
Nessuna pace a chi lavora per la guerra
il Rovescio - Saturday, May 3, 2025Riceviamo e diffondiamo questo testo, letto durante l’interruzione di un’iniziativa all’università veneziana Ca’ Foscari che vedeva la partecipazione dell’ineffabile delinquente e leccaculo Antonio Scurati:
NESSUNA PACE A CHI LAVORA PER LA GUERRA
«Non siamo gente che invade paesi confinanti, non siamo gente che rade al suolo le città, non massacriamo e torturiamo civili con gusto sadico, non deportiamo bambini per usarli come riscatto. Lo abbiamo fatto, fino a 80 anni fa, ma proprio per questo abbiamo smesso. Noi non siamo gente che deporta clandestini in catene a favore di telecamera, non tagliamo finanziamenti ad associazioni umanitarie».
Con queste parole Scurati ha intrattenuto la folla presente alla piazza per il riarmo europeo che si è tenuta il 15 marzo a Roma, e interrompiamo questa iniziativa per ricordare le responsabilità a chi prende parte a queste iniziative guerrafondaie.
EPPURE
Noi non siamo gente che bombarda e rade al suolo le città, ma non sono passati 80 anni dall’ultima volta in cui l’Italia ha preso parte ad operazioni di bombardamenti a tappeto di aree urbane: è successo nel 1999 a Belgrado con aerei italiani.
Noi non massacriamo e torturiamo i civili con gusto sadico, ma rispediamo i torturatori con mandati di cattura internazionali pendenti, come Al Masri, finanziandoli pure per continuare a tenere ‘sicuri’ i nostri di confini e di civili.
Noi non sequestriamo i bambini e li deportiamo usandoli come riscatto, ma noi deportiamo i migranti in centri per il rimpatrio in Albania, che poi sono prigioni nelle quali le nostre forze dell’ordine li torturano. Proprio in questi centri un paio di mesi fa il nostro governo Meloni ha mandato anche dei minori.
Noi non siamo gente che deporta gli immigrati in catene a favore di telecamera, ma il nostro Stato protegge e favorisce lo sfruttamento dei migranti tramite il caporalato per avere manovalanza a basso costo.
Non siamo gente che tagli i finanziamenti pubblici alle associazioni umanitarie, ma l’Italia ha tagliato 555,31 milioni di euro nel 2023 in aiuti ad associazioni umanitarie. In più, criminalizza di continuo attivisti e tutte le forme di dissenso sociale dal basso, spionando grazie ai servizi segreti e spyware israeliani direttori di giornali, attivisti per i diritti umani, compagni che lottano contro le galere e i CPR, e così via.
Se anche credessimo alle parole di Scurati, se anche credessimo che noi europei siamo dei santi, basterebbe guardare nelle nostre galere, dove i detenuti si suicidano a decine e decine ogni anno per le condizioni inumane, dove i prigionieri politici vengono torturati legalmente con il 41 bis, cosi come nei centri di permanenza e rimpatrio, dove le persone migranti senza documenti sono rinchiuse senza motivo; nei luoghi di lavoro la strage è continua, così come lo è la violenza della polizia nei confronti di chi sta più in basso. Basterebbe guardarsi dentro di noi per capire che le parole di Scurati sono vuote. Ma si può anche guardare ai nostri amici ed alleati fuori dall’Europa, per capire chi siamo davvero noi europei. Certo, magari non siamo direttamente noi a radere al suolo Gaza, ma da dove arrivano le bombe, le armi, le tecnologie che permettono ad Israele di cancellare il popolo palestinese? Come fa Israele ad esistere, se non grazie al supporto di tutto l’Occidente, Europa ed Italia in primis? Di conseguenza, supportare uno stato genocidario rende complici del genocidio. Il sangue versato in Palestina testimonia che quando l’Occidente parla di giustizia intende oppressione, quando parla di difesa intende guerra, di valori intende collaborazionismo genocida. E quindi possiamo davvero credere alle parole di Scrutati quando dice che noi siamo quelli che non torturano, massacrano e deportano, quando il nostro alleato in Asia Occidentale, ovvero Israele, fa esattamente queste cose qua, con il nostro supporto? A due passi da qua, a Tessera, c’è uno stabilimento della Leonardo SPA, la maggior produttrice ed esportatrice in Italia, azienda partecipata dallo Stato, e profondamente legata ad Israele. I cannoni Oto Melara usati per bombardare Gaza sono stati prodotti qua da noi e venduti ad Israele. Sicuramente non ci siamo noi a sganciare le bombe o a radere al suolo i villaggi palestinesi, ma ci sono le nostre armi e tecnologie che lo fanno al posto nostro. Sono queste bombe e tecnologie di oppressione che dimostrano i veri valori europei. Anche il luogo in cui ci troviamo, ovvero uno spazio universitario, non può non essere considerato complice del genocidio. Ca’ Foscari ha rapporti di vario genere con università israeliane, come la Ben-Gurion University, con la quale costruisce algoritmi di intelligenza artificiale nel campo dell’archeologia, ovvero uno strumento culturale per cancellare la presenza delle popolazioni arabe dai territori interessati dal colonialismo israeliano. Per non parlare della presenza di Tiziana Lippiello in Med-Or/Fondazione per l’Italia, ente accademico di Leonardo SPA.
