Riceviamo e diffondiamo:
UN SUSSULTO
È difficile trovare parole esatte in grado di esprimere con precisione cosa si
può provare di fronte all’orrore che ci circonda. Stiamo vedendo l’attuazione
della soluzione finale: un piano ben determinato per cancellare un intero popolo
dalla terra. Questi mesi di genocidio algoritmico già avevano indicato il vero
fine del progetto sionista, che ora nelle parole di Netanyahu si esplicita,
forte della copertura incondizionata da parte dell’Occidente. Tutto questo
genera in ogni persona ancora in grado di ascoltare il mondo e di ascoltarsi,
che non si arrende alla bancarotta morale in diretta, un insieme di sentimenti,
tensioni, vibrazioni indescrivibili a parole. Ma chi mantiene la qualità
strettamente umana di sentirsi parte nel mondo, quello che non sa esprimere a
voce, lo esprime con azioni, seppur piccole ed insufficienti rispetto a quanto
ci circonda, ma che quantomeno dimostrano i sussulti etici che non permettono il
non agire, che impediscono il silenziamento di quello che proviamo
interiormente.
Ecco, ieri c’è stato un sussulto. Anche se insufficiente, anche se ancora troppo
poco, c’ stato. In un gruppetto ristretto di compagne e di compagni, non più di
15 persone. Per un’ora e passa il Mc Donald di via Torino\corso del popolo a
Mestre è stato chiuso in orario di cena. Ci teniamo a condividere quanto fatto
per la sua semplicità e riproducibilità. In poche persone, con qualche bandiera
della Palestina, uno striscione, un megafono e dei volantini, con un po’ di
forza di volontà si riesce ad interrompere il normale funzionamento e flusso
capitalistico di aziende complici del genocidio in corso. Non abbastanza, ma un
qualcosa. Un qualcosa che ad intermittenza, con poche forze dalla nostra parte,
si può ripetere con costanza e imprevidibilità. E dimostra anche a noi che
organizzandosi dal basso possiamo esprimere una potenza e danneggiare chi
supporta materialmente, ideologicamente e socialmente il genocidio in corso e
più in generale l’entità sionista.
Di fronte a quanto succede, l’azione continua e costante è l’unica strada per
evitare la bancarotta morale. Cortei, interruzioni di eventi militaristi,
occupazioni, boicottaggi, assemblee e così via sono le armi etiche che
dimostrano, in un mondo in cui la morte e la distruzione vogliono essere la
norma, che lottare significa prima di tutto lottare per la vita, ma soprattutto
per essere ancora vivi. Per far sì che la morte ci trovi vivi, e che la vita non
ci trovi morti.
Tag - Azioni
Ringraziando chi le ha fatte, riceviamo e diffondiamo queste traduzioni
da http://sansnom.noblogs.org. Nei link agli articoli originali sono presenti
numerose immagini di questa impressionante ondata di attacchi contro le prigioni
e chi le fa funzionare.
Qui il video di una delle azioni raccontate negli articoli: IMG_4916
A proposito dell’attacco coordinato di queste due ultime notti contro la
penitenziaria
Le notti da domenica a lunedì 14 aprile, poi da lunedì a martedì 15 aprile, sono
state segnate da degli attacchi contro diverse strutture della penitenziaria e
dei suoi tirapiedi, in una decina di città del Sud e della periferia parigina.
Delle auto di secondini che erano posteggiate nel parcheggio delle prigioni
(Réau, Valence, Villepinte, Aix-Luynes, Nîmes), o a fianco della scuola
nazionale della penitenziaria (Agen) o ancora davanti ai loro alloggi di
servizio (Marsiglia, Nanterre) sono andate in fumo. Inoltre, il portellone
d’ingresso di una prigione è stato mitragliato (Toulon-La Farlède), e il portone
di una base-ERIS1 è stato incendiato (Aix-Luynes).
Questo “attacco coordinato” durante due notti di fila ha portato la Procura
nazionale antiterrorismo (PNAT) ad avocare l’inchiesta, per poi affidarla alla
sotto-direzione antiterrorismo della polizia giudiziaria, ai servizi locali e
alla direzione generale della sicurezza interna (DGSI). L’inchiesta comprende
“tre accuse, tra cui associazione a delinquere con finalità di terrorismo2” ha
precisato oggi il ministro della Giustizia, poiché “la natura stessa
dell’azione” riflette un’operazione “concertata il cui obiettivo è di
sconvolgere gravemente l’ordine pubblico mediante l’intimidazione”. Quanto ai
secondini, sono chiaramente disgustati, a immagine del segretario nazionale
della CGT penitenziaria, Damien Tripenne, che ha dichiarato tutto turbato ad
un’importante emittente radiofonica: “Ho dei compagni, dei colleghi, che sono
devastati perché i veicoli che sono stati presi di mira sono i loro, le
abitazioni che sono state puntate sono le loro… è necessario che la paura cambi
di campo” (RTL, 15/4)
Inoltre i portavoce del ministro dell’Interno hanno precisato che in diversi
luoghi è stata trovata la sigla “DDPF” (interpretata dai giornalisti come
l’acronimo di “diritto [o meglio difesa] dei prigionieri francesi”, dal nome di
un canale Telegram), ma anche degli “slogan anarchici”. Il che li ha portati a
mettere in evidenza nelle loro chiacchiere tanto la pista “dei gruppi di
ultrasinistra”, che quella del “narcotraffico”. Una famosa “fonte vicina al
caso” ha così dichiarato ad un’agenzia di stampa statale che “secondo i primi
elementi dell’inchiesta, la pista anarchica sembra prendere piede nella vasta
maggioranza dei fatti” (AFP 15/4, 15:50).
