Mai adatto alla guerra! Fuoco alla flotta della Bundeswehr [forze armate
tedesche]
da https://abolitionmedia.noblogs.org
Nel corso delle elezioni del Bundestag [Parlamento federale tedesco], quasi
tutti i partiti si sono superati a vicenda nell’aumentare la spesa per gli
armamenti, (ri)stabilire la capacità militare tedesca, richiedere ancora più
esportazioni di armi e obbligare i giovani a prestare servizio nell’esercito. La
RFT [Repubblica federale di Germania] è da tempo tornata al gioco della corsa
agli armamenti e della mobilitazione. Ma le guerre non hanno bisogno solo di
armi e infrastrutture, hanno bisogno di soldati, ma soprattutto di una società
che sia disposta a seguire, che sia pronta ad assassinare e che sia pronta a
compiere ciecamente e con giubilo tutte le atrocità del mondo.
Mai adatto alla guerra!
Non oggi
Non nel 2029
Mai più
Resisti agli inizi…
Siamo in una crisi in cui la prossima guerra mondiale non sembra lontana. Se
questa guerra continua a intensificarsi, devasterà il nostro pianeta. Mentre gli
Stati Uniti si sono ritirati dalla guerra di aggressione in Ucraina, l'”Europa
unita” si unisce e discute apertamente di un vero deterrente nucleare contro la
Russia. Ogni giorno, gli eventi si susseguono fitti e rapidi senza che troviamo
una risposta che renda giustizia a ciò che sta accadendo in questo mondo.
Questa non è la nostra guerra, vogliamo un futuro.
Per quale guerra ci si sta preparando qui? E chi trae vantaggio dalla guerra?
Le guerre e i conflitti di questo mondo ruotano in una proporzione significativa
attorno alle lotte per la distribuzione dell’energia, all’accesso alle risorse,
agli interessi economici e, in ultima analisi, al potere. Non è una lotta per la
democrazia, la giustizia o i valori, anche se questa è la narrazione dei
governanti. La maggior parte delle persone soffre di queste guerre, mentre i
ricchi e i potenti si riempiono le tasche. L’imperialismo occidentale sta
cercando di mantenere la sua supremazia, mentre altre forze imperialiste come la
Russia e la Cina vogliono rivendicarla per sé. Il sistema capitalista reagisce
all’attuale crisi, come spesso accade nella storia, con distruzione e
aggressione. E le diverse parti in guerra non agiscono mai secondo gli interessi
delle persone che ne sono direttamente colpite. La guerra è sempre una guerra di
potenze capitaliste, in cui le persone di tutti i paesi possono solo perdere. La
loro sofferenza è descritta come un destino inevitabile e l’inimicizia tra loro
è alimentata dal nazionalismo.
Difendiamo la nostra posizione rivoluzionaria sulla questione della guerra e
lottiamo per l’amicizia di tutti i popoli!
Ciò che sta accadendo in Germania non è la preparazione per la difesa di
possibili attacchi o l’istituzione di una cosiddetta capacità difensiva. Essere
pronti per la guerra significa prepararsi a fare la guerra. Ciò per cui
Pistorius e Merz stanno preparando la società tedesca, anche per quanto riguarda
uno spostamento globale del potere e un nuovo rafforzamento delle guerre per
garantire riserve energetiche, zone di potere e mercati di vendita, sono guerre
di aggressione in altri paesi con un’elevata partecipazione tedesca. A tal fine,
i soldati devono essere mandati a scuola, la clausola civile deve essere
revocata e le infrastrutture e il sistema sanitario devono essere preparati per
l’evento di guerra.
Qui nel Paese gli affitti aumentano, il sistema sociale viene sempre più minato
e allo stesso tempo centinaia di miliardi di euro devono essere stanziati per
gli armamenti. E non si vede la fine: per soddisfare il 2 percento del PIL
richiesto dalla NATO, il fondo speciale è solo una pietra miliare e il dibattito
su ulteriori aumenti è in corso da molto tempo.
Ciò che sta accadendo qui è guerrafondaio. Dov’è il clamore?
Qui in Germania si sta preparando un’ulteriore intensificazione di una guerra
globale, quindi dobbiamo sabotare i centri dei guerrafondai.
