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Leva militare in Europa e sciopero studentesco@1
Alcuni dei maggiori membri europei della NATO si stanno muovendo per rafforzare i propri eserciti professionali attraverso programmi di servizio nazionale volontario. La coscrizione è in vigore per nove stati europei membri della NATO: Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania, Norvegia, Svezia e Turchia. In Turchia, che ha il secondo esercito più grande nell’alleanza di sicurezza dopo gli Stati Uniti, gli uomini di età compresa tra 20 e 41 anni sono obbligati a prestare servizio militare per un periodo compreso tra sei e dodici mesi. La Norvegia arruola sia uomini che donne, generalmente per 12 mesi. Anche in Svezia e Danimarca vige il servizio militare obbligatorio per le donne. La Croazia prevede di reintrodurre la coscrizione obbligatoria l’anno prossimo: per gli uomini di età compresa tra 19 e 29 anni sarà obbligatorio sottoporsi a due mesi di addestramento militare di base. Dopo l’introduzione, abbiamo parlato al telefono con una studentessa berlinese dell’introduzione del servizio militare in Germania e dello sciopero antimilitarista studentesco che c’è stato in opposizione ai piani di riarmo europei. Intro: Diretta con Ivana, studentessa berlinese che fa parte di young struggle, organizzazione giovanile studentesca.
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Anarres del 5 dicembre. Il reuccio dem di New York. Trump e il ritorno della frontiera. La Città dell’aerospazio non decolla. Novembre antimilitarista a Torino. Venaus vent’anni dopo…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/12/2025-12-05-anarres.mp3 Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Il reuccio dem di New York L’elezione di Mamdani a sindaco di New York City ha ridato un certo entusiasmo a una sinistra riformista che vive in uno stato di prostrazione e confusione dal momento della vittoria di Trump alle presidenziali. Le proposte di espansione della spesa sociale sono state il cavallo vincente di Mamdani così come la sua capacità di parlare a un elettorato demograficamente assai composito. Ma potranno questi figliocci della borghesia intellettuale, perché questo è Mamdani e questo è il suo entourage, rappresentare una via d’uscita dalla traiettoria autoritaria che il neoliberismo sta compiendo da anni? Le proposte politiche socialdemocratiche – ma sarebbe più corretto chiamarle demo-socialiste in quanto neanche a livello teorico viene posto l’obiettivo di superamento della società mercantile, come invece faceva la socialdemocrazia storica – nel corso del novecento hanno svolto il ruolo di puntello sinistro del capitale, garantendo, con un’apertura a fisarmonica data dai rapporti di forza tra classi, la ridistribuzione di una quota parte dei profitti. Ma questo era possibile con un’economia basata su di una produzione industriale, spesso ad alto valore aggiunto, e con l’apporto del valore estratto dalla periferia del sistema mondo mediante la spoliazione coloniale. Con la fine delle grandi concentrazioni industriali in Occidente, il ridisegnarsi post-coloniale dei rapporti con i territori della periferia, e con nuove dinamiche nei rapporti tra le classi grandemente favorevoli alla classe dominante il meccanismo di ridistribuzione è entrato in una crisi da cui non si è mai ripreso. Ne abbiamo parlato con Lollo Stati Uniti. Trump e il ritorno della frontiera Trump alle nostre latitudini appare come elemento di rottura rispetto all’immagine edulcorata che gli States riescono ancora a vendere. Se si guarda più da vicino è facile cogliere che Trump non fa che riproporre il mito wasp della frontiera, con tutto il suo portato di violenza simbolica e morale. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Eva, geografo politico La Città dell’aerospazio non decolla Il più grande progetto di Leonardo per il settore aerospaziale in Piemonte da tempo dimostrava delle crepe. In occasione della decima edizione degli Aerospace and defence meetings, nella cornice dell’Oval Lingotto di Torino è stato presentato un aggiornamento del progetto presentato all’ottava edizione del mercato delle armi nel 2021 e sostenuto da Leonardo, il Politecnico, la Regione Piemonte, l’Unione industriali di Torino e la Camera di commercio. La parola chiave è “aggiornamento”, che dimostra che il protagonismo di Leonardo è più nelle parole che nei fatti. In realtà è quasi tutto fermo. Annunciare in pompa magna l’apertura di quattro nuovi laboratori con 30 addetti nella vecchia palazzina di corso Francia dopo sei anni è il segno inequivocabile che le crepe nella Cittadella delle armi sono ormai ben visibili. Vediamo di capire meglio cosa sta succedendo. Torino Un lungo novembre di informazione e lotta antimilitarista Venaus. Vent’anni dopo Nonostante la primavera, al tempo della Repubblica della Maddalena il paese di Chiomonte era grigio, buio, silente. Al