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Grecia, caso Ampelokipoi: la compagna Marianna, gravemente ferita, trasferita dall’ospedale al carcere di Korydallos
Riprendiamo da https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/15/lanarchica-marianna-m-trasferita-dallospedale-evangelismos-alla-prigione-di-korydallos-atene-grecia-15-novembre-2024/ L’anarchica Marianna M. trasferita dall’ospedale Evangelismos alla prigione di Korydallos (Atene, Grecia, 15 novembre 2024) La compagna anarchica Marianna, a un giorno dalla sua seconda operazione consecutiva e nonostante sarebbe dovuta rimanere ricoverata presso l’ospedale di Evangelismos per altri quindici giorni, è stata trasferita venerdì mattina alla prigione di Korydallos. Le pressioni delle squadre antiterrorismo che lavorano in stretta collaborazione con l’investigatore incaricato del caso, hanno fatto sì che la compagna venisse dimessa e portata nel carcere femminile di Korydallos, dove non c’è un reparto ospedaliero e dove dunque non sarà possibile fornirle le cure adeguate per le sue ferite. Mettiamo in chiaro che qualsiasi cosa accada alla nostra compagna avrà delle conseguenze e non resterà senza risposta. SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI IMPRIGIONATI DIMITRA E DIMITRIS GIÙ LE MANI DALLA COMPAGNA ANARCHICA MARIANNA FERITA COMPAGNO KYRIAKOS XYMITIRIS UNO DI NOI, PER SEMPRE CON NOI SUI SENTIERI INFUOCATI Assemblea di solidarietà con i prigionieri, i latitanti e i militanti perseguitati Rilanciamo la chiamata internazionale per la giornata di azione: https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/11/chiamata-internazionale-per-una-giornata-dazione-in-memoria-del-compagno-anarchico-kyriakos-xymitiris-16-novembre-2024/ [Ricevuto via mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/15/lanarchica-marianna-m-trasferita-dallospedale-evangelismos-alla-prigione-di-korydallos-atene-grecia-15-novembre-2024/]
November 18, 2024 / il Rovescio
Toby Shone è libero!
Riprendiamo da https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/15/toby-shone-e-libero/ Toby Shone è libero! L’anarchico Toby Shone è libero nella foresta! Toby Shone è uscito dal carcere di Garth lunedì 11 novembre dopo aver scontato l’intera condanna. È stato rilasciato alle 8 e mezza e passato a prendere da amici e compagni. Non è sottoposto a condizioni di rilascio né a restrizioni. Lo Stato ha fatto alcuni ultimi disperati tentativi di esercitare il proprio disprezzo e la propria miseria per la perdita di Toby, tra cui la rimozione di un altro caro compagno dalla sua lista telefonica quattro giorni prima del suo rilascio, ma è stato inutile. Niente finisce, tutto continua. [Pubblicato in inglese in https://actforfree.noblogs.org/2024/11/13/anarchist-toby-shone-is-free-uk/ | Tradotto in italiano e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/15/toby-shone-e-libero/]
November 18, 2024 / il Rovescio
Dalla Grecia. Chiamata internazionale per il 16 novembre e aggiornamenti sul caso Ampelokipoi
Riceviamo e diffondiamo. Memoria per Kyriakos, solidarietà e forza a Marianna e ai compagni imprigionati! [16/11] CHIAMATA INTERNAZIONALE PER UNA GIORNATA D’AZIONE IN MEMORIA DEL COMPAGNO ANARCHICO KYRIAKOS XIMITIRIS Chiamiamo tutti i compagni e le compagne del mondo ad una giornata internazionale d’azione e in memoria del combattente anarchico deceduto e caro compagno Kyriakos Ximitiris (16 novembre). Invitiamo i compagni dall’estero a inviare testi che vorrebbero fossero letti durante la manifestazione politica in memoria del compagno Kyriakos che si terrà lo stesso giorno ad Atene. synelallil@riseup.net Il 31 ottobre rimarrà per sempre impresso nel cuore di ogni combattente. Con rabbia