Nella notte del 7 marzo, sette veicoli della Bundeswehr sono stati incendiati
nel parcheggio di un’officina MAN, perché ci piace che vengano bruciati solo i
mezzi bellici.
No al riarmo! No alle esportazioni di armi! No alla coscrizione!
Per la pace dei popoli!
Gruppo Agenda2029
ps: Abbiamo registrato un video della nostra azione. Saremo felici se lo
diffondete sui vostri canali:
http://klktv54valq67z2llp6ew7cejyepqgcrnpaf2xhwlq7o64ufk5tb6kid.onion/w/2RtPgFArnHCu7ay83uPkJm
https://de.indymedia.org/node/497213
Tag - Azioni
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
Nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio, a Milano, sono stati dati
alle fiamme alcuni mezzi di A2A e Unareti.
Il gruppo A2A, comprendente anche Unareti (azienda che, nello specifico, si
occupa di assicurare ai consumatori italiani la fornitura di gas ed energia
elettrica in alta, media e bassa tensione) è una società le cui quote sono
detenute per più del 50% dallo Stato italiano e si occupa di produzione, vendita
e distribuzione di energia elettrica.
Nell’ottobre 2022 A2A ha firmato un memorandum con l’SIBF (Southern Israel
Bridging Found, fondo di investimento israeliano focalizzato sull’incremento di
imprese e start-up hi-tech nel territorio Israeliano e all’estero) con
l’obiettivo di costruire un hub congiunto dedicato all’innovazione con sede a
Tel Aviv.
Il memorandum intende rafforzare inoltre le relazioni già esistenti fra A2A, la
Israeli Innovation Authority e la Missione economica israeliana in Italia.
L’accordo mira a favorire la ricerca per valutare le reciproche opportunità di
investimento in start-up, sia italiane che israeliane, con un forte focus sul
tema della transizione ecologica.
La “transizione ecologica”, alla base di questo accordo, viene spacciata come il
passaggio a un sistema più equo, sostenibile e salutare. Dietro a questa
retorica si nasconde il bisogno del sistema capitalistico di ristrutturasi da un
lato per far fronte alle sempre più acute e frequenti crisi ambientali,
energetiche e belliche, dall’altro per assecondare il crescente fabbisogno
energetico richiesto dal continuo avanzamento tecnologico e dalla
digitalizzazione della società.
Uno dei principali partner con cui molti stati occidentali, e con essi molte
aziende partecipate, come A2A, decidono di stringere accordi con questo scopo è
Israele e questa scelta non è affatto casuale.
Il continuo stato emergenziale e di guerra in cui Israele dichiara di trovarsi
sin dalla sua origine ha fatto sì che venisse snellita la burocrazia necessaria
per investimenti esteri in molti settori, compreso chiaramente quello militare.
All’interno del sistema-Stato Israele ogni settore della società è piegato alle
necessità belliche e la commistione tra ricerca in ambito civile e militare è
molto evidente. Questo interscambio non riguarda solo i progetti ma anche le
persone: capita così che fra i quadri dirigenziali di SIBF e partners vi siano
ex capi della sicurezza nazionale israeliana ed ex dirigenti di Elbit (azienda
di tecnologia militare israeliana).
La scelta di A2A di collaborare con un fondo di investimento israeliano
dichiaratamente allineato al progetto sionista, tanto da dichiarare
pubblicamente “Siamo in guerra, ma questa guerra continua – sin dalla fondazione
di Israele – è stata uno dei catalizzatori per la nostra innovativa industria
hi-tech, e noi prevarremo”, rappresenta un supporto diretto al progetto
sionista.
Sostenendo un importante fondo Israeliano e costruendo hub nella capitale
israeliana A2A alimenta gli enormi flussi di capitale che rendono possibile
l’esistenza del sistema-Stato Israele e l’occupazione sionista del territorio
palestinese.
Mentre continua il genocidio del popolo palestinese a Gaza e nella West Bank
riteniamo urgente non rimanere a guardare e moltiplicare gli attacchi contro chi
si arricchisce grazie al progetto sionista.
Contro uno sviluppo che porta solo devastazione e morte
Rompiamo il fronte interno
La guerra parte da qua
Libertà per tutt*
da: de.indymedia
Fuoco per i tecnofascisti! Fight Strabag! Fight Tesla! Fight DB!
