di Chiara Pannullo La lotta per la casa è una lotta per la vita. Ogni blocco,
ogni assemblea, ogni gesto di solidarietà diventa un punto d’appoggio nella
lunga battaglia per …
Tag - sgombero
Violento sfratto in via Michelino 41, Bologna, dove due famiglie con bambini
piccoli sono state cacciate di casa a suon di manganelli da parte delle forze di
polizia. Secondo quanto …
Da ieri i quotidiani locali hanno alimentato la bufera in merito allo Spazio
Popolare Neruda dove si è verificato un caso di tubercolosi al quale è seguita
un'attenta gestione per la tutela della salute collettiva, sia della comunità
che vive e attraversa lo spazio sia del quartiere e di chi lo anima con le più
varie attività.
Manganellate di polizia contro attiviste e attivisti di Plat – Piattaforma di
intervento sociale, in occasione di un picchetto antisfratto in via Cherubini a
Bologna nella giornata di giovedi 28 agosto Decine di solidali sono intervenuti
per difendere dallo sfratto una famiglia con figli minori. Polizia e Carabinieri
hanno sfondato la porta e buttato genitoroi […]
Dopo lo sgombero del Leoncavallo a Milano la tentazione della destra è di
spostare a Roma il fronte. di Valerio Renzi da il manifesto Dopo lo sgombero del
Leoncavallo la tentazione della destra è di spostare a Roma il fronte. E non
tanto per il dossier che riguarda l’occupazione neofascista di CasaPound, per la
quale […]
Sgombero dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. La polizia è entrata
nel centro sociale all’alba di giovedì 21 agosto con l’ufficiale giudiziario. Su
ordine di Piantedosi hanno rispolverato, dopo 36 anni, lo sgombero del
Leoncavallo ad agosto. Hanno voluto colpire un simbolo storico. Milano svuotata
di senso, ridotta a vetrina per turisti e speculatori. […]
Il primo tentativo di sgombero del Leoncavallo è stato respinto nel 1989 con una
«iconica» resistenza. Martedì il Viminale ci riprova. La gentrificazione
allontana lo storico centro sociale e la burocrazia ne frena il trasloco di
Giuliano Santoro da il manifesto Una leggenda metropolitana, ampiamente smentita
dai fatti e dall’evidenza delle circostanze, sostiene che il […]
Sgomberata questa mattina a Milano l’occupazione abitativa Brenta 41. Una
trentina le persone che hanno dovuto lasciare l’abitazione e che in questo
momento sono in strada in Corso Lodi. Alcune macchine di solidali sono arrivate
per portare via un po’ di cose, vestiti e oggetti per la casa. Questo pomeriggio
alle 18.30 è stata organizzata […]
Dal Collettivo di fabbrica arriva la notizia di un possibile sgombero del
presidio della ex Gkn. Si apprende da testate giornalistiche che il presidio
sarebbe sotto sgombero da parte del Tribunale fallimentare su indicazioni dei
commissari/custodi nominati dal Tribunale stesso a tutela degli interessi dei
soggetti immobiliari nell’ambito della procedura di fallimento. Con queste
indicazioni […]
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato di Casa Galeone, realtà delle
Marche sotto sfratto
IL GALEONE IN TEMPESTA
Nel 2022, venuti a conoscenza delle intenzioni di sfratto della proprietà
nonostante non fossimo mai stati morosi e sussistessero noti accordi con il
legittimo proprietario Arnaldo Natali, spalle al muro abbiamo deciso di opporci
agli sfratti in sede processuale, forti delle nostre ragioni e delle evidenze
che credevamo incontestabili.
Ci siamo imbarcati in un’impresa costosa, lunga e complicata su un terreno
ostile che non è mai stato il nostro. In tribunale ci siamo sempre andati o
perché trascinati dalle guardie o per sostenere compagni/e inguaiati/e con la
legge. Mai volontariamente a cercare “giustizia”. E così doveva rimanere.
Una volta saliti su questo carrozzone siamo stati travolti da schemi che ci
hanno obbligato a contrarre la nostra attitudine al conflitto, sovradeterminando
le nostre pratiche e sottraendo energia alle lotte e ai progetti per dedicarci
alla raccolta fondi perché, a differenza della proprietà che ha a disposizione
fondi illimitati piovuti dal cielo, noi possiamo contare solo sulle nostre forze
e sulla solidarietà dei nostri compagni e delle nostre compagne.
Il 12/02/2025 nel giudizio n.r.g. 225/2024 la Sezione specializzata agraria del
tribunale di Macerata ha emesso la sentenza in merito al procedimento sulla
supposta finita locazione dell’immobile abitativo decretando l’obbligo del
rilascio non oltre il 31 Maggio 2025.