e determinazione ci schieriamo al fianco dei nostri compagni, delle nostre compagne. Il 31/10/24, in seguito all’esplosione di un ordigno in un appartamento di Ampelokipoi, il nostro compagno anarchico Kyriakos Xymitiris è caduto nella lotta per la liberazione sociale e di classe, mentre la nostra compagna anarchica Marianna M., che si trovava anch’essa nell’appartamento, ha riportato ferite multiple ed è tutt’ora ricoverata e sorvegliata presso l’ospedale Evangelismos. Contemporaneamente, altre due persone sono state arrestate e portate davanti agli inquirenti, con il compagno Dimitris e la compagna anarchica Dimitra in stato di detenzione. La compagna anarchica Marianna M. è piantonata nell’ospedale di Evangelismos, con l’intero apparato repressivo e il corpo dell’antiterrorismo che mirano a estorcerle una testimonianza. Non abbiamo dimenticato i casi di tortura di compagni che sono stati catturati e custoditi in istituti di cura e che hanno subito abusi fisici attraverso pratiche di trattamenti medici forzati, approfittando del loro stato fisico, emotivo e mentale. Queste imposizioni del potere statale sono delle chiare torture. La polizia si dedeve togliere dalla testa l’idea di continuare a fare pressione sulla compagna Marianna, gravemente ferita, mentre è ricoverata in ospedale e costretta a gestire il carico emotivo, mentale e politico conseguente all’esplosione. Il suo interrogatorio è una tortura e chi vi partecipa è un torturatore al servizio del potere statale. L’amministrazione e il personale dell’ospedale Evangelismos hanno per primi la responsabilità di tutto ciò che accade alla nostra compagna. Qualsiasi membro della comunità medica che dovesse acconsentire o semplicemente tacere in tale situazione sarà complice della violenza di Stato e del tentativo di tortura della compagna Marianna. La violenza di Stato è stata già inflitta alla nostra compagna con i bastardi dell’antiterrorismo che le hanno rilevato le impronte digitali, mentre era sotto le cure del personale medico, senza che fosse scampata al pericolo e senza il suo consenso, dal momento che era incosciente. Il cannibalismo sui volti e sui corpi dei compagni è stato compiuto con ogni mezzo dall’intero apparato statale sotto la guida dell’agenzia antiterrorismo e del Ministro per la Protezione dei Cittadini Chrysochoidis. La diffamazione attraverso i canali televisivi e le prime pagine dei ben noti media criminali è l’ennesima riprova del ruolo emetico svolto dai mezzi di propaganda statale e capitalista. I resoconti dettagliati e la diffusione di foto e video dalla scena dell’incidente colpiscono il compagno caduto e riproducono le brutalità subite dalla sua famiglia e dai suoi cari. Allo stesso tempo, attraverso la depoliticizzazione dell’azione dei nostri compagni, si cerca di presentarli come attentatori immorali che distruggono le case dei cittadini, con lo scopo di isolarli socialmente così da renderli più esposti alla repressione. Lo Stato, i suoi meccanismi ideologici e il capitale tentano ancora una volta di colpire le fila del movimento combattente, di annullarne i contenuti politici, le scelte di lotta e i decenni di tradizione rivoluzionaria. Senza aspettare che la compagna Marianna avesse recuperato le forze e avesse potuto prendere la parola come desidera e come avrebbe desiderato il compagno deceduto, hanno scatenato una furiosa propaganda di Stato contro di loro, contro l’intero mondo della Lotta e le sue scelte. Lo scherno e la calunnia nei confronti della lotta rivoluzionaria sono la punta di lancia della propaganda controrivoluzionaria. Noi ci opponiamo con fermezza, difendendo la causa rivoluzionaria, così come la volontà delle persone che si trovano