Source - Anarres

Il pianeta delle utopie concrete

4 novembre a Torino. Blocchi, contestazioni, azioni dirette
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta le guerre degli Stati, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale, plurale e solidale potrà costruire un mondo senza guerre. Il governo Meloni attua continue campagne di propaganda militarista, per arruolare i corpi e le coscienze, per assuefarci ad uno stato di guerra permanente. Una buona ragione per cambiare di segno al 4 novembre, per trasformarlo da festa delle forze armate a festa dei disertori, per smilitarizzare la nostra città. Siamo stati nelle piazze delle cerimonie militariste, davanti alle fabbriche d’armi, nella lotta contro la militarizzazione delle scuole. L’Assemblea Antimilitarista torinese già il 2 novembre era all’Oval Lingotto per informare chi visitava le installazioni artistiche ospitate al centro congressi che in quello stesso luogo un mese dopo si sarebbe svolta la decima edizione dell’Aerospace and defense meetings mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra. Nella mattinata del 4 novembre, durante il cambio turno, c’è stata un’azione di blocco con slogan, fumogeni e lo striscione “Spezziamo le ali al militarismo” ai cancelli della Thales Alenia Space,. La Thales, una delle maggiori aziende aerospaziali del Piemonte, specializzata in satelliti, fornisce all’aeronautica militare “gli occhi” per orientare droni e velivoli da guerra sui loro obiettivi. “Contro la guerra e chi la arma”. Questo striscione è stato appeso alla passerella pedonale di fronte all’Oval Lingotto. L’ufficio scolastico regionale il 4 novembre è stato pesantemente militarizzato per il presidio lanciato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Nella “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” le istituzioni locali e gli istituti scolastici sono invitati per legge a promuovere eventi, incontri, etc sul tema dell’unità nazionale, della difesa della “Patria”, sulla sicurezza e sul mestiere delle armi. Quest’anno, in un clima di guerra interna ed esterna, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università aveva promosso “La scuola non si arruola” un convegno on line di formazione degli insegnanti. Il Ministero lo ha vietato perché “i contenuti non sono coerenti con la formazione degli insegnanti”. Una censura senza precedenti, cui l’Osservatorio ha risposto con un convegno su youtube. L’assemblea antimilitarista ha aperto lo striscione “fuori i militari dalle scuole” davanti alla polizia in assetto antisommossa. Tanti gli interventi che hanno sottolineato la volontà di opporsi alla retorica patriottica, lottando per smilitarizzare le scuole. Gli antimilitaristi sono poi riusciti ad eludere l’occhiuta sorveglianza di Ros e Digos entrando di corsa in piazza Castello mentre cominciavano a suonare le bande. Ancora una volta, la piazza sequestrata dai militari per la cerimonia del 4 novembre, è stata attraversata dalla protesta dei senzapatria. Con lo striscione “Disertare la guerra!” tra slogan, interventi e fumogeni abbiamo bucato il blocco degli agenti dell’antisommossa che hanno provato a spingerci fuori. Una lunga giornata di informazione e lotta. Al termine ci siamo dati appuntamento al 29 novembre per il corteo antimilitarista “Via i mercanti d’armi”.
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Torino. Armi e mercanti di morte
Era la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città. La lenta ma inesorabile fuga della Fiat ne ha decretato la decadenza e l’impoverimento. Torino negli ultimi decenni è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città/vetrina e la città delle armi. La città/vetrina è il fulcro della narrazione pubblica, il fiore all’occhiello delle amministrazioni cittadine, che, attraverso interventi di rigenerazione escludente hanno cambiato il volto della città, arricchendo il centro ma rendendo sempre più povere le periferie, frantumate dalla gentrification e da un sempre più asfissiante controllo poliziesco. La città delle armi è invece cresciuta in sordina, senza rumore, senza grandi annunci. La grande scommessa sull’industria armiera, fatta in modo unanime da tutti i centri di potere politico ed economico viene nascosta tra satelliti ed esplorazioni spaziali. Torino è uno dei centri dell’industria bellica aerospaziale del nostro paese. Settima nel mondo e quarta in Europa, con un giro d’affari di oltre 16.4 miliardi di euro, 47.274 addetti l’industria aerospaziale è un enorme business di morte. Si tratta di un settore, che nonostante qualche difficoltà nelle supply chain, le catene di approvvigionamento, è destinato a crescere grazie alle potenti dinamiche di warfare degli ultimi anni. Il settore delle armi è il cavallo di battaglia sul quale scommettono le amministrazioni locali e l’imprenditoria subalpina. Il progetto di Città dell’Aerospazio e l’approdo in città di un acceleratore di innovazione della NATO ne sono l’indicatore più chiaro. Il declino del settore dell’automotive ha innescato un processo di riconversione che si è indirizzato verso l’industria bellica. Il passaggio da 20 a 35mila addetti non ha aumentato l’occupazione, ma è frutto del travaso dall’industria dell’auto a quella delle armi. Un esempio tra i tanti: la LMA Aerospace Technology, azienda di media grandezza di Pianezza nell’hinterland torinese, nata nel 1970 come tassello del grande indotto Fiat, è risorta a nuovi fasti, specializzandosi nella componentistica per il settore aerospaziale civile e militare. La nascita, nel 2019, del Distretto Aerospaziale Piemontese ha segnato un’accelerazione per l’industria bellica nella nostra regione. Il Distretto Aerospaziale