Letti per voi alcuni estratti
https://www.spreaker.com/episode/mara-e-le-altre–65541984
Quarta di copertina:
Scopo di questo libro non è analizzare le ragioni politiche che spingono le
donne a entrare nella lotta armata. bensì rintracciare, attraverso le storie di
alcune protagoniste, o, là dove il caso lo ha consentito, gli incontri e le
interviste, quali sono le possibili motivazioni profonde, le spinte inconsce,
che determinano una scelta cosi drammatica e nella maggior parte dei casi
irreversibile. Una contraddizione tragica sembra segnare quella scelta poiché íl
corpo della donna, la sua sessualità, la sua identità, tutti i nuovi valori che
essa tonde a costruire, vengono violentemente e necessariamente cancellati da
questo tipo di lotta politica. Eppure nell’atto assoluto, di ribellione totale,
sembra agire un’identificazione (anche sognata, anche fantasticata) che riscuote
e risveglia qualcosa che non appare estraneo alle donne. Lo conferma la loro
partecipazione ai gruppi armati che, anche se non ben nota come percentuale,
risulta significativa Si tratta dunque di indagare su questa contraddizione, in
alcuni suoi aspetti specifici, il rapporto tra le donne e le istituzioni, di
storica estraneità, il rapporto con la violenza esercitata direttamente
(rapporto ambivalente, perché da un lato risulta assunzione di parametri
maschili, dall’altro racchiude il fascino dell’apparentemente possibile e
immediata rottura della subordinazione, fino al gioco liberatorio della
clandestinità come illusione di essere fuori da tutte le regole); la realtà
materiale in cui di fatto si svolge la pratica dell’azione armata, la condizione
di quelle che “sono tornate indietro”: l’analisi della situazione quale appariva
alla più “teorica” delle combattenti armate, Ulrike Meinhof, le lotte nelle
carceri, in cui le donne dei gruppi armati hanno esercitato una funzione guida;
il dibattito sulla violenza nel movimento delle donne, con particolare
riferimento ai gruppi che esercitano e si riconoscono nell’azione diretta.
“Il gruppo clandestino si pone per definizione contro e fuori del sistema” — è
una prima conclusione delle Autrici — “ma non ha la possibilità di pensarsi e di
definirsi, nel senso che il suo ‘contro’ non può che trasformarsi in uguale,
anche se contrario. Non riesce più a trovare la possibilità di costruirsi e di
differenziarsi da quel sistema violento che vuole combattere e finisce per
essere travolto e per indossare il vestito che lo stato gli dà. Si può dire
allora che in una situazione come questa le donne rappresentano una
contraddizione invisibile, e si sono andate a ficcare in un luogo ìn cui
riconoscere la propria differenza e i propri specifici problemi risulta più
impossibile che mai.”
Ida Farè e Franca Spirito vivono e lavorano a Milano Ida Farè collabora come
giornalista al ‘Manifesto”, Franca Spirito si occupa di pratiche antiautoritarie
negli asili aulogestiti. Ambedue partecipano al dibattito interno al movimento
delle donne.
Come sempre, i libri di cui vi leggiamo degli estratti sono scelti dall’ampio
archivio di Porfido, se volete leggere tutto il libro, non vi resta che passare!