Ad ogni modo, la loro ipotesi è che questi attacchi siano legati alla lotta
degli uni e degli altri contro la costruzione di vaste sezioni di alta
sicurezza, delle vere e proprie tombe dove saranno sepolti vivi centinaia di
prigionieri a partire da quest’estate… e più in generale contro l’inasprimento
delle condizioni di detenzione (aria e attività ridotte, pestaggi e umiliazioni
da parte dei secondini…) favorita dall’arrivo di Darmanin al ministero della
Giustizia.
Questa è una prima panoramica di questa serie di attacchi notturni contro
l’amministrazione penitenziaria e i beni del suo piccolo personale:
– Agen (Lot-et-Garonne). Domenica 13 aprile verso le 23:30, degli sconosciuti si
recano davanti ai locali della Scuola nazionale d’amministrazione penitenziaria
(Enap) e danno fuoco alle auto delle guardie in formazione. Sei di queste
vengono distrutte completamente dalle fiamme, altre due sono danneggiate, e 1000
allievi secondini vengono evacuati in piena notte per permettere ai pompieri di
intervenire. Una scritta “DDPF” viene trovata per terra.
– Réau (Seine-et-Marne). Nella stessa notte da domenica a lunedì 14 aprile,
l’automobile di una sorvegliante viene incendiata nel parcheggio della prigione
e delle tracce di idrocarburi sono ritrovate su altri tre veicoli di secondini,
che non hanno preso fuoco.
– Valence (Drôme). Nella stessa notte da domenica a lunedì 14 aprile, verso le
21:45, due veicoli delle guardie sono incendiati nel parcheggio del centro
penitenziario da uno sconosciuto arrivato e ripartito con un monopattino. Ha
versato della benzina prima di appiccare il fuoco e scrivere la sigla “DDPF”.
– Villepinte (Seine-Saint-Denis). Nella notte seguente, da lunedì a martedì 15
aprile, verso le 22:30 tre automobili di secondini vengono incendiate: due
posteggiate nel parcheggio visitatori e una nel parcheggio del personale della
prigione. Due sconosciuti sono entrati nel complesso passando per un cumulo di
terra, incendiando ognuno un veicolo, mentre il terzo è stato raggiunto per
propagazione.
– Aix-Luynes (Bouches-du-Rhône). Nella notte da lunedì a martedì 15 aprile, poco
dopo le 2 del mattino, due veicoli (di cui uno dei secondini, l’altra di un
detenuto in semi-libertà) vengono distrutti nel parcheggio del centro
penitenziario. Inoltre, la porta della base del Centro estrazioni giudiziarie3 e
dell’Equipe regionale di intervento e sicurezza (PREJ-ERIS) è stata incendiata.
– Marsiglia (Bouches-du-Rhône). Nella notte da lunedì a martedì 15 aprile, poco
prima dell’1, un’automobile viene incendiata e una decina di altre imbrattate
con la scritta “DDPF” nel parcheggio della residenza “Domaine des Chutes
Lavies”, 9 impasse Sylvestre nel 13° quartiere, dove alloggiano degli agenti
penitenziari. Questa residenza si trova pure in prossimità dei locali della
protezione giudiziaria della gioventù (PJJ).
– Nanterre (Hauts-de-Seine). Lunedì 14 aprile verso le 20, due sconosciuti in
scooter incendiano il veicolo di un capitano in carica alla prigione. Era
parcheggiata in una piazzola riservato al personale, davanti agli alloggi dei
secondini. I due incendiari hanno scritto l’acronimo “DDPF” per terra prima di
lasciare il luogo. Un bidone di benzina è stato trovato nelle vicinanze.
– Toulon-La Farlède (Var). Nella notte da lunedì a martedì 15 aprile verso
mezzanotte e quaranta, la porta d’ingresso del centro penitenziario viene
crivellata da 15 fori di proiettile in seguito a un mitragliata di kalashnikov.