Con la stessa ci condannano, inoltre, al pagamento delle spese legali sostenute
dalla proprietà e al pagamento degli affitti non versati dal 2023 ad oggi.
Tutte le nostre richieste in merito alla natura del contratto, di fatto agrario
e non di civile abitazione, e soprattutto a quelle relative a un importante
controcredito che vanteremmo in seguito ai numerosi e dettagliati lavori di
ristrutturazione sono state rigettate malamente.
Il 22/11/2024 nel giudizio 1119/2022-535/2023 r. g. vertenti, la corte d’appello
d’ Ancona respinge il nostro ricorso condannandoci al rilascio della terra
liberandola tempestivamente di ogni soprassuolo e ovviamente siamo stati anche
condannati a rifondere spese legali e canoni. Abbiamo infine ricorso in
cassazione sperando che, non essendo ancora andato in giudicato, avrebbe
“puntellato” l’impianto delle nostre istanze in merito alla questione abitativa.
Un disastro.
Abbiamo infine offerto in extremis, per l’acquisto della casa, una cifra
spropositata. Molto più alta del reale valore dell’immobile. Una cifra a cui,
solo una manciata di mesi prima, la proprietà ci aveva chiesto di arrivare per
la sua cessione e alla quale abbiamo ricevuto come risposta un laconico: “non
esistono i presupposti per improntare una qualsivoglia trattativa”. Che tradotto
probabilmente significa: “piuttosto la bruciamo”.
Che vi fosse un problema ideologico di fondo lo aveva candidamente confessato il
loro avvocato, tale Michelangelo Seri di Civitanova Marche, dobbiamo dire a
tratti più realista del re, che probabilmente dietro mandato della Luna srl ha
cercato, nelle varie udienze, di inserire la questione politica e morale nel
dibattimento. In particolare, durante le mobilitazioni in solidarietà
dell’anarchico Alfredo Cospito ha millantato la nostra “pericolosità sociale”
perché protagonisti di un’esperienza agricola comunitaria di stampo libertario,
arrivando poi a ridicolizzarsi nel tentativo di stigmatizzare come esotico e
ambiguo il nostro modello di vita in comune, e definendo inoltre “fantasie
agresti” le nostre pratiche contadine.
Probabilmente il problema nasce quando, la non ancora erede Miriam Natali,
durante una visita a Casa Galeone accompagnata dal fido Lino Sopranzi,
commercialista con delega di amministratore di sostegno del vecchio Arnaldo
oramai infermo, si imbatté nel nostro frigorifero a doppia anta. Sicuramente
l’elettrodomestico che più di tutti gli altri manifesta il suo Antifascismo.
Secondo il loro terzista pare che alla vista di tutti quegli adesivi colorati e
inequivocabili, ne sia uscita particolarmente turbata... Il famoso problema
ideologico di fondo.
Non vogliamo negare né la profonda tristezza, né la grande rabbia per questo
sopruso, né l’oggettiva difficoltà a coprire le spese legali.
Sappiamo che difficilmente gli spazi di casa nostra saranno nuovamente abitati
perché sull’immobile pendono una serie di vincoli oltre che una frana attiva che
dovrebbero dissuadere anche il più sprovveduto acquirente, e quindi questi spazi
così pieni vita, progetti, disagio, ricordi sono destinati all’abbandono, al
silenzio.
Sappiamo che a breve la nostra terra che abbiamo trasformato da un campo arido e
avvelenato in luogo fertile e ricco di biodiversità verrà riconsegnata
all’agroindustria che in una sola stagione procederà allo sterminio dei
micro-ecosistemi che vi erano rinati.
In questi giorni stiamo cercando disperatamente un altro posto dove continuare
il progetto di casa galeone ma non è semplice. Per niente. Non è semplice
immaginare un altro luogo dove ricominciare, organizzare un trasloco in odore di
esodo, asportare tutti gli impianti e le migliorie approntate in questi anni,
immaginare che una nuova bimba possa nascere proprio nei giorni dello sfratto e
pensare di abbandonare un luogo a cui abbiamo dato così tanto e che così tanto
ci ha dato. Non è semplice.
Noi comunque non molliamo e i conti non si chiuderanno di certo così.
Non riusciamo ad immaginare un altro modo di vivere e di lottare.
Vorremmo concludere citando testualmente il presidente della commissione
speciale agraria del tribunale di Macerata quando per richiamare a gran voce gli
avvocati e i suoi colleghi alla lettura dell’ultima sentenza dice:
ADESSO TOCCA AGLI ANARCHICI
 
 
 
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