immagini di questi anni, ora che traccio una linea che mi separa dal prima e che voglio mi allontani dal dopo, ora che tutto quello che è successo è un materiale che riesco a maneggiare, che comprendo che non mi fa paura, ora vedo l’oro che ho trovato in queste macerie”.
L’anno che viene somiglierà molto a quello passato, nel bene e nel male: la differenza la farete voi, riempiendolo di desideri coraggiosi e di amicizie profonde.

PESCI
Ci sono due aspetti sui quali possiamo lavorare nell’anno che verrà, due aspetti che si intrecciano e che sono da un lato la vostra capacità di ascolto e comprensione, e dall’altro la tendenza alla fuga dettata dall’urgenza del sogno, quel tipo di sogno che ci apparta dalla realtà.
Come tenere insieme le due cose? Come farsi carico dell’ascolto dei dolori del mondo senza poi cercare per noi stessi un’alternativa e cercare nascondigli nelle pieghe della vita? La prima via sarebbe quella più comune, porre limiti e barriere all’ascolto, che però nel vostro caso sarebbe come chiedere a un primo violino di suonare in ultima fila. La seconda strada è vivere dentro relazioni che siano il giusto scambio ed equilibrio tra la possibilità di ascolto e quella di essere ascoltati.
Ha scritto Giovanna Ferrara: “Non lo so se gli uomini parlino tra di loro nella spietata e selvaggia onestà e intelligenza con cui a me capita di farlo con le amiche più care o con gli amici più fraterni. Forse sì, perché questi alfabeti di profondità sono attitudini alla ricerca di qualcosa che luccica. Certo, dietro molti degli svincoli della vita c’è la relazione sotterranea e intima e regalata che nasce alla philia, traccia d’oro di questo mondo faticoso”. Per quest’anno non abbiate timore di mettervi in cammino, ci sarà sempre la traccia capace di illuminare le strade più scure.