Una delle pallottole è riuscita ad attraversare la porta d’ingresso della
prigione per piantarsi nel vetro della reception dove si trovava una
sorvegliante. Una grande scritta “DDFM” viene ritrovata sull’ingresso
mitragliato della galera.
– Nîmes (Gard). Nella notte da lunedì a martedì 15 aprile, verso le 21, una BMW
viene incendiata di fronte alla casa circondariale e delle lingue di fuoco si
levano da diverse persone travisate, mentre la sigla “DDPF” viene scritta sul
muro di cinta. Il giorno prima, 8 veicoli erano già bruciati verso le 2:30 nella
concessionaria Toyota che si trova a pochi passi dalla prigione
[Sintesi della stampa regionale, 13-15 aprile 2025]
1Equipe regionale di intervento e sicurezza [NdT]
2La traduzione letterale sarebbe “associazione di malfattori terroristi” [NdT]
3Unità della penitenziaria che si occupa dei trasferimenti [NdT]
Qui l’articolo originale: https://sansnom.noblogs.org/archives/25516
Tre notti di attacchi contro le guardie e un primo bilancio [aggiornato]
Dalla sera di domenica 13 aprile, un’ondata di attacchi incendiari (e non solo)
colpisce la polizia penitenziaria e i beni dei suoi tirapiedi in una decina di
città del sud e della regione parigina. Dopo una prima sintesi pubblicata due
giorni fa, qui sotto potete trovare una piccola aggiunta infuocata sulla terza
notte, quella da martedì a mercoledì 16 aprile, dove il blu-secondino ha
conosciuto nuovamente un gusto di cenere.
Peraltro mentre a fianco di diversi obiettivi colpiti sono state trovate delle
sigle DDPF (che secondo i giornalisti sarebbe l’acronimo di “Difesa dei diritti
dei prigionieri francesi”, dal nome di un canale Telegram), il ministro
dell’Interno menziona anche degli “slogan anarchici”. Oggi, uno dei suoi
portavoce quotidiani ha dato un po’ più di dettagli a tal proposito (Le Monde
17/4), precisando che “in particolare ad Angers, sulle facciate delle abitazioni
vicina alla casa circondariale sono state riscontrate delle scritte fatte a
bomboletta: “sostegno ai prigionieri.e” e “la prigione uccide” ”. A dire il
vero, queste scritte erano state trovate all’inizio del mese di aprile, cioè
prima degli attacchi… il che non toglie nulla alla loro pertinenza, al
contrario, in particolare il “che crepino le galere”, di un’attualità bruciante,
in rue Brisepotière.
Inoltre, per quel che riguarda un primo bilancio, il procuratore nazionale
antiterrorismo Olivier Christien ci ha tenuto a fare delle dichiarazioni di
persona riguardo a questi attacchi (in una lunga intervista concessa a France
info, 17/4): fa riferimento a “12 fatti, due contro delle abitazioni personali
di agenti dell’amministrazione penitenziaria, un attacco condotto contro dei
veicoli nel parcheggio della Scuola nazionale penitenziaria (Enap) e poi nove
fatti direttamente contro degli stabilimenti penitenziari”. Geograficamente,
“sono otto i dipartimenti che sono stati colpiti”, di cui “un terzo dei fatti
commessi nelle Bouches-du-Rhône, un terzo della regione Île-de-France”, con un
totale di “21 veicoli incendiati e una decina di veicoli danneggiati” (senza
parlare della mitragliata alla porta della galera di Toulon e l’incendio di
quella degli ERIS a Aix-Luynes). Infine, questo difensore fanatico del
terrorismo di Stato e fervente adepto della propaganda blindata, ha pure
aggiunto uno manto di complottismo di cui possiede il segreto: “possono essere
dei gruppi di persone politicamente radicalizzate, possono essere dei gruppi più
legati alla criminalità organizzata, può essere anche una convergenza di
obiettivi e di persone che si manipolano gli uni con gli altri: tutto è
possibile”.
– Tarascon (Bouches-du-Rhône). Nella notte da martedì a mercoledì 16 aprile,
verso le 5:20 del mattino, tre veicoli vengono incendiati nel parcheggio
custodito del centro penitenziario: uno apparteneva a un secondino e l’altro ad
un impresa operante nel centro di detenzione.
– Aix-Luynes (Bouches-du-Rhône). Nella notte da martedì a mercoledì 16 aprile,
mentre il giorno prima due automobili erano già bruciate nel parcheggio della
galera, questa volta è l’auto di un rappresentante del personale SPS (Sindacato
penitenziario dei sorveglianti) della prigione di Luynes che divampa davanti
alla sua abitazione…
– Villenoy (Seine-et-Marne). Nella notte da martedì a mercoledì 16 aprile, verso
le 2:30 del mattino, un principio di incendio velocemente spento divampa
nell’ingresso del condominio di una secondina che lavora nella vicina prigione
di Meaux-Chaucoin, mentre la scritta “DDPF” viene tracciata sul muro e la sua
automobile viene spaccata nel parcheggio.
