4 novembre a Torino. Blocchi, contestazioni, azioni dirette

Anarres - Friday, November 7, 2025

Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione.
La
memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.
Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.
In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.
In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta
le guerre degli Stati, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale, plurale e solidale potrà costruire un mondo senza guerre.
Il governo Meloni attua continue campagne di propaganda militarista, per arruolare i corpi e le coscienze, per assuefarci ad uno stato di guerra permanente.
Una buona ragione per cambiare di segno al 4 novembre, per trasformarlo da festa delle forze armate a festa dei disertori, per smilitarizzare la nostra città.

Siamo stati nelle piazze delle cerimonie militariste, davanti alle fabbriche d’armi, nella lotta contro la militarizzazione delle scuole.
L’Assemblea Antimilitarista torinese già il 2 novembre era all’Oval Lingotto per informare chi visitava le installazioni artistiche ospitate al centro congressi che in quello stesso luogo un mese dopo si sarebbe svolta la decima edizione dell’Aerospace and defense meetings mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.

Nella mattinata del 4 novembre,
durante il cambio turno, c’è stata un’azione di blocco con slogan, fumogeni e lo striscione “Spezziamo le ali al militarismo” ai cancelli della Thales Alenia Space,.
La Thales, una delle maggiori aziende aerospaziali del Piemonte, specializzata in satelliti, fornisce all’aeronautica militare “gli occhi” per orientare droni e velivoli da guerra sui loro obiettivi.
“Contro la guerra e chi la arma”. Questo striscione è stato appeso alla passerella pedonale di fronte all’Oval Lingotto.

L’ufficio scolastico regionale il 4 novembre è stato pesantemente militarizzato per il presidio lanciato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole.
Nella “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” le istituzioni locali e gli istituti scolastici sono invitati per legge a promuovere eventi, incontri, etc sul tema dell’unità nazionale, della difesa della “Patria”, sulla sicurezza e sul mestiere delle armi.
Quest’anno, in un clima di guerra interna ed esterna, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università aveva promosso “La scuola non si arruola” un convegno on line di formazione degli insegnanti. Il Ministero lo ha vietato perché “i contenuti non sono coerenti con la formazione degli insegnanti”. Una censura senza precedenti, cui l’Osservatorio ha risposto con un convegno su youtube.
L’assemblea antimilitarista ha aperto lo striscione “fuori i militari dalle scuole” davanti alla polizia in assetto antisommossa. Tanti gli interventi che hanno sottolineato la volontà di opporsi alla retorica patriottica, lottando per smilitarizzare le scuole.

Gli antimilitaristi sono poi riusciti ad eludere l’occhiuta sorveglianza di Ros e Digos entrando di corsa in piazza Castello mentre cominciavano a suonare le bande. Ancora una volta, la piazza sequestrata dai militari per la cerimonia del 4 novembre, è stata attraversata dalla protesta dei senzapatria.
Con lo striscione “Disertare la guerra!” tra slogan, interventi e fumogeni abbiamo bucato il blocco degli agenti dell’antisommossa che hanno provato a spingerci fuori.

Una lunga giornata di informazione e lotta. Al termine ci siamo dati appuntamento al 29 novembre per il corteo antimilitarista “Via i mercanti d’armi”.