Piemontese è un think tank che svolge un compito di promozione, coordinamento ed affiancamento delle attività delle industrie del settore. Sino alla sua promozione a ministro della Difesa il DAP era guidato da Guido Crosetto: oggi al suo posto c’è Fulvia Quagliotti che ne ha ricalcato le orme. Per cogliere l’importanza di questo organismo di governance è sufficiente dare un’occhiata alla lista dei soci del DAP, in cui spiccano attori politici, industriali e poli della ricerca e della formazione. Nel consiglio direttivo del DAP, oltre alla presidente Quagliotti, designata dalla Regione Piemonte, i due vicepresidenti e gli altri membri sono stati indicati da industrie del settore, associazioni industriali e universitarie. A Torino, ogni due anni si tiene l’Aerospace and defense meetings, che quest’anno arriva alla decima edizione. La convention si svolgerà dal 2 al 4 dicembre, come di consueto negli spazi dell’Oval Ligotto. centro congressi facente parte delle strutture nate sulle ceneri del complesso industriale dell’ex Fiat. La mostra-mercato è un evento chiuso riservato agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, esponenti delle forze armate, organizzazioni internazionali, rappresentanti dei governi e compagnie di contractor. All’edizione del 2023 hanno partecipato 400 aziende, 1400 tra acquirenti, venditori e rappresentanti di governi. Tra gli sponsor ospiti del meeting spiccano la Regione Piemonte e la Camera di Commercio. Il vero fulcro della convention sono gli incontri bilaterali per stringere accordi di cooperazione e vendita: nel 2021 ce ne furono oltre 7.500, due anni fa sono saliti a 9.000. All’Oval vengono allestiti alveari di uffici, dove sono sono sottoscritti accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza. All’Aerospace and defense meetings si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove. Buona parte delle aziende italiane dell’aerospazio si trova in Piemonte. I settori produttivi sono strettamente connessi con le università, in primis il Politecnico, e altri settori della formazione. In Piemonte, ci sono ben cinque attori internazionali di primo piano: Leonardo, Avio Aero, Collins Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC. Gran parte delle industrie mondiali di prima grandezza hanno partecipato all’ultima biennale dell’aerospazio: Airbus, Avic, Aernnova Aerospace, Boeing, Comac, Dell, Embraer, IHI Corporation, Lockheed Martin, Mahindra Aerostuctures, MBDA, Mitsubishi, Nanoracks Europe, Nikon, Northrop Grumman, SAAB, Poeton Polska, SKF Industrie, Superjet International, Tei-Tusas Engine Industries. Erano presenti tutti i 7 cluster aerospaziali italiani: la Lombardia, la Campania, il Lazio, l’Umbria, la Puglia e il Veneto e il Piemonte, la cui delegazione era la più ampia con 75 imprese e 11 startup. La Città dell’aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino, sorgerà tra corso Francia e corso Marche, in un’area industriale dismessa da anni, dopo il trasferimento dei settori produttivi nello stabilimento di Caselle Torinese. Un luogo perfetto, che si incastona tra gli uffici di Leonardo e gli stabilimenti Altec e Thales Alenia. Leonardo punta sull’innovazione tecnologica, sulla ricerca e sul rinnovamento dei siti produttivi. La campagna di informazione e lotta fatta negli ultimi anni dall’Assemblea Antimilitarista è riuscita a far emergere dall’opacità un progetto che mira a trasformare la nostra città in polo ad alta tecnologia per lo sviluppo dell’industria bellica. Il focus della ricerca è il miglioramento dell’efficienza dei micidiali strumenti già oggi capaci di distruggere il pianeta. Gli attori istituzionali, in primis la Regione Piemonte, ed i rappresentanti delle principali industrie hanno provato a minimizzare la vocazione squisitamente bellica della Città dell’Aerospazio. Ma non saranno certo le nebbie del “dual use” (militare e civile) o l’immaginario dei viaggi spaziali a nascondere la realtà. Lo dimostrano le dichiarazioni di Marco Zoff, capo divisione velivoli di Leonardo: «Siamo qui per condividere una ambizione, vogliamo portare in questi spazi la ricerca e lo sviluppo di alcuni dei programmi industriali nei quali Leonardo è impegnato, l’Eurodrone, le tecnologie dei sistemi senza pilota e il caccia del futuro. Per farlo abbiamo bisogno di uno spazio dove fare ricerca e sviluppo e questo della Città dell’aerospazio è un tassello fondamentale sulla strada che ci porterà a sviluppare nuovi progetti su questo territorio». Nell’ottobre del 2022 Leonardo ha ceduto in comodato d’uso al Politecnico gli spazi della palazzina 37 dell’ex Alenia. Una foglia di fico per salvare la faccia al Politecnico che, nei fatti, accelera il processo di integrazione nel complesso militare industriale accingendosi a trasferire parte della ricerca in una struttura di proprietà di Leonardo. Il progetto è rimasto fermo per anni ai blocchi di partenza. Dal novembre 2021, quando ne venne annunciata la costruzione all’ottavo Aerospace and Defence Meetings, sino al febbraio 2025, quando sono iniziati alcuni lavori di demolizione, nulla si è mosso. La ricerca costa e nessuna impresa è disponibile ad investire, senza il sostegno pubblico. Non per caso i primi segnali di (ri)apertura dei giochi sono arrivati nel dicembre del 2024, quando dal cappello del PNRR sono spuntati 17 milioni di euro destinati al centro ricerche del Politecnico. Tuttavia sono molte le incertezze che ancora gravano sul progetto: Leonardo non trova privati disposti ad investire. Non per caso nelle ultime dichiarazioni fatte alla stampa emerge che il Politecnico sarà il “soggetto attuatore del progetto” che, assicura Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, il suo