– Amiens (Somme). Nella serata di mercoledì 16 aprile, la cassetta delle lettere
dell’abitazione di una secondina che lavora nella prigione della città è
imbrattata con le lettere “DD” [per “Difesa dei diritti dei prigionieri
francesi”?], mentre alla sua macchina vengono squarciati i pneumatici.
[Seguono degli estratti di due articoli di giornale: “Questioni dopo gli
attacchi alle prigioni” e “Dopo gli attacchi contro le prigioni, resta
l’incertezza sull’identità dei mandanti”, entrambi apparsi su Le Monde il 17
aprile]
Qui l’originale: https://sansnom.noblogs.org/archives/25637#more-25637
Saint-Martory (Haute-Garonne): il secondino perde tre vetture in un colpo
I pompieri riescono a controllare l’incendio, impedendo la distruzione della
quarta macchina oltre che delle abitazioni vicine: “Questa persona si è ferita
durante l’intervento ed è stata trasportata con relativa urgenza verso un centro
ospedaliero”, precisa il Sdis 31. Il secondino si sarebbe leggermente bruciato
le mani.
La vittima è un sorvegliante penitenziario in servizio presso la casa
circondariale di Seysses, secondo le informazioni di cui siamo in possesso.
Sotto choc, ha fatto denuncia. In questa fase non è stata avanzata alcuna
rivendicazione. I gendarmi della compagnia di Muret vagliano diverse piste:
quella di un semplice incidente che ha causato una propagazione, o la
possibilità di un atto volontario. L’inchiesta per determinare se questo
funzionario sia stato colpito a causa della sua professione o per altre ragioni
potrebbe essere lunga e complessa.
Venerdì 18 aprile 2025, dei manifesti sono stati attaccati nella città di Muret,
vicino all’abitazione di uno degli agenti di Seysses. Rappresentavano un gorilla
che grida “Fuoco alle galere!”, con in basso un’annotazione indicante:
“Distruggiamo tutti i luoghi di reclusione! Solidarietà con i prigionieri”.
Bisogna vederci un legame con i veicoli bruciati a Saint-Martory, situata a 40
minuti da Seysses e altrettanti da Muret? “Teoricamente non c’entra nulla”,
risponde la compagnia di gendarmerie di Saint-Gaudens. Ma nessuna piste è
esclusa. Le indagini proseguono.
Qui l’originale: https://sansnom.noblogs.org/archives/25797#more-25797
Corbas/Villefranche (Rhône): i secondini sotto pressione
Prigioni prese di mira: un veicolo incendiato vicino a Lione-Corbas, la scritta
“DDPF” su di un immobile a Villefranche-sur-Saône.
France3 20 aprile 2025
Questa domenica 20 aprile, una macchina è stata trovata bruciata sul boulevard
des Nations Unies, nelle vicinanze della prigione di Lyon-Corbas. “Il servizio
di notte l’ha individuata grazie alle telecamere di sorveglianza e ha allertato
i pompieri e le forze dell’ordine”, precisa Didier Lui-Hin-Tsan, segretario
regionale FO Justice1 Lione. Non si trattava della macchina di un agente
penitenziario.
Circa 300 agenti lavorano all’interno della prigione. Da una settimana “vengono
a lavorare con un nodo allo stomaco”. Didier Lui-Hin-Tsan elogia le diverse
direttive di sicurezza prese dalle autorità ma ritiene che gli agenti siano
“troppo identificabili”. “Ogni giorno aspettano di entrare nella prigione e sono
in mezzo ai visitatori, sono in uniforme e facilmente riconoscibili” precisa.
Una sigla “DDPF” è stata trovata su di un muro della casa circondariale, vicino
all’ingresso per i veicoli. Un’altra è stata trovata più lontano, secondo FO.
Questo acronimo è tornato a più riprese nelle recenti azioni registrate contro
le strutture carcerarie. Si tratterebbe di un gruppo: “Difesa dei diritti dei
prigionieri francesi”.
A Villefranche-sur-Saône (Rhône) vicino a Lione, queste quattro lettere sono
state anche scritte accanto all’entrata di un immobile, in una strada in cui
vive un agente penitenziario. La porta dell’edificio è stata incendiata.
L’inquietudine è grande presso i sorveglianti dei centri di detenzione. “Questo
ci tocca psicologicamente poiché ormai abbiamo paura per le nostre famiglie,
siamo nell’ipervigilanza”, confida Nénette, segretaria locale del sindacato
Unsa-Ufap Justice del centro penitenziario di Villefranche-sur-Saône. “Ci
chiediamo quando finirà”, aggiunge.