di là del fiume che si stringe nella gorgia, nello spazio libero fatto di vigne, barricate, cibo condiviso, assemblee c’era il rumore delle vite della comunità resistente, comunità d’elezione e non di terra, di sangue, di identità escludenti e del loro tremendo portato di violenza. Lì imparammo a camminare nella notte. Insieme e da soli, incespicando e rialzandoci. Tanta gente in quegli anni, sin dall’insurrezione di Venaus, aveva scoperto che riscrivere una storia già scritta era possibile, che i tempi che ci era dato vivere non erano un destino ineluttabile. Poi arrivarono l’occupazione, la repressione, i processi: la nostra comunità perse la sua forza creativa, la resistenza venne ridotta a logoro rituale e prevalse la delega istituzionale. Ma. Quelle notti di veglia, essere stati parte di quella comunità d’elezione continua a ricordarci di una possibilità che dobbiamo saperci dare. Appuntamenti: Sabato 20 dicembre ore 20 corso Palermo 46 Cena Antinatalizia Menù vegan Benefit lotte Quanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. Porta la tua statuetta per il pres-empio autogestito! Per prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org www.anarresinfo.org
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Anarres del 5 dicembre. Il reuccio dem di New York. Trump e il ritorno della frontiera. La Città dell’aerospazio non decolla. Novembre antimilitarista a Torino. Venaus vent’anni dopo…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata: Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Il reuccio dem di New York L’elezione di Mamdani a sindaco di New York City ha ridato un certo entusiasmo a una sinistra riformista che vive in uno stato di prostrazione e confusione dal momento della vittoria di Trump alle presidenziali. Le proposte di espansione della spesa sociale sono state il cavallo vincente di Mamdani così come la sua capacità di parlare a un elettorato demograficamente assai composito. Ma potranno questi figliocci della borghesia intellettuale, perché questo è Mamdani e questo è il suo entourage, rappresentare una via d’uscita dalla traiettoria autoritaria che il neoliberismo sta compiendo da anni? Le proposte politiche socialdemocratiche – ma sarebbe più corretto chiamarle demo-socialiste in quanto neanche a livello teorico viene posto l’obiettivo di superamento della società mercantile, come invece faceva la socialdemocrazia storica – nel corso del novecento hanno svolto il ruolo di puntello sinistro del capitale, garantendo, con un’apertura a fisarmonica data dai rapporti di forza tra classi, la ridistribuzione di una quota parte dei profitti. Ma questo era possibile con un’economia basata su di una produzione industriale, spesso ad alto valore aggiunto, e con l’apporto del valore estratto dalla periferia del sistema mondo mediante la spoliazione coloniale. Con la fine delle grandi concentrazioni industriali in Occidente, il ridisegnarsi post-coloniale dei rapporti con i territori della periferia, e con nuove dinamiche nei rapporti tra le classi grandemente favorevoli alla classe dominante il meccanismo di ridistribuzione è entrato in una crisi da cui non si è mai ripreso. Ne abbiamo parlato con Lollo Stati Uniti. Trump e il ritorno della frontiera Trump alle nostre latitudini appare come elemento di rottura rispetto all’immagine edulcorata che gli States riescono ancora a vendere. Se si guarda più da vicino è facile cogliere che Trump non fa che riproporre il mito wasp della frontiera, con tutto il suo portato di violenza simbolica e morale. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Eva, geografo politico La Città dell’aerospazio non decolla Il più grande progetto di Leonardo per il settore aerospaziale in Piemonte da tempo dimostrava delle crepe. In occasione della decima edizione degli Aerospace and defence meetings, nella cornice dell’Oval Lingotto di Torino è stato presentato un aggiornamento del progetto presentato all’ottava edizione del mercato delle armi nel 2021 e sostenuto da Leonardo, il Politecnico, la Regione Piemonte, l’Unione industriali di Torino e la Camera di commercio. La parola chiave è “aggiornamento”, che dimostra che il protagonismo di Leonardo è più nelle parole che nei fatti. In realtà è quasi tutto fermo. Annunciare in pompa magna l’apertura di quattro nuovi laboratori con 30 addetti nella vecchia palazzina di corso Francia dopo sei anni è il segno inequivocabile che le crepe nella Cittadella delle armi sono ormai ben visibili. Vediamo di capire meglio cosa sta succedendo. Torino Un lungo novembre di informazione e lotta antimilitarista Venaus. Vent’anni dopo Nonostante la primavera, al tempo della Repubblica della Maddalena il paese di Chiomonte era grigio, buio, silente. Al di là del fiume che si stringe nella gorgia, nello spazio libero fatto di vigne, barricate, cibo condiviso, assemblee c’era il rumore delle vite della comunità resistente, comunità