Gruppo “sosterrà”. Da protagonista a sostenitore? Cingolani appare decisamente prudente. Per ora di certo ci sono soltanto i 12mila mq di laboratori che saranno di pertinenza del Politecnico, un intervento da poco più di 40 milioni finanziato dalla Regione (15 milioni) e dai 17 milioni del Pnrr . Siamo ancora lontani dal budget necessario a coprire l’intera operazione e Leonardo fa pressione sul governo perché metta mano al portafoglio. La Città dell’Aerospazio ospiterà anche un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO. Questo progetto, partito nel giugno 2021 a Bruxelles, si inserisce nel programmi di innovazione tecnologica della NATO per il 2030. Compito del polo di Torino è quello di coordinare e gestire, attraverso bandi e fondi messi a disposizione dai Paesi alleati, una rete di aziende e start up italiane, per metterla al servizio delle necessità dell’Alleanza. Per D.I.A.N.A la NATO ha investito un miliardo di dollari. Una montagna di soldi utilizzati per produrre tecnologie sempre più sofisticate, sempre più mortali. Dulcis in fundo. il 14 dicembre 2023 i governi italiano, giapponese e britannico hanno sottoscritto l’accordo sul Global Combat Air Programme, che prevede la progettazione e realizzazione, da parte di Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, di un nuovo cacciabombardiere, destinato a sostituire l’Eurofighter e l’F35. In questo modo viene garantito un futuro anche allo stabilimento Alenia di Caselle Torinese, che terminate le commesse per gli Eurofighter, che ad oggi sono ultradecennali, si rinnoverà per i nuovi, ancor più mortali, velivoli da guerra. I tasselli del mosaico che sta consegnando Torino al ruolo di capitale delle armi sono molteplici e non sempre si incastonano secondo le aspettative di chi li promuove ed appoggia. I diversi attori imprenditoriali e politici che sostengono il progetto giocano la carta del ricatto occupazionale, in una città dove la precarietà del lavoro e della vita è sempre più forte e diffusa, dove salute, istruzione, trasporti sono i privilegi di chi può pagare. Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra. Negli ultimi vent’anni, piano piano, l’impegno degli antimilitaristi contro la produzione e il commercio di armi, ha cominciato a dare i suoi frutti, allargando ad aree più ampie la lotta contro la guerra e chi la arma. Contrastare attivamente il decimo Aerospace and Defense Meetings è tappa importante di questo percorso. Viviamo tempi grami. La corsa al riarmo e l’affermarsi di un’economia di guerra possono e devono essere inceppati. Dipende da ciascuno di noi. Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Martedì 2 dicembre giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings!
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Sguardi Critici
13/11 Serata informativa contro la guerra e chi la arma
Giovedì 13 novembre ore 21 corso Palermo 46 serata informativa – L’Italia in guerra. Riarmo e conflitto per l’Ucraina. Con Stefano Capello – Ricerca al servizio della guerra. Un caso di obiezione di coscienza. Con Andrea Merlone – Torino. Capitale delle armi? Approfondimento su industria bellica e Aerospace and defence meeting e presentazione delle iniziative di lotta a cura dell’Assemblea Antimilitarista L’Aerospace and defense meetings, mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra è arrivato alla decima edizione. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor. Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Martedì 2 dicembre blocchiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defense meetings! Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Decine di guerre insanguinano il pianeta: la maggior parte si consumano nel silenzio e nell’indifferenza dei più. Ovunque bambine e bambini, donne e uomini sono massacrat* da armi prodotte a due passi dalle nostre case. Le guerre hanno basi ed interessi concreti sui nostri territori, dove possiamo agire direttamente, per gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo. Le guerre oggi come ieri, si combattono in nome di una nazione, di un popolo, di un dio. Noi, antimilitaristi e senza patria, sappiamo che non ci sono guerre giuste o sante. Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. Ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. Fermiamo la corsa al riarmo, lottando contro l’industria bellica e il militarismo. Cacciamo i mercanti di morte da Torino! Assemblea antimilitarista Corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20,30
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corteo antimilitarista 29 ottobre
Anarres del 17 ottobre. Sharm el sheik: l’incoronazione di Trump. Migranti: un genocidio Made in Italy. Francesco dAssisi e il fascismo…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-17-ottobre-tra-tel-aviv-sharm-el-sheik-e-gaza-lincoronazione-di-trump-carceri-torture-deportazioni-respingimenti-in-mare-un-genocidio-made-in-italy-il-ritorno-del-4-ottob/ Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Tra Tel Aviv, Sharm el Sheik e Gaza. L’incoronazione di Trump Il tempo corre veloce. La scorsa settimana discutevamo delle prospettive della tregua appena iniziata. Da allora abbiamo assistito a tanti eventi dalla grande portata simbolica e materiale. Il fulcro sono le due gite fuori porta di Donald Trump. Il tycoon viene accolto da trionfatore dal parlamento israeliano cui dispensa consigli arrivando a chiedere la grazia per Netanyahu per i vari processi per corruzione e malversazioni varie che lo vedono protagonista. Bibi incassa le lodi per il buon uso fatto delle armi ricevute dagli Stati Uniti ma non accompagna Trump a Sharm el Sheyk, rovinandogli un poco la giornata trionfale