Tanto più che la settimana scorsa due sorveglianti della casa circondariale di
Villefranche-sur-Saône hanno visto le loro identità e i loro orari di lavoro
divulgati sul social network TikTok. Hanno sporto denuncia e sono state prese
delle nuove misure di sicurezza per lo stabilimento. Secondo i sindacati, la
polizia ha intensificato le ronde intorno alla prigione. Il parcheggio dello
stabilimento, riservato al personale, è particolarmente sorvegliato.
Laetitia Francart, procuratore della Repubblica di Villefranche-sur-Saône, ha
confermato l’apertura di due inchieste. La prima per “divulgazione illegale
volontaria di dati personali dannosi”. La seconda per “danneggiamento mediante
strumenti pericolosi”.
1Sindacato Nazionale Forza Lavoro Giustizia, sindacato del personale del
Ministero della Giustizia [NdT]
Qui l’originale: https://sansnom.noblogs.org/archives/25805#more-25805
Riprendiamo da http://lanemesi.noblogs.org e diffondiamo:
Rivendicazione del collocamento di un ordigno incendiario all’interno della
facoltà di “Scienze dell’Investigazione e della Sicurezza” da parte di Gruppo
d’azione “Kyriakos Xymitiris” (Narni, 30 marzo 2025)
Domenica 30 Marzo ci siamo introdotti nella facoltà di “Scienze
dell’Investigazione e della Sicurezza” a Narni ,in Umbria, ed abbiamo collocato
un ordigno incendiario nella stanza “Laboratorio scena del crimine”.Con
quest’azione abbiamo voluto colpire un centro di formazione della futura
intelligence dello stato italiano. Stato genocida come ci dimostra la sua
cooperazione con lo stato sionista d’ Israele nel massacro del popolo
palestinese. Stato torturatore come ci dimostra l’esistenza del regime
carcerario di 41bis in cui è recluso, anche, il compagno anarchico Alfredo
Cospito. Stato stragista come ci dimostrano l’eccidio di migranti nel mar
Mediterraneo e gli assassinii di detenuti/e nelle carceri.
SOLITARIETÀ CON TUTTI GLI ANARCHICI ED ANARCHICHE,CON TUTTI I RIVOLUZIONARI E
RIVOLUZIONARIE RINCHIUSI E RINCHIUSE NELLE GALERE DI TUTTO IL MONDO.
Gruppo d’azione “Kyriakos Xymitiris”
[Ricevuto via e-mail e pubblicato in
https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/03/31/rivendicazione-del-collocamento-di-un-ordigno-incendiario-allinterno-della-facolta-di-scienze-dellinvestigazione-e-della-sicurezza-da-parte-di-gruppo-dazione-kyriakos-xymitiris-narni-30-marzo-2025/]
Mai adatto alla guerra! Fuoco alla flotta della Bundeswehr [forze armate
tedesche]
da https://abolitionmedia.noblogs.org
Nel corso delle elezioni del Bundestag [Parlamento federale tedesco], quasi
tutti i partiti si sono superati a vicenda nell’aumentare la spesa per gli
armamenti, (ri)stabilire la capacità militare tedesca, richiedere ancora più
esportazioni di armi e obbligare i giovani a prestare servizio nell’esercito. La
RFT [Repubblica federale di Germania] è da tempo tornata al gioco della corsa
agli armamenti e della mobilitazione. Ma le guerre non hanno bisogno solo di
armi e infrastrutture, hanno bisogno di soldati, ma soprattutto di una società
che sia disposta a seguire, che sia pronta ad assassinare e che sia pronta a
compiere ciecamente e con giubilo tutte le atrocità del mondo.
Mai adatto alla guerra!
Non oggi
Non nel 2029
Mai più
Resisti agli inizi…
Siamo in una crisi in cui la prossima guerra mondiale non sembra lontana. Se
questa guerra continua a intensificarsi, devasterà il nostro pianeta. Mentre gli
Stati Uniti si sono ritirati dalla guerra di aggressione in Ucraina, l'”Europa
unita” si unisce e discute apertamente di un vero deterrente nucleare contro la
Russia. Ogni giorno, gli eventi si susseguono fitti e rapidi senza che troviamo
una risposta che renda giustizia a ciò che sta accadendo in questo mondo.
Questa non è la nostra guerra, vogliamo un futuro.
Per quale guerra ci si sta preparando qui? E chi trae vantaggio dalla guerra?
