LIBERAZIONI 2025
Valle Maira - Borgata Sant'Anna, Roccabruna
(venerdì, 25 aprile 10:00)
Roccabruna (borgata Sant’Anna, CN), Valle Maira, ore 10
Camminata sui sentieri partigiani intorno al rifugio partigiano “C.Fissore”
Pranzo al sacco, al pomeriggio incursioni circensi, musica e balli
LIBERAZIONI 2025
Per un 25 aprile popolare e ribelle, lontano dalla retorica istituzionale,
vicino a chi lotta oggi.
A 80 anni esatti dall’insurrezione di quel 25 aprile che avrebbe dovuto liberare
tutti, definitivamente, dal fascismo, le istituzioni si apprestano a celebrare i
loro riti da sempre vuoti di significato e oggi più che mai intrisi di
propaganda patriottica.
Le destre accelerano con il revisionismo storico e le sinistre arrancano intorno
ad un antifascismo opportunista e di maniera, entrambi gli schieramenti
bene/dicono l'economia bellicista dimenticando i bisogni reali della gente.
Discorsi di circostanza sulla pace e la democrazia si sprecano mentre venti di
guerra e di morte agitano bandierine e nastri tricolori sulle lapidi polverose
dei partigiani caduti.
Chi aveva vent’anni e combatteva, armi in pugno, il nemico fascista, ormai non
c’è più per raccontare e la memoria di quei giorni liberi ed esaltanti non può
essere solo un bel mazzo di fiori o una canzone, la solita canzone, ben
intonata.
La memoria vive nelle lotte del presente, ogni giorno, contro il fascismo che
non se ne è mai andato abbastanza, che si aggiorna, che si rifà il trucco, che
ammorba la società e la trascina in un vortice di guerra, devastazione,
ignoranza, razzismo e sfruttamento.
Oggi più che mai bisogna essere partigiani, scegliere da che parte stare, senza
esitazione né paura.
Tag - antimilitarismo
LIBERAZIONI 2025
Luserna San Giovanni - Airali via primo maggio 199
(giovedì, 24 aprile 16:00)
Presidio davanti alla Collins Aerospace,
Collins Aerospace è uno dei fiori all’occhiello dell’industria bellica
aerospaziale piemontese, produttrice di sistemi d’arma sempre più automatizzati
e micidiali.
I nemici di ieri e di oggi sono sempre gli stessi: i fabbricanti di morte per
gli sfruttati. Inceppiamo la filiera bellica a partire dai nostri territori. La
guerra inizia da qui.
LIBERAZIONI 2025
Per un 25 aprile popolare e ribelle, lontano dalla retorica istituzionale,
vicino a chi lotta oggi.
A 80 anni esatti dall’insurrezione di quel 25 aprile che avrebbe dovuto liberare
tutti, definitivamente, dal fascismo, le istituzioni si apprestano a celebrare i
loro riti da sempre vuoti di significato e oggi più che mai intrisi di
propaganda patriottica.
Le destre accelerano con il revisionismo storico e le sinistre arrancano intorno
ad un antifascismo opportunista e di maniera, entrambi gli schieramenti
bene/dicono l'economia bellicista dimenticando i bisogni reali della gente.
Discorsi di circostanza sulla pace e la democrazia si sprecano mentre venti di
guerra e di morte agitano bandierine e nastri tricolori sulle lapidi polverose
dei partigiani caduti.
Chi aveva vent’anni e combatteva, armi in pugno, il nemico fascista, ormai non
c’è più per raccontare e la memoria di quei giorni liberi ed esaltanti non può
essere solo un bel mazzo di fiori o una canzone, la solita canzone, ben
intonata.
La memoria vive nelle lotte del presente, ogni giorno, contro il fascismo che
non se ne è mai andato abbastanza, che si aggiorna, che si rifà il trucco, che
ammorba la società e la trascina in un vortice di guerra, devastazione,
ignoranza, razzismo e sfruttamento.
Oggi più che mai bisogna essere partigiani, scegliere da che parte stare, senza
esitazione né paura.
Questa mattina a Torino, in corso Marche, davanti alla ex palazzina 37 della
Alenia Aermacchi, c’è stata un’iniziativa di protesta contro l’inizio dei lavori
preliminari alla costruzione dell’area del Politecnico della Cittadella
dell’aerospazio. Con striscioni e volantini distribuiti ai passanti e agli
automobilisti, e una lunga battitura dei cancelli con mestoli e pentole, alcunx
antimilitartistx, […]
Lunedì 10 marzo. A sorpresa un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente
contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla
costruzione di nuovo polo bellico a Torino.
Un’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad
automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37
della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.
Vecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che
resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d’armi
producono morte. Non dimentichiamolo.
Dopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al
mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli
abitanti del quartiere.
La Città dell’Aesrospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.
Torino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia.
Un’economia di morte.
Ed è a Torino che sorgerà la Città dell’Aerospazio, un polo di eccellenza
promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino.
Il Politecnico accelera il processo di integrazione nel complesso militare
industriale accingendosi a trasferire parte della ricerca in una struttura di
proprietà di Leonardo.
Il Politecnico abdica a qualsiasi finzione di neutralità della ricerca rispetto
agli interessi delle imprese e, nello specifico, di imprese il cui core business
è lo studio, progettazione e costruzione di velivoli da guerra sempre più
veloci, invisibili, micidiali.
La ricerca costa e l’imprenditoria bellica gioca la stessa partita fatta per
decenni dall’industria automobilistica a Torino: assorbire soldi pubblici per
fini privatissimi.
Lo scorso dicembre il Politecnico ha annunciato di essersi aggiudicato 23
milioni di euro del PNRR per la costruzione del pezzo di propria pertinenza
all’interno del perimetro dei vecchi capannoni industriali in rovina.
La parte di stretta pertinenza di Leonardo, è ben lungi dall’aver drenato i
soldi necessari. In febbraio sono iniziate le trattative con la Arexpo, una
società milanese a prevalente partecipazione pubblica.
Questo progetto è sostenuto dalla Camera di Commercio, dalla Regione Piemonte,
dal Comune di Torino e dal DAP – il Distretto Aerospaziale Piemontese, fondato
dall’attuale ministro della Difesa Crosetto, che ha il compito di promuovere
l’industria bellica nella nostra regione.
La Città dell’Aerospazio ospiterà un acceleratore d’innovazione nel campo della
Difesa, uno dei nove nodi europei del Defence Innovation Accelerator for the
North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.
A Torino, grazie all’impegno degli antimilitaristi, da qualche anno la Città
dell’Aerospazio è uscita della cortina fumogena in cui era stata celata per
anni.
Il gioco è semplice. Puntano tutto sulla speranza occupazionale, sui viaggi
interplanetari, sul dual use. Alla gente mostrano navicelle aerospaziali,
millantano viaggi su Marte, mentre progettano e costruiscono cacciabombardieri,
droni spia e armati, satelliti in grado di fornire informazioni utili a colpire
obiettivi in qualsiasi angolo della terra.
Queste armi vengono vendute in ogni dove. Queste armi hanno ucciso milioni di
persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi
territori.
I laboratori di ricerca e gli stabilimenti di produzione bellica sono a due
passi dalle nostre case, a due passi dai giardinetti dove giocano i nostri
bambini.
Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore
che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo
altra guerra.
Provate ad immaginare quante scuole, ospedali, trasporti pubblici di prossimità
si potrebbero finanziare se la ricerca e la produzione venissero usate per la
vita di noi tutti, per la cura invece che per la guerra.
Ogni soldo speso per l’industria delle armi, è un soldo rubato alla tutela della
nostra salute. Quante persone muoiono ogni giorno nel nostro paese, perché non
sono riuscite ad accedere agli esami ed alle visite necessarie?
La guerra non è lontana. La guerra è qui, nella nostra città.
Per fermare le guerre non basta la testimonianza. Occorre incepparne i
meccanismi, bloccarne le basi. Porti ed aeroporti militari, caserme, poligoni di
tiro ed industrie belliche sono a due passi dalle nostre case.
Gettare sabbia nel motore del militarismo è possibile. Ed è sempre più urgente
di fronte alla corsa al riarmo che ci porta sempre più vicini ad una guerra
mondiale.
Dipende da ciascuno di noi.
Blocchiamo il nuovo polo bellico di Leonardo e Politecnico in corso Marche!
Coordinamento contro la guerra e chi la arma
antimilitarista.to@gmail.com
Rassegna stampa:
La Stampa:
https://www.lastampa.it/torino/2025/03/10/video/no_alla_cittadella_dellaerospazio_la_protesta_a_torino-15044572/
Radio onda d’urto:
> TORINO: CITTA’ DELL’AEROSPAZIO ANTIMILITARISTI CONTESTANO L’AVVIO DEI LAVORI
Pressenza:
> Città dell’aerospazio: antimilitarist* contestano l’avvio dei lavori
Torino oggi:
https://www.torinoggi.it/2025/03/10/leggi-notizia/argomenti/cronaca-11/articolo/blitz-antimilitarista-contro-il-polo-bellico-di-via-marche-la-guerra-e-qui-a-torino.html
Radio Blackout:
> No alla Cittadella dell’Aerospazio
Umanità Nova:
> Città dell’aerospazio a Torino: antimilitarist* contestano l’avvio dei lavori
Questa mattina a Torino, in corso Marche, davanti alla ex palazzina 37 della
Alenia Aermacchi, c’è stata un’iniziativa di protesta contro l’inizio dei lavori
preliminari alla costruzione dell’area del Politecnico della Cittadella
dell’aerospazio. Con striscioni e volantini distribuiti ai passanti e agli
automobilisti, e una lunga battitura dei cancelli con mestoli e pentole, alcunx
antimilitartistx, […]
Sabato 8 marzo è stata una grande giornata di mobilitazione, di lotta, di
prospettiva intersezionale transfemminista sul presente che viviamo di
discriminazione e abusi nei luoghi formazione, di tagli alla sanità, di aumento
di spesa per il riarmo, di sfruttamento sul lavoro, di genocidio in palestina.