nella morsa della repressione. Gli eventi del 31/10 e le scelte politiche e di lotta che li hanno determinati non saranno oggetto di discussione da parte degli sgherri dell’apparato statale e del capitale. La compagna che ha sofferto e pagato un prezzo altissimo e i compagni che sono perseguitati per questo prenderanno la parola per primi, quando lo sceglieranno. Parlerà il movimento combattente, tutti noi che abbiamo camminato al fianco del compagno Kyriakos e della compagna Marianna, siamo stati ispirati e continuiamo a essere ispirati dalla loro chiara visione e dalla loro inflessibile militanza. Noi che riconosciamo la loro presenza in tutti i campi di lotta e ci rendiamo conto che questi compagni sono l’incarnazione del dialogo aperto all’interno del movimento. I compagni hanno dedicato la loro vita alla lotta contro l’oppressione, per costruire un mondo di uguaglianza e libertà, assumendosi le responsabilità e compiendo le scelte che hanno portato Kyriakos alla morte e Marianna alla prigionia con molteplici ferite. Con la loro attitudine e presenza si sono dati corpo, anima e pensiero alla Causa rivoluzionaria e in questo percorso sono la prima linea della società in lotta. Contro un mondo che emargina chiunque non rientri nella sua normalità, che normalizza lo sfruttamento e l’oppressione di chi sta in basso, il movimento anarchico-antiautoritario combatte con tutti i mezzi. L’azione multiforme è ciò che porterà alla radicalizzazione e alla pienezza delle nostre risposte e del nostro attacco all’esistente. Le opzioni della controviolenza rivoluzionaria e della lotta armata, come parte integrante della lotta multiforme, oltrepassano i limiti della legittimità borghese e sfidano il monopolio statale della violenza. Sono queste scelte di lotta che mantengono vivo il filo della ribellione da quel novembre del ’73 [ndt. Rivolta del Politecnico di Atene] a oggi. Tali scelte sono parte integrante di una continuità storica insurrezionale che mantiene viva nei nostri cuori e nelle nostre menti la visione della rivoluzione sociale. L’operazione di minare il dibattito rivoluzionario e la successiva repressione dimostrano che i bastardi delle agenzie del terrore di Stato temono coloro che non scendono a compromessi con l’ingiustizia, la disuguaglianza, lo sfruttamento. Contro l’operazione di propaganda e intimidazione dello Stato e dei padroni, così come contro il tentativo di depoliticizzare le opzioni al rialzo, rispondiamo innanzitutto politicamente e indipendentemente dal caso specifico. Lo dobbiamo – oltre che a tutti gli altri – a tutti coloro che hanno dato la vita, che sono stati imprigionati, che hanno combattuto in tanti anni di guerra sociale e di classe. La lotta armata è parte integrante del movimento radicale, della multiforme lotta sociale e di classe, profondamente radicata nella nostra tradizione militante, e noi la difendiamo senza riserve. Contro il mondo dell’ individualizzazione e del fatalismo, continuiamo a lottare con tutti i mezzi. Ci rafforziamo a vicenda, difendiamo i nostri compagni. Giù le mani dai compagni, dalle compagne, dagli amici e dalle amiche, nessuno sarà lasciato solo contro la campagna repressiva dello Stato e del capitale. Di fronte alle tattiche dell’antiterrorismo e al cannibalismo mediatico, facciamo in modo che la nostra solidarietà rappresenti un baluardo per i nostri compagni prigionieri e per qualsiasi altro procedimento giudiziario. La repressione non ci spaventa e siamo al loro fianco senza esitazioni. GIÙ LE MANI DALLA COMPAGNIA ANARCHICA MARIANNA KYRIAKOS XIMITIRIS UNO DI NOI, PER SEMPRE CON NOI SUI SENTIERI INFUOCATI LIBERTÀ AL COMPAGNO DIMITRIS E ALLA COMPAGNA ANARCHICA DIMITRA Assemblea di solidarietà per i prigionieri, i fuggitivi e i combattenti perseguitati https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/11/chiamata-internazionale-per-una-giornata-dazione-in-memoria-del-compagno-anarchico-kyriakos-xymitiris-16-novembre-2024/ https://athens.indymedia.org/post/1632649/
