ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-7-novembre-torino-armi-e-mercanti-di-morte-4-novembre-a-torino-blocchi-contestazioni-azioni-dirette-il-taccuino-della-crisi-climatica-lotte-territoriali-e-grandi-opere/
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Torino. Armi e mercanti di morte
Era la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le
eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.
La lenta ma inesorabile fuga della Fiat ne ha decretato la decadenza e
l’impoverimento.
Torino negli ultimi decenni è stata attraversata da due processi trasformativi
paralleli: la città/vetrina e la città delle armi.
La città/vetrina è il fulcro della narrazione pubblica, il fiore all’occhiello
delle amministrazioni cittadine, che, attraverso interventi di rigenerazione
escludente hanno cambiato il volto della città, arricchendo il centro ma
rendendo sempre più povere le periferie, frantumate dalla gentrification e da un
sempre più asfissiante controllo poliziesco.
La città delle armi è invece cresciuta in sordina, senza rumore, senza grandi
annunci.
La grande scommessa sull’industria armiera, fatta in modo unanime da tutti i
centri di potere politico ed economico viene nascosta tra satelliti ed
esplorazioni spaziali.
Qui puoi leggere l’articolo integrale:
https://www.anarresinfo.org/torino-armi-e-mercanti-di-morte/
Via i mercanti d’armi!
Contro la guerra e chi la arma!
L’Aerospace and defence meetings, mostra mercato internazionale dell’industria
aerospaziale di guerra è arrivato alla decima edizione.
Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a
livello mondiale, in prima fila le piemontesi Leonardo, Avio Aero, Collins
Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC.
Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti,
agenzie di contractor.
Noi saremo in piazza per contrastarli!
4 novembre a Torino. Blocchi, contestazioni, azioni dirette
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
Nelle piazze delle cerimonie militariste, alle fabbriche d’armi, nella lotta
contro la militarizzazione delle scuole non potevano mancare gli
antimilitaristi.
Già il 2 novembre c’è stato un presidio all’ingresso dell’Oval, dove il 2
dicembre comincerà la kermesse dei mercanti d’armi. Poche, tra le persone
accorse per la giornata di chiusura di manifestazione artistica conoscevano
l’aerospace and defence meetings, che si tiene in sordina ogni due anni proprio
all’Oval.
Nella mattinata del 4 novembre tra slogan, fumogeni e lo striscione “Spezziamo
le ali al militarismo” c’è stato un blocco all’ingresso della Thales Alenia
Space in strada antica di Collegno 255.
La Thales è una delle maggiori aziende aerospaziali del Piemonte, specializzata
in satelliti, fornisce all’aeronautica militare “gli occhi” per orientare droni
e velivoli da guerra sui loro obiettivi.
“Contro la guerra e chi la arma”: questo striscione è stato appeso alla
passerella di fronte all’Oval Lingotto, dove, tra un mese si terrà la decima
edizione dell’Aerospace and defense meetings mercato internazionale
dell’industria aerospaziale di guerra.
La presenza delle forze armate nelle scuole è sempre più invadente e il 4
novembre costituisce una data strategica per la retorica militarista.
Nella “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” le istituzioni locali
e gli istituti scolastici sono invitati per legge a promuovere eventi, incontri,
etc sul tema dell’unità nazionale, della difesa della “Patria”, sulla sicurezza
e sul mestiere delle armi.
Quest’anno, in un clima di guerra interna ed esterna, l’Osservatorio contro la
militarizzazione delle scuole e delle Università aveva promosso un convegno on
line di formazione degli insegnanti che avrebbe dovuto svolgersi questa mattina.
Il governo lo ha vietato perché considera che “i contenuti non sono coerenti con
la formazione degli insegnanti”. Una censura senza precedenti.
Anche quest’anno abbiamo partecipato al presidio lanciato dall’Osservatorio
contro la militarizzazione delle scuole di fronte all’USR.
Contestata la cerimonia militare che il 4 novembre celebra la guerra, celebra i
nazionalismi, celebra i genocidi.
Alle 17, in una piazza Castello dove cominciavano a suonare le bande, nonostante
un imponente apparato poliziesco gli antimilitaristi sono riusciti ad entrare in
piazza Castello sequestrata dai militari per la cerimonia del 4 novembre.
Disertare la guerra! La scritta sullo striscione aperto in piazza. Con slogan,
interventi e fumogeni abbiamo bucato il blocco in antisommossa.
Il richiamo della foresta. Il taccuino della crisi climatica
Il tasso di perdita di foreste nel mondo è preoccupante. Secondo
l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO),
tra il 1990 e il 2020 sono andati persi 420 milioni di ettari di foresta a causa
della deforestazione, un’area equivalente a quella dell’UE.
Col termine deforestazione s’intende la distruzione delle foreste, in modo da
poter destinare le superfici ricavate ad altri usi. In parallelo bisogna
considerare anche il fenomeno del degrado forestale che è determinato dalla
perdita, anche temporanea, di aree forestate dovuta allo sfruttamento dei
prodotti del legno o della bioenergia. Questi processi avvengono prevalentemente
nei tre principali bacini forestali: Amazzonia (Sud America), Congo (Africa
centrale) e Sud-est asiatico.