in cui il re di New York si fa incoronare imperatore da una corte ben selezionata ed ossequiente. Lo scambio di prigionieri dei giorni successivi riempie le pagine dei giornali. La narrazione delle loro sofferenze, l’emozione dei parenti fanno salire il climax emotivo. Il parziale ritiro delle truppe israeliane, il ritorno alle case polverizzate, i regolamenti di conti tra le milizie di Hamas e quelle dei clan rivali segnano i giorni successivi. Nel mirino di Hamas ci sono soprattutto i Doghmush, clan palestinese di origine turca affiliato prima ad Al Qeda e poi all’Isis, che, dopo giorni di scontri e uccisioni anche di donne e bambini, trovano il culmine nella pubblica esecuzione di numerosi uomini inginocchiati. D’altra parte Hamas può permetterselo: the king li ha investiti come tutori dell’ordine pubblico a Gaza. Ne abbiamo parlato con Stefano Capello Carceri, torture, deportazioni, respingimenti in mare. Un genocidio Made in Italy L’Italia rinnova il memorandum con la Libia. Nei CPR sale la tensione. Il mare inghiotte vite Ce ne ha parlato Raffaele Il ritorno del 4 ottobre. Francesco dAssisi e il fascismo La decisione del Parlamento italiano di reintrodurre il 4 ottobre – festa di San Francesco d’Assisi – come festa nazionale rappresenta un momento di cesura nella storia delle celebrazioni civili della Repubblica. Questa scelta non può essere compresa senza analizzare la complessa stratificazione storica che ha caratterizzato i rapporti tra Stato, Chiesa e identità nazionale nell’Italia contemporanea, e il ruolo che le feste civili hanno svolto nella costruzione di una liturgia nazionale dal fascismo ad oggi. Appuntamenti: 2 e 4 novembre Smilitarizziamo la città! Domenica 2 novembre ore 15,30 punto info antimilitarista all’Oval Lingotto Via Mattè Trucco 70 Oggi ospita l’arte ma tra un mese ci sarà il mercato delle armi! Martedì 4 novembre Smilitarizziamo la città! Noi disertiamo Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Martedì 2 dicembre giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings! A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org www.anarresinfo.org
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29/11 Via i mercanti d’armi! Corteo antimilitarista
VIA I MERCANTI D’ARMI! SABATO 29 NOVEMBRE CORTEO ANTIMILITARISTA ORE 14,30 CORSO GIULIO CESARE ANGOLO VIA ANDREIS MARTEDÌ 2 DICEMBRE GIORNATA DI BLOCCO ALL’OVAL LINGOTTO IN VIA MATTÉ TRUCCO 70 Contro la guerra e chi la arma! L’Aerospace and defence meetings, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra è arrivato alla decima edizione. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale, in prima fila le piemontesi Leonardo, Avio Aero, Collins Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor. Mentre l‘Europa – e il mondo – fanno una precipitosa corsa al riarmo è sempre più necessario mettersi di mezzo, inceppare gli ingranaggi, lottare contro l’industria bellica e il militarismo. Le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra. In ogni angolo del pianeta muoiono bambine e bambini, donne e uomini, massacrat da armi prodotte a due passi dalle nostre case. Le guerre non sono lontane: incepparle dipende da ciascuno di noi. Mettersi di mezzo è scelta politica e morale ineludibile. C’è un importante dispiegamento di militari ai confini tra i paesi NATO e la Russia: l’ltalia è in prima fila in Estonia, in Romania, nel Mar Nero. Il rischio di un coinvolgimento diretto del nostro paese è ogni giorno più concreto. La spesa militare, già in crescita esponenziale da oltre un decennio, avrà un’impennata nei prossimi tre anni arrivando a 61 miliardi di euro. Provate ad immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se i miliardi impiegati per ricacciare uomini, donne e bambini nei lager libici, per annegarli in mare, per garantire gli interessi dell’ENI in Africa, per acquistare armamenti, per i militari nelle strade fossero usati per scuola, sanità, trasporti. Provate ad immaginare di farla finita, sin da ora, con stato, padroni, militari, polizia. Decine di guerre insanguinano il pianeta: la maggior parte si consumano nel silenzio e nell’indifferenza dei più. Fermarle è possibile, perché le guerre hanno basi ed interessi concreti sui nostri territori, dove possiamo agire direttamente, per gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo. Non solo. Le guerre oggi come ieri, si combattono in nome di una nazione, di un popolo, di un dio. Noi, antimilitaristi e senza patria, sappiamo bene che non ci sono guerre giuste o sante. Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche, funzionali agli interessi del capitalismo. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Facciamo nostro l’insegnamento del “disfattismo rivoluzionario”: siamo solidali con chi si batte contro il proprio governo, perché noi lottiamo contro il nostro . Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. Noi siamo con le vittime. Ovunque Noi siamo con i disertori e gli obiettori di tutti i fronti. Per fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le città. Cacciamo i militari dalle strade, blocchiamo la produzione ed il trasporto di armi, facciamola finita con tutti gli eserciti! Blocchiamo le missioni all’estero! Cacciamo i mercanti di morte da Torino! Assemblea Antimilitarista assembleantimilitarista@gmail.com
