Dalla rielaborazione delle previsioni macroeconomiche e di spesa pubblica
contenute nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) per il triennio
2026-2028 approvato il 2 ottobre dal Consiglio dei Ministri emerge l’intenzione
del Governo di portare le spese per la Difesa dall’attuale target di 2% del Pil
(circa 45 miliardi di euro all’anno) al 2,5% del […]
Tag - antimilitarismo
Ampia partecipazione al corteo del 27 settembre contro SeaFuture, fiera bellica
del settore marittimo che si è aperta lunedì 29 settembre presso l’Arsenale
Marittimo Militare della città ligure. La manifestazione è stata organizzata
congiuntamente da Riconvertiamo Seafuture, soggetto che da tempo si oppone alla
fiera militarista, e dal Coordinamento Restiamo Umani. Una manifestazione
plurale, durante […]
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-30-maggio-aborto-2-giugno-antimilitarista-i-dazi-usa
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Aborto. La lunga marcia dei “pro vita” e le lotte femministe
Ripercorriamo assieme a Nadia Nardi di Nudm Livorno le tappe delle lotte delle
donne per acquisire e difendere la propria libertà di scelta e i tanti
dispositivi messi in atto da chi ci vuole ricacciare nella gabbia della
maternità come destino obbligato.
Un punto di partenza la legge 194, che, limita la libertà femminile e contiene
numerose trappole, che, una dopo l’altra, sono scattate.
2 giugno. La repubblica fondata sulla guerra
Parate militari, esibizione di frecce tricolori, piazze occupate da cerimonie
militariste: questa è la cifra con la quale la repubblica italiana declina se
stessa.
Nulla di cui stupirsi. Lo Stato, in tutte le proprie forme, si fonda sul
monopolio della violenza legittima, una violenza estrema di cui le forze armate
sono la punta di diamante.
Negli ultimi anni sono venute meno le tante forme di edulcorazione del mestiere
delle armi, messe in campo per attenuarne l’impatto su una popolazione in buona
parte pacifista, restia alle imprese belliche. Oggi un governo diretto erede del
fascismo storico, con un’ampia maggioranza parlamentare e nessuna reale
opposizione istituzionale alla guerra ed ai processi di riarmo, si permette una
diretta esaltazione degli eserciti, delle missioni militari all’estero, alla
difesa degli interessi italiani in chiave neocoloniale.
Come ogni anno anche questo due giugno ci saranno cerimonie militari e chi,
nelle piazze, le contesta attivamente.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo
USA: le varie velocità della rilocalizzazione
Gli interessi economico-finanziari dettano le agende di amministrazioni e
governi di ogni sorta. C’è un filo conduttore che lega le azioni dei vari
presidenti USA, da Obama al secondo mandato di Trump. Ovviamente ogni
amministrazione opera secondo l’immagine che si è data in campagna elettorale,
ma indipendentemente dai modi le strategie possono essere utilizzate come
bussole per capire l’orientamento in atto. E tutte le bussole, da Obama a Trump
passando per Biden, puntano nella stessa direzione, quella del reshoring, seppur
con alterne fortune.
Vi proponiamo un approfondimento con Giammarco, autore di un testo uscito su UN,
che inserisce la questione dei dazi in un contesto più ampio
Appuntamenti:
Lunedì 2 giugno
ore 16
manifestazione antimilitarista in via Garibaldi angolo piazza Castello
(se piove piazza Palazzo di Città)
Interventi, il canzoniere antimilitarista del Cor’okkio e di Alba e tanto altro.
Contestiamo le cerimonie militariste del 2 giugno!
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
In questi anni di guerra abbiamo imparato che la propaganda bellica crea una
cortina di disinformazione tale da rendere quasi impossibile comprendere non
solo la dinamica e l’effettiva portata, ma a volte anche la stessa consistenza
di alcuni fatti. Certo è che sia l’Ucraina che la Russia vogliono proseguire ed
estendere la guerra, o comunque […]
Solidarietà a "Riconvertiamo SeaFuture"
Unit hacklab Milano si unisce alle voci che si alzano contro la militarizzazione
dell'industria marittima. SeaFuture, nata come mostra di tecnologie nautiche
civili, negli ultimi anni è stata trasformata in una vetrina per le tecnologie
di guerra e di morte.
