Anarres del 17 novembre. Più galera per i poveri e per chi lotta. Corteo antimilitarista del 18/11. Guerra ai migranti. Antimilitarismo e questione sociale…
Anarres - Friday, November 17, 2023ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
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Più galera per poveri e per chi lotta
La stretta securitaria imposta dal nuovo pacchetto sicurezza è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR, nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi osa fare scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale.
Una dinamica che pone al centro le forze dell’ordine, che, oltre a quelle di ordinanza, hanno mano libera nel comprarsi e portare in giro armi, mentre chi resiste alle loro violenze o decide di difendersi dai loro divieti rischia lunghissime detenzioni.
Per le donne incinta o con bimbi sotto un anno di età c’è il carcere se sono recidive. Una norma che Meloni ha definito “contro il borseggio”. Tradotto in chiaro: una norma diretta alle ragazze e alle donne che vivono nelle baraccopoli e per campare sono costrette ai margini di una legalità che tutela sempre e comunque la proprietà privata.
Sabato 18 novembre si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.
Opporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.
Al corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.
La guerra ai migranti ha avuto una brusca accelerazione
Il 6 novembre la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei naufraghi ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.
Siamo arrivati alla realizzazione di campi di concentramento fuori dai confini, luoghi dove sarà ben difficile per i reclusi comunicare con gli avvocati o presentare ricorsi. Alla faccia del divieto dei respingimenti collettivi, del diritto di asilo e di altri “principi”.
A fine settembre il governo aveva prolungato la detenzione amministrativa sino a 18 mesi e aveva dato mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti e richiedenti asilo in aree militari, scegliendo piccole località poco abitate.
Una scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.
Il governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono diventati, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.
Il governo alza l’asticella a incarica la Marina militare e la Guardia di Finanza di rastrellare in mare e imprigionare fuori dai confini gli sconfitti della guerra che lo Stato Italiano combatte da decenni nel Mare di Mezzo.
Ce ne ha parlato Raffaele
Lotte antimilitariste e questione sociale
La lotta contro il militarismo, il nazionalismo e la guerra è uno dei passaggi fondamentali nella lotta degli oppressi e degli sfruttati in ogni dove.
A Torino il governo della città, quello della Regione e Confindustria sostengono la nascita della Città dell’Aerospazio e dell’acceleratore di innovazione della NATO.
I diversi attori imprenditoriali e politici sostengono il progetto giocando la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è ancora più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare.
Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra.
Non è difficile immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se la ricerca e la produzione venissero usate per la cura invece che per la guerra.
Contrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo spazio urbano e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.
Ne abbiamo parlato con Stefano Capello
Iniziative:
Sabato 18 novembre
Disertiamo la guerra!
Ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis
Corteo Antimilitarista
– No all’aerospace and defence meetings!
– No all’industria bellica
– No alla Città dell’aerospazio!
– No alla Nato a Torino!
– No alla guerra e all’economia di guerra
– Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra
– Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.
– Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori
– No all’invio di armi!
– Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.
– Distruggiamo le frontiere!
– No alle missioni militari all’estero
– No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città
– Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma
– Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.
Assemblea Antimilitarista
Martedì 28 novembre
ore 12
Presidio all’Oval in via Matté Trucco 70
No ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!
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Informati su lotte e appuntamenti!
dalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20
Contatti:
fai_torino@autistici.org
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