Cinquanta ettari di bosco supplementari devono essere abbattuti a Grünheide, nei
pressi di Berlino, a causa dell’estensione della Gigafactory di Tesla. Questo
bosco deve lasciare il posto a una stazione di carico merci della Deutsche
Bahn [Ferrovie tedesche] per trasportare milioni di auto Tesla. Chi costruisce
la stazione merci di Tesla-DB? Soprattutto l’impresa pubblica Strabag.
Ecco perché abbiamo attaccato Strabag nella notte tra il 24 e il 25 febbraio
2025. Due delle loro gru sono ormai inutilizzabili in un cantiere del quartiere
di Marzahan. Siamo riusciti ad aprire i loro armadi di comando e ad appiccarvi
il fuoco. Allo stesso tempo abbiamo piazzato altri due congegni incendiari nei
pozzetti dei cavi di una linea di trasporto merci. L’obiettivo era quello di
provocare il disturbo dei segnali e ritardi nel trasporto delle merci, in
particolare verso i cementifici di CEMEX e Heidelberg Materials collocati nelle
vicinanze.
Strabag, come la sua filiale Züblin, è nota nel mondo intero per la costruzione
di carceri, autostrade, parchi eolici e dighe. Oggi, in particolare, Strabag fa
causa comune con Tesla. Nessuna azienda rappresenta il nuovo fascismo
tecnocratico al pari di Tesla. Trump-Musk-Weidel [quest’ultima è il capo di AfD]
sono l’alleanza dei/delle tecnofascisti/e che forniscono un nuovo volto al
totalitarismo patriarcale e coloniale. Per quanto riguarda DB, non c’è più
granché da dire – cfr. «Tren Maya».
Che si tratti di Starlink, del sostegno al partito di estrema destra Alternativa
per la Germania (AfD), della colonizzazione di Marte, della logistica militare
nelle guerre, della videosorveglianza nelle strade, del greenwashing, della
distruzione della natura o della propaganda fascista e patriarcale, noi
detestiamo Tesla e Musk!
Attacchiamoli ovunque!
Molta gente pensa di rendere un servizio all’antifascismo votando contro il
partito AfD alle prossime elezioni politiche. Ora, non si vota contro qualcosa,
ma per qualcosa, cioè per lo Stato e la normalità capitalista.
Combattiamo piuttosto la normalità, i/le tecnofascisti/e e Tesla in strada.
Chiunque guidi una Tesla si associa a Trump-Musk-Weidel. Chiunque guidi una
Tesla sostiene, per lo meno indirettamente, Starlink, l’AfD, la colonizzazione
di Marte, la logistica militare nelle guerre, la videosorveglianza nelle strade,
il greenwashing, la distruzione della natura e la propaganda fascista e
patriarcale. Ecco perché bisogna farla finita con Tesla.
Saluti solidali agli/alle occupanti del bosco di Sündi!
Liberà e coraggio per Maja, Hanna, Nanuk, Johann, Gino, Nele, Paul, Luca, Zaid,
Paula, Tobi, Clara, Moritz e Daniela!
Saluti infiammati a Marianna!
Amore e forza a tutti/e coloro che sono in clandestinità e in latitanza!
Distruggiamo le prigioni dei giganti del tech!
Libertà per tutti/e!
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
Nella notte fra il 14 e il 15 gennaio abbiamo infranto a martellate le vetrate
di una filiale Deutsche Bank a Milano come azione in solidarietà al popolo
palestinese.