d’elezione e non di terra, di sangue, di identità escludenti e del loro tremendo portato di violenza. Lì imparammo a camminare nella notte. Insieme e da soli, incespicando e rialzandoci. Tanta gente in quegli anni, sin dall’insurrezione di Venaus, aveva scoperto che riscrivere una storia già scritta era possibile, che i tempi che ci era dato vivere non erano un destino ineluttabile. Poi arrivarono l’occupazione, la repressione, i processi: la nostra comunità perse la sua forza creativa, la resistenza venne ridotta a logoro rituale e prevalse la delega istituzionale. Ma. Quelle notti di veglia, essere stati parte di quella comunità d’elezione continua a ricordarci di una possibilità che dobbiamo saperci dare. Appuntamenti: Sabato 20 dicembre ore 20 corso Palermo 46 Cena Antinatalizia Menù vegan Benefit lotte Quanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. Porta la tua statuetta per il pres-empio autogestito! Per prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org www.anarresinfo.org
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Corteo e blocco del mercato delle armi
Un grande corteo antimilitarista ha attraversato le strade di Torino sabato scorso, rompendo la cortina fumogena che avvolge l’industria bellica ed il mercato delle armi aerospaziali nella nostra città. Da oggi sino al 4 dicembre si terrà la decima edizione dell’aerospace and defence meetings, dove i maggiori player a livello mondiale sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. Produttori, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate, compagnie di contractor si incontrano e fanno affari all’Oval. Quella del 29 novembre è stata un’importante giornata di lotta al militarismo e alla guerra. Alla manifestazione, indetta dall’Assemblea antimilitarista, hanno partecipato il “Coordinamento torinese contro la guerra e chi la arma” e delegazioni dalle tante lotte contro basi militari, poligoni di tiro, caserme, fabbriche di morte. La Torino antimilitarista ha dato un segnale forte e chiaro: opporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma. Al termine del corteo è stata lanciata una giornata di lotta per oggi all’Oval per inceppare il business di morte. Ne abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista Ascolta la diretta: Aggiornamento. Bloccati i mercanti d’armi all’Oval! Di seguito stralci del comunicato dell’Assemblea antimilitarista: “Nella giornata di apertura dell’Aerospace and defence meetings, il mercato dell’industria bellica aerospaziale che si svolge ogni due anni a Torino, c’erano anche gli antimilitaristi, decisi a mettersi di traverso contro la guerra e chi la arma. L’appuntamento era di fronte all’ingresso dell’Oval, dove, protetti da un ingente schieramento di polizia, dovevano entrare i partecipanti a questa convention, fiore all’occhiello della lobby armiera subalpina. Gli antimilitaristi armati di striscioni e cartelli sin dalle 11,30 hanno occupato la strada davanti al cancello del centro congressi. La polizia ha tentato senza successo di allontanare i manifestanti, che si sono messi di mezzo, intralciando l’inaugurazione dell’aerospace and defence meetings. Dopo pochi minuti le auto dirette all’Oval hanno fatto retro marcia. I partecipanti sono stati obbligati ad entrare all’Oval a piedi, alla spicciolata, da un passaggio interno al Lingotto. Per la seconda volta in 20 anni gli antimilitarist* hanno bloccato l’ingresso ai mercanti d’armi. Un fatto è certo. La narrazione istituzionale e mediatica dell’Aerospace and defence meetings e della Città dell’aerospazio continua nascondere dietro la retorica dei viaggi spaziali, delle navicelle, degli esploratori di Marte e della Luna, la realtà di un mercato e di un comparto produttivo il cui fulcro sono le armi: cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, droni, sistemi di puntamento. Queste armi sono impiegate nelle guerre di ogni dove, ma sono prodotte a due passi dalle nostre case. La cortina fumogena che nasconde la scelta di trasformare Torino in capitale delle armi è stata in parte dissipata, coinvolgendo nelle contestazioni studenti, ecologisti, lavoratori della formazione, oltre ai gruppi che da anni lottano contro l’industria bellica. La campagna lanciata dall’Assemblea Antimilitarista è riuscita a costruire un importante corteo comunicativo il 29 novembre ed è culminata con il blocco dell’ingresso alla mostra delle armi. Una bella manciata di sabbia è stata gettata negli ingranaggi di una macchina mortale. Bisognerà moltiplicare l’impegno perché la macchina sia fermata per sempre. Questo lungo mese di lotta si conclude con la consapevolezza che i mercanti di morte, gli eserciti, i produttori di armi troveranno sempre più gente disponibile a mettersi di mezzo. Fermare la guerra e chi la a(r)ma è possibile. Dipende da ciascuno di noi.”
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2/12 Via i mercanti d’armi!
