La parola della settimana. Tre

NapoliMONiTOR - Sunday, October 20, 2024
(disegno di ottoeffe)

L’amore dura tre anni è un romanzo di fine Novecento, scritto da Frederic Beigbeder. Tutto gira intorno alla figura di Marc Marronier, un pubblicitario parigino, ricco, cinico e amante delle donne, convinto che l’amore, come tutto nel capitalismo, abbia una data di scadenza (tre anni, appunto). Il tema su cui però si finisce a ragionare leggendolo è: può esistere l’amore ai tempi del turbocapitalismo? O meglio, sono i due fenomeni conciliabili?

Ci ho pensato martedì, durante la presentazione di Conflitto di classe e sindacato in Amazon, libro di Marco Verruggio di cui si è parlato alla biblioteca Ramondino-Neiwiller di Napoli.

Simone, combattivo corriere di Amazon, ha spiegato come la strategia dell’azienda sia in sostanza quella di spremere il lavoratore per un triennio, che evidentemente è considerato il periodo di tempo in cui può raggiungere il massimo della produttività, e poi scaricarlo, licenziarlo, indurlo a dimettersi. È un po’ quello che sostengono molti allenatori di calcio quando, dopo aver vinto qualche trofeo, convinti che un gruppo di calciatori non possa più esprimersi al meglio, abbandonano la nave perché quella squadra “ha finito il ciclo”. Un buon calciatore in serie A, tipo Politano o Di Lorenzo del Napoli, guadagna tre milioni di euro l’anno. Un operaio di Amazon, che probabilmente corre anche più di Spinazzola, per guadagnare trentamila euro ci può mettere anche tre anni.

Tre (chiedere ai cristiani, ai pitagorici, gli induisti, a Dante, gli stilnovisti, i cinesi) è il numero perfetto. Una volta Zdenek Zeman ha spiegato che è il cardine del suo modulo tattico, ma anche dei suoi metodi di lavoro e del suo pensiero. Gradoni, sacchi di sabbia e ripetute. Bilancia, campo, lavagna. Baiano-Signori-Rambaudi. Verratti-Insigne-Immobile. Quando allenava il Foggia, il suo numero tre era Maurizio Codispoti, grande corsa ma piedi non proprio educati. Così un giorno il presidente Casillo si presentò all’allenamento e gli disse che da quella domenica gli avrebbe messo prima di ogni partita centomila lire nella scarpa sinistra. Se avesse fatto più cross giusti che sbagliati, se le sarebbe potute tenere.

Tre mast’ testa a testa mo’ s’attestano
cap’ ‘e sta festa!
Se manifestano comme ‘a tempesta…
N’abbasta!
Spaccano ‘e timpani comme ‘e lastre ‘e feneste,
assaggia comme è bona ‘sta menesta mista!
[…]
Tre assi ca tenene classe,
tre re pe ‘nu tris
so’ gruosse pe’ fisso…
Mò cu tre ‘e nuje s’aiza o business!

(la famiglia, mast)

Ancora su Zeman, sul numero tre e sull’importanza della psicologia nello sport. Aveva un difensore, l’allenatore boemo, sempre al Foggia, che si chiamava Matrecano (avrebbe poi giocato anche nel Napoli), che aveva preso dalla serie C2 per pochi milioni di lire. Alla vigilia di una delle prime partite che il ragazzo si apprestava a giocare in Serie A, Zeman gli disse: “Tu sei forte. Oggi marchi Klinsmann”. Klinsmann non toccò palla e Matrecano collezionò grandi voti in pagella. Dopo qualche partita arrivò il Milan. Stessa scena: “Tu sei forte. Oggi marchi Van Basten”. Van Basten fece tre gol.

(credits in nota1)

Uomo con tre peni in UK: è solo il secondo caso di triphallia noto alla scienza (fanpage.it, 17 ottobre)

 Elly Schlein su Instagram: “È il gioco delle tre carte” (corrieretv, 17 ottobre).

Lo spritz di Meloni, la birretta di Salvini e il mistero dell’acqua naturale di Tajani.
La notte dei tre leader al bar Magritte – Vertice informale in un locale a Bruxelles, atmosfera rilassata (repubblica.it, 17 ottobre)

(credits in nota2)

Tito non sei figlio di Dio, ma c’è chi muore nel dirti addio. Dimaco ignori chi fu tuo padre, ma più di te muore tua madre. Con troppe lacrime, piangi Maria, solo l’immagine d’un’agonia;sai che alla vita nel terzo giorno il figlio tuo farà ritorno.Lascia noi piangere un po’ più forte chi non risorgerà più dalla morte. A

 

A mister Zeman, ricoverato da venerdì all’ospedale di Pescara per un’ischemia, un augurio di pronta guarigione e di un presto ritorno in campo.

(a cura di riccardo rosa)

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¹ Massimo Troisi e Lello Arena in: Ricomincio da tre, Massimo Troisi (1981)

² Graziella Marina, Lello Grotta, Pietro De Vico, Pietro Carloni,  Eduardo De Filippo in: Tre cazune furtunate, Eduardo De Filippo (1959)