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Anarres del 10 ottobre. La guerra civile di Trump. La tregua a Gaza: un’orizzonte oscuro…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-ottobre-la-guerra-civile-di-trump-la-tregua-a-gaza-unorizzonte-oscuro/ Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Stati Uniti. La guerra civile di Trump La feroce battaglia dell’amministrazione statunitense contro gli immigrati senza documenti che ne autorizzino il soggiorno negli States si sta sempre più trasformando in una guerra civile contro gli stati governati dai Democratici. Le forze dell’ICE impiegate sempre più massicciamente per “affiancare” le polizie locali accusate di non avere il polso necessario per contrastare gli “irregolari” non bastano più a Trump, che ha deciso di mettere in campo la Guardia Nazionale. La Guardia Nazionale è la principale forza di riservisti degli Stati Uniti: i suoi membri sono chiamati in base alla necessità, e di solito fanno altri mestieri. È un corpo organizzato su base statale, e le truppe sono comandate dai governatori dei singoli stati, che le usano quasi sempre come una sorta di protezione civile in occasione di catastrofi naturali. Ma la legge prevede che in casi eccezionalmente gravi il presidente possa assumere il comando della Guardia Nazionale di uno stato, quando la sicurezza nazionale è in pericolo. Negli scorsi mesi Trump ha usato questi poteri moltissime volte, con una frequenza e un’ampiezza mai viste prima, per inviare la Guardia Nazionale in una serie di città tutte governate dal Partito Democratico. Lo ha fatto non per rispondere a emergenze eccezionali, come vorrebbe la legge, ma con motivazioni che sono state spesso giudicate gonfiate, se non false. Ora nel mirino ci sono l’Oregon e Chicago, de l’Ice ha attaccato un block, un quartiere, arrivando a sparare persino ai poliziotti locali. Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri La tregua. Un orizzonte oscuro Il 10 ottobre, quando abbiamo effettuato questa puntata, era prevista l’entrata in vigore dell’accordo per il cessate il fuoco siglato dal governo israeliano e da quello di Gaza. Le riflessioni che seguono sono state fatte in quel momento: tenetene conto. La tregua prevedeva la sospensione dei bombardamenti, la liberazione di ostaggi e prigionieri politici, l’arrivo di scorte alimentari, medicinali e aiuti per la popolazione gazawi stremata da due anni di guerra. Sin qui tutto bene. La sospensione dei massacri è comunque una buona notizia, tuttavia l’orizzonte appare del tutto oscuro. L’accelerazione impressa da Israele con l’attacco a Gaza City, l’enorme ondata di indignazione di fronte ad una popolazione bombardata e affamata ha provocato un isolamento internazionale di Israele che non ha precedenti. Il crescere in Israele di un’opposizione al genocidio che, per quanto minimizzata dai sostenitori nostrani di Hamas ed alleati, è cresciuta per tutta l’estate, culminando in uno sciopero generale di grande portata, è stata un ulteriore segnale che le basi di consenso al governo Netanyahu si stanno erodendo. Hamas, sconfitto, privato dei tradizionali appoggi, sebbene sia riuscito a soffocare nel sangue le rivolte della scorsa primavera, sapeva bene di stare esaurendo i propri crediti, ha accettato una tregua alla quale si dichiarava disponibile da mesi. Se il piano Trump dovesse trovare completa attuazione per la popolazione gazawi sarebbe una ulteriore sconfitta. Dopo due decenni di dittatura islamista, dopo due anni di pulizia etnica di Israele, rischia di diventare una colonia con un governo fantoccio. Le responsabilità di chi, alle nostre latitudini, ha assunto un atteggiamento campista, di appoggio acritico alla resistenza, sono enormi. Ai palestinesi serve il pane. Ma servono anche le rose. E la libertà. Quella vera A noi tutti serve un mondo senza stati, frontiere, eserciti. Ne abbiamo discusso con Lorenzo Appuntamenti: 4 novembre Smilitarizziamo la città! Noi disertiamo Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre. Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo. In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati. Noi siamo al fianco di chi diserta la guerra. Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo. Le guerre cominciano da qui. Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Martedì 2 dicembre giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings! A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org  
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SABATO 25 OTTOBRE DALLE 11 ALLE 14 PUNTO INFO ANTIMILITARISTA AL BALON 4 novembre Smilitarizziamo la città! l 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.   Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.   In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta le guerre degli Stati, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Torino sta diventando uno dei maggiori centri dell’industria bellica: cacciabombardieri, droni, sistemi di puntamento vengono progettati a costruiti nella nostra città. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale per la decima edizione dell’Aerospace and defense meetings, mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor che faranno buoni affari. Affari di morte. La scorsa edizione sono stati siglati 9.000 contratti di vendita di congegni micidiali, destinati a tutti i teatri di guerra. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre. Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo. Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo. Le guerre cominciano da qui. Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!   Martedì 4 novembre. Smilitarizziamo la città! Via i mercanti d’armi! Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Martedì 2 dicembre blocc hiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defense meetings! Contro la guerra e chi la arma! Assemblea antimilitarista Corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20,30 www.anarresinfo.org  
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4 novembre. Smilitarizziamo la città!