Gli istituti finanziari europei hanno infatti un ruolo determinante nel
genocidio che sta avvenendo in Palestina. Deutsche Bank è il terzo istituto
finanziario europeo (ha un credito di 12.23 miliardi di dollari) che fornisce
prestiti a un gruppo di 51 società direttamente coinvolte nell’occupazione
israeliana dei territori palestinesi e nel genocidio del popolo palestinese:
Airbnb; Alstom; Altice International; Ashtrom Group; Bank, Hapoalim; Bank Leumi;
Bezeq Group; Booking Holdings; Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles (CAF);
Carrefour; Caterpillar; Cellcom Israel; Cemex; Cisco Systems; CNH Industrial;
Delek Group; Delta Galil Industries; eDreams ODIGEO; Elbit Systems; Electra
Group; Expedia Group; Hamat Group; Heidelberg Materials; Hewlett Packard
Enterprise (HPE); Hilan; Hyundai Heavy Industries; IBM; Israel Chemicals (ICL
Group); Israel Discount Bank; MAN Group; Matrix IT; Mivne Group; Mizrahi Tefahot
Bank; Motorola Solutions; Orbia; Partner Communications; Paz Oil Company; Puma;
Rami Levy Chain Stores Hashikma Marketing 2006; RE/MAX Holdings; Shapir
Engineering and Industry; Shikun & Binui; Shufersal; Siemens; Solvay;
Tripadvisor; TUI Group; Villar International; Vinci / Semi; Volvo Group; and WSP
Global.
Per la fine dell’occupazione sionista della Palestina!
Fermiamo guerre e genocidi!
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
In una notte di ottobre sono stati danneggiati a Rovereto alcuni armadi
telefonici, i cui cavi sono stati tranciati.
L’infrastruttura che rende pensabili, attuabili e funzionanti portafogli e
identità digitali, sorveglianza, controllo e spionaggio da remoto, la
profilazione e l’esclusione digitalmente programmate, lo sterminio di intere
popolazioni pianificato anche da algoritmi di intelligenza artificiale, è la
stessa.
Lo studio, la critica teorica, la contestazione dei piani di artificializzazione
totale del vivente sono importanti, altrettanto importante è il loro concreto
sabotaggio.
Le basi materiali che rendono possibili la gabbia e l’oppressione
tecnologicamente mediate sono dispiegate ovunque, ovunque possono essere
attaccate. Alla fantasia di ognuno il come.
ATTACCATI DUE VEICOLI DELL’AZIENDA DI TELECOMUNICAZIONI KPN (AMSTERDAM, OLANDA,
25 NOVEMBRE 2024)
Nella notte di martedì 25 novembre sono stati attaccati due veicoli di KPN ad
Amsterdam (KPN è uno dei principali operatori di telecomunicazioni e tecnologie
informatiche dei Paesi Bassi).
Un furgone è stato incendiato, all’altro sono stati sfondati i finestrini.
Questa azione è una rappresaglia per la sponsorizzazione da parte di KPN della
fiera delle armi NEDS, contro il militarismo e la tecnologia della repressione.
Contro il genocidio e l’apatia.
Amore e coraggio a coloro che lottano, i cuori rivoluzionari bruciano per
sempre.
[Pubblicato in inglese
in https://actforfree.noblogs.org/2024/11/29/kpn-vehicles-attacked-in-amsterdam-netherlands/ |
Tradotto in italiano e pubblicato
in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/12/06/attaccati-due-veicoli-dellazienda-di-telecomunicazioni-kpn-amsterdam-olanda-25-novembre-2024/]
Attacco incendiario contro tre mezzi pesanti presso una cava di marmo in
località Campocecina (Carrara, 3 novembre 2024)
Lingue di fuoco
Nella notte tra Sabato 2 e Domenica 3 novembre un incendio ha illuminato una
notte senza luna sui monti Apuani distruggendo tre mezzi pesanti in una cava di
marmo in località Campo di Cecina nei pressi di Carrara.
In questi luoghi dove è facile passare inosservati vengono spesso lasciate
incustodite macchine e strutture indispensabili al sistema industriale.
Che questo genere di roghi si diffondano contro le macchine devastatrici e i
loro miserabili proprietari.
[Ricevuto via mail e pubblicato
in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/25/attacco-incendiario-contro-tre-mezzi-pesanti-presso-la-cava-di-marmo-in-localita-campo-cecina-carrara-3-novembre-2024/]
https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/12/04/attacco-incendiario-contro-optoprecision-azienda-sviluppatrice-di-sistemi-tecnologici-di-sorveglianza-e-controllo-in-memoria-di-kyriakos-xymitiris-brema-germania-26-novembre-2024/
RIPRENDIAMO DA HTTPS://LANEMESI.NOBLOGS.ORG/
ATTACCO INCENDIARIO CONTRO ITALFERR, IL MILITARISMO E IL NAZIONALISMO (ROMA, 28
NOVEMBRE 2024)
Viviamo i tempi dell’integrazione, dove i confini che solitamente dividevano i
vari ambiti del dominio scompaiono. Siamo nell’era della cibernetica, delle
biotecnologie applicate al corpo, del transumanesimo attraverso il quale la
macchina porta avanti la sua guerra al vivente cercando di integrarsi al
biologico.