Martedì 2 dicembre ore 11,30 Cacciamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70   L’Aerospace and defense meetings, mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra è arrivato alla decima edizione. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor. Decine di guerre insanguinano il pianeta: la maggior parte si consumano nel silenzio e nell’indifferenza dei più. Ovunque bambine e bambini, donne e uomini sono massacrat* da armi prodotte a due passi dalle nostre case. Le guerre hanno basi ed interessi concreti sui nostri territori, dove possiamo agire direttamente, per gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo. Le guerre oggi come ieri, si combattono in nome di una nazione, di un popolo, di un dio. Noi, antimilitaristi e senza patria, sappiamo che non ci sono guerre giuste o sante. Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. Ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. ⚫ Fermiamo la corsa al riarmo, lottando contro l’industria bellica e il militarismo. Cacciamo i mercanti di morte da Torino! No all’aerospace and defense meetings! Contro la guerra e chi la arma! Info: assembleantimilitarista@gmail.com
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Torino. Disertori di tutte le guerre!
Un grande corteo antimilitarista ha attraversato le strade di Torino, rompendo la cortina fumogena che avvolge l’industria bellica ed il mercato delle armi aerospaziali nella nostra città. ⚫ Dal 2 al 4 dicembre si terrà la decima edizione dell’aerospace and defence meetings, dove i maggiori player a livello mondiale sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. Produttori, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate, compagnie di contractor si incontreranno e faranno affari all’Oval. L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza. All’Aerospace and defence meetings si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove: le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra. Torino si candida a divenire uno dei principali centri dell’industria bellica del nostro paese. C’è chi dice no, c’è chi si mette di mezzo. Quella di sabato 29 novembre è stata un’importante giornata di lotta al militarismo e alla guerra. Alla manifestazione, indetta dall’Assemblea antimilitarista, hanno partecipato il “Coordinamento torinese contro la guerra e chi la arma” e delegazioni dalle tante lotte contro basi militari, poligoni di tiro, caserme, fabbriche di morte. C’erano coordinamenti e assemblee territoriali di Asti, Novara, Livorno, Carrara, Reggio Emilia, Palermo, Trieste, Milano, Roma, Ragusa. Il corteo è partito da Porta Palazzo, il cuore popolare della città, preceduto dalla Murga e dalla Clown Army con azioni performanti che hanno catalizzato l’attenzione delle tante persone che il sabato pomeriggio attraversano Porta Palazzo. La manifestazione si è poi diretta al Comune, dove si è sostato a lungo. L’amministrazione “pacifista” della città è tra gli sponsor politici dell’industria armiera e dell’aerospace and defence meetings. L’armata Clown si è schierata si fronte all’ingresso ed ha dato vita ad un’azione antimilitarista. Lungo tutto il percorso ci sono stati interventi delle realtà antimilitariste che hanno partecipato al corteo. Tantissimi i temi affrontati. A porta Palazzo si è parlato dell’economia di guerra che colpisce i poveri del nostro paese: i tagli alla sanità uccidono chi non può permettersi di pagare prevenzione e cura. Un focus è stato dedicato al genocidio migrante nella guerra feroce nel Mediterraneo e sui valichi alpini, smontando ogni retorica nazionalista in un contesto di solidarietà tra gli oppressi e gli sfruttati di ogni dove. Si sono poi susseguiti interventi sulle campagne di arruolamento e la propaganda patriottica nelle scuole, l’economia di guerra e le spese militari, contro le missioni di guerra all’estero e la militarizzazione delle nostre città. Ampio spazio è stato dedicato alla collaborazione tra il Politecnico di Torino e Leonardo, nel progetto della Città dell’Aerospazio, nuovo centro di ricerca bellica in centro a Torino. La Torino antimilitarista ha dato un segnale forte e chiaro: opporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma. Gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo è possibile. Dipende da ciascuno di noi. Le lotte antimilitariste stanno rallentando l’estendersi della macchina bellica, inceppandone le articolazioni sui nostri territori. Ma non basta. Decine di guerre insanguinano il pianeta: la maggior parte si consumano nel silenzio e nell’indifferenza dei più. Dall’Ucraina al Medio Oriente sono in atto conflitti violentissimi, che potrebbero deflagrare ben oltre gli ambiti regionali coinvolti. Ovunque bambine e bambini, donne e uomini sono massacrat* da armi prodotte a due passi dalle nostre case. Le guerre hanno basi ed interessi concreti sui nostri territori, dove possiamo agire direttamente, per gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo. Le guerre oggi come ieri, si combattono in nome di una nazione, di un popolo, di un dio. Antimilitaristi e senza patria sappiamo che non ci sono guerre giuste o sante. Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre, spezzandone le radici, che si alimentano alla fonte avvelenata dei nazionalismi, delle identità escludenti, della negazione di ogni dinamica di convivenza che si dipani dal protagonismo di chi lotta contro frontiere, Stati, religioni, sfruttamento. Forte per tutto il corteo, in cui slogan, interventi, tactical frivolity hanno messo insieme, comunicazione, sfottò del militarismo un grande impegno alla lotta e alla diserzione. Il corteo si è concluso in piazza Vittorio con una travolgente azione performante della Murga. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Martedì 2 dicembre si inaugura il mercato delle armi a Torino. Ci saranno anche gli antimilitaristi. Cacciamo i mercanti d‘armi! Martedì 2 dicembre ore 11,30 All’Oval in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings! Assemblea Antimilitarista antimilitarista.to@gmailcom  
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Sabato 29/11 corteo contro i mercanti di morte a Torino
Sabato 29 novembre a Torino corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Martedì 2 dicembre giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings! “L’Aerospace and defense meetings, mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra è arrivato alla decima edizione. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor. Decine di guerre insanguinano il pianeta: la maggior parte si consumano nel silenzio e nell’indifferenza dei più. Ovunque bambine e bambini, donne e uomini sono massacrat* da armi prodotte a due passi dalle nostre case. Le guerre hanno basi ed interessi concreti sui nostri territori, dove possiamo agire direttamente, per gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo. Le guerre oggi come ieri, si combattono in nome di una nazione, di un popolo, di un dio. Noi, antimilitaristi e senza patria, sappiamo che non ci sono guerre giuste o sante. Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. Fermiamo la corsa al riarmo, lottando contro l’industria bellica e il militarismo.(…) Cacciamo i mercanti di morte da Torino!” Questo l’incipit del testo di lancio delle iniziative contro l’aerospace and defence meetings Ne abbiamo parlato con Gian Maria Valent dell’Assemblea Antimilitarista Ascolta la diretta:
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Anarres del 14 novembre. Fiera delle armi in Egitto. La war on drugs del governo Meloni. Warfare e conflitto in Ucraina…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming Ascolta e diffondi l’audio della puntata:   https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-novembre-fiera-delle-armi-in-egitto-la-war-on-drugs-del-governo-meloni-warfare-e-conflitto-in-ucraina/   Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Egitto, al via la più grande fiera d’armi d’Africa: l’Italia tra i principali espositori e sponsor Nello stesso periodo in cui si svolgerà a Torino l’Aerospace and defence meetings in Egitto si terrà una delle più grandi esposizioni di sistemi bellici mai realizzata nel continente africano e nell’area mediorientale: dall’1 al 4 dicembre l’Egitto ospiterà EDEX 2025, evento biennale organizzato dai ministeri della Difesa e della Produzione militare, con il patrocinio del Presidente della Repubblica Abdel Fattah Al Sisi, Comandante supremo delle forze armate egiziane. La IV edizione della Fiera delle armi sarà ospitata presso l’International Exhibition Centre del Cairo e vedrà la partecipazione di oltre 400 espositori, primi fra tutti i colossi mondiali del comparto militare industriale e del settore aerospaziale. Ospiti d’onore i ministri della Difesa e i Capi di Stato maggiore delle forze armate di diversi paesi. Negli stand della kermesse faranno bella mostra di sé le nuove tecnologie per le guerre aeree, terrestri e navali prodotte in Italia. Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo Effetti stupefacenti. La war on drugs del governo Meloni La conferenza nazionale che si è svolta a Roma conferma la vocazione punitiva e proibizionista del governo Meloni, che punta la propria propaganda sulla guerra alla droga. Del tutto ignorata la Million Marijuana March che si è svolta l’8 novembre nella capitale. Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri Tempi di guerra: riarmo, warfare, conflitto in Ucraina Il processo di riarmo ci racconta un’epoca in cui l’Europa è sul ciglio della terza guerra mondiale, una guerra che, diversamente dalle altre in cui l’Italia è impegnata da tempo, è una guerra che ti entra in casa. Una guerra, che passo dopo passo, stiamo già pagando Ne abbiamo parlato con Stefano Capello, che ieri sera ha partecipato alla serata informativa di presentazione delle iniziative antimilitariste del 29 novembre e del 2 dicembre. Appuntamenti: Venerdì 14 novembre ad Asti Dibattito contro la guerra e chi la arma in vista del corteo antimilitarista del 29 novembre a Torino ore 20,30 in via XX Settembre 112 Organizza Felix, centro di documentazione anarchica Intervengono compagn dell’Assemblea Antimilitarista Sabato 15 settembre a Carrara Le guerre partono anche dall’italia: industrie e aziende producono e vendono morte made in Italy. l’aerospace and defense meetings di Torino è il luogo di incontro tra la domanda e l’offerta del business bellico ore 18 al Germinal in piazza Duomo Intervengono compagn dell’Assemblea Antimilitarista Venerdì 21 settembre a Reggio Emilia Dibattito contro la guerra e chi la arma via Dom Minzoni 1 in vista del corteo antimilitarista del 29 novembre a Torino Domenica 23 novembre ad Alessandria Dibattito contro la guerra e chi la arma in vista del corteo antimilitarista del 29 novembre a Torino Ore 16 Al Laboratorio Anarchico Perlanera via Tiziano Vecellio 1 Sabato 29 novembre a Torino corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Martedì 2 dicembre giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings! A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org www.anarresinfo.org
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4 novembre a Torino. Blocchi, contestazioni, azioni dirette
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta le guerre degli Stati, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale, plurale e solidale potrà costruire un mondo senza guerre. Il governo Meloni attua continue campagne di propaganda militarista, per arruolare i corpi e le coscienze, per assuefarci ad uno stato di guerra permanente. Una buona ragione per cambiare di segno al 4 novembre, per trasformarlo da festa delle forze armate a festa dei disertori, per smilitarizzare la nostra città. Siamo stati nelle piazze delle cerimonie militariste, davanti alle fabbriche d’armi, nella lotta contro la militarizzazione delle scuole. L’Assemblea Antimilitarista torinese già il 2 novembre era all’Oval Lingotto per informare chi visitava le installazioni artistiche ospitate al centro congressi che in quello stesso luogo un mese dopo si sarebbe svolta la decima edizione dell’Aerospace and defense meetings mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra. Nella mattinata del 4 novembre, durante il cambio turno, c’è stata un’azione di blocco con slogan, fumogeni e lo striscione “Spezziamo le ali al militarismo” ai cancelli della Thales Alenia Space,. La Thales, una delle maggiori aziende aerospaziali del Piemonte, specializzata in satelliti, fornisce all’aeronautica militare “gli occhi” per orientare droni e velivoli da guerra sui loro obiettivi. “Contro la guerra e chi la arma”. Questo striscione è stato appeso alla passerella pedonale di fronte all’Oval Lingotto. L’ufficio scolastico regionale il 4 novembre è stato pesantemente militarizzato per il presidio lanciato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Nella “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” le istituzioni locali e gli istituti scolastici sono invitati per legge a promuovere eventi, incontri, etc sul tema dell’unità nazionale, della difesa della “Patria”, sulla sicurezza e sul mestiere delle armi. Quest’anno, in un clima di guerra interna ed esterna, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università aveva promosso “La scuola non si arruola” un convegno on line di formazione degli insegnanti. Il Ministero lo ha vietato perché “i contenuti non sono coerenti con la formazione degli insegnanti”. Una censura senza precedenti, cui l’Osservatorio ha risposto con un convegno su youtube. L’assemblea antimilitarista ha aperto lo striscione “fuori i militari dalle scuole” davanti alla polizia in assetto antisommossa. Tanti gli interventi che hanno sottolineato la volontà di opporsi alla retorica patriottica, lottando per smilitarizzare le scuole. Gli antimilitaristi sono poi riusciti ad eludere l’occhiuta sorveglianza di Ros e Digos entrando di corsa in piazza Castello mentre cominciavano a suonare le bande. Ancora una volta, la piazza sequestrata dai militari per la cerimonia del 4 novembre, è stata attraversata dalla protesta dei senzapatria. Con lo striscione “Disertare la guerra!” tra slogan, interventi e fumogeni abbiamo bucato il blocco degli agenti dell’antisommossa che hanno provato a spingerci fuori. Una lunga giornata di informazione e lotta. Al termine ci siamo dati appuntamento al 29 novembre per il corteo antimilitarista “Via i mercanti d’armi”.