November 15, 2024 / il Rovescio
Solidarietà con chi resiste – Sul caso Ampelokipoi in Grecia
Riprendiamo da https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/08/solidarieta-con-chi-resiste/ Solidarietà con chi resiste Il 31 ottobre 2024, il compagno anarchico Kyriakos X. muore in seguito all’esplosione di una bomba nelle sue mani, in un appartamento di Ampelokipoi. L’esplosione ferisce gravemente la compagna anarchica Marianna M., che ora si trova sotto sorveglianza all’ospedale Evangelismos, dopo aver scampato il pericolo. Fin dal primo momento, lo Stato e i media hanno iniziato le loro ben note operazioni di fango, allarmismo e scenari vari. A seguito di ciò, la pluri-ferita M. è accusata di aver fondato e aderito a un’organizzazione terroristica ai sensi dell’articolo 187 bis (oltre ad altre accuse per reati più o meno gravi). M., la compagna anarchica Dimitra Z. e un altro compagno già rinviato a giudizio sono in custodia cautelare. La miseria e la vendetta dell’apparato statale sono state visibili fin dai primi momenti, con i poliziotti che hanno tormentato i genitori del nostro compagno deceduto K. X., dicendo loro che non era lui. Inoltre i poliziotti hanno proceduto a rilevare le impronte digitali mentre M.M. era in condizioni critiche in terapia intensiva. Da parte nostra conosciamo molto bene i nostri compagni. Siamo stati con loro in molte lotte, nelle assemblee, nelle azioni e nelle strade. La nostra solidarietà e il nostro sostegno nei loro confronti sono incondizionati. Per quanto riguarda K. X., il suo ricordo ci accompagnerà nelle nostre lotte, quelle attuali e quelle che ci attendono. Lotte alle quali si è dedicato e per le quali ha infine dato la vita. Kyriakos per sempre nei nostri cuori. Forza a Marianna M. Libertà a Dimitra Z. e all’altro compagno in custodia cautelare. [Pubblicato in inglese in https://actforfree.noblogs.org/2024/11/07/solidarity-to-those-who-resist-athensgreece/ | Tradotto in italiano e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/08/solidarieta-con-chi-resiste/]
November 11, 2024 / il Rovescio
[2024-10-27] Saluto solidale al carcere di Quarto d'Asti @ Carcere di Asti
SALUTO SOLIDALE AL CARCERE DI QUARTO D'ASTI Carcere di Asti - Quarto inferiore, 266 (domenica, 27 ottobre 15:00) Dopo un'estate di rivolte, ammutinamenti, evasioni e proteste da parte delle persone recluse contro le condizioni di vita insostenibili, il sovraffollamento, i suicidi e la violenza strutturale delle prigioni continuiamo ad andare sotto le mura delle carceri per rompere l'isolamento tra dentro e fuori. Il governo Meloni con il DDL 1660 colpisce anche chi decide di ribellarsi all'interno delle carceri e dei Centri di espulsione, un tentativo per far tacere le proteste di chi si trova reclusx e di colpire chiunque porti solidarietà e sostegno dall'esterno. Domenica torniamo sotto il carcere di Quarto d'Asti per far sentire il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai reclusi. ROMPIAMO L'ISOLAMENTO Contro tutte le galere - Liberx tuttx Domenica 27 Ottobre - h 15 - Carcere di Quarto d'Asti
October 22, 2024 / Gancio
Senza tregua nella cayenna sarda