Questi sono solo alcuni dei temi che sono stati […]
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 7 marzo. ReArm Europe. Anarcofeminnist! Il ciclone Trump e la
> marea nera globale…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
ReArm Europe
Il vertice europeo straordinario sulla guerra in Ucraina ha prodotto un nuovo
mostro militarista. 800 miliardi di investimenti, una parte dei quali potrebbero
essere attinti dal fondo di stabilità europeo, quello destinato all’ambiente e
alle infrastrutture dei trasporti (TEN-T), di cui, paradossalmente fa parte la
Torino Lione.
Un programma di riarmo su ampia scala, che segna un’ulteriore potente escalation
bellica. Ma non, in assoluto, una novità.
L’estrema instabilità di un periodo caratterizzato dal tentativo statunitense di
arginare la propria decadenza, rischia di innescare ulteriori guerre.
Al contempo il prezzo del grande RiArmo lo pagheremo noi tutti.
Mentre i guerrafondai si danno appuntamento a Roma, è cruciale moltiplicare
l’impegno internazionalista a fianco dei disertori di ogni dove.
Ne abbiamo parlato con Dario Antonelli del Coordinamento Antimilitarista
livornese.
Senza dio, senza Stato, senza famiglia. Liber*!
L’otto marzo non è una festa. Noi lottiamo perché lo diventi, perché siano
strappate le radici dell’oppressione patriarcale, modello di ogni visione
gerarchica ed autoritaria delle relazioni sociali.
La vita e la libertà delle donne e di tutte le soggettività non conformi alla
norma etero cis patriarcale sono sotto attacco in ogni angolo del pianeta.
Botte, coltellate, prigioni di stoffa, umiliazioni, discriminazioni sul lavoro
non sono il retaggio del passato ma la dura realtà per miliardi di donne in ogni
dove.
Le donne che fanno il militare, che diventano manager, che sono capi di governo
o al vertice della Digos sono il segno della sconfitta del femminismo, non la
sua vittoria.
Se si capovolge la clessidra non si cambia di senso al tempo.
Il ciclone Trump e la marea nera globale
Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile
della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che
qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che
individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico.
In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali
negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di
normalità bellica.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
mediazione sociale.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
Vi abbiamo anticipato con Lorenzo alcune delle questioni di cui parleremo il
prossimo venerdì 14 marzo alla FAT con Stefano Capello e lo stesso Lorenzo
Appuntamenti:
Trump e la marea nera globale
Venerdì 14 marzo
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Rabbit
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 28 febbraio. Tecnologia: la guerra tra Stati Uniti e Cina.
> Anarchia e femminismo. Smilitarizzare la città…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Stati Uniti e Cina. La guerra fredda della supremazia tecnologica
La nuova intelligenza artificiale cinese DeepSeek ha dato una bella botta alle
borse statunitensi. A differenza del 2008 questa volta la crisi viene non
dall’esplodere di una bolla interna ma dal nemico/competitor cinese.
DeepSeek ha inflitto un duro colpo a Chat GPT e a Palantir, specializzata nel
servizio di controllo e fornitura dati, uno dei pilastria di quel “capitalismo
della sorveglianza” di cui la Cina è maestra da un paio di decenni.
Il gigante statunitense e quello cinese hanno tuttavia entrambi un grosso
problema: l’estrema dipendenza reciproca dei due sistemi, specie in campo
tecnologico.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche
Non può esserci anarchismo senza femminismo
Con Julissa del Gruppo anarchico Germinal di Trieste presentiamo un documento
che offre un panorama critico molto interessante, partendo dalla decostruzione
di alcuni concetti chiave nei movimenti di questi anni.
Nell’introduzione al loro testo le compagne e i compagni scrivono: “Con questo
testo vogliamo offrire delle riflessioni sul movimento transfemminista
contemporaneo, partendo da dinamiche locali che ci hanno visto partecipi negli
ultimi anni, nella speranza di poter offrire una critica costruttiva ed utile
anche ad altrə, al di là delle vicende specifiche.
