
26-27 Luglio. Due giorni contro il carcere in Sicilia
il Rovescio - Friday, July 4, 2025Riceviamo e diffondiamo:
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Ha senso oggi, con un piede dentro la terza guerra mondiale, una iniziativa specifica contro il carcere? C’è ancora tempo per tenere insieme l’attenzione alle condizioni di chi è rinchiuso/a con il pensiero agli occhi affamati dei bambini di Gaza?
Pensiamo di sì, per diverse e importanti ragioni. Perché lo sciopero della fame di Alfredo Cospito, Paolo Todde e di molte/i altre/i, sono gesti individuali che richiamano la resistenza di un intero popolo posto al 41 bis dallo stato sionista. Perché rompere l’aura di sacralità dell’Antimafia in Sicilia, parlando di DNAA, è un colpo al più potente apparato ideologico/morale e militare di spoliazione, controllo e repressione della “nostra” storia nazionale. Perché non disperdere la memoria delle lotte di oggi e di chi ci ha preceduto è parte della nostra liberazione. Perché rimpinguare le casse anti-repressione significa continuare a tessere solidarietà rivoluzionaria.
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La DNAA ( Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo) è il fiore all’occhiello del sistema repressivo dello Stato italiano. Nata nel 1992 come Direzione Nazionale Antimafia, dal 2015 inizia ad occuparsi anche di reati riguardanti il terrorismo aggiungendo una “A” al proprio nome.
La riunificazione dei fenomeni mafioso e terroristico sotto uno stesso corpo repressivo rende evidenti le commistioni e gli sconfinamenti nella costruzione di queste figure simbolico-spettacolari da parte dello Stato. Mafia e terrorismo sono infatti sempre più “idee senza parole”, contenitori astratti utili a terrorizzare la popolazione, ad ergere lo Stato e i suoi servi a protettori dal Male assoluto e a mantenere in piedi uffici e cariche per magistrati che costruiscono le proprie carriere sulla pelle di sfruttate e oppressi.
La nascita della DNA nel 1992 aveva provocato molte perplessità anche in alcuni giuristi e osservatori democratici, ma dopo gli attentati di Capaci e di via D’Amelio, approfittando del panico morale da essi generati, lo Stato italiano aveva ormai le risorse simboliche per rendere intoccabile la sua nuova superprocura e per dar vita a quella barbarie che risponde al nome di 41bis( ordinamento che è figlio dell’articolo 70 del codice penitenziario e che nel 2002 è stato esteso anche ai reati di terrorismo). La posizione geografica e psicogeografica di frontiera fra Europa e Africa della Sicilia permette di mobilitare tutto l’armamentario spettacolare che può trattare un fenomeno strutturalmente funzionale al dominio di merce e autorità, come un male estremo a cui lo Stato non può che opporre l’estremo rimedio della violenza e della tortura. Criticare l’operato delle procure antimafia diventa impossibile e le varie inchieste messe in piedi da queste rendono sempre più larghe le maglie di regimi detentivi come Alta Sicurezza e 41bis. Si è quindi venuta a creare una retorica che squalifica come mostruoso chiunque non accetti la sacralità delle Leggi dello Stato e rifiuti l’identificazione di giusto e legale.
Per quanto riguarda il terrorismo crediamo sia utile partire dall’articolo 270sexies del codice penale. Tale articolo, infatti, definisce “condotte con finalità di terrorismo” tutti quegli atti che “costringono i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o ad astenersi dal compiere un qualsiasi atto”, estendendo tale categoria a chiunque non si limiti alla protesta legale e democratica e dunque completamente gestibile e riassorbibile da Stato e padroni.
Con la nascita della DNAA, lo Stato può utilizzare facilmente la legittimità simbolica e le capacità investigative accumulate contro chiunque non accetti i progetti del potere, comprendere ciò si fa sempre più necessario e fondamentale per rispondere al salto di qualità introdotto dalla controparte nel campo della repressione. A maggior ragione adesso che, con gli scenari di guerra che si profilano all’orizzonte, le fila dei nemici interni si vanno ingrossando sempre più.
Ma, come ogni spettacolo, anche l’antimafia e l’antiterrorismo non sono qualcosa di inscalfibile: lo sciopero della fame del compagno anarchico Alfredo Cospito sottoposto al regime del 41bis e le azioni diurne e notturne che si sono sviluppate in Italia e nel mondo in sua solidarietà hanno aperto una breccia che non potrà essere richiusa facilmente. La lotta può dissacrare la religione della legalità e dissolvere la cortina fumogena eretta a difesa dello Stato.
Di questo vorremmo parlare a partire dall’opuscolo Ruolo e strategie repressive della DNAA con la presenza di alcuni/e curatori/trici della cassa di solidarietà La Lima il 26 luglio alle 15:30 ad Alavò in via Duca Lancia di Brolo, Polizzi Generosa (PA)