I conflitti attorno all’acqua sono più che mai evidenti, ma da sempre i regimi e
i governi cercano di controllare l’aspetto del territorio attraverso lavori
idraulici come dighe o bonifiche per controllare la popolazione, sia locale, sia
nazionale attraverso la propaganda. Modificare il territorio significa
espropriare intere comunità delle loro ricchezze naturali e dell’economia
consuetudinaria su cui si reggono e portano sempre a una militarizzazione e ad
un accentramento del potere che difficilmente potrebbe imporsi in territori
impervi come le montagne o le paludi. Prendiamo ad esempio l’abbassamento del
lago di Sevan riportato da Giulio Burroni nell’articolo “acqua sovrane, di
guerra e di propaganda” uscito su Il Tascabile
(https://www.iltascabile.com/scienze/acque-sovrane-guerra-propaganda/)
Il libro “gli uomini pesce” ed. Einaudi vede protagonisti Antonia e Sonic alla
scoperta dei segreti lasciati da Ilario Nevi, partigiano regista e attivista
ambientale, nonchè nonno di Antonia. Nell’estate della più grande siccità degli
ultimi anni, il Po si è ritirato fino a diventare un rigagnolo, mentre la
stagione estiva impazzava nel vicino litorale ferrarese, l’ambiente paludoso del
Delta ha mostrato tutta la sua fondamentale importanza. Un territorio difficile,
costretto a ritardatarie bonifiche e che ha visto uno dei pochissimi casi di
guerra partigiana combattuta su barche. La storia di Ilario racconta tutto
questo: la resistenza, ambientale e antifascista, di un territorio unico. Gli
uomini pesce, disegnati come mostri, sono in realtà i difensori popolari dei
territori, mostri che preservavano le acque e che hanno limitato l’espansione
antropologica in territori difficilmente accessibili.
Ne parliamo con l’autore Wu ming1 (e ci scusiamo per la qualità della diretta)
Qualche lettura tratta da “addio alle valli” di Francesco Seratini, poeta
romagnolo che racconta la vita delle genti e dell’ambiente del Delta del po.