Le guerre e i conflitti di questo mondo ruotano in una proporzione significativa
attorno alle lotte per la distribuzione dell’energia, all’accesso alle risorse,
agli interessi economici e, in ultima analisi, al potere. Non è una lotta per la
democrazia, la giustizia o i valori, anche se questa è la narrazione dei
governanti. La maggior parte delle persone soffre di queste guerre, mentre i
ricchi e i potenti si riempiono le tasche. L’imperialismo occidentale sta
cercando di mantenere la sua supremazia, mentre altre forze imperialiste come la
Russia e la Cina vogliono rivendicarla per sé. Il sistema capitalista reagisce
all’attuale crisi, come spesso accade nella storia, con distruzione e
aggressione. E le diverse parti in guerra non agiscono mai secondo gli interessi
delle persone che ne sono direttamente colpite. La guerra è sempre una guerra di
potenze capitaliste, in cui le persone di tutti i paesi possono solo perdere. La
loro sofferenza è descritta come un destino inevitabile e l’inimicizia tra loro
è alimentata dal nazionalismo.
Difendiamo la nostra posizione rivoluzionaria sulla questione della guerra e
lottiamo per l’amicizia di tutti i popoli!
Ciò che sta accadendo in Germania non è la preparazione per la difesa di
possibili attacchi o l’istituzione di una cosiddetta capacità difensiva. Essere
pronti per la guerra significa prepararsi a fare la guerra. Ciò per cui
Pistorius e Merz stanno preparando la società tedesca, anche per quanto riguarda
uno spostamento globale del potere e un nuovo rafforzamento delle guerre per
garantire riserve energetiche, zone di potere e mercati di vendita, sono guerre
di aggressione in altri paesi con un’elevata partecipazione tedesca. A tal fine,
i soldati devono essere mandati a scuola, la clausola civile deve essere
revocata e le infrastrutture e il sistema sanitario devono essere preparati per
l’evento di guerra.
Qui nel Paese gli affitti aumentano, il sistema sociale viene sempre più minato
e allo stesso tempo centinaia di miliardi di euro devono essere stanziati per
gli armamenti. E non si vede la fine: per soddisfare il 2 percento del PIL
richiesto dalla NATO, il fondo speciale è solo una pietra miliare e il dibattito
su ulteriori aumenti è in corso da molto tempo.
Ciò che sta accadendo qui è guerrafondaio. Dov’è il clamore?
Qui in Germania si sta preparando un’ulteriore intensificazione di una guerra
globale, quindi dobbiamo sabotare i centri dei guerrafondai.
Nella notte del 7 marzo, sette veicoli della Bundeswehr sono stati incendiati
nel parcheggio di un’officina MAN, perché ci piace che vengano bruciati solo i
mezzi bellici.
No al riarmo! No alle esportazioni di armi! No alla coscrizione!
Per la pace dei popoli!
Gruppo Agenda2029
ps: Abbiamo registrato un video della nostra azione. Saremo felici se lo
diffondete sui vostri canali:
http://klktv54valq67z2llp6ew7cejyepqgcrnpaf2xhwlq7o64ufk5tb6kid.onion/w/2RtPgFArnHCu7ay83uPkJm
https://de.indymedia.org/node/497213
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
Nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio, a Milano, sono stati dati
alle fiamme alcuni mezzi di A2A e Unareti.
Il gruppo A2A, comprendente anche Unareti (azienda che, nello specifico, si
occupa di assicurare ai consumatori italiani la fornitura di gas ed energia
elettrica in alta, media e bassa tensione) è una società le cui quote sono
detenute per più del 50% dallo Stato italiano e si occupa di produzione, vendita
e distribuzione di energia elettrica.
Nell’ottobre 2022 A2A ha firmato un memorandum con l’SIBF (Southern Israel
Bridging Found, fondo di investimento israeliano focalizzato sull’incremento di
imprese e start-up hi-tech nel territorio Israeliano e all’estero) con
l’obiettivo di costruire un hub congiunto dedicato all’innovazione con sede a
Tel Aviv.
Il memorandum intende rafforzare inoltre le relazioni già esistenti fra A2A, la
Israeli Innovation Authority e la Missione economica israeliana in Italia.
L’accordo mira a favorire la ricerca per valutare le reciproche opportunità di
investimento in start-up, sia italiane che israeliane, con un forte focus sul
tema della transizione ecologica.
La “transizione ecologica”, alla base di questo accordo, viene spacciata come il
passaggio a un sistema più equo, sostenibile e salutare. Dietro a questa
retorica si nasconde il bisogno del sistema capitalistico di ristrutturasi da un
lato per far fronte alle sempre più acute e frequenti crisi ambientali,
energetiche e belliche, dall’altro per assecondare il crescente fabbisogno
energetico richiesto dal continuo avanzamento tecnologico e dalla
digitalizzazione della società.
Uno dei principali partner con cui molti stati occidentali, e con essi molte
aziende partecipate, come A2A, decidono di stringere accordi con questo scopo è
Israele e questa scelta non è affatto casuale.