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Torino. Armi e mercanti di morte
Era la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città. La lenta ma inesorabile fuga della Fiat ne ha decretato la decadenza e l’impoverimento. Torino negli ultimi decenni è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città/vetrina e la città delle armi. La città/vetrina è il fulcro della narrazione pubblica, il fiore all’occhiello delle amministrazioni cittadine, che, attraverso interventi di rigenerazione escludente hanno cambiato il volto della città, arricchendo il centro ma rendendo sempre più povere le periferie, frantumate dalla gentrification e da un sempre più asfissiante controllo poliziesco. La città delle armi è invece cresciuta in sordina, senza rumore, senza grandi annunci. La grande scommessa sull’industria armiera, fatta in modo unanime da tutti i centri di potere politico ed economico viene nascosta tra satelliti ed esplorazioni spaziali. Torino è uno dei centri dell’industria bellica aerospaziale del nostro paese. Settima nel mondo e quarta in Europa, con un giro d’affari di oltre 16.4 miliardi di euro, 47.274 addetti l’industria aerospaziale è un enorme business di morte. Si tratta di un settore, che nonostante qualche difficoltà nelle supply chain, le catene di approvvigionamento, è destinato a crescere grazie alle potenti dinamiche di warfare degli ultimi anni. Il settore delle armi è il cavallo di battaglia sul quale scommettono le amministrazioni locali e l’imprenditoria subalpina. Il progetto di Città dell’Aerospazio e l’approdo in città di un acceleratore di innovazione della NATO ne sono l’indicatore più chiaro. Il declino del settore dell’automotive ha innescato un processo di riconversione che si è indirizzato verso l’industria bellica. Il passaggio da 20 a 35mila addetti non ha aumentato l’occupazione, ma è frutto del travaso dall’industria dell’auto a quella delle armi. Un esempio tra i tanti: la LMA Aerospace Technology, azienda di media grandezza di Pianezza nell’hinterland torinese, nata nel 1970 come tassello del grande indotto Fiat, è risorta a nuovi fasti, specializzandosi nella componentistica per il settore aerospaziale civile e militare. La nascita, nel 2019, del Distretto Aerospaziale Piemontese ha segnato un’accelerazione per l’industria bellica nella nostra regione. Il Distretto Aerospaziale Piemontese è un think tank che svolge un compito di promozione, coordinamento ed affiancamento delle attività delle industrie del settore. Sino alla sua promozione a ministro della Difesa il DAP era guidato da Guido Crosetto: oggi al suo posto c’è Fulvia Quagliotti che ne ha ricalcato le orme. Per cogliere l’importanza di questo organismo di governance è sufficiente dare un’occhiata alla lista dei soci del DAP, in cui spiccano attori politici, industriali e poli della ricerca e della formazione. Nel consiglio direttivo del DAP, oltre alla presidente Quagliotti, designata dalla Regione Piemonte, i due vicepresidenti e gli altri membri sono stati indicati da industrie del settore, associazioni industriali e universitarie. A Torino, ogni due anni si tiene l’Aerospace and defense meetings, che quest’anno arriva alla decima edizione. La convention si svolgerà dal 2 al 4 dicembre, come di consueto negli spazi dell’Oval Ligotto. centro congressi facente parte delle strutture nate sulle ceneri del complesso industriale dell’ex Fiat. La mostra-mercato è un evento chiuso riservato agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, esponenti delle forze armate, organizzazioni internazionali, rappresentanti dei governi e compagnie di contractor. All’edizione del 2023 hanno partecipato 400 aziende, 1400 tra acquirenti, venditori e rappresentanti di governi. Tra gli sponsor ospiti del meeting spiccano la Regione Piemonte e la Camera di Commercio. Il vero fulcro della convention sono gli incontri bilaterali per stringere accordi di cooperazione e vendita: nel 2021 ce ne furono oltre 7.500, due anni fa sono saliti a 9.000. All’Oval vengono allestiti alveari di uffici, dove sono sono sottoscritti accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza. All’Aerospace and defense meetings si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove. Buona parte delle aziende italiane dell’aerospazio si trova in Piemonte. I settori produttivi sono strettamente connessi con le università, in primis il Politecnico, e altri settori della formazione. In Piemonte, ci sono ben cinque attori internazionali di primo piano: Leonardo, Avio Aero, Collins Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC. Gran parte delle industrie mondiali di prima grandezza hanno partecipato all’ultima biennale dell’aerospazio: Airbus, Avic, Aernnova Aerospace, Boeing, Comac, Dell, Embraer, IHI Corporation, Lockheed Martin, Mahindra Aerostuctures, MBDA, Mitsubishi, Nanoracks Europe, Nikon, Northrop Grumman, SAAB, Poeton Polska, SKF Industrie, Superjet International, Tei-Tusas Engine Industries. Erano presenti tutti i 7 cluster aerospaziali italiani: la Lombardia, la Campania, il Lazio, l’Umbria, la Puglia e il Veneto e il Piemonte, la cui delegazione era la più ampia con 75 imprese e 11 startup. La Città dell’aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino, sorgerà tra corso Francia e corso Marche, in un’area industriale dismessa da anni, dopo il trasferimento dei settori produttivi nello stabilimento di Caselle Torinese. Un luogo perfetto, che si incastona tra