Riceviamo e diffondiamo questo resoconto delle presenze solidali avvenute nei mesi scorsi sotto le carceri sarde: Scarica il in formato pdf: senza_tregua_pdf SENZA TREGUA NELLA CAYENNA SARDA Altro che forno crematorio nel pozzo dove sono interrato. Ovviamente anche nei piani alti è caldo da fornace. Però sottoterra psicologicamente si amplifica fino all’esasperazione Davide Emmanuello in 41 bis a Bancali Tra la fine della primavera e l’inizio della caldissima estate sarda abbiamo deciso di organizzare una serie di presidi nelle principali carceri sarde, attività trascurata per molto tempo, eccezion fatta per le carceri di Cagliari-Uta e Sassari Bancali, per motivi legati principalmente al nostro limitato numero e alle centinaia di chilometri che separano le carceri dalla maggioranza dei grandi centri abitati. Inoltre, dopo la progressione delle lotte legate allo sciopero della fame e della sete del nostro compagno Alfredo, abbiamo assistito, volenti o nolenti, a un calo, in parte anche naturale, nella concentrazione qualitativa e quantitativa su cui abbiamo ritenuto necessario discutere, discussione che ha preceduto l’iniziativa. Il suo scopo, infatti, non era solamente salutare i/le prigionieri/e, ma anche riprendere i contatti, renderci conto della situazione che vivono e denunciare ciò che ci fosse stato segnalato, in maniera da avere una visione generale della situazione per potere programmare nuove e più efficaci iniziative. Il primo presidio, effettuato il 23 maggio nel carcere di Massama (OR), ha avuto un’ottima risposta, per certi versi inaspettata. I detenuti hanno incominciato una battitura dal primo momento in cui siamo arrivati (sembrava ci aspettassero) eludendo il controllo degli sbirri, e hanno continuato per tutte le ore in cui siamo stati presenti sotto il carcere. È stato possibile, un dialogo con i prigionieri che denunciavano la mancanza d’acqua, problemi strutturali e di gestione. Il 2 giugno ci siamo recati al carcere di Badu ‘e Carros (NU) per effettuare il presidio più partecipato. Dopo un tentativo di avvicinarsi al modulo 41 bis, tentativo frustrato dagli sbirri che per farci muovere hanno proposto una trattativa che i/le compagni/e hanno rifiutato di condurre, ci siamo posizionati nella strada pubblica a lato del carcere e i saluti hanno avuto un’ottima risposta da parte dei prigionieri, che hanno anche urlato slogan contro le forze dell’ordine, e da parte degli abitanti della zona, alcuni dei quali si sono fermati per simpatizzare con noi. Dobbiamo denunciare che alcuni detenuti che, dopo i saluti, hanno tentato di mettersi in contatto per lettera con noi, sono stati immediatamente trasferiti. Il 22 giugno ci siamo ritrovati invece sotto le mura del carcere di Bancali (SS) dove è ancora detenuto in 41 bis il nostro compagno Alfredo Cospito. I saluti a Bancali hanno avuto una bellissima risposta. I prigionieri nelle 3 ore di saluti hanno “dialogato” denunciando sovraffollamento, mancanza d’acqua e problemi strutturali che comportano muffa e infiltrazioni nelle celle. La mattina del 7 luglio ci siamo recati all’istituto minorile di Quartucciu (CA). Era la prima volta, dopo molti anni, che veniva effettuato un saluto al minorile. Lo scopo dell’iniziativa era anche per far sapere ai ragazzi che vi sono rinchiusi che siamo presenti, e siamo sempre disponibili a intervenire qualora fosse necessario. Nonostante le difficoltà logistiche, la struttura isolata, circondata da discariche abusive che rendevano difficile sistemarsi, sotto il controllo e le provocazioni di un notevole dispiegamento di sbirri, è stato possibile tentare di comunicare. Non siamo in grado di dire se ci abbiano sentito in quanto il doppio muro di cinta (quello più esterno può essere elettrificato se necessario) sovrasta di gran lunga il basso edificio in cui si trovano le celle. Abbiamo provato ad informarli soprattutto anche di quello che è successo al Beccaria di Milano provando a dargli un ulteriore spinta di rabbia La stessa sera