
Porto, tra scomparsa delle case e speculazione immobiliare. Un tentativo di resistenza
NapoliMONiTOR - Thursday, May 22, 2025
Il Largo do doutor Pedro Vitorino si trova nel centro di Porto. Nei pressi c’è un piccolo spiazzo panoramico, il Miradouro da Vitoria, da cui si possono vedere il fiume Douro e il ponte Luiz I, che unisce Porto con Vila nova de Gaia, città di oltre trecentomila abitanti che si estende a sud del fiume.
Nel complesso i due comuni, situati nel nord nel Portogallo, superano i cinquecentomila abitanti, costituendo la seconda area urbana del paese dopo la capitale Lisbona. Dall’altra parte del Douro si vedono le sedi di alcune aziende produttrici del famoso vino locale, il Porto, mentre una funivia collega la riva del fiume con il parco chiamato Jardim do Morro.
In mezzo alle case e agli edifici del centro, da entrambi i lati del fiume, si vedono diverse gru per costruzioni. Nelle sue zone centrali – come quella intorno alla stazione della metro Aliados, dove ha sede il Comune, e alla stazione ferroviaria di São Bento – Porto è piena di turisti. È forse scontato dire che il turismo sta cambiando la città, ma quello che altrove è ormai un fenomeno affermato qui sembra avere ancora margine di crescita.
Sia in centro che in periferia si vedono diversi edifici fatiscenti: in più occasioni si possono notare piani interni crollati e solo la facciata in piedi, con poche travi all’interno. Come in rua Conde de Vizela, a due passi dalle aree più interessate dalla presenza turistica, dove un edificio in queste condizioni è affiancato da locali alla moda e da altri palazzi ristrutturati di recente. L’immobile, come molti altre nelle stesse condizioni, è in vendita.
Basta passeggiare per le strade della città per rendersi conto che la questione abitativa a Porto è diventata di primaria importanza: nel centro sono affissi tanti manifesti di Habitação hoje, un’organizzazione politica nata nel 2021 che si occupa della difesa del diritto all’abitare.
«Habitação hoje ha avuto da subito l’idea di aggregare una forza collettiva per provare a cambiare le cose. Facciamo il possibile per ritardare gli sfratti: in Portogallo la legge tutela i proprietari e quindi evitarli è quasi impossibile. Possiamo però allungare i tempi della procedura», afferma R. Il gruppo fornisce assistenza legale e promuove due volte al mese delle assemblee per chi si trova in condizione di fragilità o in emergenza abitativa. «Negli ultimi anni con il sindaco Rui Rio (in carica dal 2002 al 2013, ndr) e poi con l’attuale Rui Moreira (già al terzo mandato) la città si è trasformata in una sorta di parco giochi per immobiliaristi: si è progressivamente costruita l’immagine di una Porto accogliente per i turisti e questo ha sconvolto la vita di chi abita qui», ci dice ancora R.
Una delle date fondamentali per ricostruire questo processo è il 1996, anno in cui il centro di Porto è entrato a far parte della lista dei siti “patrimonio dell’umanità” dell’Unesco. Oggi in quest’area sono frequenti i cartelli che ricordano il riconoscimento. Nel 2001, la città, allora amministrata dal sindaco Nuno Cardoso, è stata capitale europea della cultura. Oggi si possono vedere diversi interventi urbanistici risalenti a quel periodo, come la Casa della musica nel quartiere Boavista, sulla direttrice che dal centro porta verso occidente e quindi verso l’oceano. «Quello è stato un momento decisivo per la città – ci dice R. – anche perché Porto è entrata a far parte delle destinazioni della compagnia Ryanair e sono state approvate alcune leggi che favoriscono gli affitti brevi. Questi interventi si sono sommati a un percorso legislativo che negli anni Novanta aveva già indebolito le tutele verso gli affittuari».
Negli ultimi venti anni anche la zona orientale della città ha subito profondi cambiamenti. Nel 2004 il Portogallo ha ospitato i campionati europei di calcio, che hanno portato alla costruzione di un nuovo stadio (il Do Dragão: “Del drago”) poi utilizzato dal Porto, la squadra di calcio locale. Accanto allo stadio si trovano un grande centro commerciale e diversi edifici a uso residenziale. Nella stessa zona, appena più verso il centro, c’è la stazione intermodale di Campanhã, in cui una recente stazione per i bus si affianca a una stazione dei treni che ora è diventata la principale di Porto.
