La parola della settimana. Motivazione
NapoliMONiTOR - Sunday, December 15, 2024E se tu la credevi vendetta
il fosforo di guardia segnalava la tua urgenza di potere,
nentre ti emozionavi nel ruolo più eccitante della legge,
quello che non protegge:
la parte del boia.
(fabrizio de andrè, sogno numero due)
I giornali di tutto il mondo si sono arrovellati per giorni perché non riuscivano a cogliere la motivazione più profonda che ha portato il ventiseienne Luigi Mangione ad ammazzare Brian Thompson, amministratore della United Health Care, negli Stati Uniti.
Le eventuali motivazioni che lo hanno spinto al gesto estremo dello scorso 4 dicembre saranno presumibilmente principale materia per le indagini. (luca celada, il manifesto)
L’insospettabile Mangione vanta un curriculum scolastico specchiato, nessun profilo da killer professionista né da “uomo addestrato” capace di uccidere nonostante la pistola […] si fosse inceppata. Se mai ci dovesse essere un movente omicida va ricercato nella profonda ostilità del ventiseienne nei confronti del sistema capitalistico. (domenico di cesare, rainews.it)
There are things police know and things they are still working through, including the motive. (marcia kramer e tim mac nicholas, cbs.news)
Devo aver sviluppato nel tempo una certa capacità di leggere nel pensiero delle persone, perché a me queste motivazioni non sembrano così oscure, considerando tra l’altro che Mangione si portava dietro una sorta di “manifesto” in cui erano descritti gli abusi che le compagnie di assicurazioni “continuano a perpetrare a scopo di immenso lucro contro il paese” e che “francamente questi parassiti se lo meritano”. Si deve poi tenere conto del fatto che una buona parte della popolazione americana è letteralmente in ostaggio delle assicurazioni sanitarie, un business da oltre mille e cinquecento miliardi l’anno, e che produce utili di livello mostruoso (solo per la United Healt parliamo di trecentosettanta miliardi nel 2023). Ah, oltre centocinquantamila famiglie americane, ogni anno, non riescono a pagare i debiti contratti con le assicurazionil’anno precedente.
La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto la notizia è quel libro di Don DeLillo in cui si segue il destino di un giovane multimiliardario che, dalla sua limousine rivestita di marmo di Carrara, gestisce faraonici affari, perdendo enormi quantità di soldi giocando in borsa. Intanto, intorno a lui New York va in fiamme, travolta da una rivolta anticapitalista.
Non vale questa modesta rubrica lo spoiler di un libro così bello, ma si può almeno dire che Cosmopolis è una delle cose più chiare e feroci scritte contro il capitalismo, e su un futuro in cui “il topo diventerà l’unità monetaria”.
(credits in nota1)
I know a mouse, and he hasn’t got a house
I don’t know why I call him Gerald.
He’s getting rather old, but he’s a good mouse.
(pink floyd, bike)
In psicologia, “motivazione” è “quanto concorre a determinare il comportamento di un individuo o anche di una collettività”.
(credits in nota2)
Due brevi storie da raccontare, sebbene note ai più.
Storia numerouno. 1975, i Pink Floyd sono ad Abbey Road a registrare alcuni pezzi di quello che sarà Wish you were here. Il gruppo deve fare a meno del genio psichedelico di Syd Barret, uscito nel ’68 perché non riesce nemmeno più a reggersi in piedi sul palco, a causa delle tante e devastanti dipendenze. Barret era un ragazzo bellissimo, ma quel giorno si presenta in studio senza capelli e molto grasso (“Ho un frigo gigante pieno di carne di maiale”, spiegherà), tanto che i suoi amici in un primo momento non lo riconoscono. Dopo qualche minuto gli fanno ascoltare Shine on you crazy diamond, la canzone che hanno appena registrato e che tra l’altro è quella che contiene più riferimenti all’ex chitarrista. Quando gli chiedono un parere, lui fa una smorfia e commenta: “Non mi pare un granché, suona un po’ vecchia”. La sera, prima di andare a una festa insieme al gruppo, Barret se ne va senza salutare né dir niente. Nessuno dei suoi amici lo rivedrà mai più, fatta eccezione per Waters, che lo incontrerà una volta per caso da Harrods. Dopo quell’incontro, però, scriveranno per lui Wish you were here, una delle più belle canzoni della storia della musica.
Storia numero due. 1993, dopo un disastroso girone di qualificazione l’Argentina deve affrontare l’Australia in uno spareggio per conquistarsi l’accesso al mondiale. Sarebbe il primo mondiale dal 1978 senza Maradona, squalificato per uso di cocaina nel 1991 e da pochissimo tornato in campo col Siviglia. La Fifa, come sempre, approfitta della situazione, e terrorizzata dal rischio flop del mondiale americano pensa di buttare nella mischia il calciatore più forte e famoso di tutti i tempi. Il presidente Blatter fa un lavoro diplomatico enorme, garantisce che non sarà oggetto del controllo antidoping, e di fatto fa convocare Maradona per la doppia sfida con i canguri. Diego non si tira indietro, è un po’ disgustato ma vuole vincere il mondiale per le sue figlie, che nell’86 non erano ancora nate, e avevano negli occhi solo le lacrime per la finale rubata nel 1990 dalla “mafia federale italiana”. In America Diego sarà scaricato dalla stessa Fifa (lo racconta bene in quest’intervistaquest’intervista rilasciata a Gianni Minà subito dopo la nuova squalifica), ma in quelle due partite fece il suo, servendo l’assist a Balbo per il gol all’andata, e combattendo fino alla fine nell’uno a zero del Monumental.
Tutto questo per dire che si avvicina il nuovo anno. La guerra è alle porte, il capitalismo ci sta divorando e il topo non è ancora unità monetaria. Trovatevi qualcuno che vi dia motivazioni come Syd Barret ai Pink Floyd e Diego Maradona ai suoi compagni prima di Argentina-Australia.
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(a cura di riccardo rosa)
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¹ Cosmopolis (2012), un film di David Cronenberg
² Toni Bonji nei panni del Demotivatore