Sono anche i tempi della guerra vera e propria, tempi in cui il privato affianca
sempre più il pubblico nello stabilire e perseguire gli obiettivi strategici
dello Stato. Il Capitale è entrato in una nuova fase di competizione, il surplus
non riesce a trovare canali di sbocco, vengono ridefiniti i rapporti di forza
tra i blocchi capitalistici e le rispettive aree di pertinenza. E la guerra è
sempre un buon affare.
Il 15 aprile Leonardo, la più importante azienda bellica e tecnologica italiana
e tra le più grandi al mondo per giro d’affari, controllata dal Ministero, ha
siglato un accordo in tal senso con RFI, facente parte del gruppo Ferrovie dello
Stato Italiane, anch’essa controllata dal Ministero del Tesoro. Questo accordo
rientra nell’ambito dell’implementazione della logistica della guerra richiesto
dal mutamento del panorama geopolitico mondiale. La guerra in Ucraina, assieme
ad una più vasta ridefinizione dei rapporti di forza tra blocchi capitalistici,
sta velocemente riportando l’ambito militare ai vertici delle preoccupazioni
degli stati. La corsa agli armamenti è già in atto (+93% di importazioni di
armamenti nel 2023), la produzione bellica diventa il nuovo propulsore per
l’economia in affanno, così come l’intero macchinario bellico deve essere
aggiornato e oliato in vista dei conflitti prossimi venturi.
L’accordo si propone di “assicurare la movimentazione di risorse militari,
all’interno e all’esterno dell’Europa” anche “con breve preavviso e su larga
scala”, come riporta il comunicato di presentazione dell’accordo. Esso si muove
nell’ambito della “Military Mobility, un’iniziativa Ue finalizzata ad aumentare
le capacità infrastrutturali e digitali esistenti”. Lo scopo dichiarato è quello
di creare la cosiddetta “Schenghen militare”, l’integrazione della rete
infrastrutturale dei singoli stati in modo da permettere lo spostamento rapido
ed efficiente di materiale bellico all’interno dell’Europa. Questo piano, votato
nel 2018 dalla Commissione, e l’unico in ambito di difesa ad aver trovato
l’approvazione di tutti gli stati membri, li impegna a “a semplificare e
standardizzare le procedure di trasporto militare transfrontaliero” e a “a
consentire la libera circolazione del personale e dei mezzi militari all’interno
dei confini dell’UE” (dal sito ufficiale di PESCO, un’iniziativa dell’Unione
europea nell’ambito della Politica di sicurezza e di difesa comune volta
all’integrazione strutturale delle forze armate). Notare che questo progetto è
stato proposto dal comandante dell’esercito degli Stati Uniti in Europa, il
tenente generale Ben Hodges, a sottolineare la sudditanza dell’Europa alle
volontà dell’imperialismo USA. Mentre l’Europa blinda quindi sempre più le sue
frontiere, e la “libera circolazione di merci e di persone” diventa un ricordo,
vittima com’è dei capricci dei singoli governanti pronti a sospenderla
all’affacciarsi di nuove “emergenze”, si lavora per per aiutare la “libera”
circolazione di unità e risorse militari attraverso la rimozione delle barriere
burocratiche e il miglioramento delle infrastrutture.
Nello specifico di quest’accordo Leonardo si occuperà di fornire “le sue
competenze e il supporto di tecniche avanzate di A.I. su più fronti: censimento
e monitoraggio delle infrastrutture dual-use, modellazione di infrastrutture e
servizi articolati, simulazione e ottimizzazione di reti complesse”, mentre RFI
fornirà l’infrastruttura fisica, la sua gestione e manutenzione, considerando
che essa è costituita da una rete di comunicazione che affianca di binari e che
attraversa lungo molti vettori la penisola italiana. Sembra quindi che
l’applicazione principale di questo accordo sia quello di fornire all’azienda
possessore dell’HPC (High Performance Computing) Davinci-1, uno dei
super-computer più potenti al mondo nel settore aerospazio, difesa e sicurezza,
“un’infrastruttura di comunicazione sicura e interoperabile con le diverse
tipologie di reti (TETRA, LTE, 4G/5G), per garantire elevati livelli di servizio
e di sicurezza.” Quello che si profila è, in parole più semplici, il passaggio
di un’infrastruttura pensata principalmente per l’uso civile ad una delle
industrie del comparto bellico più forti in Italia e nel mondo.
