Nel pomeriggio di sabato 24 maggio il Coordinamento contro la guerra e chi la
arma ha effettuato davanti alla Galleria San Federico in via Roma un
volantinaggio antimilitarista in occasione di una 3 giorni dedicata
all’aerospazio. L’appuntamento prevedeva la presentazione di un libro
sull’aeronautica militare. Lo stand informativo relativo all’evento contestato
dallə partecipanti, vedeva addettə che esponevano chiaramente il logo del
Politecnico subalpino e del progetto D.I.A.N.A. nodo dell’acceleratore di
innovazione della NATO che verrà ospitato all’interno della nascente Città
dell’Aerospazio di corso Marche, polo di ricerca bellica promosso da Leonardo e
Politecnico.
Altre foto qui:
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E qui:
https://www.instagram.com/p/DKC5T0ktZYK/?igsh=MWl1MWQ5dWlncjdlOA==
Di seguito il testo del volantino distribuito per l’occasione:
“Si scrive Aerospazio, si legge Guerra
In questi giorni a Torino si celebrano i viaggi nello Spazio, portandoci nel
clima dei film di fantascienza, o delle canzoni di David Bowie. Si tratta di un
tema affascinante, che attira giustamente l’interesse di tante persone di ogni
età. Purtroppo, ogni medaglia ha il suo rovescio: non vorremmo disturbare la
vostra visita, ma lo sapete che:
• A Torino, in corso Marche, si sta costruendo un Polo Aerospaziale che di fatto
è un Polo di ricerca e progettazione bellica, legato alla NATO?
• Thales Alenia, uno dei siti visitabili in questi giorni, produce sistemi di
telecomunicazioni militari al servizio delle Forze Armate ed è frutto di una
“joint venture” con Leonardo, seconda industria militare in Europa e
quattordicesima nel mondo?
• Leonardo, il cui principale azionista è il Ministero della Difesa, è dal 1993
il polo aggregante dell’industria bellica italiana: il 75% del suo fatturato
proviene infatti proprio dalla produzione di armi?
Come dimostra l’incontro di oggi, Aerospazio vuol dire anche produzione di armi
, o di strumenti, come i satelliti, che possono essere usati sia a fini civili
che militari.
Vogliono farci credere che il futuro della nostra città, cessata la produzione
di auto, starà nell’industria aerospaziale e bellica: non è vero, e soprattutto
non è giusto!
Non c’è futuro degno quando si investe nella guerra: solo morte e distruzione!
L’industria delle armi non potrà mai sostituire la produzione di beni e servizi
utili alla popolazione! E non potrà mai recuperare la perdita di posti di lavoro
drasticamente tagliati negli ultimi decenni!
I milioni di € che il governo Meloni vuole spendere per raggiungere l’obbiettivo
del 2% della spesa bellica (ma la NATO già chiede il 5%) sono altrettanti
milioni di euro sottratti alla Sanità pubblica, aumentando ancora di più la
vergogna delle liste di attesa; sono risorse sottratte alla scuola, ai trasporti
di prossimità, a noi tutti e tutte che paghiamo tasse che, anziché essere
destinate alle nostre vite, verrebbero utilizzate per la spesa bellica, che è
una spesa di morte!
Chi oggi (governi, mercanti d’armi) vuole convincerci che occorre prepararsi
alla guerra, costruisce anche ad arte il “nemico” contro cui dovremmo
combattere.
Le armi prodotte a Torino sono le stesse armi che massacrano uomini, donne e
bambini inermi a Gaza (o in Ucraina, in Russia, nel Kurdistan, nel Sudan…)
Non solo, ma vivendo accanto ai luoghi dove si producono armi, diventeremo anche
noi bersagli, mettendo a rischio le nostre vite e alimentando la
militarizzazione del territorio.
Vogliamo davvero che Torino diventi la capitale della produzione di aerei da
guerra, elicotteri, droni, missili, carri armati, sistemi spaziali militari?
O non dobbiamo piuttosto impegnarci contro ogni politica di riarmo, anche a
difesa delle conquiste e dei diritti sociali che sono costati anni di lotte e
soprattutto per dare ai giovani una prospettiva di vita e non di morte?
Vogliamo più servizi sociali e posti di lavoro, non bombe!
No alla riconversione dell’industria civile in industria militare!
No alla costruzione del polo bellico aerospaziale a Torino!
Coordinamento contro la guerra e chi la arma”