Mutonia sotto sgombero

Osservatorio Repressione - Monday, February 3, 2025

«Tuteliamo un’area in disuso». Ma Mutonia rischia lo sgombero.Un abitante della comunità artistica commenta la sentenza inattesa del Consiglio di Stato. Il gruppo è a Santarcangelo di Romagna da 35 anni, gli abitanti e il Comune lo difendono

di Lucrezia Ercolani da il manifesto

«Nessuna delle nostre costruzioni è permanente, potremmo caricare tutto e andarcene. Mi chiedo perché però, visto che siamo una luce positiva nel territorio. La nostra vita è dignitosa e improntata al riuso». A parlare è Andy MacFarlane, chitarrista scozzese abitante di Mutonia, la comunità artistica situata in Romagna che rischia ora la demolizione. È una sentenza del Consiglio di Stato, arrivata a sorpresa, a rendere di nuovo precaria la condizione degli abitanti-artisti, insediatisi nei pressi di Santarcangelo nei primi anni ’90. La Mutoid Waste Company era nata a Londra qualche anno prima, quando un gruppo di giovani vicini alla scena punk iniziò a creare manufatti, sculture giganti, performance infuocate riutilizzando materiali di scarto come pezzi di automobili, alluminio e tutto ciò che poteva tornare utile.

QUANDO, però, alla fine degli anni ’80, Margaret Thatcher fece guerra ai rave party – corsi e ricorsi storici… – il gruppo cercò un contesto più favorevole oltremanica e in particolare a Santarcangelo, dove arrivò dietro invito dello storico festival di teatro. Da allora, parte della comunità si è stabilita sulle sponde del fiume Marecchia, costruendo le proprie case mobili e i «mostri» di acciaio, divenuti nel tempo un’attrattiva e un mezzo di sostentamento tra scenografie, esposizioni e commissioni.

Col paese romagnolo hanno costruito un rapporto profondo, come testimonia la vicinanza degli abitanti, che si sono stretti intorno a Mutonia tutte le volte che è stata minacciata. «Trentacinque anni non sono pochi, qui vivono bambini che vanno a scuola nel paese, molti di noi hanno la cittadinanza italiana. Siamo Doc come il Sangiovese. Gli abitanti per lo più ci supportano, sono scesi in piazza con le magliette “nessuno tocchi Mutonia”. Poi certo, non possiamo piacere a tutti, ma anche questa è biodiversità» afferma MacFarlane. Il riferimento è a Giorgio Ricci, «vicino di casa» degli artisti, che da oltre dieci anni porta avanti la sua battaglia per la demolizione, prima con un esposto al Comune, poi rivolgendosi al Tar e infine al Consiglio di Stato.

La vicenda apre riflessioni sul rapporto tra arte e legalità, non sempre facile quando la prima si pone lo scopo di spingersi oltre le frontiere del conosciuto. Ma anche su come vivere in maniera diversa, fuori dagli schemi della società iperproduttiva, infastidisca come atto in sé, anche se di fastidio non se ne arreca nessuno: «Forse all’inizio abbiamo fatto un po’ rumore con musica e feste, ma sono 25 anni che viviamo immersi in un grande silenzio. Quando sono arrivato qui era il ’93, mi ero appena laureato in arte all’Università di Glasgow, mi piaceva utilizzare i cofani delle macchine per dipingere invece delle tele. Avevo vent’anni, ora ne ho 54, e siamo i datori di lavoro di noi stessi. Le cose Mutoid mutano».

TUTTO IL VALORE di Mutonia – dalle sue costruzioni mastodontiche, plasmate da visioni ancestrali e utopiche, all’etica del riuso fino all’esperimento di vita comunitaria – è stato ben compreso dall’amministrazione di Santarcangelo. Un’anomalia, se pensiamo agli sgomberi avvenuti in Italia negli ultimi anni, tra cui il caso di Xm 24 nella vicina Bologna, dove la posizione presa dal Comune è stata determinante.

In questo caso, invece, prima la sindaca Alice Parma (oggi consigliera regionale) e ora il sindaco Filippo Sacchetti, entrambi molto giovani e eletti con il Pd, si sono schierati con decisione a favore degli artisti. Nel 2013, quando Ricci presentò il primo esposto, l’amministrazione elaborò un Piano Operativo Comunale (Poc) secondo il quale il villaggio di Mutonia sarebbe divenuto un parco artistico tutelato. Il Tar prese atto della direzione intrapresa, peraltro confermata dalle Soprintendenze di Bologna e di Ravenna che riconobbero la comunità dei Mutoid come «bene cittadino». Il Consiglio di Stato, tuttavia, ritiene ora che l’abusivismo di alcune costruzioni sia incompatibile con il Poc, che viene dunque invalidato, aprendo la strada alla demolizione.

LA RISPOSTAdel Comune non si è fatta attendere: «La Mutoid Waste Company non è ospite della nostra città da 35 anni, ma è parte di Santarcangelo. È una delle anime della comunità, una delle realtà che la rendono e ci rendono quello che siamo (…) Rispettiamo ogni sentenza e lo faremo anche in questo caso, ma ci metteremo subito al lavoro con gli uffici per far sì che questo pronunciamento diventi l’occasione per stabilizzare in maniera definitiva la permanenza della Mutoid Waste Company».
McFarlane, dal canto suo, non si dice preoccupato. «Mentre parlo sono in una piccola sala prove autocostruita, sono fiero di vivere bene con poco. Siamo qui per tutelare un’area in disuso con arte e positività, vivendo fianco a fianco. Persino il fiume Marecchia ci ha lasciato in pace durante l’alluvione del 2023, il karma è dalla nostra parte».

 

 

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