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta le guerre degli Stati, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Torino sta diventando uno dei maggiori centri dell’industria bellica: cacciabombardieri, droni, sistemi di puntamento vengono progettati a costruiti nella nostra città. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale per la decima edizione dell’Aerospace and defense meetings, mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor che faranno buoni affari. Affari di morte. La scorsa edizione sono stati siglati 9.000 contratti di vendita di congegni micidiali, destinati a tutti i teatri di guerra. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre. Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo. Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo. Le guerre cominciano da qui. Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! MARTEDÌ 4 NOVEMBRE. SMILITARIZZIAMO LA CITTÀ! VIA I MERCANTI D’ARMI! SABATO 29 NOVEMBRE CORTEO ANTIMILITARISTA ORE 14,30 CORSO GIULIO CESARE ANGOLO VIA ANDREIS MARTEDÌ 2 DICEMBRE BLOCCHIAMO I MERCANTI ARMI ALL’OVAL LINGOTTO IN VIA MATTÉ TRUCCO 70 NO ALL’AEROSPACE AND DEFENSE MEETINGS! CONTRO LA GUERRA E CHI LA ARMA! Assemblea antimilitarista Corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20,30
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Anarres del 3 ottobre. I primi 80 anni della FAI. Il genocidio migrante. Il mito della legalità e la Flottilla. Rocker…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-26-settembre-ricerca-sul-clima-un-caso-di-obiezione-di-coscienza-rudolf-rocker-lanarchia-oltre-le-macerie-del-secolo Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: I primi 80 della Federazione Anarchica Italiana Era il settembre de 1945. A Carrara si incontrarono anarchici da tutta Italia per dar vita alla FAI. C’erano compagni e compagne che avevano lottato contro la dittatura. Chi aveva resistito in clandestinità e chi aveva patito prigione e confino, chi era stato costretto l’esilio senza mai mollare il proprio impegno, c’erano i giovani partigiani e quelli che avevano combattuto il fascismo sin dai primi anni. Tanti non c’erano più. I tempi che li aspettavano erano profondamente mutati. La guerra fredda e lo scontro tra blocchi non pareva lasciare spazio ad alternative. Eppure. Grazie a quei compagni che diedero vita ad un’intesa associativa libera e solidale, dopo 80 anni possiamo affrontare le nuove terribili sfide che abbiamo di fronte. Le ombre scure del nazionalismo, del razzismo, delle guerre ci pongono di fronte all’urgenza di rendere sempre più forti e radicali i legami e le lotte che stiamo attraversando. L’11 e 12 ottobre si è tenuto a Carrara un convegno di studi sull’anarchismo. Il programma è arricchito da una mostra di manifesti, da momenti conviviali e musicali. Giorgio Sacchetti, docente di storia a Firenze, uno dei promotori dell’iniziativa, l’ha presentata agli ascoltatori di Blackout. Qui il programma completo: https://umanitanova.org/event/carrara-anarchismo-una-storia-globale-e-italiana1945-2025-nell80della-federazione-anarchica-italiana/ Il genocidio migrante Il 3 ottobre è l’anniversario di una delle peggiori stragi di migranti nel Mediterraneo. Dodici anni fa a poche miglia da Lampedusa colò a picco un’imbarcazione carica di profughi eritrei ed etiopi. A bordo c’erano 545 persone: 388 annegarono. I superstiti vennero salvati dai pescatori: la guardia costiera arrivò oltre un’ora dopo. Questa è una sola delle infinite stragi quotidiane nel Mediterraneo. Stragi la cui responsabilità diretta è dei governi di ogni colore che si sono susseguiti negli ultimi trent’anni. Mentre tutti gli occhi sono puntati su Gaza e sulla Flottilla che ha tentato di forzare il blocco navale imposto da Israele per raggiungere una popolazione stremata dalla fame e dalle bombe è importante non dimenticare la guerra ai migranti, un genocidio contro i poveri attuato dai governi della Fortezza Europa con la complicità ben pagata dei macellai libici, cui l’Italia fornisce i pattugliatori che sparano contro le barche in viaggio verso l’Europa. Il Mare di Mezzo è divenuto un enorme sudario che ha inghiottito tante vite di gente in eccesso. Oggi PD, 5Stelle e AVS provano a rifarsi una verginità tra i movimenti appoggiando la flotilla. Non permettiamoglielo! Lo dobbiamo alle decine di migliaia di uomini, donne e bambini che continuano a morire nel silenzio dei più. Ne abbiamo parlato con Raffaele Il mito della legalità e la Flottilla In questi giorni abbiamo assistito ad un martellamento costante sul fatto che la Flottilla stesse navigando nel rispetto delle regole, della legalità, dei giusti confini. Una litania insopportabile, perché basata sulla convinzione che il rispetto delle regole di un gioco truccato all’origine, potesse essere un ombrello per la missione. Sappiamo bene che le regole le dettano i vincitori. Gli orrori nazisti e la feroce occupazione giapponese della Cina non giustificano Dresda e Hiroshima. Le regole ingiuste vanno violate. Punto. Il resto è retorica legalista e giustizialista. Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo Questa sera, in corso Palermo 46 alle 21, presentiamo una vasta raccolta di scritti di Rudolf Rocker. “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947”. Ne parleranno con noi Gianfranco Ragona, con cui ne abbiamo parlato la scorsa settimana, e David Bernardini. Oggi vi proponiamo alcune letture scelte per voi Appuntamenti: Rudolf Rocker L’anarchia oltre le macerie del secolo Venerdì 3 ottobre ore 21 corso Palermo 46 Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947” Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker” 4 novembre Smilitarizziamo la città! Noi disertiamo Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre. Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo. In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati. Noi siamo al fianco di chi diserta la guerra. Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo. Le guerre cominciano da qui. Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Martedì 2 dicembre blocchiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings! A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
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Anarres del 26 settembre. Ricerca sul clima: un caso di obiezione di coscienza. Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: https://radioblackout.org//podcast/anarres-del-26-settembre-ricerca-sul-clima-un-caso-di-obiezione-di-coscienza-rudolf-rocker-lanarchia-oltre-le-macerie-del-secolo Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Guerra alla ricerca sul clima. Un caso di obiezione di coscienza In questi giorni alla cascina e parco “Le Vallere”, che ospita una importante stazione di rilevamento idrologico e meteorologico, si tiene un evento europeo su “Water and Ecosystems in the Mediterranean: Climate Challenges and Adaptive Responses”. Ovvero il problema idrico in diversi aspetti: troppa acqua nelle precipitazioni, sparizione dell’acqua sotto forma di ghiacci, siccità. Se ne parla con tecnici e ricercatori che operano sul campo, in glaciologia, meteorologia e allerte meteo, analisi rischi, biodiversità e ovviamente la metrologia a supporto delle misure. Si tratta di studi cruciali per capire quali misure adattive siano necessarie per fermare ed arginare la catastrofe in corso. Dalle Vallere ci siamo collegati con Andrea Merlone, Dirigente di Ricerca – Research Manager dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica con cui abbiamo parlato dei tagli che queste ricerche stanno subendo in moltissimi paesi. Le risorse vengono dirottate sulla ricerca bellica, che divenendo prioritaria quasi ovunque, con conseguenze gravissime. Non solo. È in atto una infiltrazione dei militari nelle misurazioni del clima, dell’aria, dell’acqua perché necessarie al miglior funzionamento delle armi. Dopo anni a supportare misure sempre più raffinate per comprendere il riscaldamento dei mari parametro fondamentale soprattutto nel Mediterraneo, la conferenza di riferimento di Genova si apre con una sessione plenaria dedicata a “Military Metrology for the sea”. Ovvero gli interessi militari, sdoganati ormai in pubblico in temi di misure, soprattutto per il mappamento dei fondali. Andrea ci ha raccontato del suo rifiuto a presiedere e a partecipare ad un evento di rilievo mondiale sulle misure marine. Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo Nel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell’anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa. Il prossimo venerdì presenteremo una raccolta di testi di Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947” Con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui abbiamo discusso il venerdì successivo con Ragona e con David Bernardini, che all’anarchico tedesco ha dedicato uno studio. L’anarchia ai tempi della peste Guerre, massacri, corsa agli armamenti. Le aporie infinite dei movimenti di opposizione schiacciati tra campismo, propaganda e miopia. Proviamo ad entrare nel vivo, chiacchierandone con Lollo. La straordinaria giornata di lotta del 22 settembre, che per la prima volta ha visto le piazze riempirsi non solo di studenti e attivisti ma anche di tanti esponenti di quella sinistra moderata e fluida che solo occasionalmente scende in piazza con modalità più radicali. Li avevamo visti a Roma il 20 maggio ma la cornice allora era ancora meramente testimoniale. La loro ricomparsa in piazze che miravano esplicitamente al blocco dimostra la crescente consapevolezza che solo ponendosi sul terreno dell’azione diretta si può inceppare il meccanismo terrificante che sta tritando le vite di migliaia di uomini, donne, bambine e bambini a Gaza. A muovere queste piazze è stata soprattutto un’ondata di incontenibile indignazione, la necessità di non essere complici di un genocidio. Un fatto in se positivo. Purtroppo sullo sfondo restano e si allungano le tante ombre che hanno segnato questi due anni di feroce guerra a Gaza. In primis l’appoggio acritico alla resistenza palestinese, guidata da forze islamiste, che hanno disciplinato a forza la gente della striscia, che hanno una polizia morale che controlla l’osservanza della legge islamica, che trattano con ferocia ogni forma di opposizione. Ma non solo. Mentre esplode la giusta indignazione per il genocidio, per la fame, per la distruzione a Gaza, il