Solidarietà a Riconvertiamo SeaFuture per la …
Corteo No Ponte a Messina
Barriera, non da oggi, è un laboratorio di controllo e repressione sociale, dove
retate, pestaggi, occupazione militare del territorio si intrecciano con
l’azione coordinata e precisa di cooperative del Terzo settore, associazioni,
Fondazioni di Comunità che attuano politiche volte a prevenire le insorgenze
sociali. Temono le proteste spontanee di chi, giorno dopo giorno, subisce
profilazione […]
La circolazione ferroviaria tra Pisa e Livorno nel mese di giugno viene
interrotta per sette giorni dalle 9,50 alle 12,50. In questo modo numerosi
pendolari subiscono gravi disagi. “La motivazione “ufficiale” agli altoparlanti
delle stazioni è “manutenzione a Tombolo”. Viene omesso che l’ultimazione di
questi scambi e questi binari – iniziati nel 2017 – comporterà […]
VIA I MILITARI! PER UNA BARRIERA LIBERA E SOLIDALE!
giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia - corso Palermo 113
(sabato, 28 giugno 10:00)
VIA I MILITARI! PER UNA BARRIERA LIBERA E SOLIDALE!
SABATO 28 GIUGNO
DALLE 10
ANTIMILITARISTI
IN CORSO PALERMO ANGOLO VIA SESIA
Vivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si
allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere
insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori
precari, sottopagati, in nero, senza tutele.
Ovunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati sul lavoro: non sono
incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di
tanta gente.
In questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era
povero è diventato ancora più povero. Il prezzo di gas e luce è raddoppiato,
tanta gente è sotto sfratto o con la casa messa all’asta. Se non ci sono i soldi
per il fitto e le bollette, la tutela della salute diventa una merce di lusso
che possono permettersi in pochi. Così dal 2015, ben prima della pandemia, per
la prima volta dal 1945, l’aspettativa di vita nel nostro paese si è ridotta.
Barriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare
tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo
per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare
è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si
sono moltiplicate.
I militari fanno sei mesi in missioni militari all’estero, sei mesi per le
strade delle nostre città.
Tante missioni sono in Africa, dove le bandiere tricolori sventolano accanto a
quelle gialle con il cane a sei zampe dell’ENI, la punta di diamante del
colonialismo italiano.
La guerra per il controllo delle risorse energetiche va di pari passo con
l’offensiva contro le persone in viaggio, per ricacciarle nelle galere libiche,
dove torture, stupri e omicidi sono fatti normali.
In Barriera tanti sono immigrati o figli di immigrati arrivati dal sud come i
cerignolesi della piazza del mercato. Poi sono arrivate altre persone, nate in
Africa, in Cina, in Sudamerica: i loro figli e nipoti vanno nelle stesse scuole
e negli stessi giardinetti dei figli e dei nipoti degli immigrati degli anni
Sessanta. Tanti degli attuali abitanti delle Barriera sono arrivati su un
barcone e sono passati dalle prigioni in Libia e dagli hotspot in Italia.
Il governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e
poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.
Nei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni
giorno è peggio.
Intere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di
persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.
Torino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina
per turisti. Una vetrina che i poveri che passano ore ai giardinetti non devono
sporcare. L’aspirazione ad una socialità non mercificata va repressa.
Il governo a tutti i livelli punta il dito sulle persone più povere,
razzializzate, con il continuo ricatto dei permessi, per nascondere la guerra
sociale che ha scatenato contro tutti i poveri, italiani e nati altrove,
schierandosi a fianco dei padroni grandi e piccoli.
Il controllo etnicamente mirato del territorio mira a reprimere sul nascere ogni
possibile insorgenza sociale.
Da quando i militari dell’operazione “Strade Sicure”, sono stati inviati i
Barriera di Milano, l’area di corso Palermo limitrofa al mercato di piazza
Foroni è stata costantemente militarizzata: in corso Palermo angolo via Sesia
stazionano stabilmente mezzi dell’esercito e un’auto pattuglia della polizia o
dei carabinieri. Da aprile i militari sono anche in largo Giulio Cesare.
Per cosa? Per spostare di qualche centinaio di metri i pusher? Per alimentare la
favola che se si cacciano gli spacciatori, poi, per magia, Barriera diventa come
la Crocetta?
Eppure. Basterebbe farla finita con il proibizionismo, consentendo la vendita
delle sostanze, con tanto di etichetta e foglio informativo in appositi negozi,
per farla finita con le mafie e la disperazione dei tossici. E diminuirebbero
drasticamente le morti causate da sostanze tagliate male, velenose, pericolose.
Con la lotta, la solidarietà il mutuo appoggio, possiamo far si che le nostre
vite diventino migliori.
Riprendiamoci gli spazi del quartiere militarizzati e resi deserti dalla polizia
e dai militari. Proviamo ad immaginare di farla finita, sin da ora, con stato,
padroni, militari, polizia.