Il continuo stato emergenziale e di guerra in cui Israele dichiara di trovarsi
sin dalla sua origine ha fatto sì che venisse snellita la burocrazia necessaria
per investimenti esteri in molti settori, compreso chiaramente quello militare.
All’interno del sistema-Stato Israele ogni settore della società è piegato alle
necessità belliche e la commistione tra ricerca in ambito civile e militare è
molto evidente. Questo interscambio non riguarda solo i progetti ma anche le
persone: capita così che fra i quadri dirigenziali di SIBF e partners vi siano
ex capi della sicurezza nazionale israeliana ed ex dirigenti di Elbit (azienda
di tecnologia militare israeliana).
La scelta di A2A di collaborare con un fondo di investimento israeliano
dichiaratamente allineato al progetto sionista, tanto da dichiarare
pubblicamente “Siamo in guerra, ma questa guerra continua – sin dalla fondazione
di Israele – è stata uno dei catalizzatori per la nostra innovativa industria
hi-tech, e noi prevarremo”, rappresenta un supporto diretto al progetto
sionista.
Sostenendo un importante fondo Israeliano e costruendo hub nella capitale
israeliana A2A alimenta gli enormi flussi di capitale che rendono possibile
l’esistenza del sistema-Stato Israele e l’occupazione sionista del territorio
palestinese.
Mentre continua il genocidio del popolo palestinese a Gaza e nella West Bank
riteniamo urgente non rimanere a guardare e moltiplicare gli attacchi contro chi
si arricchisce grazie al progetto sionista.
Contro uno sviluppo che porta solo devastazione e morte
Rompiamo il fronte interno
La guerra parte da qua
Libertà per tutt*
da: de.indymedia
Fuoco per i tecnofascisti! Fight Strabag! Fight Tesla! Fight DB!
Cinquanta ettari di bosco supplementari devono essere abbattuti a Grünheide, nei
pressi di Berlino, a causa dell’estensione della Gigafactory di Tesla. Questo
bosco deve lasciare il posto a una stazione di carico merci della Deutsche
Bahn [Ferrovie tedesche] per trasportare milioni di auto Tesla. Chi costruisce
la stazione merci di Tesla-DB? Soprattutto l’impresa pubblica Strabag.
Ecco perché abbiamo attaccato Strabag nella notte tra il 24 e il 25 febbraio
2025. Due delle loro gru sono ormai inutilizzabili in un cantiere del quartiere
di Marzahan. Siamo riusciti ad aprire i loro armadi di comando e ad appiccarvi
il fuoco. Allo stesso tempo abbiamo piazzato altri due congegni incendiari nei
pozzetti dei cavi di una linea di trasporto merci. L’obiettivo era quello di
provocare il disturbo dei segnali e ritardi nel trasporto delle merci, in
particolare verso i cementifici di CEMEX e Heidelberg Materials collocati nelle
vicinanze.
Strabag, come la sua filiale Züblin, è nota nel mondo intero per la costruzione
di carceri, autostrade, parchi eolici e dighe. Oggi, in particolare, Strabag fa
causa comune con Tesla. Nessuna azienda rappresenta il nuovo fascismo
tecnocratico al pari di Tesla. Trump-Musk-Weidel [quest’ultima è il capo di AfD]
sono l’alleanza dei/delle tecnofascisti/e che forniscono un nuovo volto al
totalitarismo patriarcale e coloniale. Per quanto riguarda DB, non c’è più
granché da dire – cfr. «Tren Maya».
Che si tratti di Starlink, del sostegno al partito di estrema destra Alternativa
per la Germania (AfD), della colonizzazione di Marte, della logistica militare
nelle guerre, della videosorveglianza nelle strade, del greenwashing, della
distruzione della natura o della propaganda fascista e patriarcale, noi
detestiamo Tesla e Musk!
Attacchiamoli ovunque!
Molta gente pensa di rendere un servizio all’antifascismo votando contro il
partito AfD alle prossime elezioni politiche. Ora, non si vota contro qualcosa,
ma per qualcosa, cioè per lo Stato e la normalità capitalista.
Combattiamo piuttosto la normalità, i/le tecnofascisti/e e Tesla in strada.
Chiunque guidi una Tesla si associa a Trump-Musk-Weidel. Chiunque guidi una
Tesla sostiene, per lo meno indirettamente, Starlink, l’AfD, la colonizzazione
di Marte, la logistica militare nelle guerre, la videosorveglianza nelle strade,
il greenwashing, la distruzione della natura e la propaganda fascista e
patriarcale. Ecco perché bisogna farla finita con Tesla.
Saluti solidali agli/alle occupanti del bosco di Sündi!
Liberà e coraggio per Maja, Hanna, Nanuk, Johann, Gino, Nele, Paul, Luca, Zaid,
Paula, Tobi, Clara, Moritz e Daniela!
Saluti infiammati a Marianna!
