[it, es] Gli aguzzini del mare e del deserto. La politica del governo italiano in Libia

il Rovescio - Sunday, February 9, 2025

Dietro il caso Almasri c’è una lunga storia, che affonda le proprie radici nel colonialismo italiano (prima liberale e poi fascista) in Libia, per arrivare agli affari con Gheddafi, ai bombardamenti del 2011 (un secolo esatto dopo la guerra scatenata contro le popolazioni libiche dal governo Giolitti) e infine alla collaborazione con quella banda di torturatori, trafficanti di uomini e milizie a libro paga dell’ENI chiamata “governo libico”. Se il governo Meloni si è trovato a riaccompagnare in Libia con un volo di Stato un aguzzino, uno stupratore e un assassino come Almasri proprio mentre deportava nei lager albanesi alcuni immigrati torturati dal “generale” libico, unendo un’infamia indicibile e delle giustificazioni semplicemente grottesche, lo scandalo della cosiddetta opposizione è esso stesso scandaloso. Gli accordi con gente come Almasri li ha fatto Marco Minniti, allora ministro degli Interni del governo Gentiloni, nonché presidente della Fondazione Med-Or (oggi Fondazione per l’Italia), del gruppo Leonardo, impegnato a costruire muri elettronici e a difendere con le armi gli interessi dell’ENI. In quegli accordi c’era – e c’è, come sa anche Conte – esattamente la costruzione e la gestione dei lager libici con soldi italiani. Questo per quanto riguarda il PD (e Calendda, e Renzi). Ricordiamo poi che la detenzione amministrativa – tipico dispositivo coloniale, non a caso centrale nella repressione sionista dei palestinesi – è stata introdotta in Italia nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano (entrami DS e poi PD; il secondo, presidente della Repubblica mentre il governo Berlusconi partecipava ai bombardamenti contro la popolazione libica), legge passata anche con i voti di Verdi e Rifondazione Comunista. In fatto di lager e di accordi con i seviziatori, il più pulito, insomma, ha la rogna. A conferma del fatto che il razzismo di Stato è un elemento strutturale, finalizzato ad accaparrarsi merce umana da sfruttare a basso costo.

Per ricordare questa storia – che racconta anche, a partire dal caso libico, come nasce uno Stato – ripubblichiamo un pieghevole scritto nel 2017 quale contributo alla solidarietà con le indagati e gli indagati per il corteo del Brennero e soprattutto a una “campagna” contro l’ENI che aveva portato, tra le altre cose, al primo corteo in Italia, nello specifico a Milano, contro il cane a sei zampe. Sono proprio quei contenuti anticolonialisti e internazionalisti che vanno scagliati ancora oggi contro gli aguzzini del mare e del deserto, da Gaza alla Libia.       

[it, es] Gli aguzzini del mare e del deserto. La politica del governo italiano in Libia

Qui il pieghevole in italiano:

Sulla-Politica-Italiana-in-Libia-Versione-PDF

Qui la traduzione in castigliano:

Lybia