Da un lato ci siamo chiestə cosa intendiamo quando utilizziamo il termine
“intersezionalità” di cui tanto si parla nei movimenti (spesso, dal nostro punto
di vista, a sproposito). Dall’altro vogliamo proporre una riflessione sui
concetti di privilegio e decolonialità. Anche questi due termini attraversano
gli spazi e i discorsi femministi, ma a volte, ci sembra, in maniera quasi
meccanica, con degli automatismi che possono generare cortocircuiti
logico/politici. Questi concetti hanno delle storie “militanti”, così come delle
formulazioni teoriche interessanti, e sono a nostro parere strumenti
potenzialmente validi. Ma sono appunto strumenti, non dogmi o etichette da
appiccicare acriticamente.”
Torino. Contro la guerra e il militarismo: cronache di una giornata di lotta
A tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina il 22 febbraio è stata una lunga
giornata di informazione e lotta promossa dal Coordinamento contro la guerra e
chi la arma.
In mattinata c’è stato un presidio informativo al Balon, con interventi, musica
volantini, banchetti.
Nel pomeriggio ci si è mossi per dare un segnale concreto della volontà di
smilitarizzare la città.
Appuntamenti:
Anarcofemminist* al Balon
Sabato 8 marzo
punto info
ore 10,30
I nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli
Stati,
le divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone,
degli dei e dei loro preti.
Sarà in distribuzione l’opuscolo Anarchia e transfemminismo
Qui potete leggere e scaricare liberamente i testi:
https://www.anarresinfo.org/transfemminismo-percorsi-e-prospettive/
https://germinalts.noblogs.org/post/2025/02/19/non-ci-puo-essere-anarchismo-senza-femminismo/
Trump e la marea nera globale
Venerdì 14 marzo
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione
Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile
della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che
qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che
individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico.
In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali
negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di
normalità bellica.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
mediazione sociale.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
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Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
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Trump e la marea nera globale
Venerdì 14 marzo
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione
Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
L’affermarsi di Trump negli States è solo l’ultimo tassello di una marea nera
reattiva. A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi
inarrestabile della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la
speranza che qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano
leadership che individuano nella libertà delle donne e delle identità non
conformi un nemico. In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i
servizi essenziali negati, la propaganda militarista disegna un orizzonte di
guerra permanente.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
mediazione sociale.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
Federazione Anarchica Torinese
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TRUMP E LA MAREA NERA GLOBALE
Federazione Anarchica Torinese - corso Palermo 46
(venerdì, 14 marzo 21:00)
TRUMP E LA MAREA NERA GLOBALE
VENERDÌ 14 MARZO
ORE 21
CORSO PALERMO 46
GUERRA, REPRESSIONE, IDENTITARISMI, NAZIONALISMI SONO LA CIFRA DI UN ORDINE DEL
MONDO CHE PER SALVARE SE STESSO, AFFONDA NOI TUTT.
L’AFFERMARSI DI TRUMP NEGLI STATES È SOLO L’ULTIMO TASSELLO DI UNA MAREA NERA
REATTIVA. A POPOLAZIONI SPAVENTATE DAGLI EFFETTI DEVASTANTI DELL’AFFERMARSI
INARRESTABILE DELLA LOGICA CAPITALISTA, LE DESTRE DI OGNI LATITUDINE OFFRONO LA
SPERANZA CHE QUALCUNO POSSA ESSERE AL SICURO. IN OGNI DOVE SI AFFERMANO
LEADERSHIP CHE INDIVIDUANO NELLA LIBERTÀ DELLE DONNE E DELLE IDENTITÀ NON
CONFORMI UN NEMICO. IN OGNI DOVE LE PROTESTE DI PIAZZA VENGONO REPRESSE, I
SERVIZI ESSENZIALI NEGATI, LA PROPAGANDA MILITARISTA DISEGNA UN ORIZZONTE DI
GUERRA PERMANENTE.
L’AFFERMARSI DI DINAMICHE PESANTEMENTE AUTORITARIE SU SCALA MONDIALE SEGNA
UN’EPOCA DOVE CHI GOVERNA E CHI SFRUTTA NON INTENDE PIÙ PIEGARSI AD ALCUNA
MEDIAZIONE SOCIALE.
SAREBBE PERÒ BANALE RIDURRE TUTTO AL FASCISMO, ANCHE SE DA QUEL MONDO E DALLA
SUA STORIA LA MAREA NERA TRAE AMPIA ISPIRAZIONE E GLI ATTREZZI NECESSARI ALLA
PROPRIA NARRAZIONE.
NE PARLIAMO CON STEFANO CAPELLO E LORENZO CONIGLIONE