Ne abbiamo parlato con Marco Tafel
Saperi e pratiche tra autogestione e resistenza. Lotte territoriali e grandi
opere
Illustrare il rapporto tra movimenti sociali e grandi opere significa in prima
battuta ricondurre il costrutto grandi opere al più onesto concetto di opere
grandi. E cosa sono le opere grandi? Progetti e realizzazioni (tendenzialmente)
caratterizzate da: ampia estensione temporale, vastità spaziale, pluralità
amministrativa, complessità progettuale, grave impegno economico pubblico,
pesante impatto socio-ambientale. Le opere grandi si qualificano d’altronde,
prima che come infrastrutture, quali acceleratori della modernità sviluppista e
delle procedure che normano le decisioni in tempo civile, fattori di stress alle
maglie del diritto, cioè dispositivi di governo del territorio non
convenzionali.
Ne abbiamo parlato con Alberto (abo) Di Monte
Appuntamenti:
Giovedì 13 novembre
ore 21 corso Palermo 46
serata informativa contro la guerra e chi la arma
– L’Italia in guerra. Riarmo e conflitto per l’Ucraina. Con Stefano Capello
– Ricerca al servizio della guerra. Un caso di obiezione di coscienza. Con
Andrea Merlone
– Torino. Capitale delle armi? Approfondimento su industria bellica e Aerospace
and defence meetings e presentazione delle iniziative di lotta a cura
dell’Assemblea Antimilitarista
Sabato 29 novembre
corteo antimilitarista
ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis
Contro la guerra e chi la arma!
Via i mercanti d’armi!
Martedì 2 dicembre
giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70
No all’aerospace and defence meetings!
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
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Tag - 4 novembre 2025
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai
plotoni di esecuzione.
La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà
concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.
Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese
militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni
militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.
In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un
confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della
patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.
In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta le guerre degli Stati, chi
straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità
internazionale, plurale e solidale potrà costruire un mondo senza guerre.
Il governo Meloni attua continue campagne di propaganda militarista, per
arruolare i corpi e le coscienze, per assuefarci ad uno stato di guerra
permanente.
Una buona ragione per cambiare di segno al 4 novembre, per trasformarlo da festa
delle forze armate a festa dei disertori, per smilitarizzare la nostra città.
Siamo stati nelle piazze delle cerimonie militariste, davanti alle fabbriche
d’armi, nella lotta contro la militarizzazione delle scuole.
L’Assemblea Antimilitarista torinese già il 2 novembre era all’Oval Lingotto per
informare chi visitava le installazioni artistiche ospitate al centro congressi
che in quello stesso luogo un mese dopo si sarebbe svolta la decima edizione
dell’Aerospace and defense meetings mercato internazionale dell’industria
aerospaziale di guerra.
Nella mattinata del 4 novembre, durante il cambio turno, c’è stata un’azione di
blocco con slogan, fumogeni e lo striscione “Spezziamo le ali al militarismo” ai
cancelli della Thales Alenia Space,.
La Thales, una delle maggiori aziende aerospaziali del Piemonte, specializzata
in satelliti, fornisce all’aeronautica militare “gli occhi” per orientare droni
e velivoli da guerra sui loro obiettivi.
“Contro la guerra e chi la arma”. Questo striscione è stato appeso alla
passerella pedonale di fronte all’Oval Lingotto.
L’ufficio scolastico regionale il 4 novembre è stato pesantemente militarizzato
per il presidio lanciato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle
scuole.
Nella “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” le istituzioni locali
e gli istituti scolastici sono invitati per legge a promuovere eventi, incontri,
etc sul tema dell’unità nazionale, della difesa della “Patria”, sulla sicurezza
e sul mestiere delle armi.
Quest’anno, in un clima di guerra interna ed esterna, l’Osservatorio contro la
militarizzazione delle scuole e delle Università aveva promosso “La scuola non
si arruola” un convegno on line di formazione degli insegnanti. Il Ministero lo
ha vietato perché “i contenuti non sono coerenti con la formazione degli
insegnanti”. Una censura senza precedenti, cui l’Osservatorio ha risposto con un
convegno su youtube.
L’assemblea antimilitarista ha aperto lo striscione “fuori i militari dalle
scuole” davanti alla polizia in assetto antisommossa. Tanti gli interventi che
hanno sottolineato la volontà di opporsi alla retorica patriottica, lottando per
smilitarizzare le scuole.
Gli antimilitaristi sono poi riusciti ad eludere l’occhiuta sorveglianza di Ros
e Digos entrando di corsa in piazza Castello mentre cominciavano a suonare le
bande. Ancora una volta, la piazza sequestrata dai militari per la cerimonia del
4 novembre, è stata attraversata dalla protesta dei senzapatria.
Con lo striscione “Disertare la guerra!” tra slogan, interventi e fumogeni
abbiamo bucato il blocco degli agenti dell’antisommossa che hanno provato a
spingerci fuori.
Una lunga giornata di informazione e lotta. Al termine ci siamo dati
appuntamento al 29 novembre per il corteo antimilitarista “Via i mercanti
d’armi”.