C’è da chiedersi se e quanto la tassa sulle banche stia colpendo la rendita
bancaria oppure stia solo spostando risorse dentro lo stesso equilibrio di
potere .La legge di bilancio 2026 prevede l’ aumento temporaneo IRAP per banche
e assicurazioni, limitazioni a taluni crediti d’imposta e meccanismi per
sbloccare le riserve create come alternativa al prelievo del 2023, queste
riserve verrano trasformate in dividendi per gli azionisti con un cospicuo
sconto fiscale. Le stime convergono su un contributo per il comparto dell’ordine
di 4,4-4,5 miliardi, pur con elementi di “volontarietà” che lasciano margini di
incertezza sul gettito effettivo.In realtà il tema è che le politiche monetarie
hanno favorito gli asset finanziari, mentre l’inflazione ha eroso il potere
d’acquisto, con effetti regressivi sui redditi fissi.
Ma questa grancassa sulle rendite finanziarie nasconde la manovra di potere che
ha coinvolto il MPS e Mediobanca con l’intervento a gamba tesa del governo e la
partecipazione di soggetti privati quali la famiglia Del Vecchio e Caltagirone .
MPS non solo è stata per anni sull’orlo del fallimento, ma ora è riuscita ad
acquisire una banca molto più grande, che è sempre stata in salute ,i maggiori
artefici dell’acquisizione, cioè Del Vecchio e Caltagirone l’hanno voluta
seguendo loro logiche di potere e il governo ha rivestito un ruolo rilevante
perseguendo il tentativo di costituire un terzo polo bancario di area lombarda
sotto il suo controllo puntando con incroci di partecipazioni al controllo di
Generali.
Ne parliamo con Renato Strumia del Sallca cub ,sindacato autorganizzato dei
lavoratori del credito.
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Ieri presentata in Senato la manovra del governo Meloni: il mantra sembra essere
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servizi e della spesa pubblica.
MANOVRA DI GUERRA
POVERTA' DI CHI LAVORA