Anche in Ucraina magari non siamo direttamente noi a combattere al fronte, ma come si è arrivati al conflitto attuale se non dopo decenni di provocazioni ed espansionismo NATO ad est contro la Russia? Non vediamo i valori occidentali ad EUROMAIDEN del 2014, al rogo della casa dei sindacati di Odessa? Migliaia di proletari russi e ucraini si stanno ammazzando per gli interessi della NATO e della Russia, e l’Europa propone di armarsi per costruire un esercito europeo per difendersi da non si sa bene quale minaccia. È chiaro che armi ed eserciti servono a difendere gli interessi di Stati e borghesie, e a pagare il prezzo della vita sarà gente come noi, giovani che verranno mandati al fronte ad ammazzare altra gente come noi. Beh, a tutto questo noi magari diciamo anche di no, se a voi piace così tanto l’Europa e la volete difendere, andateci voi al fronte a morire quando sarà necessario, noi impariamo dalla Palestina a resistere contro l’oppressione, e dai proletari russi ed ucraini a disertare le guerre del capitale.
Ai conflitti mondiali del secolo scorso non si arrivò solo tramite un riarmo generale, ma anche grazie ad un lavoro di intellettuali, sia di destra che di sinistra, che cercavano di convincere le persone alla giustezza e alla necessità della guerra, convincendole ad andare al fronte a farsi ammazzare per gli interessi degli Stati. Adesso succede la stessa cosa, e Scurati ha una responsabilità ben precisa nel prendere parte ad una piazza, come quella del 15 marzo di Roma, che inventandosi nemici immaginare vuole convincere le persone alla giustezza e alla necessità di un esercito di difesa. Il ruolo degli intellettuali della propaganda bellica non può passare in secondo piano. La guerra non è fatta solo di bombe e proiettili, ma è una forma di governo, un’infrastruttura ideologica che dobbiamo abbattere il prima possibile. Per non parlare del fatto che questi 800 miliardi di euro per il riarmo europeo andranno a pesare sulle persone già in difficoltà economica, tagliando servizi pubblici già martoriati, peggiorando una situazione già insostenibile per sempre più persone.
Per concludere, chiunque supporti il riarmo europeo, ha un ruolo molto preciso nell’alimentare i venti di guerra. Nascondersi e appellarsi a valori inesistenti nei fatti, data la complicità europea nel genocidio in corso e nella carneficina tra NATO E RUSSIA, è una scenetta triste e imbarazzante, soprattutto per chi dovrebbe essere un cosiddetto intellettuale. Da parte nostra abbiamo ben poco da dire. Se in guerra volete andarci, andateci voi. Come ci insegnano gli oppressi, russi, ucraini, palestinesi e yemeniti, l’unica risposta alla guerra è la diserzione, l’unica risposta all’oppressione è la resistenza. Son questi i nostri valori, non da europei, ma da persone che odiano questo mondo e la guerra che lo sostiene.