Tag - Iniziative

Udine, 22 novembre: Sosteniamo il libro di Claudio sulle rivolte carcerarie del marzo 2020! Cena benefit
Riceviamo e diffondiamo: Le rivolte carcerarie del marzo 2020 sono state le più potenti dell’intera storia dello stato italiano e hanno mostrato un’anticipazione di una torsione autoritaria su tutta la società, fino a quel momento inedita. In risposta alla crisi sanitaria e alla richiesta di scarcerazione temporanea da parte dei detenuti, che si sentirono immediatamente in trappola, lo Stato rispose sospendendo colloqui, permessi e con altre misure punitive. In risposta alle giuste rivolte dei detenuti, lo Stato reagì sparando e manganellando. Claudio, uno dei cinque detenuti che decisero di esporsi nel 2020 presentando un esposto in cui denunciavano ciò che lo Stato aveva agito in quei giorni, ha scritto un libro che ripercorre dalla sua prospettiva gli accadimenti di quelle giornate. La pubblicazione di questo libro, che sta per approdare alla fase di stampa, rappresenta una coraggiosa presa di parola da parte di chi vive l’oppressione e non vi si rassegna. Per questo è importante sostenerla e diffonderla il più possibile. SOSTENIAMO IL LIBRO DI CLAUDIO! CENA SOCIALE BENEFIT SABATO 22 NOVEMBRE 2025 ORE 20.00 SPAZIO AUTOGESTITO DI UDINE V. DE RUBEIS 43
Iniziative
Carcere
Siamo tutti Palestine Action! 20 novembre proiezione e serata informativa, 21 novembre manifestazione a Trento
Riceviamo e diffondiamo: Scarica il volantino: VOLANTINO SCIOPERO FAME_modificatodef-1 Qui la locandina della serata del 20 novembre:   SIAMO TUTTI PALESTINE ACTION! «Fino a quando le nostre richieste non saranno soddisfatte, continueremo a resistere. Chiediamo ora al nostro governo: siete disposti a lasciarci morire prima di smettere di armare un genocidio? Nel portare avanti questa lotta, seguiamo l’onorevole eredità dei prigionieri di tutti i tempi, dall’Irlanda a Guantanamo alla Palestina. La resistenza è sempre stata bandita dagli oppressori nelle prigioni, nella speranza che fosse lì che sarebbe morta. Ma ora, è proprio dall’interno di queste mura che useremo gli strumenti dei prigionieri per disarmare la casa del padrone.» [Qesser Zuharah] Il 2 novembre 2025 è iniziato lo sciopero della fame dei prigionieri e delle prigioniere di Palestine Action rinchiusi nelle carceri britanniche. Palestine Action è un gruppo britannico nato per smantellare l’industria bellica che arma Israele, prendendo di mira attraverso l’azione diretta la produttrice di droni israeliana Elbit Systems, ma anche l’italiana Leonardo. Lo ha fatto con blocchi, occupazioni, sabotaggi, portando alla chiusura di alcuni stabilimenti e di alcuni contratti di fornitura di servizi ad Elbit. Su pressione di Elbit e di Israele, Palestine Action è stata messa al bando come “gruppo terroristico” e tali sono considerati i suoi trentatré appartenenti incarcerarti in attesa di giudizio. Con questo sciopero della fame i prigionieri, riuniti nel collettivo “Prisoners for Palestine” chiedono: 1) la fine della censura; 2) la scarcerazione in attesa di giudizio; 3) la pubblicazione dei documenti che provano le interferenze dell’industria bellica e dello stato israeliano nel processo; 4) la revoca della messa al bando del gruppo e la fine dell’utilizzo della legislazione antiterrorismo contro chi si oppone al genocidio; 5) la chiusura degli stabilimenti Elbit nel Regno Unito. Per loro questo sciopero è un modo di proseguire la lotta per cui si trovano incarcerati. Allo sciopero, che al momento in cui scriviamo riguarda sei militanti di Palestine Action, si sono uniti prigionieri in altri paesi: hanno smesso di toccare cibo anche Luca Dolce (“Stecco”), compagno anarchico detenuto a Sanremo e a lungo vissuto in Trentino, e Jakhy McCray, compagno ai domiciliari negli Stati Uniti. Questo sciopero ci riguarda per vari motivi. Perché Elbit Systems ha contratti milionari con lo Stato italaino, in particolare uno per la realizzazione di un centro d’addestramento elicotteristi a Luno (La Spezia). Perché la lotta contro le collaborazioni con guerra e genocidio passa anche dai centri di ricerca di Unitn e FBK. Perché un movimento di lotta deve sostenere chi è in carcere per la lotta stessa, come Tarek in carcere per la manifestazione a Roma del 4 ottobre 2024. Perché la repressione di massa contro il movimento in solidarietà alla Palestina in Europa (Regno Unito, Germania, Francia…) è un anteprima di quello che potrebbe accadere in Italia col “Ddl Gasparri”, che equipara l’antisionismo all’antisemitismo. Perché, mentre processa per procura Palestine Action nel Regno Unito, Israele ha appaltato allo Stato italiano la reclusione di Anan Yaesh, sotto processo con l’accusa anch’egli di “terrorismo” per essere un partigiano della Resistenza palestinese: il 21 novembre contro di lui deporrà al tribunale dell’Aquila l’ambasciatore israeliano. Dai “Prisoners for Palestine” arriva un appello all’azione. Raccogliamolo, anche in vista dello sciopero generale di fine mese. SOLIDARIETÀ ATTIVA COI PRIGIONIERI DI PALESTINE ACTION, CON STECCO E CON JAKHY IN SCIOPERO DELLA FAME! LIBERTÀ PER I PRIGIONIERI, PER ANAN E PER TAREK! TERRORISTA È SEMPRE LO STATO: ISRAELIANO, BRITANNICO, ITALIANO CHE SIA! Giovedì 20 novembre 2025, ore 18.00 PROIEZIONE DOCUMENTARIO “TO KILL A WAR MACHINE” (sulla nascita di Palestine Action) presso Dipartimento di Sociologia , via verdi 26, Trento Venerdì 21 novembre 2025, ore 18.00 MANIFESTAZIONE via verdi, Trento
Iniziative
Stato di emergenza
Lecco, 20 novembre: Deportazioni in un mondo in guerra. Presentazioni di opuscoli e discussione
Riceviamo e diffondiamo: Giovedì 20 novembre ore 20:30 presso il centro di documentazione anarchico l’arrotino via primo maggio 24c a Lecco DEPORTAZIONI in un mondo di guerra Presentazione di questi opuscoli con alcuni redattori : “Egitto paese sicuro?” “Deportazioni” Le deportazioni dall’Italia – sia verso i paesi di partenza che la colonia detentiva in Albania, sia attraverso i cosiddetti rimpatri volontari (che di consensuale han poco o nulla) – stanno aumentando a ritmo sospinto. Rappresentano l’apice del razzismo coloniale di stato. Studiarle, capirne meccanismi e schemi – nonché dotarsi degli strumenti analitici necessari per riconoscere un’espulsione all’interno di un aeroporto o, addirittura, di un aereo – è necessario con il fine di trovare i punti di attacco nonché alimentare solidarietà e complicità con chi lotta e resiste alla violenza di CPR, frontiere e deportazioni.
Iniziative