
Spezzone antimilitarista e anarchico al corteo del Primo Maggio
Anarres - Friday, May 2, 2025Il Primo Maggio, in tante e tanti hanno scelto di attraversare lo spezzone rossonero promosso dall’Assemblea Antimilitarista e dalla Federazione Anarchica Torinese.
Una calda e gradevole giornata di sole ha fatto da cornice a una manifestazione combattiva che affonda le sue radici nelle imponenti rivendicazioni operaie di fine ‘800 per le otto ore lavorative. Un centinaio di antimilitarist* e anarchic* hanno sfilato in coda al corteo brandendo lo striscione “Pace tra gli oppressi, guerra agli oppressori”, segnando una netta distanza con coloro che formalmente si dichiarano contrari alla guerra, ma nei fatti, si schierano a favore di vecchi e nuovi imperialismi sotto la bandiera della resistenza, fornendo rinnovata linfa vitale a nazionalismi e guerre di religione che da sempre sono nemici di tutte le lotte che aspirano ad una reale emancipazione sociale.
Numerosi slogan e interventi hanno ricordato sia le pessime condizioni in cui versa chi è disoccupato o chi è costretto a sopravvivere di lavori precari e sottopagati, sia l’aumento delle morti sul lavoro, diretta conseguenza dalla cinica logica del profitto a tutti i costi. Stessa determinazione ha contraddistinto la necessità di denunciare fermamente la moltiplicazione degli sfratti, una piaga per coloro che non ce la fanno più a pagare fitto e bollette. Avere garantito un tetto sopra la testa si sta trasformando in un lusso per pochi privilegiati.
Ogni contributo portato in piazza ci ha tenuto a ribadire l’urgenza di opporsi all’escalation bellica che sempre più sta travolgendo le nostre esistenze, partendo dai nostri territori, dove le armi vengono prodotte e testate per poi essere utilizzate nei conflitti che insanguinano vaste aree del pianeta; dove la militarizzazione investe con insistenza le periferie più povere e arriva ad assediare scuole e insegnamento; dove Leonardo e Politecnico si stanno impegnando nella costruzione della Città dell’Aerospazio, un polo di ricerca finalizzato alla progettazione di congegni e tecniche militari sempre più micidiali e all’avanguardia per uccidere e avvelenare interi territori.
Le spese militari crescono inesorabilmente, così come i tagli ai servizi sociali fondamentali. L’industria bellica si arricchisce, mentre noi vediamo spalancarsi le porte della miseria e rischiamo di morire per mancanza di cure mediche adeguate.
Anche in questa occasione, non si è mancato di contestare le politiche del governo fascista, che oltre ad intensificare la retorica patriottica per arruolarci nell’impresa a difesa degli interessi nazionali e renderci complici di massacri di popolazioni civili, si sta servendo di leggi speciali che trattano le questioni sociali come affari di ordine pubblico, portando avanti una spietata guerra ai poveri – autoctoni e migranti – e una durissima repressione di qualsiasi forma di dissenso. Ci vogliono muti e rassegnati, se non addirittura servili.
La lotta di classe non è affatto un discorso relegato al passato. Lo sanno bene i burocrati del sindacalismo istituzionale e concertativo che fanno quotidianamente il gioco di chi prosciuga il nostro tempo e le nostre energie investite sul posto di lavoro, pur di continuare a estrarre ed accumulare capitale.
Purtroppo, il sindacalismo di base, nonostante il generoso impegno, fa sempre più fatica a intercettare il disagio sociale di coloro che vivono nella nostra città. Ne consegue che serve organizzarsi collettivamente e superare il clima prevalente di atomizzazione e diffidenza tra sfruttat*, se davvero vogliamo che la paura cambi di campo.
Siamo consapevoli che l’unica speranza che abbiamo di invertire la rotta, non può che essere quella di costruire e rinforzare reti di solidarietà e lotta in opposizione all’oppressione, allo sfruttamento, alle guerre volute e foraggiate da padroni e governanti.
Solo praticando l’azione diretta possiamo pensare di impensierire i potenti della terra.
Solo riportando al centro del dibattito il valore del disfattismo rivoluzionario e sostenendo attivamente i disertori di tutte le guerre degli stati, possiamo scongiurare il pericolo di un olocausto nucleare.
Solo dando vita a spazi politici non statali possiamo porre le basi per un mondo di libere ed eguali, senza stati, padroni, frontiere, eserciti e polizie.
Federazione Anarchica Torinese
Assemblea Antimilitarista – Torino
corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20,30 – www.anarresinfo.org
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