Amore e forza a tutti/e coloro che sono in clandestinità e in latitanza!
Distruggiamo le prigioni dei giganti del tech!
Libertà per tutti/e!
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
Nella notte fra il 14 e il 15 gennaio abbiamo infranto a martellate le vetrate
di una filiale Deutsche Bank a Milano come azione in solidarietà al popolo
palestinese.
Gli istituti finanziari europei hanno infatti un ruolo determinante nel
genocidio che sta avvenendo in Palestina. Deutsche Bank è il terzo istituto
finanziario europeo (ha un credito di 12.23 miliardi di dollari) che fornisce
prestiti a un gruppo di 51 società direttamente coinvolte nell’occupazione
israeliana dei territori palestinesi e nel genocidio del popolo palestinese:
Airbnb; Alstom; Altice International; Ashtrom Group; Bank, Hapoalim; Bank Leumi;
Bezeq Group; Booking Holdings; Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles (CAF);
Carrefour; Caterpillar; Cellcom Israel; Cemex; Cisco Systems; CNH Industrial;
Delek Group; Delta Galil Industries; eDreams ODIGEO; Elbit Systems; Electra
Group; Expedia Group; Hamat Group; Heidelberg Materials; Hewlett Packard
Enterprise (HPE); Hilan; Hyundai Heavy Industries; IBM; Israel Chemicals (ICL
Group); Israel Discount Bank; MAN Group; Matrix IT; Mivne Group; Mizrahi Tefahot
Bank; Motorola Solutions; Orbia; Partner Communications; Paz Oil Company; Puma;
Rami Levy Chain Stores Hashikma Marketing 2006; RE/MAX Holdings; Shapir
Engineering and Industry; Shikun & Binui; Shufersal; Siemens; Solvay;
Tripadvisor; TUI Group; Villar International; Vinci / Semi; Volvo Group; and WSP
Global.
Per la fine dell’occupazione sionista della Palestina!
Fermiamo guerre e genocidi!
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
In una notte di ottobre sono stati danneggiati a Rovereto alcuni armadi
telefonici, i cui cavi sono stati tranciati.
L’infrastruttura che rende pensabili, attuabili e funzionanti portafogli e
identità digitali, sorveglianza, controllo e spionaggio da remoto, la
profilazione e l’esclusione digitalmente programmate, lo sterminio di intere
popolazioni pianificato anche da algoritmi di intelligenza artificiale, è la
stessa.
Lo studio, la critica teorica, la contestazione dei piani di artificializzazione
totale del vivente sono importanti, altrettanto importante è il loro concreto
sabotaggio.
Le basi materiali che rendono possibili la gabbia e l’oppressione
tecnologicamente mediate sono dispiegate ovunque, ovunque possono essere
attaccate. Alla fantasia di ognuno il come.
ATTACCATI DUE VEICOLI DELL’AZIENDA DI TELECOMUNICAZIONI KPN (AMSTERDAM, OLANDA,
25 NOVEMBRE 2024)
Nella notte di martedì 25 novembre sono stati attaccati due veicoli di KPN ad
Amsterdam (KPN è uno dei principali operatori di telecomunicazioni e tecnologie
informatiche dei Paesi Bassi).
Un furgone è stato incendiato, all’altro sono stati sfondati i finestrini.
Questa azione è una rappresaglia per la sponsorizzazione da parte di KPN della
fiera delle armi NEDS, contro il militarismo e la tecnologia della repressione.
Contro il genocidio e l’apatia.
Amore e coraggio a coloro che lottano, i cuori rivoluzionari bruciano per
sempre.
[Pubblicato in inglese
in https://actforfree.noblogs.org/2024/11/29/kpn-vehicles-attacked-in-amsterdam-netherlands/ |
Tradotto in italiano e pubblicato
in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/12/06/attaccati-due-veicoli-dellazienda-di-telecomunicazioni-kpn-amsterdam-olanda-25-novembre-2024/]
Attacco incendiario contro tre mezzi pesanti presso una cava di marmo in
località Campocecina (Carrara, 3 novembre 2024)
Lingue di fuoco
Nella notte tra Sabato 2 e Domenica 3 novembre un incendio ha illuminato una
notte senza luna sui monti Apuani distruggendo tre mezzi pesanti in una cava di
marmo in località Campo di Cecina nei pressi di Carrara.
In questi luoghi dove è facile passare inosservati vengono spesso lasciate
incustodite macchine e strutture indispensabili al sistema industriale.
Che questo genere di roghi si diffondano contro le macchine devastatrici e i
loro miserabili proprietari.
[Ricevuto via mail e pubblicato
in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/25/attacco-incendiario-contro-tre-mezzi-pesanti-presso-la-cava-di-marmo-in-localita-campo-cecina-carrara-3-novembre-2024/]