Il dual-use non è più l’eccezione, o una tendenza, ma la norma. Ciò che è
sviluppato in ambito civile deve essere facilmente riconvertito ad uso militare.
Secondo questa logica non esiste una vera distinzione tra civile e militare, ma
tutto (l’intera società, dalle sue istituzioni pubbliche come le università e i
centri di ricerca alle infrastrutture, dai trasporti alle reti energetiche) può
deve essere pensato e progettato per essere mobilitato a scopi bellici. Ciò che
dal Capitale è stato prodotto con la falsa promessa di servire al benessere
delle popolazioni, torna inevitabilmente a servire il Capitale quando esso ha
bisogno di armarsi per garantirsi nuovi e più vantaggiosi margini di profitto.
La guerra infatti è intrinseca al sistema di produzione capitalistico, in quanto
permette al Capitale di uscire dai momenti di stagnazione, rilanciare
l’industria e l’innovazione tecnologica grazie ad incentivi alla produzione,
conquistare nuovi territori da sfruttare, bruciare enormi quantità di capitale,
di merci, e di manodopera in eccedenza.
Per questo nella notte del 28 Novembre a Roma abbiamo disposto materiale
infiammabile e causato un incendio che, a detta dei media, avrebbe distrutto un
totale di 16 macchine e un furgone di proprietà della ditta Italferr,
controllata del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
Italferr è una società che si occupa dei servizi d’ingegneria e di
progettazione, direzione e supervisione lavori, realizzazione delle gare
d’appalto e attività di project management per grandi investimenti
infrastrutturali del gruppo FS. Essendo nello stesso gruppo, ma anche per motivi
tecnici, lavora a stretto contatto con RFI.
In quanto collaboratrice accondiscendente della svolta militaresca in atto
abbiamo individuato in Italferr, in quanto facente parte del gruppo FS, un
obiettivo nell’ambito dei nostri sforzi antimilitaristi volti a contrastare la
nuova deriva bellicista degli stati.
Leonardo dal canto suo è, come si accennava sopra, un’azienda leader nell’ambito
della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. E’ la quattordicesima impresa
di armamenti del mondo ed è la seconda nell’Unione europea per grandezza,
posizione raggiunta dopo decenni di acquisizioni che le hanno permesso di
accumulare un notevole bagaglio di know-how e di centri di ricerca e sviluppo
tecnologico d’avanguardia. Ha attraversato indenne diversi scandali legati a
inchieste per corruzione grazie alla sua forte integrazione con i piani alti
della politica, garantita dal continuo passaggio di uomini fedeli alla Ragion di
Stato al suo consiglio amministrativo (basti pensare alla figura di Gianni de
Gennaro, solerte boia a capo della polizia durante il G8 di Genova 2001,
premiato per il suo fedele servilismo con la nomina a presidente di Leonardo dal
2013 al 2020).
Ultimamente l’azienda è finita sotto i riflettori a causa delle proteste per il
suo forte legame con il comparto militare israeliano. Solo per fare un esempio
nel 2022 si è resa promotrice dell’acquisto dell’azienda israeliana RADA
Electronic Industries Ltd., specializzata in radar tattici militari avanzati.