Ci raccontano la favola che una società complessa è ingovernabile dal basso
mentre ci annegano nel caos della gestione centralizzata e burocratica delle
scuole, degli ospedali, dei trasporti.
Costruiamo insieme assemblee territoriali, spazi, scuole, trasporti, ambulatori
autogestiti! Non è un’utopia ma l’unico orizzonte possibile per liberarci dallo
stato e dal capitalismo.
La sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le
strade!
Federazione Anarchica Torinese - Assemblea antimilitarista
corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20 - www.anarresinfo.org
Sabato 28 giugno
ore 10
antimilitaristi
in corso Palermo angolo via Sesia
Vivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si
allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere
insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori
precari, sottopagati, in nero, senza tutele.
Ovunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati sul lavoro: non sono
incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di
tanta gente.
In questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era
povero è diventato ancora più povero. Il prezzo di gas e luce è raddoppiato,
tanta gente è sotto sfratto o con la casa messa all’asta. Se non ci sono i soldi
per il fitto e le bollette, la tutela della salute diventa una merce di lusso
che possono permettersi in pochi. Così dal 2015, ben prima della pandemia, per
la prima volta dal 1945, l’aspettativa di vita nel nostro paese si è ridotta.
Barriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare
tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo
per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare
è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si
sono moltiplicate.
I militari fanno sei mesi in missioni militari all’estero, sei mesi per le
strade delle nostre città.
Tante missioni sono in Africa, dove le bandiere tricolori sventolano accanto a
quelle gialle con il cane a sei zampe dell’ENI, la punta di diamante del
colonialismo italiano.
La guerra per il controllo delle risorse energetiche va di pari passo con
l’offensiva contro le persone in viaggio, per ricacciarle nelle galere libiche,
dove torture, stupri e omicidi sono fatti normali.
In Barriera tanti sono immigrati o figli di immigrati arrivati dal sud come i
cerignolesi della piazza del mercato. Poi sono arrivate altre persone, nate in
Africa, in Cina, in Sudamerica: i loro figli e nipoti vanno nelle stesse scuole
e negli stessi giardinetti dei figli e dei nipoti degli immigrati degli anni
Sessanta. Tanti degli attuali abitanti delle Barriera sono arrivati su un
barcone e sono passati dalle prigioni in Libia e dagli hotspot in Italia.
Il governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e
poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.
Nei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni
giorno è peggio.
Intere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di
persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.
Torino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina
per turisti. Una vetrina che i poveri che passano ore ai giardinetti non devono
sporcare. L’aspirazione ad una socialità non mercificata va repressa.
Il governo a tutti i livelli punta il dito sulle persone più povere,
razzializzate, con il continuo ricatto dei permessi, per nascondere la guerra
sociale che ha scatenato contro tutti i poveri, italiani e nati altrove,
schierandosi a fianco dei padroni grandi e piccoli.
Il controllo etnicamente mirato del territorio mira a reprimere sul nascere ogni
possibile insorgenza sociale.
Da quando i militari dell’operazione “Strade Sicure”, sono stati inviati i
Barriera di Milano, l’area di corso Palermo limitrofa al mercato di piazza
Foroni è stata costantemente militarizzata: in corso Palermo angolo via Sesia
stazionano stabilmente mezzi dell’esercito e un’auto pattuglia della polizia o
dei carabinieri. Da aprile i militari sono anche in largo Giulio Cesare.
Per cosa? Per spostare di qualche centinaio di metri i pusher? Per alimentare la
favola che se si cacciano gli spacciatori, poi, per magia, Barriera diventa come
la Crocetta?
Eppure. Basterebbe farla finita con il proibizionismo, consentendo la vendita
delle sostanze, con tanto di etichetta e foglio informativo in appositi negozi,
per farla finita con le mafie e la disperazione dei tossici. E diminuirebbero
drasticamente le morti causate da sostanze tagliate male, velenose, pericolose.
Con la lotta, la solidarietà il mutuo appoggio, possiamo far si che le nostre
vite diventino migliori.
Riprendiamoci gli spazi del quartiere militarizzati e resi deserti dalla polizia
e dai militari. Proviamo ad immaginare di farla finita, sin da ora, con stato,
padroni, militari, polizia.
Ci raccontano la favola che una società complessa è ingovernabile dal basso
mentre ci annegano nel caos della gestione centralizzata e burocratica delle
scuole, degli ospedali, dei trasporti.
Costruiamo insieme assemblee territoriali, spazi, scuole, trasporti, ambulatori
autogestiti! Non è un’utopia ma l’unico orizzonte possibile per liberarci dallo
stato e dal capitalismo.
La sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le
strade!