gli uffici di Leonardo e gli stabilimenti Altec e Thales Alenia. Leonardo punta sull’innovazione tecnologica, sulla ricerca e sul rinnovamento dei siti produttivi. La campagna di informazione e lotta fatta negli ultimi anni dall’Assemblea Antimilitarista è riuscita a far emergere dall’opacità un progetto che mira a trasformare la nostra città in polo ad alta tecnologia per lo sviluppo dell’industria bellica. Il focus della ricerca è il miglioramento dell’efficienza dei micidiali strumenti già oggi capaci di distruggere il pianeta. Gli attori istituzionali, in primis la Regione Piemonte, ed i rappresentanti delle principali industrie hanno provato a minimizzare la vocazione squisitamente bellica della Città dell’Aerospazio. Ma non saranno certo le nebbie del “dual use” (militare e civile) o l’immaginario dei viaggi spaziali a nascondere la realtà. Lo dimostrano le dichiarazioni di Marco Zoff, capo divisione velivoli di Leonardo: «Siamo qui per condividere una ambizione, vogliamo portare in questi spazi la ricerca e lo sviluppo di alcuni dei programmi industriali nei quali Leonardo è impegnato, l’Eurodrone, le tecnologie dei sistemi senza pilota e il caccia del futuro. Per farlo abbiamo bisogno di uno spazio dove fare ricerca e sviluppo e questo della Città dell’aerospazio è un tassello fondamentale sulla strada che ci porterà a sviluppare nuovi progetti su questo territorio». Nell’ottobre del 2022 Leonardo ha ceduto in comodato d’uso al Politecnico gli spazi della palazzina 37 dell’ex Alenia. Una foglia di fico per salvare la faccia al Politecnico che, nei fatti, accelera il processo di integrazione nel complesso militare industriale accingendosi a trasferire parte della ricerca in una struttura di proprietà di Leonardo. Il progetto è rimasto fermo per anni ai blocchi di partenza. Dal novembre 2021, quando ne venne annunciata la costruzione all’ottavo Aerospace and Defence Meetings, sino al febbraio 2025, quando sono iniziati alcuni lavori di demolizione, nulla si è mosso. La ricerca costa e nessuna impresa è disponibile ad investire, senza il sostegno pubblico. Non per caso i primi segnali di (ri)apertura dei giochi sono arrivati nel dicembre del 2024, quando dal cappello del PNRR sono spuntati 17 milioni di euro destinati al centro ricerche del Politecnico. Tuttavia sono molte le incertezze che ancora gravano sul progetto: Leonardo non trova privati disposti ad investire. Non per caso nelle ultime dichiarazioni fatte alla stampa emerge che il Politecnico sarà il “soggetto attuatore del progetto” che, assicura Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, il suo Gruppo “sosterrà”. Da protagonista a sostenitore? Cingolani appare decisamente prudente. Per ora di certo ci sono soltanto i 12mila mq di laboratori che saranno di pertinenza del Politecnico, un intervento da poco più di 40 milioni finanziato dalla Regione (15 milioni) e dai 17 milioni del Pnrr . Siamo ancora lontani dal budget necessario a coprire l’intera operazione e Leonardo fa pressione sul governo perché metta mano al portafoglio. La Città dell’Aerospazio ospiterà anche un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO. Questo progetto, partito nel giugno 2021 a Bruxelles, si inserisce nel programmi di innovazione tecnologica della NATO per il 2030. Compito del polo di Torino è quello di coordinare e gestire, attraverso bandi e fondi messi a disposizione dai Paesi alleati, una rete di aziende e start up italiane, per metterla al servizio delle necessità dell’Alleanza. Per D.I.A.N.A la NATO ha investito un miliardo di dollari. Una montagna di soldi utilizzati per produrre tecnologie sempre più sofisticate, sempre più mortali. Dulcis in fundo. il 14 dicembre 2023 i governi italiano, giapponese e britannico hanno sottoscritto l’accordo sul Global Combat Air Programme, che prevede la progettazione e realizzazione, da parte di Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, di un nuovo cacciabombardiere, destinato a sostituire l’Eurofighter e l’F35. In questo modo viene garantito un futuro anche allo stabilimento Alenia di Caselle Torinese, che terminate le commesse per gli Eurofighter, che ad oggi sono ultradecennali, si rinnoverà per i nuovi, ancor più mortali, velivoli da guerra. I tasselli del mosaico che sta consegnando Torino al ruolo di capitale delle armi sono molteplici e non sempre si incastonano secondo le aspettative di chi li promuove ed appoggia. I diversi attori imprenditoriali e politici che sostengono il progetto giocano la carta del ricatto occupazionale, in una città dove la precarietà del lavoro e della vita è sempre più forte e diffusa, dove salute, istruzione, trasporti sono i privilegi di chi può pagare. Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra. Negli ultimi vent’anni, piano piano, l’impegno degli antimilitaristi contro la produzione e il commercio di armi, ha cominciato a dare i suoi frutti, allargando ad aree più ampie la lotta contro la guerra e chi la arma. Contrastare attivamente il decimo Aerospace and Defense Meetings è tappa importante di questo percorso. Viviamo tempi grami. La corsa al riarmo e l’affermarsi di un’economia di guerra possono e devono essere inceppati. Dipende da ciascuno di noi. Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Contro la guerra e chi la arma! Via i mercanti d’armi! Martedì 2 dicembre giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defence meetings!
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