RADA Electronic Industries è una delle molte aziende israeliane di armamenti che
commercializzano i propri sistemi come “provati sul campo”, cioè testati sulla
popolazione palestinese costretta a vivere sotto un regime di occupazione
militare e apartheid. RADA vanta collaborazioni strette con le forze armate
israeliane e le principali aziende israeliane di armamenti, quali IAI, Rafael e
Elbit Systems. Ma l’integrazione del sistema militare-industriale israeliano con
Leonardo è di lunga data: nel 2011 è stato firmato infatti un maxi accordo che
ha previsto la fornitura da parte di Israele di un sistema satellitare
all’Esercito italiano e in cambio caccia-addestratori di produzione Leonardo
SpA. Questi caccia-addestratori sono comunemente usati dall’IAF (aeronautica
militare israeliana) per addestrare i propri piloti, gli stessi che da più di un
anno sganciano bombe sulla popolazione palestinese e su Gaza, facendosi autori
di quella che si sta sempre più delineando come una vera e propria pulizia
etnica volta a cacciare la popolazione gazawi col fine di mettere le mani su
quel territorio.
Segnaliamo inoltre che negli ultimi mesi i profitti di Leonardo sono passati da
40 a 459 milioni, grazie alle super vendite di sistemi militari all’Ucraina, a
Israele e a regimi in guerra di mezzo mondo.
Se quest’azienda pensa che i suoi affari grondanti di sangue passino inosservati
e che può continuare impunita con la benevolenza di politica e magistratura, si
sbaglia di grosso.
Per quest’azione abbiamo preso ispirazione dagli attacchi avvenuti in Europa
contro l’industria militare e la guerra, diffusisi a seguito della chiamata
all’azione della fiera del libro anarchica dei Balcani, con la cui dichiarazione
finale ci troviamo in sintonia.
Il nostro obiettivo a medio termine con quest’azione è quello di indicare un
obiettivo, semplice, chiaro, riconoscibile, facilmente attaccabile per la sua
ampia diffusione sul territorio.
L’azione contro ciò che ci opprime è facile e riproducibile. Demoliamo questo
sistema d’oppressione, pezzo dopo pezzo, ingranaggio dopo ingranaggio, con i
nostri ideali e la nostra voglia di libertà nel cuore
CONTRO LO STATO E IL CAPITALE
CONTRO OGNI GUERRA, CONTRO IL MILITARISMO E IL NAZIONALISMO: AZIONE DIRETTA!
SABOTAGGIO!
Con quest’azione vogliamo dare il nostro contributo alla campagna internazionale
in solidarietà con la popolazione palestinese, contro il genocidio in atto e il
colonialismo d’Israele. PALESTINA LIBERA DA OGNI STATO, POTERE E OPPRESSORE!
Quest’incendio è un saluto di fuoco per l’anarchico Kyriakos, in solidarietà con
Marianna, Dimitris, Dimitra e Nikos Romanos, arrestato recentemente dagli infami
delle unità antiterrorismo greche che vogliono fargli pagare il suo percorso
ribelle e la sua postura durante la lunga carcerazione: FORZA COMPAGNX!
Solidali con Alfredo, Anna, Juan, Paska, Stecco, Giulio, a tuttx x anarchicx
prigionierx nel mondo e con quantx sono in fuga per difendere l’amata libertà
PER UN MONDO SENZA STATI, PADRONI, DEI O MARITI
VIVA L’ANARCHIA!
Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:
CON LE SORELLE PALESTINESI IN LOTTA CONTRO L’ETERO-CIS-PATRIARCATO E
L’OCCUPAZIONE SIONISTA.
Il 23 novembre, durante il corteo nazionale di NUDM a Roma, come donne, frocie e
soggettività non conformi, abbiamo deciso di riappropriarci della violenza
sanzionando il Carrefour di via Labicana.
“Sorella distruggi e brucia tutto” non rimarrà uno slogan svuotato dal suo
significato, per questo dobbiamo applicarlo nella realtà. Infrangere una vetrina
e appiccare un fuoco è l’espressione della nostra rabbia e del rifiuto della
femminilizzazione della passività.
Disconosciamo il sistema che vuole controllare le modalità con cui manifestiamo
il dissenso.
In questa piazza, come in tutte le altre, non ci accontentiamo delle pratiche di
lotta concesse dall’autorità.
Contro l’occupazione sionista sostenuta dal governo e l’aumento del controllo e
della repressione, la nostra rabbia è ormai incontenibile. Lo abbiamo visto il 5
ottobre a Roma e lo stiamo vedendo a corvetto nelle strade.
Con questa stessa rabbia ci vedremo in piazza il 30 novembre a Roma al fianco
del popolo palestinese.
FUOCO, LOTTA, INTIFADA.