genocidio in Darfur, la feroce guerra in Sudan resta avvolta nel silenzio. Perché? In Siria c’è stato un milione di morti e la guerra è tutt’altro che finita, tra stragi di drusi e alaviti e la costante pressione per chiudere i conti con i curdi del confederalismo democratico nel nord del paese. Silenzio. Perchè? La guerra ai migranti è un genocidio. Si ha genocidio ogni volta che le vite umane sono considerate dannose, in eccesso. Mentre la flottilla prova con grave rischio a raggiungere Gaza, nel Mediterraneo si continua a morire in silenzio. Perché? Sono domande che ci piacerebbe porre a chi riempie oggi le piazze per fermare un altro genocidio. Appuntamenti: Rudolf Rocker L’anarchia oltre le macerie del secolo Venerdì 3 ottobre ore 21 corso Palermo 46 Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947” Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker” 4 novembre Smilitarizziamo la città! Noi disertiamo Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre. 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Anarres del 19 settembre. Statii Uniti: i MAGA all’attacco. Scuola: educazione sessuale in salsa familista. La crisi dei droni…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: https://radioblackout.org//2025/09/anarres-del-19-settembre-statii-uniti-i-maga-allattacco-scuola-educazione-sessuale-in-salsa-familista-la-crisi-dei-droni/ Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Stati Uniti. Maga senza freni L’amministrazione Trump pigia sempre più l’acceleratore nella corsa al controllo dell’amministrazione, dei media e delle istituzioni culturali. Passo dopo passo con sfacciata arroganza incasella sempre più tasselli nel suo mosaico. L’assassinio dell’influencer Maga Kirk gli ha offerto una buona occasione per annunciare un’ulteriore stretta contro gli antifascisti, che vorrebbe far dichiarare “organizzazione terrorista”. Anche in Italia la vicenda ha scatenato la destra, che vi si è buttata a capofitto. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Educazione sessuale. Un affare di famiglia Nella scuola procede a grandi passi l’opera reazionaria e repressiva del ministro Valditara.  Alle imposizioni contenute nelle nuove Indicazioni nazionali, al codice disciplinare per i lavoratori, alla riforma del voto di condotta, alla caccia al telefonino, alle sanzioni per chi decide di sostenere un orale poco brillante alla maturità si aggiunge infatti la partita dell’educazione sessuale, recentemente giunta in una fase calda del dibattito. Lo scorso febbraio i deputati Sasso (Lega) e Amorese (FdI) presentavano una proposta di legge a testa, entrambe finalizzate all’introduzione del consenso informato delle famiglie per attività scolastiche inerenti sessualità e affettività. In pratica per svolgere attività didattiche di educazione sessuale e affettiva, seppure in chiave binaria e familista, serve il placet delle famiglie. A maggio le diverse proposte di legge venivano recepite in un disegno di legge organico presentato dal ministro dell’istruzione Valditara, il DdL 2423. E nell’estate è stato avviato il relativo iter. Ne abbiamo parlato con Patrizia Nesti, insegnante e transfemminista La guerra si allarga. La crisi dei droni In questi anni di guerra abbiamo imparato che la propaganda bellica crea una cortina di disinformazione tale da rendere quasi impossibile comprendere non solo la dinamica e l’effettiva portata, ma a volte anche la stessa consistenza di alcuni fatti. Certo è che entrambi gli schieramenti vogliono proseguire ed estendere la guerra, o comunque passare ad un ulteriore stato di allerta in Europa e ad un ulteriore livello di militarizzazione dei confini. Basti pensare allo schieramento, annunciato, di 40000 soldati polacchi sul confine orientale del paese e alle esercitazioni militari congiunte russe e bielorusse in corso a distanza di relativamente pochi chilometri. Quella che è stata chiamata “crisi dei droni” ha portato difatti ad un innalzamento della militarizzazione del confine orientale della Polonia e ad un aumento dell’impegno della NATO con la nuova operazione “Eastern Sentry”. L’anarchia ai tempi della peste Guerre, massacri, corsa agli armamenti. Le aporie infinite dei movimenti di opposizione schiacciati tra campismo, propaganda e miopia. Prime riflessioni Appuntamenti: Rudolf Rocker L’anarchia oltre le macerie del secolo Venerdì 3 ottobre ore 21 corso Palermo 46 Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947” Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker” A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
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3 ottobre. Rudolf Rocker L’anarchia oltre le macerie del secolo
Rudolf Rocker L’anarchia oltre le macerie del secolo Venerdì 3 ottobre ore 21 corso Palermo 46 Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947” Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker” Rocker è stato uno dei maggiori protagonisti dell’anarchismo tedesco e internazionale. passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa. Federazione Anarchica Torinese Corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì ore 20,30 – www.anarresinfo.org
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