del 7 luglio abbiamo concluso questo tour a Uta (CA). I saluti hanno avuto una buona risposta e, nelle ore in cui siamo stati presenti, abbiamo potuto “dialogare” con i/le prigionieri/e che hanno denunciato i soliti problemi all’interno di queste strutture, in particolare sovraffollamento, caldo (la temperatura nelle celle superava i 40o), mancanza d’acqua e non sono mancati i cori contro le forze dell’ordine. Un ultimo saluto, fuori programma rispetto alla locandina che abbiamo diffuso, l’abbiamo voluto portare il 24 agosto ai prigionieri chiusi nel lager di Macomer. Come al solito la risposta dall’interno è stata decisa e determinata, siamo riusciti a fargli sentire la nostra presenza e vicinanza e loro ci hanno comunicato la loro rabbia e le condizioni disumane in cui vivono, prima che un bel numero di sbirri e digos ci bloccasse e allontanasse. In un periodo in cui in Sardegna la lotta contro le carceri sta attraversando una stagione complicata, avendo organizzato il tutto in piena estate, periodo in cui la partecipazione è naturalmente ridotta, ci riteniamo estremamente soddisfatti di questo piccolo percorso e delle risposte avute in tutti i penitenziari. Tanto più che abbiamo deciso di rilanciare la lotta in un momento in cui lo Stato è in difficoltà in quanto nel suo ottuso neoliberismo pensa che basti l’uso illimitato del bastone a sedare le rivolte, a bloccare le evasioni praticando una repressione asfissiante con l’intento di scoraggiare solidarietà e sostegno a chi è prigioniero. Alcuni di noi hanno ricevuto già due decreti penali di condanna per avere effettuato saluti a Bancali nel giugno e nell’ottobre 2023 (una delle motivazioni della condanna è l’avere salutato Alfredo) e fogli di via da Macomer per avere effettuato saluti al CPR di Macomer. Per quanto sia indispensabile tentare di far comprendere al maggior numero di compagni/e l’imprescindibilità della lotta contro le galere (basterebbe pensare che in Sardegna ci sono più carceri che ospedali) con un’analisi articolata della situazione, e quindi ragionare per incrementare la partecipazione, il successo dell’iniziativa ci dà la forza di continuare (stiamo lavorando alla proposizione di un’analoga iniziativa invernale) a presentarci sotto le carceri, portando solidarietà a tuttx, anche in tempi rapidi nel caso di particolari situazioni, convinti come siamo che la nostra presenza possa essere uno strumento utile, dall’esterno, per il supporto ai prigionieri/e e per il rafforzamento e l’ampliamento della guerra contro le carceri e il sistema di cui lo Stato è strumento. per un mondo senza galere per un mondo senza sfruttatx libertà per tutte e tutti anarchiche e anarchici contro carcere e repressione
October 16, 2024 / il Rovescio
Arrestato Giulio (e aggiornamento sul processo del Brennero)
La sera di venerdì 11 ottobre, in Valsusa, quattordici agenti della DIGOS hanno arrestato il nostro amico e compagno Giulio per un inaspettato cumulo di condanne definitive a 4 anni e tre mesi. Per via di un’ordinanza di correzione della sentenza di Cassazione relativa alla manifestazione del Brennero, la condanna per resistenza aggravata è stata espunta dal rinvio alla Corte d’Appello, diventando così definitiva. Sommandosi alla condanna per il corteo contro Salvini del 2018 a Rovereto, la pena ha superato la soglia oltre la quale scatta la carcerazione immediata. Siccome l’ordinanza di correzione riguarda altri compagni e compagne, invitiamo i condannati del Brennero a contattare i propri avvocati per avere un quadro più preciso. Giulio libero! Liberi tutti e tutte! Per scrivergli: Giulio Berdusco C.C. “Lorusso e Cotugno” Via Maria Adelaide Aglietta 35 10151 Torino
October 15, 2024 / il Rovescio