Su quest’area l’amministrazione di Rui Moreira sta investendo molto. In una conferenza stampa del 25 marzo scorso Pedro Baganha, il responsabile della giunta Moreira dell’assessorato all’urbanistica, si è detto soddisfatto di come stanno procedendo i lavori nella zona, sottolineando un aumento delle abitazioni disponibili e degli hotel, prima “praticamente inesistenti”. Prendiamo queste informazioni da Porto.pt, il portale di informazione gestito e promosso dal Comune, che è ben presente in città, soprattutto nelle metropolitane e in alcune piazze. «Il problema della gestione delle informazioni a Porto è cruciale: – aggiunge R. – Porto.pt non dà notizie false, ma dice solo quello che fa comodo alla giunta comunale. Per esempio, tempo fa rispetto a un caso di persone in emergenza abitativa il portale ha annunciato che per loro era stata subito trovata una soluzione alternativa, senza però specificare che questa sarebbe durata appena qualche giorno».
Per quanto riguarda l’aumento di case disponibili a Campanhã di cui parla Baganha, viene naturale chiedersi chi potranno esserne gli abitanti. Mentre il Comune rivendica di aver messo in piedi quella che è stata chiamata Strategia locale per l’abitazione (Estratégia local de Habitação), Habitação hoje fa notare che molte delle persone più in difficoltà, come le donne sole ultrasessantenni, finiscono per non poter accedere alle case presentate come “accessibili”. «Vengono affittate a un prezzo che è di poco inferiore a quello di mercato. Inoltre la quota che verrebbe “sottratta” al proprietario, impossibilitato a venderla al prezzo corrente, viene comunque data dal Comune che garantisce così la rendita. Ciò determina che chi partecipa all’assegnazione di queste case non avrebbe bisogno di un sostegno istituzionale, mentre chi si trova in difficoltà viene escluso e deve trovare altre soluzioni, se ci sono. Sono soprattutto le donne a rivolgersi ad Habitação hoje, in particolare quelle con più di sessantacinque anni, con pochi contributi versati e senza lavori stabili. Inoltre, il Comune non ha una vera e propria struttura che possa sostenere chi perde la casa: a quel punto queste persone possono solo contare sul sostegno di familiari e amici. Esistono dei rifugi notturni in città, ma sono abbastanza problematici e non riescono a far fronte a tutte le richieste. Di conseguenza diverse persone finiscono per strada», ci fa notare ancora R.
Allo stesso tempo, il Portogallo negli ultimi anni si è dato da fare per attirare fasce di popolazione con una buona capacità di spesa, come i pensionati di altri paesi europei e cittadini di paesi esterni all’Unione Europea che, tramite un investimento fino al 2023 ottenevano il cosiddetto visto Gold, che permette di muoversi senza problemi in tutta l’Unione. Questo fenomeno ha sottratto ulteriori case dal mercato e ha anche innalzato i prezzi di molti immobili, spesso di quel tanto che bastava per raggiungere il livello minimo dell’investimento richiesto per ottenere il visto.
Tutto ciò accade nonostante l’articolo 65 della costituzione portoghese garantisca il diritto a un’abitazione degna per ogni persona, impegnando anche lo Stato a promuovere delle forme adeguate di edilizia pubblica, senza escludere iniziative private o delle comunità che sentono in prima persona il problema abitativo: in realtà le case popolari oggi coprono solo una piccola parte del patrimonio immobiliare del paese e alcune esperienze innovatrici nate dopo il crollo della dittatura del cosiddetto Estado Novo, avvenuto il 25 aprile 1974 dopo quarantuno anni di regime, sono state riassorbite nel giro di pochi anni. Il riferimento è a quanto avvenuto durante il cosiddetto Prec (Proceso revolucionário em curso), cioè il tentativo di indirizzare la giovane repubblica portoghese verso una forma di socialismo. «L’esperienza di alcune cooperative ha garantito delle case a basso costo a diverse persone, ma alle condizioni attuali è molto difficile ripetere qualcosa di simile», ci spiega ancora R.
Prima di lasciare la città diamo un’ultima occhiata al Douro dal Passeio das Virtudes, un piccolo parco in centro che offre una bellissimo panorama sul corso finale del fiume e sulle zone di Porto che si estendono fino all’Oceano Atlantico. Ripensiamo a quanto visto nei giorni precedenti. Ci sembra che la città stia subendo la sorte di tanti altri luoghi nel mondo: una grande potenzialità in termini di spazi disponibili si trasforma in una preda ghiotta per chi nel mercato immobiliare e nel turismo, con l’aiuto decisivo delle istituzioni, ha trovato uno strumento per realizzare forti profitti in breve tempo, facendo aumentare i costi della vita di chi abita in città. Rimane però anche l’impressione che, per chi vive problemi comuni, riconoscersi e organizzarsi sia il primo passo per trovare soluzioni collettive, soprattutto quando le istituzioni hanno altre priorità. (alessandro stoppoloni)